PROPRIO IN LATINO DELLA S. MESSA

tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum

e traduzione italiana delle letture secondo

la traduzione proposta dalle CEI
 

 

17 LUGLIO

 

Commemorazione di
SANT'A
LESSIO

CONFESSORE
 

 

Sant'Alessio di Roma o l'uomo di Dio, morto nel 412, è venerato come santo dalla Chiesa ortodossa (ricorrenza 17 marzo) e da quella cattolica (17 luglio). La sua vita è conosciuta dalla Vie de saint Alexis, un poemetto del XI secolo.

Secondo storia tramandata Alessio, figlio di Eufemiano e Agalé, era un patrizio romano, fidanzato con una donna virtuosa che convinse, la sera delle nozze, a rinunciare al matrimonio. Si imbarcò per la Siria del nord (l'attuale Turchia) per arrivare poi alla città di Laodicea e poi a Edessa (Urfa), dove si finse mendicante.

La tradizione narra che un’icona della Vergine Maria nella chiesa di Edessa (oggi secondo la tradizione, venerata nella chiesa romana di Sant’Alessio sull’Aventino), ordinò al sacrestano di far entrare in chiesa quel mendicante da considerarsi un santo, la voce si diffuse rapidamente fra il popolo dei fedeli, che presero a venerarlo.

Alessio cui non piacevano gli onori, fuggì imbarcandosi per Tarso, ma i venti prodigiosamente lo fecero approdare sulle coste italiane ad Ostia; questo fatto fu preso da Alessio come un’indicazione divina, pertanto decise di farsi ospitare come uno straniero povero nella casa paterna a Roma.

Il padre memore del figlio lontano e in difficoltà, senza riconoscerlo lo accolse con benevolenza in casa, dove Alessio rimase per 17 anni, dormendo in un sottoscala fra le umiliazioni e gli scherni dei servi.

Quando Alessio sentì che la sua fine era vicina, decise di scrivere le avventure e le origini della sua vita su un rotolo, quando morì le campane di Roma si misero a suonare a festa e fu udita una voce divina che diceva: “Cercate l’uomo di Dio affinché egli preghi per Roma”, così fu scoperto il corpo del santo, ancora con il rotolo in mano, che solo gli imperatori Arcadio ed Onorio riuscirono a sfilarglielo e leggere.

Nel 1217 papa Onorio III dedicò la chiesa di S. Bonifacio anche a S. Alessio; dell’antica chiesa, dopo i vari rifacimenti non è rimasto quasi nulla, nell’attuale basilica barocca, c’è la Cappella di S. Alessio e in essa è contenuto un frammento lungo circa un metro della scala sotto la quale il santo dormiva, il frammento sovrasta la statua in marmo, raffigurante s. Alessio sul letto di morte, vestito da pellegrino di Santiago, opera dello scultore Antonio Bergondi, seguace del Bernini.

Testimonianza artistica sulla sua vita è il ciclo di affreschi di fine XI secolo, situato nella chiesa inferiore di San Clemente a Roma; in questo ciclo compaiono già gli attributi che lo identificano, come la scala, il bastone da pellegrino, la lettera nella mano serrata dalla morte, che verranno poi ripresi dai tanti artisti che lo hanno raffigurato nei secoli successivi.

Ancora oggi la Basilica di S. Alessio sull’Aventino è meta di pellegrini specialmente dalla Russia. Infatti il culto di questo Santo è molto diffuso nei paesi slavi. Non per nulla l’attuale Patriarca Ortodosso Russo si chiama Alessio II.  
 

MESSALE

 

INTRÓITUS                 

Ps. 36, 30-31. Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus. Ps. ibid., 1. Noli æmulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. Glória Patri. 

 

Il giusto parla con sapienza, la sua lingua proferisce cose giuste: egli conserva nel cuore la legge del suo Dio. Non ti adirare contro i malvagi e non invidiare quanti compiono il male. Gloria al Padre.

 

ORÁTIO                 

Deus, qui nos beáti Aléxii Confessóris tui ánnua sollemnitáte lætíficas: concéde propítius; ut, cujus natalítia cólimus, étiam actiónes imitémur. Per Dóminum.  

