Liturgia della I Domenica di Avvento - Anno C *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

I DOMENICA DI AVVENTO
 

LETTURE: Ger 33,14-16; Sal 24; 1 Ts 3,12-4,2; Lc 21,25-28,34-36
 

  La Redenzione è Vicina

La padronanza sempre maggiore dell’uomo moderno sulle realtà del mondo, la capacità di «possedere» gli avvenimenti e di ridurli a qualcosa di prevedibile, non lasciano posto per la «vigilanza» nel senso biblico della parola, ma solo per la «previdenza».
Il compito che attende tutti gli uomini di oggi è complesso: si tratta di trasformare il mondo, di promuovere le strutture che lo rendano abitabile dall’uomo, di inventare e re-inventare continuamente per superare le grandi sfide che si impongono all’umanità di oggi: la fame, la guerra, l’ingiustizia... Arriverà il giorno in cui tutto sarà previsto e nulla potrà più disturbare la sicurezza umana? L’uomo antico sentiva che gli mancavano le risorse per arrivare da solo al compimento dell’avventura umana, e in questa povertà scopriva il Dio che salva. Il popolo ebreo si sentiva guidato da Iahvè nella fedeltà all’alleanza e ne attendeva vigilante la venuta:
«Io realizzerò le promesse...» (v. 14) (prima lettura).
Per i primi cristiani l’evento storico di Gesù di Nazaret manifestava talmente
«il Signore che viene» da mobilitare dinanzi a lui tutta la loro attenzione e tutte le loro energie (seconda lettura).
Gesù di Nazaret appariva il vigilante per eccellenza; suo cibo era fare la volontà del Padre che lo aveva mandato; la sua vigilanza si traduceva nell’interrogare con realismo gli avvenimenti e nell’accogliere l’oggi di Dio nella storia degli uomini.

Un segno nel sole
La Chiesa primitiva insisteva molto sulla vigilanza (vangelo). Bisogna tenersi pronti per il ritorno imminente del Signore che sarà imprevedibile, sarà una sorpresa come la visita inattesa di un ladro. Ma nell’anno 70, un avvenimento segnò profondamente l’idea dei credenti sul ritorno del Signore: la distruzione di Gerusalemme  richiamava ad Ebrei e cristiani la fine del mondo.
Nel vangelo di oggi tutto è descritto come se si trattasse di una catastrofe cosmica che scuote gli astri e getta gli uomini nella massima confusione (vv. 25-26).
Luca non intende necessariamente annunciare la fine del mondo: egli ricorre al genere letterario delle apocalissi per dire che la caduta di Gerusalemme sarà una tappa decisiva per instaurare il Regno di Iahvè sul mondo.
La conclusione che dall’avvenimento hanno tratto i primi cristiani è importante: la fine di Gerusalemme non ha coinciso col ritorno del Signore; dunque, il ritorno del Signore ha per la vita presente un’attualità permanente e imprevedibile.

Chiesa senza frontiere
La venuta del Figlio dell’uomo ha coinciso invece con la liberazione totale della Chiesa dal giudaismo; è stata come l’aurora della creazione del nuovo mondo, un segno dell’avvicinarsi del Regno (vv. 27-31).
La caduta di Gerusalemme è una tappa nella venuta vittoriosa del Signore, perchè essa ha costretto la Chiesa ad aprirsi alle nazioni e a costruire un culto spirituale, svincolato dal particolarismo del Tempio. Ma ogni tappa dell’evangelizzazione del mondo e ogni tappa di umanizzazione, è anche un passo avanti di questa venuta del Figlio dell’uomo. Ogni conversione del cuore, mediante la quale l’uomo si apre sempre più all’azione dello Spirito del Risorto, è una nuova manifestazione di questa venuta.
La vigilanza della Chiesa — quella che la tiene pronta per il ritorno del suo Signore — riguarda oggi in modo tutto speciale la sua cattolicità. Ad ogni Chiesa locale viene continuamente chiesto di andare incontro al Signore che viene, con l’animo aperto all’universalismo della carità. Ogni Chiesa deve dunque stare attenta a non cadere nella tentazione del particolarismo, a non legare il cristianesimo a un popolo, o a un gruppo culturale privilegiato.

