LETTURE:
Ap
7,2-4.9-14; Sal 23;
1
Gv 3,1-3;
Mt
5,1-12a
Da
principio, la Bibbia riservò a Iahvè il titolo di «Santo»,
parola che aveva allora un significato molto vicino a quello di «sacro»:
Dio è l’ «Altro»,
così trascendente e così lontano che l’uomo non può pensare di
partecipare alla sua vita. Davanti alla sua santità (cf Gn
28,10-19; 1 Sam 6,13-21; 2 Sam 6,1-10) l’uomo non può provare che rispetto e timore (cf Es
3,1-6; Gn 15,12).
In
una religione di salvezza come quella d’Israele, Dio doveva comunicare
la sua santità al popolo (cf Is 12,6; 29,19-23; 30,11-15; 31,1-3), il quale diviene esso pure «altro»,
manifestando nella sua vita quotidiana, e soprattutto nel suo culto, un
comportamento diverso da quello di altri popoli (Lv 19,1-37; 21,1-23; Ap 4,1-11).
Ma
per attuare questa santità alla quale Dio lo chiamava, il popolo eletto
non aveva altro che mezzi legali e pratiche di purificazione esteriore.
Gli uomini più impegnati presero ben presto coscienza della insufficienza
di tali mezzi, e cercarono la «purezza
di cuore»
capace di farli partecipi della vita di Dio (cf Is
6,1-7; Sal 14; Ez 36,17’-32; 1 Pt 1,14-16).
Essi posero la loro speranza in una santità che sarebbe stata comunicata
direttamente da Dio (Ez 36,23-28).
Questo anelito si realizza nel Cristo; egli irradia la santità di Dio; su
di lui riposa «lo
Spirito di santità»;
egli rivendica il titolo di «santo»
(cf Gv 3,1-15; 1 Cor 3,16-17; Gal 5,16-25;
Rm 8,9-14). Viene infatti a
santificare tutta l’umanità.
Gesù
Cristo, divenuto «Signore»,
trasmette la sua santità alla Chiesa per mezzo dei sacramenti che portano
all’uomo la vita di Dio (cf Mt 13,24-30;
25,2; Col 1,22; 2 Cor 1,12).
Questa dottrina era così viva nei primi secoli, che i membri della Chiesa
non esitarono a chiamarsi «i
santi»
(cf 2 Cor 11,12; Rm 15,26-31; Ef 3,5-8;
4,12) e la Chiesa stessa era chiamata «comunione
dei santi».
Questa espressione, che troviamo ancora nel Credo,
trae la sua origine dall’assemblea eucaristica, durante la quale «i
santi»
partecipano alle «cose
sante».
La santità cristiana appare, dunque, come una partecipazione alla vita di
Dio, che si attua con i mezzi che la Chiesa ci offre, in particolare con i
sacramenti.
La
santità non è il frutto dello sforzo umano che tenta di raggiungere Dio
con le sue forze; essa è dono dell’amore di Dio e risposta dell’uomo
all’iniziativa divina.
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Affrettiamoci
verso i fratelli che ci aspettano
Dai
«Discorsi» di san Bernardo, abate
(Disc. 2; Opera omnia, ed. Cisterc. 5 [1968] 364-368)
A che serve dunque la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di
gloria, a che questa stessa nostra solennità? Perché ad essi gli onori
di questa stessa terra quando, secondo la promessa del Figlio, il Padre
celeste li onora? A che dunque i nostri encomi per essi? I santi non
hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. E'
chiaro che, quando ne veneriamo la memoria, facciamo i nostri interessi,
non i loro.
Per parte mia devo confessare che, quando penso ai santi, mi sento
ardere da grandi desideri.
Il primo desiderio, che la memoria dei santi o suscita o stimola
maggiormente in noi, è quello di godere della loro tanto dolce
compagnia e di meritare di essere concittadini e familiari degli spiriti
beati, di trovarci insieme all'assemblea dei patriarchi, alle schiere
dei profeti, al senato degli apostoli, agli eserciti numerosi dei
martiri, alla comunità dei confessori, ai cori delle vergini, di essere
insomma riuniti e felici nella comunione di tutti i santi.
Ci attende la primitiva comunità dei cristiani, e noi ce ne
disinteresseremo? I santi desiderano di averci con loro e noi e ce ne
mostreremo indifferenti? I giusti ci aspettano, e noi non ce ne
prenderemo cura? No, fratelli, destiamoci dalla nostra deplorevole
apatia. Risorgiamo con Cristo, ricerchiamo le cose di lassù, quelle
gustiamo. Sentiamo il desiderio di coloro che ci desiderano,
affrettiamoci verso coloro che ci aspettano, anticipano con i voti dell'anima la condizione di coloro che ci attendono. Non soltanto
dobbiamo desiderare la compagnia dei santi, ma anche di possederne la
felicità. Mentre dunque bramiamo di stare insieme a loro, stimoliamo
nel nostro cuore l'aspirazione più intensa a condividerne la gloria.
Questa bramosia non è certo disdicevole, perché una tale fame di
gloria è tutt'altro che pericolosa.
Vi è un secondo desiderio che viene suscitato in noi dalla
commemorazione dei santi, ed è quello che Cristo, nostra vita, si
mostri anche a noi come a loro, e noi pure facciamo con lui la nostra
apparizione nella gloria. Frattanto il nostro capo si presenta a noi non
come è ora in cielo, ma nella forma che ha voluto assumere per noi qui
in terra. Lo vediamo quindi non coronato di gloria, ma circondato dalle
spine dei nostri peccati.
