Liturgia di Tutti i Santi *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

1 NOVEMBRE
TUTTI I SANTI
Solennità

MISSALE  ROMANUM VETUS  ORDO

  

LETTURE: Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a

  

Da principio, la Bibbia riservò a Iahvè il titolo di «Santo», parola che aveva allora un significato molto vicino a quello di «sacro»:  Dio è l’ «Altro», così trascendente e così lontano che l’uomo non può pensare di partecipare alla sua vita. Davanti alla sua santità (cf Gn 28,10-19; 1 Sam 6,13-21; 2 Sam 6,1-10) l’uomo non può provare che rispetto e timore (cf Es 3,1-6; Gn 15,12).
In una religione di salvezza come quella d’Israele, Dio doveva comunicare la sua santità al popolo (cf Is 12,6; 29,19-23; 30,11-15; 31,1-3), il quale diviene esso pure «altro», manifestando nella sua vita quotidiana, e soprattutto nel suo culto, un comportamento diverso da quello di altri popoli (Lv 19,1-37; 21,1-23; Ap 4,1-11).
Ma per attuare questa santità alla quale Dio lo chiamava, il popolo eletto non aveva altro che mezzi legali e pratiche di purificazione esteriore. Gli uomini più impegnati presero ben presto coscienza della insufficienza di tali mezzi, e cercarono la «purezza di cuore» capace di farli partecipi della vita di Dio (cf Is 6,1-7; Sal 14; Ez 36,17’-32; 1 Pt 1,14-16). Essi posero la loro speranza in una santità che sarebbe stata comunicata direttamente da Dio (Ez 36,23-28). Questo anelito si realizza nel Cristo; egli irradia la santità di Dio; su di lui riposa «lo Spirito di santità»; egli rivendica il titolo di «santo» (cf Gv 3,1-15; 1 Cor 3,16-17; Gal 5,16-25; Rm 8,9-14). Viene infatti a santificare tutta l’umanità.
Gesù Cristo, divenuto «Signore», trasmette la sua santità alla Chiesa per mezzo dei sacramenti che portano all’uomo la vita di Dio (cf Mt 13,24-30; 25,2; Col 1,22; 2 Cor 1,12). Questa dottrina era così viva nei primi secoli, che i membri della Chiesa non esitarono a chiamarsi «i santi» (cf 2 Cor 11,12; Rm 15,26-31; Ef 3,5-8; 4,12) e la Chiesa stessa era chiamata «comunione dei santi». Questa espressione, che troviamo ancora nel Credo, trae la sua origine dall’assemblea eucaristica, durante la quale «i santi» partecipano alle «cose sante». La santità cristiana appare, dunque, come una partecipazione alla vita di Dio, che si attua con i mezzi che la Chiesa ci offre, in particolare con i sacramenti.
La santità non è il frutto dello sforzo umano che tenta di raggiungere Dio con le sue forze; essa è dono dell’amore di Dio e risposta dell’uomo all’iniziativa divina.
 

Affrettiamoci verso i fratelli che ci aspettano

Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate (Disc. 2; Opera omnia, ed. Cisterc. 5 [1968] 364-368)
A che serve dunque la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra solennità? Perché ad essi gli onori di questa stessa terra quando, secondo la promessa del Figlio, il Padre celeste li onora? A che dunque i nostri encomi per essi? I santi non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. E' chiaro che, quando ne veneriamo la memoria, facciamo i nostri interessi, non i loro.
Per parte mia devo confessare che, quando penso ai santi, mi sento ardere da grandi desideri.
Il primo desiderio, che la memoria dei santi o suscita o stimola maggiormente in noi, è quello di godere della loro tanto dolce compagnia e di meritare di essere concittadini e familiari degli spiriti beati, di trovarci insieme all'assemblea dei patriarchi, alle schiere dei profeti, al senato degli apostoli, agli eserciti numerosi dei martiri, alla comunità dei confessori, ai cori delle vergini, di essere insomma riuniti e felici nella comunione di tutti i santi.
Ci attende la primitiva comunità dei cristiani, e noi ce ne disinteresseremo? I santi desiderano di averci con loro e noi e ce ne mostreremo indifferenti? I giusti ci aspettano, e noi non ce ne prenderemo cura? No, fratelli, destiamoci dalla nostra deplorevole apatia. Risorgiamo con Cristo, ricerchiamo le cose di lassù, quelle gustiamo. Sentiamo il desiderio di coloro che ci desiderano, affrettiamoci verso coloro che ci aspettano, anticipano con i voti dell'anima la condizione di coloro che ci attendono. Non soltanto dobbiamo desiderare la compagnia dei santi, ma anche di possederne la felicità. Mentre dunque bramiamo di stare insieme a loro, stimoliamo nel nostro cuore l'aspirazione più intensa a condividerne la gloria. Questa bramosia non è certo disdicevole, perché una tale fame di gloria è tutt'altro che pericolosa.
Vi è un secondo desiderio che viene suscitato in noi dalla commemorazione dei santi, ed è quello che Cristo, nostra vita, si mostri anche a noi come a loro, e noi pure facciamo con lui la nostra apparizione nella gloria. Frattanto il nostro capo si presenta a noi non come è ora in cielo, ma nella forma che ha voluto assumere per noi qui in terra. Lo vediamo quindi non coronato di gloria, ma circondato dalle spine dei nostri peccati.
Si vergogni perciò ogni membro di far sfoggio di ricercatezza sotto un capo coronato di spine. Comprenda che le sue eleganze non gli fanno onore, ma lo espongono al ridicolo.
Giungerà il momento della venuta di Cristo, quando non si annunzierà più la sua morte. Allora sapremo che anche noi siamo morti e che la nostra vita è nascosta con lui in Dio.
Allora Cristo apparirà come capo glorioso e con lui brilleranno le membra glorificate. Allora trasformerà il nostri corpo umiliato, rendendolo simile alla gloria del capo, che è lui stesso.
Nutriamo dunque liberamente la brama della gloria. Ne abbiamo ogni diritto. Ma perché la speranza di una felicità così incomparabile abbia a diventare realtà, ci è necessario il soccorso dei santi. Sollecitiamolo premurosamente. Così, per loro intercessione, arriveremo là dove da soli non potremmo mai pensare di giungere. 
 