Nell’attesa della sua venuta
La celebrazione dell’Eucaristia colloca chi vi partecipa in stato di attesa del Signore, e insieme realizza quel lento e paziente ritorno del Signore nella storia dell’umanità e di ogni uomo, fino a
«quando verrà di nuovo nello splendore della sua gloria». Partecipare all’Eucaristia con la convinzione che il ritorno del Signore è cosa estranea alla storia degli uomini perché vanificherà ogni sforzo umano con la sua subitaneità, è mentire all’Eucaristia fatta dal pane e dall’amore dell’uomo stesso; è non capire il vero significato del ritorno del Signore.
Il Regno, nel suo divenire, è presente; si tratta di imparare a scoprirlo. Chi è vigilante si preoccupa dell’estensione del Regno del Figlio dell’uomo, così da scoprirlo in germe in ciascuno ed in tutti.

   

Le due venute di Cristo

Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
(Cat. 15, 1. 3; PG 33, 870-874)

Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n'è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima, infatti, ebbe il sigillo della sofferenza, l'altra porterà una corona di divina regalità. Si può affermare che quasi sempre nel nostro Signore Gesù Cristo ogni evento è duplice. Duplice è la generazione, una da Dio Padre, prima del tempo, e l'altra, la nascita umana, da una vergine nella pienezza dei tempi.
Due sono anche le sue discese nella storia. Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti.
Nella sua prima venuta fu avvolto in fasce e posto in una stalla, nella seconda si vestirà di luce come di un manto. Nella prima accettò la croce senza rifiutare il disonore, nell'altra avanzerà scortato dalle schiere degli angeli e sarà pieno di gloria.
Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda. E poiché nella prima abbiamo acclamato: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (MT 21, 9), la stessa lode proclameremo nella seconda. Così andando incontro al Signore insieme agli angeli e adorandolo canteremo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (MT 21, 9).
Il Salvatore verrà non per essere di nuovo giudicato, ma per farsi giudice di coloro che lo condannarono. Egli, che tacque quando subiva la condanna, ricorderà il loro operato a quei malvagi, che gli fecero subire il tormento della croce, e dirà a ciascuno di essi: Tu hai agito così, io non ho aperto bocca (cfr. Sal 38, 10).
Allora in un disegno di amore misericordioso venne per istruire gli uomini con dolce fermezza, ma alla fine tutti, lo vogliano o no, dovranno sottomettersi per forza al suo dominio regale.
Il profeta Malachia preannunzia le due venute del Signore: «E subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate» (Ml 3, 1). Ecco la prima venuta. E poi riguardo alla seconda egli dice: «Ecco l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, ecco viene... Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare» (Ml 3, 1-3).
Anche Paolo parla di queste due venute scrivendo a Tito in questi termini: «E' apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (Tt 2, 11-13). Vedi come ha parlato della prima venuta ringraziandone Dio? Della seconda invece fa capire che è quella che aspettiamo.
Questa è dunque la fede che noi proclamiamo: credere in Cristo che è salito al cielo e siede alla destra Padre. Egli verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. E il suo regno non avrà fine.
Verrà dunque, verrà il Signore nostro Gesù Cristo dai cieli; verrà nella gloria alla fine del mondo creato, nell'ultimo giorno. Vi sarà allora la fine di questo mondo, e la nascita di un mondo nuovo.
 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  Sal 24,1-3
A te, Signore, elèvo l'anima mia,
Dio mio, in te confido: che io non sia confuso.
Non trionfino su di me i miei nemici.
Chiunque spera in te non resti deluso.
 

Ad te levávi ánimam meam,

Deus meus, in te confído, non erubéscam.

Neque irrídeant me inimíci mei,

étenim univérsi qui te exspéctant non confundéntur.

 
Colletta

O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli. Per il nostro Signore...
 

