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Liturgia di S. Marco evangelista * |
Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
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25
APRILE
S.
MARCO
Evangelista
(I sec.) - Festa
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LETTURE:
1 Pt 5, 5-14;
Sal
88;
Mc 16, 15-20 |
L’evangelista Marco, o Giovanni-Marco (Atti 12,12.25; 15,37) apparteneva ad una famiglia ellenizzata di Gerusalemme, che mise la sua casa a disposizione dei primi cristiani (Atti 12,12-16). E’ possibile che questa casa fosse aperta a Cristo e ai suoi apostoli e che si sia svolta in tale ambiente l’ultima Cena. Marco accompagnò Paolo nel suo primo viaggio missionario (Atti 12,25; 13,5), ma pare che non abbia partecipato all’entusiasmo dell’Apostolo; rientrò da solo a Gerusalemme (Atti 13,13); a suo riguardo ci fu una viva discussione fra Paolo e Barnaba in occasione della organizzazione del secondo viaggio apostolico di Paolo (Atti 15,39-40). Seguì poi Pietro a Roma e si mise ai suo servizio durante la prigionia dei capo degli apostoli (Col 4,10), e infine si pose di nuovo a disposizione di Paolo durante la prigionia di quest’ultimo (2 Tim 4,11). Marco ci presenta Gesù, scoperto attraverso l’esperienza stessa dei suoi discepoli e apostoli. Una domanda ricorre per presentare ancor oggi Gesù al mondo: «Chi è costui?». E’ un vangelo concepito in una visuale tutta speciale: quella del contrasto doloroso tra il Cristo rivestito delle prerogative di guarigione (1,31), di perdono (2,10) e di vittoria sui demoni (1,24-27; 1,34; 3,11.23; 5,7), e gli uomini che si beffano di lui (5,40; 6,2; 15,29-32) e vogliono la sua rovina (3,6; 12,13; 14,1). Quando si presenta l’occasione, Marco non esita a mostrare questa stessa opposizione all’interno dei gruppo dei discepoli (4,13) e della famiglia di Cristo (3,20-35). Egli spiega questo «scandaloso» contrasto con lo stesso mistero pasquale (Mc 16), facendo inoltre vedere che in esso si compie una profonda legge del piano di Dio (8,31; 9,31; 10,33) che si ritrova in tutta la vocazione cristiana (8,34; 9,35; 10,24-39; 13,9-13). Vangelo dei Messia umiliato e osteggiato, sofferente e crocifisso, conduce alla professione di fede del centurione: «Costui era veramente il Figlio di Dio ».
Marco
è
l’Evangelista che pone più in rilievo il tradimento di Giuda
e di Pietro. Vendere Cristo o rifiutare di riconoscerlo nei fratelli è il
tradimento che perennemente sta in agguato dietro ogni nostra Cena
eucaristica. |
La proclamazione della verità Dal
trattato «Contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo (Lib.
