Liturgia delle Ss. Perpetua e Felicita, martiri

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

 

   

7 MARZO
Ss. PERPETUA E FELICITA
martiri
(+ 202/3)
Memoria
 

LETTURE: Sir 51,1-12; Sal 123; Mt 10,28-33
 

La crudeltà dell’uomo contro l’uomo è giunta in ogni tempo a limiti brutali; ma la forza di Cristo risorto trionfa rimettendo «in circolazione» l’Amore. Tutta la Chiesa rende oggi lode al Padre per la meravigliosa testimonianza di due giovani spose e di alcuni cristiani e catecumeni avvenuta a Thuburbo minus (Cartagine), piccolo centro dell’Africa romana. Perpetua, donna patrizia e Felicita, sua schiava, già unite dalla fede, lo furono di più dal martirio e confessarono insieme la verità di Cristo. Il racconto della loro «Passione» è una delle più belle pagine dell’antichità cristiana: «La gioia era dipinta sui loro volti, essa brillava nei loro occhi, traspariva dai loro gesti e scoppiava nelle loro parole». Il canto dei Salmi che Perpetua contrappose allo schiamazzo della folla è uno dei segreti di questa gioia formidabile.

 

Chiamati ed eletti alla gloria del Signore

Dalla «Narrazione del martirio dei santi martiri cartaginesi»
(Cap. 18. 20-21; dall'ed. van Beek, Nimega, 1936, pp. 42. 46-52)

Spuntò il giorno della vittoria dei martiri e dal carcere si recarono all'anfiteatro, come se andassero in cielo, raggianti in volto, dignitosi, trepidanti più per la gioia che per la paura.
Perpetua per prima fu scagliata in alto dalla vacca e ricadde sul fianco. Così si alzò e avendo visto Felicità gettata a terra, le si accostò, le porse la mano e la rialzò. E ambedue stettero in piedi insieme. Vinta la durezza della folla, furono richiamate alla porta Sanavivaria.
Ivi Perpetua, accolta da un catecumeno di nome Rustico che le stava accanto, e come destata dal sonno (talmente era fuori dei sensi e rapita in estasi), cominciò a guardarsi attorno e disse tra loro stupore di tutti: «Quando saremo esposte là a quella vacca?». E avendo sentito che ciò era già avvenuto, non volle crederci prima di aver notato i segni di maltrattamento sul suo corpo e sul vestito. Quindi, fatto chiamare suo fratello e quel catecumeno, li esortò dicendo: «Siate saldi nella fede, amatevi tutti a vicenda e non prendete occasione di scandalo dalle nostre sofferenze».
A sua volta Sàturo presso un'altra porta stava esortando il soldato Pudente. Disse fra l'altro: «Insomma proprio come avevo supposto e predetto, finora non ho sperimentato nessuna fiera. Ma ora credi di tutto cuore: ecco io vado laggiù e sarò finito da un solo morso di leopardo».
E subito, sul finire dello spettacolo, gettato in pasto al leopardo, con un solo morso fu bagnato di tanto sangue che il popolo diede testimonianza al suo secondo battesimo gridando: «E' salvo il lavato è salvo il lavato!». davvero era salvo colui che si era lavato in tal modo!
Allora disse al soldato Pudente: «Addio, ricordati della fede e di me; queste cose non ti turbino, ma ti confermino». Nello stesso tempo si fece dare l'anello del suo dito e immersolo nella sua ferita glielo restituì come eredità, lasciandogli il pegni e il ricordo del suo sangue. Venne quindi disteso, ormai esanime, insieme con gli altri al solito posto per il colpo di grazia.
E siccome il popolo reclamava che quelli fossero portati in vista del pubblico al centro dell'anfiteatro, per poter fissare sulle loro membra i suoi occhi, complici dell'assassinio, mentre la spada penetrava nel loro corpo, essi si alzarono spontaneamente e si recarono là dove il popolo voleva, dopo essersi prima baciati per terminare il martirio con questo solenne rito di pace.
Tutti gli altri ricevettero il colpo di spada immobili e in silenzio: tanto più Sàturo, che nella visione di Perpetua era salito per primo, per primo rese lo spirito. Egli infatti era in attesa di Perpetua. Essa poi per gustare un po` di dolore, trafitta nelle ossa, gettò un grido, e lei stessa guidò alla sua gola la mano incerta del gladiatore, ancora novellino. Forse una donna di tale grandezza, che era temuta dallo spirito immondo, non avrebbe potuto morire diversamente, se non l'avesse voluto lei stessa.
O valorosi e beatissimi martiri! Voi siete davvero i chiamati e gli eletti alla gloria del Signore nostro Gesù Cristo!
 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  Sal 33,18
I giusti levano il loro grido, e il Signore li salva
da tutte le loro angustie.


Gaudent in cælis ánimæ Sanctórum, qui Christi vestígia sunt secúti; et quia pro eius amóre sánguinem suum fudérunt, ídeo cum Christo exsúltant sine fine.


