Nell’ottava
del Natale si celebra la festa di «Maria
madre di Dio». In verità, le letture bibliche mettono
l’accento sul «figlio di
Maria» e sul «Nome
del Signore», anziché su
Maria.
Infatti
l’antica «benedizione sacerdotale» è scandita dal nome del Signore, ripetuto all’inizio di ogni
versetto (prima lettura); il testo di san Paolo sottolinea l’opera di
liberazione e di salvezza compiuta da Cristo, nella quale è incastonata
la figura di Maria, grazie alla quale il Figlio di Dio ha potuto venire
nel mondo come vero uomo (seconda lettura); il vangelo termina con
l’imposizione del nome di Gesù, mentre Maria partecipa in silenzio al
mistero di questo suo figlio nato da Dio.
Questa
attenzione prevalente al «Figlio» non riduce il ruolo della Madre: Maria è totalmente Madre perché è
stata in totale relazione a Cristo, perciò onorando lei è più
glorificato il Figlio. Il titolo di «Madre di Dio» sottolinea la missione di Maria nella storia della salvezza: missione
che sta alla base del culto e della devozione del popolo cristiano; Maria
infatti non ha ricevuto il dono di Dio per sé sola, ma per portarlo nel
mondo: «nella verginità feconda di Maria (tu, o Dio) hai donato agli uomini i
beni della salvezza eterna» (colletta).
Madre di Dio - Madre dell’uomo
Il significato etimologico del nome Gesù, «Dio salva», ci introduce in pieno nel mistero di Cristo: dall’incarnazione
alla nascita, dalla circoncisione al compimento pasquale della
morte-risurrezione, Gesù è in tutto il suo essere la perfetta
benedizione di Dio, è dono di salvezza e di pace per tutti gli uomini;
nel suo nome siamo salvati (cf At 2,21;
Rm 10,13). Ora questa offerta di
salvezza viene da Maria ed essa la partecipa al popolo di Dio come un
tempo ai pastori. Maria che ha dato la vita al Figlio di Dio, continua a
partecipare agli uomini la vita divina. Per questo viene considerata madre
di ogni uomo che nasce alla vita di Dio, e insieme proclamata e invocata
come «Madre della Chiesa» (cf LG 53.60-65; Paolo VI,
21.11-1964; orazione dopo la comunione).
Con gli Orientali, anche noi onoriamo «Mania sempre Vergine, solennemente proclamata santissima Madre di
Dio dal Concilio di Efeso, perché Cristo... fosse riconosciuto, in senso
vero e proprio, Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo»
(UR 15).
«Opere e giorni nella Sua Pace»
E nel nome di Maria, madre di Dio e madre degli uomini, che dal
1967 si celebra in tutto il mondo la «giornata
delta pace». La pace, in
senso biblico, è il dono messianico per eccellenza, è la salvezza
portata da Gesù, è la nostra riconciliazione e pacificazione con Dio. La
pace è anche un valore umano da realizzare sul piano sociale e politico,
ma affonda le sue radici nel mistero di Cristo (cf GS, cap. V).
La fede in Cristo, «autore
della salvezza e principio di unità e di pace»
(LG 9), appare evidente nella parte che il cristiano prende agli sforzi
della umanità per la pace del mondo. La pace di Cristo non è diversa
dalla pace dell’uomo: c’è semplicemente «la pace»,
e vale la pena spendere la vita per la sua continua ricerca. Il Magistero
della Chiesa non ha cessato di attirare l‘attenzione sulla pressante
necessità di fare della pace una dimensione effettiva della umana
convivenza. Esso continua a rinnovare l’annuncio di quella pace che è
poggiata sulla verità, la giustizia, l’amore e la libertà, «i quattro
pilastri della casa della pace»
aperta a tutti (Giovanni XXIII, 11-4-1963).
Aprite i vostri occhi a visioni di pace!
«E allora il Nostro messaggio raggiunge il suo vertice: mai più
gli uni contro gli altri! Se volete essere fratelli, lasciate cadere le
armi dalle vostre mani. Non si può amare con armi offensive in pugno»
(Paolo VI, Discorso all’ONU, 4-10-1965).
«Di
fronte at difficile compito della pace, non bastano le parole... E’
necessario che penetri il vero spirito di pace... Genitori ed educatori,
aiutate i fanciulli e i giovani a fare l’esperienza della pace nelle
mille azioni quotidiane... Giovani, siate dei costruttori di pace! ...