1, 10, 1-3; PG 7, 550-554) La
Chiesa, sparsa in tutto il mondo, fino agli ultimi confini della terra,
ricevette dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nell'unico Dio,
Padre onnipotente, che fece il cielo la terra e il mare e tutto ciò che
in essi è contenuto (cfr. At 4, 24). La Chiesa accolse la fede nell'unico
Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza. Credette
nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti manifestò il disegno divino
di salvezza: e cioè la venuta di Cristo, nostro Signore, la sua nascita
dalla Vergine, la sua passione e la risurrezione dai morti, la sua
ascensione corporea al cielo e la sua venuta finale con la gloria del
Padre. Allora verrà per «ricapitolare tutte le cose» (Ef 1, 10) e
risuscitare ogni uomo, perché dinanzi a Gesù Cristo, nostro Signore e
Dio e Salvatore e Re secondo il beneplacito del Padre invisibile «ogni
ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua lo
proclami» (Fil 2, 10) ed egli pronunzi su tutti il suo giudizio
insindacabile. Avendo
ricevuto, come dissi, tale messaggio e tale fede, la Chiesa li custodisce
con estrema cura, tutta compatta come abitasse in un'unica casa, benché
ovunque disseminata. Vi aderisce unanimemente quasi avesse una sola anima
e un solo cuore. Li proclama, li insegna e li trasmette all'unisono, come
possedesse un'unica bocca. Benché
infatti nel mondo diverse siano le lingue, unica e identica è la forza
della tradizione. Per cui le chiese fondate in Germania non credono o
trasmettono una dottrina diversa da quelle che si trovano in Spagna o
nelle terre dei Celti o in Oriente o in Egitto o in Libia o al centro del
mondo. Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l'universo, così
la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini
che vogliono giungere alla conoscenza della verità. E così tra coloro
che presiedono le chiese nessuno annunzia una dottrina diversa da questa,
perché nessuno è al di sopra del suo maestro. Si
tratti di un grande oratore o di un misero parlatore, tutti insegnano la
medesima verità. Nessuno sminuisce il contenuto della tradizione. Unica e
identica è la fede. Perciò né il fecondo può arricchirla, né il
balbuziente impoverirla. |
MESSALE Antifona
d'Ingresso «Andate in tutto il mondo,
Eúntes in mundum univérsum, praedicáte Evangélium omni creatúrae, allelúia.
Colletta O Dio, che hai glorificato il tuo evangelista Marco con il dono della predicazione apostolica, fa' che alla scuola del Vangelo, impariamo anche noi a seguire fedelmente il Cristo Signore. Egli è Dio...
Deus, qui beátum Marcum evangelístam tuum evangélicae praedicatiónis grátia sublimásti, tríbue, quaesumus, eius nos eruditióne ita profícere, ut vestígia Christi fidéliter sequámur. Qui tecum
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 1 Pt 5, 5-14 Vi
saluta Marco, figlio mio.
Carissimi, rivestitevi tutti
di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà
grazia agli umili.
Salmo Responsoriale Dal
Salmo 88
Canto al Vangelo 1 Cor 1,23-24 Alleluia, alleluia.
Noi annunciamo Cristo
crocifisso: Alleluia.
Vangelo
Andate in tutto il mondo e
proclamate il Vangelo.
In quel tempo, [Gesù
apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e
proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato
sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni
che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni,
parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno
qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e
questi guariranno».
Sulle Offerte Accogli, Signore, il sacrificio di lode che ti offriamo nel ricordo glorioso di san Marco, e fa' che nella tua Chiesa sia sempre vivo e operante l'annunzio missionario del Vangelo. Per Cristo nostro Signore.
Glóriam beáti Marci venerántes, tibi, Dómine, hóstias laudis offérimus, teque supplíciter deprecámur, ut evangélica praedicátio in Ecclésia tua iúgiter persevéret. Per Christum.
Prefazio degli Apostoli II
E'
veramente cosa buona e giusta,
Vere dignum et iustum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
Quóniam Ecclésiam tuam in apostólicis tribuísti consístere fundaméntis, ut signum sanctitátis tuae in terris manéret ipsa perpétuum, et caeléstia praebéret cunctis homínibus documénta.
Quaprópter nunc et usque in saeculum cum omni milítia Angelórum devóta tibi mente concínimus, clamántes atque dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Antifona alla Comunione Mt 28,20 «Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
Ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus usque ad consummatiónem saeculi, dicit Dóminus, allelúia.
Dopo la Comunione Il dono ricevuto alla tua mensa ci santifichi, Signore, e ci confermi nella fedeltà al Vangelo, che san Marco ha trasmesso alla tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore.
Praesta, quaesumus, omnípotens Deus, ut, quod de sancto altári tuo accépimus, nos sanctíficet, et in fide Evangélii, quod beátus Marcus praedicávit, fortes effíciat. Per Christum.
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