Liturgia di San Lorenzo, diacono e martire *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

10 AGOSTO
SAN LORENZO

Diacono e Martire 
(+ 258)
Festa

  

LETTURE: 2 Cor 9, 6-10; Sal 111; Gv 12, 24-26

  

Un antico documento del 354, la Depositio martyrum, ricorda fra gli altri santi anche il popolare diacono della Chiesa di Roma, sepolto il 10 agosto presso l’Ager Veranus (l’attuale cimitero grande di Roma) sulla via Tiburtina: lì vi è ora la basilica in suo onore. La sua figura già nel IV secolo appare aureolata di leggenda. Arrestato assieme al papa Sisto II, Lorenzo non sarebbe stato subito ucciso (perché i persecutori speravano di strappargli i beni della comunità cristiana) ma bruciato vivo alcuni giorni più tardi, dopo che egli aveva dichiarato di non possedere altre ricchezze che i poveri a lui affidati dalla Chiesa. La sua festa era di precetto fino al secolo scorso e gli elementi della liturgia della vigilia e del giorno sono presenti nei più antichi Sacramentari. L’esempio di Lorenzo, caduto in terra come grano pronto per la semina, ha portato frutti abbondanti, suscitando una schiera di generosi giovani a servizio della Chiesa e dei poveri.
Il diaconato (= servizio) è sempre stato un ufficio di primo piano nelle assemblee liturgiche. Il Concilio lo ha rimesso in luce, facendone anche un ministero permanente e «a sé stante», con caratteristiche liturgiche e caritative tutte proprie.
 

 

Fu ministro del sangue di Cristo

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo  (Disc. 304, 14; PL 38, 1395-1397)
Oggi la chiesa di Roma celebra il giorno del trionfo di Lorenzo, giorno in cui egli rigettò il mondo del male. Lo calpestò quando incrudeliva rabbiosamente contro di lui e lo disprezzò quando lo allettava con le sue lusinghe. In un caso e nell'altro sconfisse satana che gli suscitava contro la persecuzione.
San Lorenzo era diacono della chiesa di Roma. Ivi era ministro del sangue di Cristo e là, per il nome di Cristo, verso il suo sangue.
Il beato apostolo Giovanni espose chiaramente il mistero della Cena del Signore, dicendo: «Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3, 16). Lorenzo, fratelli, ha compreso tutto questo. L'ha compreso e messo in pratica. E davvero contraccambio quanto aveva ricevuto in tale mensa. Amò Cristo nella sua vita, lo imitò nella sua morte.
Anche noi, fratelli, se davvero amiamo, imitiamo. Non potremmo, infatti, dare in cambio un frutto più squisito del nostro amore di quello consistente nell'imitazione del Cristo, che «patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme» (1 Pt 2, 21). Con questa frase sembra quasi che l'apostolo Pietro abbia voluto dire che Cristo patì solamente per coloro che seguono le sue orme, e che la passione di Cristo giova solo a coloro che lo seguono. I santi martiri lo hanno seguito fino all'effusione del sangue, fino a rassomigliarli nella passione. Lo hanno seguito i martiri, ma non essi soli. Infatti, dopo che essi passarono, non fu interrotto il ponte; né si è inaridita la sorgente, dopo che essi hanno bevuto.
Il bel giardino del Signore, o fratelli, possiede non solo le rose dei martiri, ma anche i gigli dei vergini, l'edera di quelli che vivono nel matrimonio, le viole delle vedove. Nessuna categoria di persone deve dubitare della propria chiamata: Cristo ha sofferto per tutti. Con tutta verità fu scritto di lui: «Egli vuole che tutti gli uomini siano salvati, e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2, 4).
Dunque cerchiamo di capire in che modo, oltre all'effusione del sangue, oltre alla prova della passione, il cristiano debba seguire il Maestro. L'Apostolo, parlando di Cristo Signore, dice: «Egli, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio». Quale sublimità!
«Ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso» (Fil 2, 7-8). Quale abbassamento!
Cristo si è umiliato: eccoti, o cristiano l'esempio da imitare. Cristo si è fatto ubbidiente: perché tu ti insuperbisci? Dopo aver percorso tutti i gradi di questo abbassamento, dopo aver vinto la morte, Cristo ascese al cielo: seguiamolo. Ascoltiamo l'Apostolo che dice: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio» (Col 3, 1).
 