Colletta
O Dio, che hai sostenuto le sante martiri Perpetua e Felicità con la forza invincibile della tua carità e le hai rese intrepide di fronte ai persecutori, concedi anche a noi, per loro intercessione, di perseverare nella fede e di crescere nel tuo amore. Per il nostro Signore...


Deus, cuius urgénte caritáte beátæ mártyres Perpétua et Felícitas torméntum mortis, contémpto persecutóre, vicérunt, da nobis, quæsumus, eárum précibus, ut in tua semper dilectióne crescámus. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
  Sir 51, 1-12
Mi hai liberato, Signore, secondo la tua grande misericordia.


Dal libro del Siràcide
Ti glorificherò, Signore mio re, 
ti loderò, Dio mio salvatore; glorificherò il tuo nome, 
perché fosti mio protettore e mio aiuto 
e hai liberato il mio corpo dalla perdizione, 
dal laccio di una lingua calunniatrice, 
dalle labbra che proferiscono menzogne; 
di fronte a quanti mi circondavano 
sei stato il mio aiuto e mi hai liberato, 
secondo la tua grande misericordia e per il tuo nome, 
dai morsi di chi stava per divorarmi, 
dalla mano di quanti insidiavano alla mia vita, 
dalle molte tribolazioni di cui soffrivo, 
dal soffocamento di una fiamma avvolgente, 
e dal fuoco che non avevo acceso, 
dal profondo seno degli ìnferi,
dalla lingua impura e dalla parola falsa.
Una calunnia di lingua ingiusta era giunta al re.
La mia anima era vicina alla morte,
la mia vita era alle porte degli ìnferi.
Mi assalivano dovunque e nessuno mi aiutava; 
mi rivolsi per soccorso agli uomini, ma invano. 
Allora mi ricordai delle tue misericordie, Signore, 
e delle tue opere che sono da sempre, 
perché tu liberi quanti sperano in te, 
li salvi dalla mano dei nemici. 
Ed innalzai dalla terra la mia supplica; 
pregai per la liberazione dalla morte. 
Esclamai: «Signore, mio padre tu sei 
autore della mia salvezza, 
non mi abbandonare nei giorni dell'angoscia, 
nel tempo dello sconforto e della desolazione. 
Io loderò sempre il tuo nome; 
canterò inni a te con riconoscenza» . 
La mia supplica fu esaudita; tu mi salvasti infatti dalla rovina 
e mi strappasti da una cattiva situazione. 
Per questo ti ringrazierò e ti loderò, 
benedirò il nome del Signore. 

   
Salmo Responsoriale  Dal Salmo 123
Il Signore ci ha liberati dalla morte.


Se il Signore non fosse stato con noi, 
quando uomini ci assalirono, 
ci avrebbero inghiottiti vivi, 
nel furore della loro ira. 

Le acque ci avrebbero travolti; 
un torrente ci avrebbe sommersi, 
ci avrebbero travolti acque impetuose. 

Noi siamo stati liberati come un uccello 
dal laccio dei cacciatori: 
il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. 

Il nostro aiuto è nel nome del Signore 
che ha fatto cielo e terra. 

   

Canto al Vangelo
   Cf Mt 5,12
Lode e onore a te Signore Gesù.
Rallegratevi ed esultate,
voi che oggi siete nel dolore,
perché già vostro è il regno dei cieli.
Lode e onore a te Signore Gesù.

   

   

Vangelo  Mt 10, 28-33
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. 
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. 
Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! 
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». 

Sulle Offerte
Accetta, Signore, la nostra offerta nel ricordo delle sante martiri Perpetua e Felicita: tu che hai dato loro una meravigliosa luce di fede, dona a noi il perdono e la pace. Per Cristo ...


Hodiérnum, Dómine, sacrifícium lætánter offérimus, quo, beatárum Perpétuæ et Felicitátis cæléstem victóriam recenséntes, et tua magnália prædicámus, et nos acquisísse gaudémus suffrágia gloriósa. Per Christum.


Antifona alla Comunione
   2 Cor 4.11
Siamo esposti alla morte a causa di Cristo Signore, 
perché la sua vita si manifesti nella nostra carne mortale.


In mortem trádimur propter Iesum, ut et vita Iesu manifestétur in carne nostra mortáli.


Dopo la Comunione

Signore, che ci hai accolti alla tua mensa nel giorno dedicato alle sante Perpetua e Felicita, donaci la multiforme ricchezza della tua grazia, perché dal loro glorioso martirio impariamo ad essere forti nell'ora della prova e ad esultare nella speranza della vittoria. Per Cristo ...


Suméntes, Dómine, gáudia sempitérna de participatióne sacraménti, et de memória beatárum Perpétuæ et Felicitátis supplíciter deprecámur, ut, quæ sédula servitúte, donánte te, gérimus, dignis sénsibus tuo múnere capiámus. Per Christum.
 

 

Sommario Liturgia


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SESTRI LEVANTE (Genoa) Italy     

 

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