Da, quæsumus, omnípotens Deus, hanc tuis fidélibus voluntátem, ut, Christo tuo veniénti iustis opéribus occurréntes, eius déxteræ sociáti, regnum mereántur possidére cæléste. Per Dóminum.

  
Oppure:
Padre Santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell'umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo giudice e salvatore. Egli è Dio...
 
LITURGIA DELLA PAROLA

   
Prima Lettura  Ger 33,14-16
Farò germogliare per Davide un germoglio giusto.
 

Dal libro del profeta Geremia
Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.

   
Salmo Responsoriale  Dal Salmo 24

A te, Signore,

innalzo l'anima mia, in te confido.

 

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza.
 

Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via.
 

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà

per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.

Il Signore si confida con chi lo teme:

gli fa conoscere la sua alleanza.


Seconda Lettura  1 Ts 3,12-4,2
Il Signore renda saldi e irreprensibili i vostri cuori al momento della venuta di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio - e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.
 
Canto al Vangelo   Sal 84,8
Alleluia, alleluia.
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Alleluia.
  

  
Vangelo
  Lc 21,25-28,34-36
La vostra liberazione è vicina.
 

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saran­no segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le po­tenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nu­be con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risol­levatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'im­provviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Ve­gliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di com­parire davanti al Figlio dell'uomo».

 
Sulle Offerte
Accogli, Signore, il pane e il vino, dono della tua benevolenza, e fa' che l'umile espressione della nostra fede sia per noi di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.

Súscipe, quæsumus, Dómine, múnera quæ de tuis offérimus colláta benefíciis, et, quod nostræ devotióni concédis éffici temporáli, tuæ nobis fiat præmium redemptiónis ætérnæ. Per Christum.

      
 

Prefazio dell'Avvento I  
La duplice venuta del Cristo
 

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana 
egli portò a compimento la promessa antica, 
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria, 
e ci chiamerà a possedere il regno promesso 
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti, 
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo ....
 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre,

nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

per Christum Dóminum nostrum.

 

Qui, primo advéntu in humilitáte carnis assúmptæ,

dispositiónis antíquæ munus implévit,

nobísque salútis perpétuæ trámitem reserávit:

ut, cum secúndo vénerit in suæ glória maiestátis,

manifésto demum múnere capiámus,

quod vigilántes nunc audémus exspectáre promíssum.

 

Et ídeo cum Angelis et Archángelis,

cum Thronis et Dominatiónibus,

cumque omni milítia cæléstis exércitus,

hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
 

Oppure:
Prefazio dell’Avvento I/A
Cristo, Signore e giudice della storia

È veramente giusto renderti grazie
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,
Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose.
Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora,
in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia,
apparirà sulle nubi del cielo
rivestito di potenza e splendore.

In quel giorno tremendo e glorioso
passerà il mondo presente
e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova.
Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo,
perché lo accogliamo nella fede
e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno.
Nell’attesa del suo ultimo avvento,
insieme agli angeli e ai santi,
cantiamo unanimi l’inno della tua gloria:
 

Santo, Santo, Santo ....

   

Antifona alla Comunione  Sal 84,13
Il Signore elargirà il suo bene
e la nostra terra produrrà il suo frutto.
 

Dóminus dabit benignitátem,

et terra nostra dabit fructum suum.
 

Oppure:  Cf Lc 21,36
«Vegliate e pregate in ogni momento,
per esser degni di comparire
davanti al figlio dell'uomo».

   
Dopo la Comunione

La partecipazione a questo sacramento, che a noi pellegrini sulla terra rivela il senso cristiano della vita, ci sostenga, Signore, nel nostro cammino e ci guidi ai beni eterni. Per Cristo nostro Signore.
 

Prosint nobis, quæsumus, Dómine, frequentáta mystéria, quibus nos, inter prætereúntia ambulántes, iam nunc instítuis amáre cæléstia et inhærére mansúris. Per Christum.
 

 

Sommario Liturgia


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SESTRI LEVANTE (Genoa) Italy     

 

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