Liturgia di Sant'Elia il Tisbita

 

   

20 LUGLIO
SANT'ELIA IL TISBITA

Profeta

  

LETTURE: 1 Re 18, 20-39; Sal 15,16; Mt 17, 1-3; 9-13

  

Dal Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Elia Tisbita, che fu profeta del Signore nei giorni di Acab e di Acazia, re di Isræle, e con tale forza rivendicò i diritti dell’unico Dio contro l’infedeltà del popolo, da prefigurare non solo Giovanni Battista, ma il Cristo stesso; non lasciò profezie scritte, ma la sua memoria viene fedelmente conservata, in particolare sul monte Carmelo.

 

Elia con Eliseo e Samuele, è uno dei più grandi profeti di ione (distinti dai profeti scrittori, come Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, che hanno lasciato degli scritti inanone dei Libri sacri), e la sua missione fu di incitare il popolo alla fedeltà all'unico vero Dio, senza lasciarsi sedurre dall'influsso del culto idolatrico e licenzioso di Canaan. Elia (il cui nome significa "il mio Dio è Jahvè") nacque verso la fine del X sec. a.C. e svolse gran parte della sua missione sotto il regno del pavido Acab (873-854), docile strumento nelle mani dell'intrigante moglie Jezabel, di origine fenicia, che aveva dapprima favorito e poi imposto il culto del dio Baal.

Quando ormai il monoteismo pareva soffocato e la maggioranza del popolo aveva abbracciato l'idolatria, Elia si presentò dinanzi al re Acab ad annunciargli, come castigo, tre anni di siccità. Abbattutosi il flagello sulla Palestina, Elia ritornò dal re e per dimostrare la inanità degli idoli lanciò la sfida sul monte Carmelo contro i 400 profeti di Baal. Quando sul solo altare innalzato da Elia si accese prodigiosamente la fiamma, e l'acqua invocata scese a porre fine alla siccità, il popolo esultante linciò i sacerdoti idolatri. Elia credette giunto il momento del trionfo di Javhè, e perciò tanto più amara e incomprensibile gli apparve la necessità di sottrarsi con la fuga all'ira della furente Jezabel.

Braccato nel deserto come un animale da preda, l'energico e intransigente profeta sembrò avere un attimo di cedimento allo sconforto. Il suo lavoro, la sua stessa vita gli apparvero inutili e pregò Dio di recidere il filo che lo teneva ancora legato alla terra. Ma un angelo lo confortò, porgendogli una focaccia e una brocca d'acqua; poi Dio stesso gli apparve, restituendogli l'indomito coraggio di un tempo. Elia comprese che Dio non propizia il trionfo del bene con gesti spettacolari, ma agisce con longanime pazienza, poiché egli è l'Eterno e domina il tempo.

Il fiero profeta, che indossava un mantello di pelle sopra un rozzo grembiule stretto ai fianchi, come otto secoli dopo vestì il precursore di Cristo, Giovanni Battista, di cui è la prefigurazione, tornò con rinnovato zelo in mezzo al popolo di Dio, ma non assistette al pieno trionfo di Jahvè. L'opera di riedificazione spirituale, tanto faticosamente iniziata, venne portata avanti con pieno successo dal suo discepolo Eliseo, al quale comunicò la divina chiamata mentre si trovava nei campi dietro l'aratro, gettandogli sulle spalle il suo mantello. Eliseo fu anche l'unico testimone della misteriosa fine di Elia, avvenuta verso l' 850 a.C., su un carro di fuoco.
 

MESSALE

 
Antifona d'Ingresso
cfr 1 Re 17,1

Disse Elia profeta:

«Vive il Signore, Dio d’Isræle,

alla cui presenza io sto»

 

Dixit Elías prophéta:

«Vivit Dóminus Deus Isræl,

in cuius conspéctu sto».

 

Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che hai concesso al profeta Elia di vivere alla tua presenza e di consumarsi per lo zelo della tua gloria, dona ai tuoi servi di cercare sempre il tuo volto, per essere nel mondo testimoni del tuo amore. Per il nostro Signore.

 

Omnípotens sempitérne Deus, qui Elíæ prophétæ coram te astáre tuæque glóriæ zelo consúmi tribuísti,da fámulis tuis vultum tuum iúgiter quærere, ut in mundo amóris tui testes efficiántur.

Per Dóminum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA
 

Prima Lettura   1 Re 18, 20-39

Il Profeta Elìa fece vedere chi è il Vero Dio.

 

In quel tempo, Acab convocò tutti gli Isræliti e radunò i profeti sul monte Carmelo.

Elia si accostò a tutto il popolo e disse: "Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!". Il popolo non gli rispose nulla. Elia aggiunse al popolo: "Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Dateci due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l'altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è Dio!". Tutto il popolo rispose: "La proposta è buona!". Elia disse ai profeti di Baal: "Sceglietevi il giovenco e cominciate voi perché siete più numerosi. Invocate il nome del vostro Dio, ma senza appiccare il fuoco". Quelli presero il giovenco, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: "Baal, rispondici!". Ma non si sentiva un alito, né una risposta. Quelli continuavano a saltare intorno all'altare che avevano eretto. Essendo già mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: "Gridate con voce più alta, perché egli è un dio! Forse è soprappensiero oppure indaffarato o in viaggio; caso mai fosse addormentato, si sveglierà". Gridarono a voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agivano da invasati ed era venuto il momento in cui si sogliono offrire i sacrifici, ma non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione. Elia disse a tutto il popolo: "Avvicinatevi!". Tutti si avvicinarono. Si sistemò di nuovo l'altare del Signore che era stato demolito. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei discendenti di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto: "Israele sarà il tuo nome". Con le pietre eresse un altare al Signore; scavò intorno un canaletto, capace di contenere due misure di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: "Riempite quattro brocche d'acqua e versatele sull'olocausto e sulla legna!". Ed essi lo fecero. Egli disse: "Fatelo di nuovo!". Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: "Per la terza volta!". Lo fecero per la terza volta. L'acqua scorreva intorno all'altare; anche il canaletto si riempì d'acqua. Al momento dell'offerta si avvicinò il profeta Elia e disse: "Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per tuo comando. Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!". Cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto. A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: "Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!". Elia disse loro: "Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!". Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li passò con la spada.

