Liturgia di San Carlo Borromeo, vescovo

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

4 NOVEMBRE
SAN CARLO BORROMEO, VESCOVO
(1538-1584)
Memoria

  

LETTURE: 1 Gv 3,13-16; Sal 22; Gv 10,11-18

  

Nato ad Arona, il 2 ottobre 1538, Carlo Borromeo, nipote di Pio IV, a 24 anni era sacerdote e vescovo. La sua vita spirituale non andò svuotandosi con il crescere dell’attività pastorale; in tutta la sua esistenza lo seguì uno spirito di «conversione» evangelica che lo configurò sempre più a Cristo. Fu segretario di Stato del papa, e in seguito arcivescovo di Milano con responsabilità su 15 diocesi della Lombardia, Piemonte, Liguria e Canton Ticino. Esercitò un influsso decisivo per la conclusione e l’applicazione dei concilio di Trento: visite pastorali frequenti e regolari, riunioni di sacerdoti, fondazioni di seminari, direttive liturgiche per i due riti romano e ambrosiano, catechesi a tutti i livelli. Celebrò ben undici sinodi diocesani che servirono da modello, fondò scuole gratuite, creò quattro collegi per la gioventù, ospizi per le giovani in pericolo. All’udire di tanto lavoro, san Filippo Neri esclamò: «Ma quest’uomo è di ferro?». Un’attività così intensa nasceva da uno spirito di preghiera e da un’austerità che impressionavano tutti. Tra le statistiche religiose da lui stesso redatte colpisce il numero dei poveri bisognosi di assistenza pubblica: un sesto della popolazione. Vi si dedicò con ogni mezzo, adoperandosi di persona specialmente durante una terribile pestilenza dei 1576, di cui afferma il Manzoni: « fu chiamata la peste di san Carlo. Tanto è forte la carità!» ( I Promessi Sposi, c. 31). Morì a 46 anni, il 3 novembre 1584.
 

Vivere la propria vocazione

Dal Discorso tenuto da san Carlo, vescovo, nell'ultimo Sinodo
(Acta Ecclesiae Mediolanensis, Milano 1599, 1177-1178)

Tutti siamo certamente deboli, lo ammetto, ma il Signore Dio mette a nostra disposizione mezzi tali che, se lo vogliamo, possiamo far molto. senza di essi però non sarà possibile tener fede all'impegno della propria vocazione.
Facciamo il caso di un sacerdote che riconosca bensì di dover essere temperante, di dover dar esempio di costumi severi e santi, ma che poi rifiuti ogni mortificazione, non digiuni, non preghi, ami conversazioni e familiarità poco edificanti; come potrà costui essere all'altezza del suo ufficio?
Ci sarà magari chi si lamenta che, quando entra in coro per salmodiare, o quando va a celebrare la Messa, la sua mente si popoli di mille distrazioni. Ma prima di accedere al coro o di iniziare la Messa, come si è comportato in sacrestia, come si è preparato, quali mezzi ha predisposto e usato per conservare il raccoglimento?
Vuoi che ti insegni come accrescere maggiormente la tua partecipazione interiore alla celebrazione corale, come rendere più gradita a Dio la tua lode e come progredire nella santità? Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi, cioè le distrazioni per quanto puoi. Rimani raccolto con Dio, evita le chiacchiere inutili.
Hai il mandato di predicare e di insegnare? Studia e applicati a quelle cose che sono necessarie per compiere bene questo incarico.
Dà sempre buon esempio e cerca di essere il primo in ogni cosa. Predica prima di tutto con la vita e la santità, perché non succeda che essendo la tua condotta in contraddizione con la tua predica tu perda ogni credibilità.
Eserciti la cura d'anime? Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla di te a te stesso. Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso.
Comprendete, fratelli, che niente è così necessario a tutte le persone ecclesiastiche quanto la meditazione che precede, accompagna e segue tutte le nostre azioni: Canterò, dice il profeta, e mediterò (cfr. Sal 100, 1 volg.) Se amministri i sacramenti, o fratello, medita ciò che fai. Se celebri la Messa, medita ciò che offri. Se reciti i salmi in coro, medita a chi e di che cosa parli. Se guidi le anime, medita da quale sangue siano state lavate; e «tutto si faccia tra voi nella carità» (1 Cor 16, 14). Così potremo facilmente superare le difficoltà che incontriamo, e sono innumerevoli, ogni giorno. Del resto ciò è richiesto dal compito affidatoci. Se così faremo avremo la forza per generare Cristo in noi e negli altri.
 