MESSALE

Antifona d'Ingresso
Questi è il diacono san Lorenzo,
che diede la sua vita per la Chiesa:
egli meritò la corona del martirio,
per raggiungere in letizia il Signore Gesù Cristo.


Hic est beátus Lauréntius, qui pro ope Ecclésiæ semetípsum trádidit: proptérea méruit martyrii passiónem, ut lætus ascénderet ad Dóminum Iesum Christum.

 
Colletta

O Dio, che hai comunicato l'ardore della tua carità al diacono san Lorenzo e lo hai reso fedele nel ministero e glorioso nel martirio, f
a' che il tuo popolo segua i suoi insegnamenti e lo imiti nell'amore di Cristo e dei fratelli. Per il nostro Signore...
 
Deus, cuius caritátis ardóre beátus Lauréntius servítio cláruit fidélis et martyrio gloriósus, fac nos amáre quod amávit, et ópere exercére quod dócuit. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura 
2 Cor 9, 6-10
Dio ama chi dona con gioia.
 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:
«Ha largheggiato, ha dato ai poveri,
la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.
 

Salmo Responsoriale 
Dal Salmo 111
Beato l’uomo che teme il Signore.

Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.

Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria.
 

Canto al Vangelo 
 Gv 18,12
Alleluia, alleluia.

Chi segue me, non camminerà nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita, dice il Signore.

Alleluia.

  

  
Vangelo 
Gv 12, 24-26

Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.
 

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
 

Sulle Offerte
Accogli con bontà, Signore, i doni che la Chiesa ti offre con devota esultanza nella nascita al cielo di san Lorenzo, e f
a' che questo sacrificio eucaristico giovi alla nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.
 
Súscipe propítius, Dómine, múnera in beáti Lauréntii celebritáte lætánter obláta, et ad nostræ salútis auxílium proveníre concéde. Per Christum.

 
Prefazio dei Martiri
Il segno e l'esempio del martirio

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

A imitazione del Cristo tuo Figlio
il santo martire Lorenzo
ha reso gloria al tuo nome
e ha testimoniato con il sangue i tuoi prodigi, o Padre,
che riveli nei deboli la tua potenza
e doni agli inermi la forza del martirio,
per Cristo nostro Signore.

E noi con tutti gli angeli del cielo,
innalziamo a te il nostro canto,
e proclamiamo insieme la tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...


Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quóniam tu magnificáris in tuórum laude Sanctórum, et quidquid ad eórum pértinet passiónem, tuæ sunt ópera miránda poténtiæ: qui huius fídei tríbuis cleménter ardórem, qui súggeris perseverántiæ firmitátem, qui largíris in agóne victóriam, per Christum Dóminum nostrum. Propter quod cæléstia tibi atque terréstria cánticum novum cóncinunt adorándo, et nos cum omni exércitu Angelórum proclamámus, sine fine dicéntes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

 
Antifona di Comunione 
Gv 12,26
«Chi mi vuol servire, mi segua»,
dice il Signore,
«e dove sono io, là sarà anche il mio servo».

 
Qui mihi minístrat, me sequátur; et ubi sum ego, illic et miníster meus erit, dicit Dóminus.

 
Dopo la Comunione
Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa, f
a' che il servizio sacerdotale, che abbiamo celebrato in memoria del diacono san Lorenzo, ci inserisca più profondamente nel mistero della redenzione. Per Cristo nostro Signore.
 
Sacro múnere satiáti, súpplices te, Dómine, deprecámur, ut, quod in festivitáte beáti Lauréntii débitæ servitútis præstámus obséquium, salvatiónis tuæ sentiámus augméntum. Per Christum.

 

 

Sommario Liturgia


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