 MESSALE

Antifona d'Ingresso
Rallegriamoci tutti nel Signore
in questa solennità di tutti i Santi:
con noi gioiscano gli angeli
e lodano il Figlio di Dio.


Gaudeámus omnes in Dómino, diem festum celebrántes sub honóre Sanctórum ómnium, de quorum sollemnitáte gaudent Angeli, et colláudant Fílium Dei.


Colletta

Dio onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare in un'unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi, concedi al tuo popolo, per la comune intercessione di tanti nostri fratelli, l'abbondanza della tua misericordia. Per il nostro Signore...


Omnípotens sempitérne Deus, qui nos ómnium Sanctórum tuórum mérita sub una tribuísti celebritáte venerári, quæsumus, ut desiderátam nobis tuæ propitiatiónis abundántiam, multiplicátis intercessóribus, largiáris. Per Dóminum.


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
  Ap 7,2-4.9-14
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.
 

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».


Salmo Responsoriale
  Dal Salmo 23
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.


Seconda Lettura  1 Gv 3,1-3
Vedremo Dio così come egli è.
 

Dalla lettera prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.


Canto al Vangelo
   Mt 11,28
Alleluia, alleluia.

Venite a me,
voi tutti che siete affaticati e oppressi,
e io vi darò ristoro.

Alleluia.

  

  
Vangelo
Mt 5,1-12a
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».


Sulle Offerte

Ti siano graditi, Signore, i doni che ti offriamo in onore di tutti i Santi: essi che già godono della tua vita immortale, ci proteggano nel cammino verso di te. Per Cristo nostro Signore.
 

 
Grata tibi sint, Dómine, múnera, quæ pro cunctórum offérimus honóre Sanctórum, et concéde, ut, quos iam crédimus de sua immortalitáte secúros, sentiámus de nostra salúte sollícitos. Per Christum.


Prefazio
La gloria della Gerusalemme celeste.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.

Oggi ci dai la gioia di contemplare la città dei cielo, 
la santa Gerusalemme che è nostra madre, 
dove l’assemblea festosa dei nostri fratelli 
glorifica in eterno il tuo nome.
Verso la patria comune noi, pellegrini sulla terra, 
affrettiamo nella speranza il nostro cammino, 
lieti per la sorte gloriosa di questi membri eletti della Chiesa, 
che ci hai dato come amici e modelli di vita.

Per questo dono del tuo amore, 
uniti all’immensa schiera degli angeli e dei santi, 
cantiamo con gioiosa esultanza la tua lode:

Santo, Santo, Santo …
 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Nobis enim hódie civitátem tuam tríbuis celebráre, quæ mater nostra est, cælestísque Ierúsalem, ubi iam te in ætérnum fratrum nostrórum coróna colláudat. Ad quam peregríni, per fidem accedéntes, alácriter festinámus, congaudéntes de Ecclésiæ sublímium glorificatióne membrórum, qua simul fragilitáti nostræ adiuménta et exémpla concédis. Et ídeo, cum ipsórum Angelorúmque frequéntia, una te magnificámus, laudis voce clamántes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...

 

Antifona alla Comunione
   Mt 5,8-10
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.


Beáti mundo corde, quóniam ipsi Deum vidébunt; beáti pacífici, quóniam fílii Dei vocabúntur; beáti qui persecutiónem patiúntur propter iustítiam, quóniam ipsórum est regnum cælórum.


Dopo la Comunione
O Padre, unica fonte di ogni santità, mirabile in tutti i tuoi Santi, fa' che raggiungiamo anche noi la pienezza del tuo amore, per passare da questa mensa eucaristica, che ci sostiene nel pellegrinaggio terreno, al festoso banchetto del cielo. Per Cristo nostro Signore.


Mirábilem te, Deus, et unum Sanctum in ómnibus Sanctis tuis adorántes, tuam grátiam implorámus, qua, sanctificatiónem in tui amóris plenitúdine consummántes, ex hac mensa peregrinántium ad cæléstis pátriæ convívium transeámus. Per Christum.

 

 

Sommario Liturgia


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