MESSALE

Antifona d'Ingresso   Cf Ez 34,11.23.24
«Cercherò le pecore del mio gregge», dice il Signore, 
«e farò sorgere un pastore
che le conduca al pascolo;
io, il Signore, sarò il loro Dio».


Visitábo oves meas, dicit Dóminus, et suscitábo pastórem qui pascat eas: ego autem Dóminus ero eis in Deum.


Colletta
Custodisci nel tuo popolo, o Padre, lo spirito che animò il vescovo san Carlo, perché la tua Chiesa si rinnovi incessantemente, e sempre più conforme al modello evangelico manifesti al mondo il vero volto del Cristo Signore. Egli è Dio
...

Custódi, quæsumus, Dómine, in pópulo tuo spíritum, quo beátum Cárolum epíscopum implevísti, ut Ecclésia indesinénter renovétur, et, Christi se imágini confórmans, ipsíus vultum mundo váleat osténdere. Qui tecum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
  1 Gv 3,13-16
Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.
 

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. 
Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. 

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare, 
ad acque tranquille mi conduce. 
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, 
per amore del suo nome. 

Se dovessi camminare in una valle oscura, 
non temerei alcun male, perché tu sei con me. 
Il tuo bastone e il tuo vincastro 
mi danno sicurezza. 

Davanti a me tu prepari una mensa 
sotto gli occhi dei miei nemici; 
cospargi di olio il mio capo. 
Il mio calice trabocca. 

Felicità e grazia mi saranno compagne 
tutti i giorni della mia vita, 
e abiterò nella casa del Signore 
per lunghissimi anni. 

Canto al Vangelo   Gv 10,11
Alleluia, alleluia.

Io sono il buon pastore;
il buon pastore offre la vita per le pecore, dice il Signore.

Alleluia.

   

   
Vangelo 
Gv 10,11-18

Il buon pastore offre la vita per le pecore.
 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. 
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. 
E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. 
Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio».
 
Sulle Offerte
Guarda con bontà, Signore, i doni che portiamo al tuo altare nel ricordo di san Carlo, pastore vigilante e modello di santità, e per la potenza di questo sacrificio concedi anche a noi di produrre nella tua Chiesa frutti genuini di vita cristiana. Per Cristo nostro Signore.


Inténde múnera, Dómine, altáribus tuis pro beáti Cároli commemoratióne propósita, et huius sacrifícii virtúte concéde, ut, sicut illum pastorális offícii vigilántia et præcláris virtútum méritis sublimásti, ita nos fácias sincéris óperum frúctibus abundáre. Per Christum.


Antifona alla Comunione  Cf Gv 10,11
Il buon pastore dona la vita
per il suo gregge.


Pastor bonus ánimam suam pósuit pro óvibus suis.


Dopo la Comunione

La partecipazione al tuo sacramento, Signore, ci comunichi lo spirito di fortezza che animò san Carlo e lo rese fedele alla sua missione e pronto a donare la vita per i fratelli. Per Cristo nostro Signore.


Præstent nobis, quæsumus, Dómine, sacra mystéria quæ súmpsimus eam ánimi fortitúdinem, quæ beátum Cárolum réddidit in ministério fidélem et in caritáte fervéntem. Per Christum.

  
 

 

Sommario Liturgia


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