 

Oppure:

 

Prima Lettura   1 Re 19, 1-14

Ed ecco, udì la voce del Signore nel vento leggero che gli disse: "Che fai qui, Elia?

 

Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto. Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: "Gli dei mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest'ora non avrò reso te come uno di quelli". Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo. Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri". Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati e mangia!". Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi. Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: "Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino". Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb. Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: "Che fai qui, Elia?". Egli rispose: "Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita". Gli fu detto: "Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore". Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: "Che fai qui, Elia?". Egli rispose: "Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita".

 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 15,16

Sei tu il mio Dio l’unico mio bene.

 

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Ho detto a Dio: "Sei tu il mio Signore,

senza di te non ho alcun bene".

 

Si affrettino altri a costruire idoli:

io non spanderò le loro libazioni di sangue

né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.

 

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:

nelle tue mani è la mia vita.

 

Io pongo sempre innanzi a me il Signore,

sta alla mia destra, non posso vacillare.

 

Mi indicherai il sentiero della vita,

gioia piena nella tua presenza,

dolcezza senza fine alla tua destra.

 

Seconda lettura Seconda lettura  1 Pt 1, 8-12 

Salvezza di Cristo preannunziata dai Profeti

 

Fratelli, voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime. Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti che profetizzarono sulla grazia a voi destinata cercando di indagare a quale momento o a quali circostanze accennasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che dovevano seguirle. E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato il vangelo nello Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.

 

Canto al Vangelo    Luca 9,35
Alleluia, alleluia.
   

Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo

Alleluia.

  

  
Vangelo 
Mt 17, 1-3; 9-13

Lo forza di Elia è già venuta in Giovanni il Battista.
 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.

Dopo che fu trasfigurato discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di quella visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti". Allora i discepoli gli domandarono: "Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?". Ed egli rispose: "Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro". Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.

 

Oppure:

 
Vangelo
 Luca 9, 28-36

Elia e Mosè conversavano con Gesù.

 

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Mæstro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

 

Sulle Offerte

O Signore, che fosti presente in modo prodigioso al sacrificio di Elia, accogli sereno e benigno l’offerta della tua Chiesa.

 

Dómine, qui Elíæ sacrifício mirabíliter affuísti, oblatiónem Ecclésiæ tuæ placátus súscipe atque benígnus. Per Christum.

 

Prefazio

Elia da testimonianza della Gloria di Cristo.

 

È veramente cosa buona e giusta proclamare le tue grandi opere e renderti grazie a nome di tutti gli uomini, Padre santo, unico Dio vivo e vero, per Gesù Cristo nostro Signore. Tu hai eletto e suscitato i profeti perché annunziassero che tu sei il Dio vivo e vero, insegnando al tuo popolo a sperare nella salvezza. Tra di essi hai onorato della tua amicizia il profeta Elia perché, ardente di zelo per la tua gloria, proclamasse la tua onnipotente misericordia. Egli ha sempre camminato alla tua presenza, e tu l’hai voluto sul monte Tabor testimone della trasfigurazione, a contemplare il volto glorioso del tuo Figlio. E noi uniti agli angeli e ai santi proclamiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo…

 

Vere dignum et iustum est magna ópera tua prædicáre tibíque ómnium hóminum nómine grátias ágere, Pater sancte, únice Deus vive et vere, per Iesum Christum Dóminum nostrum. Tu enim Prophétas suscitásti et elegísti, ut proclamárent te esse Deum vivum et verum, pópulum tuum spem docéntes salútis. Inter quos Elíam prophétam amicítia tua decorásti ut, zelo glóriæ tuæ consummátus, misericórdiam tuam omnipoténtem prædicáret. Ipse semper coram te ambulávit, eúmque in monte Tabor Transfiguratiónis testem esse voluísti Fílii tui vultum gloriósum contemplántem. Unde et nos, Dómine, cum Angelis et Sanctis univérsis, tibi confitémur, in exsultatióne dicéntes:

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione 
1 Re 19,8

Elia mangiò e bevve. E con la forza datagli da quel cibo camminò fino al monte di Dio.

 

Elías comédit et bibit, et ambulávit in fortitúdine cibi illíus usque ad montem Dei.

 

Dopo la Comunione

O Signore, fortificàti alla mensa del tuo Figlio, fa’ che ti cerchiamo perseveranti nella fede per godere della tua visione nel cielo.

 

Fílii tui convívio roborátos da, quæsumus, Dómine, nos te perseverántes in fide requírere, ut visióne vultus tui in cælis pérfrui valeámus. Per Christum.

   

 

Sommario Liturgia


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