 

O Dio, che ci dai la gioia di festeggiare ogni anno il beato Alessio tuo confessore, concedi propizio che, celebrandone la nascita alla vita eterna, ne imitiamo pure le azioni. Per il nostro Signore.

 

EPISTOLA                  

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum. 1 Tim. 6, 6-12.

 

Caríssime: Est quæstus magnus píetas cum sufficiéntia. Nihil enim intúlimus in hunc mundum: haud dúbium, quod nec auférre quid póssumus. Habéntes autem aliménta, et quibus tegámur, his conténti simus. Nam qui volunt dívites fíeri, incídunt in tentatiónem et in láqueum diáboli, et desidéria multa inutília et nocíva: quæ mergunt hómines in intéritum et perditiónem. Radix enim ómnium malórum est cupíditas: quam quidam appeténtes, erravérunt a fide, et inseruérunt se dolóribus multis. Tu autem, o homo Dei, hæc fuge: sectáre vero justítiam, pietátem, fidem, caritátem, patiéntiam, mansuetúdinem. Certa bonum certámen fídei, apprehénde vitam ætérnam. M. - Deo grátias. 

 

Carissimi:  la pietà è un grande guadagno, congiunta però a moderazione! Infatti non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo. Al contrario coloro che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e perdizione. L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori. Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. M. - Deo grátias.   

 

GRADUALE                

Ps. 91, 13 et 14. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini. Ibid., 3. Annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.  

 

Il giusto cresce come palme, si ergerà come cedro del Libano nella casa del Signore. Per celebrare al mattino la tua misericordia e la tua fedeltà nella notte.

 

ALLELÚIA             

Allelúja, allelúja. Jac. 1, 12. Beátus vir, qui suffert tentatiónem: quóniam, cum probátus Commune Confessoris non Pontificis fúerit, accípiet corónam vitæ. Allelúja. Allelúja.              

Allelúja, allelúja. Beato l’uomo che che sostiene la prova, perchè dopo averla superata, riceverà la corona di vita. Allelúja.              

 

EVANGÉLIUM               

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthǽum. Matth. 19, 27-29.

 

In illo témpore: Dixit Petrus ad Jesum: Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis? Jesus autem dixit illis: Amen, dico vobis, quod vos, qui secúti estis me, in regeneratióne, cum séderit Fílius hóminis in sede majestátis suæ, sedébitis et vos super sedes duódecim, judicántes duódecim tribus Israël. Et omnis, qui relíquerit domum, vel fratres, aut soróres, aut patrem, aut matrem, aut uxórem, aut fílios, aut agros, propter nomen meum, céntuplum accípiet, et vitam ætérnam possidebit. M. – Laus tibi Christe.   

 

In quel tempo Pietro prendendo la parola disse a Gesù: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. M. – Laus tibi Christe.   

 

ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM               

Ps. 88, 25. Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.  

 

Ps. 88, 25. La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui e nel moi nome egli crescerà in potenza.

 

SECRÉTA               

Laudis tibi, Dómine, hóstias immolámus in tuórum commemoratióne Sanctórum: quibus nos et præséntibus éxui malis confídimus et futúris. Per Dóminum.

 

Ti offriamo, o Signore, in memoria dei tuoi Santi questo sacrificio di lode, per il quale confidiamo di essere liberati dai mali presenti e futuri. Per il nostro Signore.

 

PREFAZIO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ            

 

COMMÚNIO               

Matth. 24, 46-47. Beátus servus, quem, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántem: amen, dico vobis, super ómnia bona sua constítuet eum.  

 

Matth. 24, 46-47. Felice il servitore che il Padrone, al suo arrivo, troverà vigilante! In verità vi dico: gli affiderà tutti i suoi beni.

 

POSTCOMMÚNIO               

Refécti cibo potúque coelésti, Deus noster, te súpplices exorámus: ut, in cujus hæc commemoratióne percépimus, ejus muniámur et précibus. Per Dóminum.

 

Ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, supplichevolmente Ti preghiamo, o Dio nostro, di essere protetti dalle preghiere del Santo, nella cui festa abbiamo ricevuto questi doni. Per il nostro Signore.

 

 

Sommario Liturgia


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