Si vergogni perciò ogni membro di far sfoggio di ricercatezza sotto un
capo coronato di spine. Comprenda che le sue eleganze non gli fanno
onore, ma lo espongono al ridicolo.
Giungerà il momento della venuta di Cristo, quando non si annunzierà
più la sua morte. Allora sapremo che anche noi siamo morti e che la
nostra vita è nascosta con lui in Dio.
Allora Cristo apparirà come capo glorioso e con lui brilleranno le
membra glorificate. Allora trasformerà il nostri corpo umiliato,
rendendolo simile alla gloria del capo, che è lui stesso.
Nutriamo dunque liberamente la brama della gloria. Ne abbiamo ogni
diritto. Ma perché la speranza di una felicità così incomparabile
abbia a diventare realtà, ci è necessario il soccorso dei santi.
Sollecitiamolo premurosamente. Così, per loro intercessione, arriveremo
là dove da soli non potremmo mai pensare di giungere.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso
Rallegriamoci
tutti nel Signore
in questa solennità di tutti i Santi:
con noi gioiscano gli angeli
e lodano il Figlio di Dio.
Gaudeámus omnes in Dómino, diem festum celebrántes sub honóre Sanctórum
ómnium, de quorum sollemnitáte gaudent Angeli, et colláudant Fílium Dei.
Colletta
Dio
onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare in
un'unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi, concedi al tuo
popolo, per la comune intercessione di tanti nostri fratelli,
l'abbondanza della tua misericordia. Per il nostro Signore...
Omnípotens sempitérne Deus, qui nos ómnium Sanctórum tuórum mérita sub
una tribuísti celebritáte venerári, quæsumus, ut desiderátam nobis tuæ
propitiatiónis abundántiam, multiplicátis intercessóribus, largiáris.
Per Dóminum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
Ap
7,2-4.9-14
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva
contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.
Dal
libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo
del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era
stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra
né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla
fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo:
centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli
d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva
contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi
davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e
tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La
salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro
esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono
e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di
grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli.
Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono
vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore
mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande
tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel
sangue dell’Agnello».
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 23
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Seconda
Lettura
1
Gv 3,1-3
Vedremo
Dio così come egli è.
Dalla
lettera prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere
chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci
conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è
stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà
manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli
è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è
puro.
Canto
al Vangelo
Mt
11,28
Alleluia,
alleluia.
Venite
a me,
voi tutti che siete affaticati e oppressi,
e
io vi darò ristoro.
Alleluia.
Vangelo
Mt
5,1-12a
Rallegratevi
ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Dal vangelo
secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e
si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava
loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed
esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Sulle
Offerte
Ti siano
graditi, Signore, i doni che ti offriamo in onore di tutti i Santi: essi
che già godono della tua vita immortale, ci proteggano nel cammino verso
di te. Per Cristo nostro Signore.
Grata tibi sint, Dómine, múnera, quæ pro cunctórum offérimus honóre
Sanctórum, et concéde, ut, quos iam crédimus de sua immortalitáte
secúros, sentiámus de nostra salúte sollícitos. Per Christum.
Prefazio
La gloria
della Gerusalemme celeste.
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Oggi ci dai la gioia di contemplare la città dei cielo,
la santa Gerusalemme che è nostra madre,
dove l’assemblea festosa dei nostri fratelli
glorifica in eterno il tuo nome.
Verso la patria comune noi, pellegrini sulla terra,
affrettiamo nella speranza il nostro cammino,
lieti per la sorte gloriosa di questi membri eletti della Chiesa,
che ci hai dato come amici e modelli di vita.
Per questo dono del tuo amore,
uniti all’immensa schiera degli angeli e dei santi,
cantiamo con gioiosa esultanza la tua lode:
Santo, Santo, Santo …
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Nobis enim
hódie civitátem tuam tríbuis celebráre, quæ mater nostra est,
cælestísque Ierúsalem, ubi iam te in ætérnum fratrum nostrórum coróna
colláudat. Ad quam peregríni, per fidem accedéntes, alácriter festinámus,
congaudéntes de Ecclésiæ sublímium glorificatióne membrórum, qua simul
fragilitáti nostræ adiuménta et exémpla concédis. Et ídeo, cum ipsórum
Angelorúmque frequéntia, una te magnificámus, laudis voce clamántes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...
Antifona
alla Comunione
Mt
5,8-10
Beati i
puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beáti mundo corde, quóniam ipsi Deum vidébunt; beáti pacífici, quóniam
fílii Dei vocabúntur; beáti qui persecutiónem patiúntur propter
iustítiam, quóniam ipsórum est regnum cælórum.
Dopo
la Comunione
O Padre,
unica fonte di ogni santità, mirabile in tutti i tuoi Santi, fa' che
raggiungiamo anche noi la pienezza del tuo amore, per passare da questa
mensa eucaristica, che ci sostiene nel pellegrinaggio terreno, al festoso
banchetto del cielo. Per Cristo nostro Signore.
Mirábilem te, Deus, et unum Sanctum in ómnibus Sanctis tuis adorántes,
tuam grátiam implorámus, qua, sanctificatiónem in tui amóris plenitúdine
consummántes, ex hac mensa peregrinántium ad cæléstis pátriæ convívium
transeámus. Per Christum.
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