Uomini impegnati nella vita professionale e sociale, spesso difficile per
voi realizzare la pace. Non c’è pace senza giustizia e senza libertà,
senza un coraggioso impegno per promuovere l’una e l’altra... Uomini
politici, aprite nuove porte alla pace! Fate tutto ciò che è in vostro
potere per far prevalere la voce del dialogo su quella della forza... Fate
gesti di pace, anche audaci... poi tessete pazientemente la trama
politica, economica e culturale della pace... Il lavoro per la pace,
ispirato dalla carità che non tramonta, produrrà i suoi frutti. La pace
sarà l’ultima parola della Storia» (Giovanni Paolo II,
21-12-1978).
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Il Verbo ha assunto da Maria la natura umana
Dalle
«Lettere» di sant'Atanasio, vescovo (Ad Epitetto 5-9; PG 26,1058. 1062-1066)
Il Verbo di Dio, come dice l'Apostolo, «della stirpe di Abramo si
prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli» (Eb
2, 16. 17) e prendere un corpo simile al nostro. Per questo Maria ebbe
la sua esistenza nel mondo, perché da lei Cristo prendesse questo corpo
e lo offrisse, in quanto suo, per noi.
Perciò la Scrittura quando parla della nascita del Cristo dice: «Lo
avvolse in fasce» (Lc 2, 7). Per questo fu detto beato il seno da cui
prese il latte. Quando la madre diede alla luce il Salvatore, egli fu
offerto in sacrificio.
Gabriele aveva dato l'annunzio a Maria con cautela e delicatezza. Però
non le disse semplicemente colui che nascerà in te, perché non si
pensasse a un corpo estraneo a lei, ma; da te (cfr. Lc 1, 35), perché
si sapesse che colui che ella dava al mondo aveva origine proprio da
lei.
Il Verbo, assunto in sé ciò che era nostro, lo offrì in sacrificio e
lo distrusse con la morte. Poi rivestì noi della sua condizione,
secondo quanto dice l'Apostolo: Bisogna che questo corpo corruttibile si
vesta di incorruttibilità e che questo corpo mortale si vesta di
immortalità (cfr. 1 Cor 15, 53).
Tuttavia ciò non è certo un mito, come alcuni vanno dicendo. Lungi da
noi un tale pensiero. Il nostro Salvatore fu veramente uomo e da ciò
venne la salvezza di tutta l'umanità. In nessuna maniera la nostra
salvezza si può dire fittizia. Egli salvò tutto l'uomo, corpo e anima.
La salvezza si è realizzata nello stesso Verbo.
Veramente umana era la natura che nacque da Maria, secondo le Scritture,
e reale, cioè umano, era il corpo del Signore; vero, perché del tutto
identico al nostro; infatti Maria è nostra è sorella poiché tutti
abbiamo origine in Adamo.
Ciò che leggiamo in Giovanni «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14), ha
dunque questo significato, poiché si interpreta come altre parole
simili.
Sta scritto infatti in Paolo: Cristo per noi divenne lui stesso
maledizione (cfr. Gal 3, 13). L'uomo in questa intima unione del Verbo
ricevette una ricchezza enorme: dalla condizione di mortalità divenne
immortale; mentre era legato alla vita fisica, divenne partecipe dello
Spirito; anche se fatto di terra, è entrato nel regno del cielo.
Benché il Verbo abbia preso un corpo mortale da Maria, la Trinità è
rimasta in se stessa qual era, senza sorta di aggiunte o sottrazioni. E'
rimasta
assoluta perfezione: Trinità e unica divinità. E così nella Chiesa si
proclama un solo Dio nel Padre e nel Verbo.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Sedulio
Salve, Madre santa:
tu hai dato alla luce il Re
che governa il cielo e la terra
per i secoli in eterno.
Salve, sancta Parens, eníxa puérpera Regem, qui cælum terrámque regit in
sæcula sæculórum.
Oppure: Cf Is 9,2.6; Lc 1,33
Oggi su di noi splenderà la luce, perché è nato per noi il Signore; Dio
onnipotente sarà il suo nome, Principe della Pace, Padre dell'eternità:
il suo regno non avrà fine.
Lux fulgébit hódie super nos, quia natus est nobis Dóminus; et vocábitur
admirábilis, Deus, Princeps pacis, Pater futúri sæculi: cuius regni non
erit finis.
Colletta
O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni
della salvezza eterna, fa' che sperimentiamo la sua intercessione, poiché
per mezzo di lei abbiamo ricevuto l'autore della vita, Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...
Deus, qui salútis ætérnæ, beátæ Maríæ virginitáte fecúnda, humáno géneri
præmia præstitísti, tríbue, quæsumus, ut ipsam pro nobis intercédere
sentiámus, per quam merúimus Fílium tuum auctórem vitæ suscípere. Qui
tecum.
Oppure:
Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne,
hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi, donaci il tuo
Spirito, perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione si
renda disponibile ad accogliere il tuo dono. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura Nm 6,22-27
Essi invocheranno il mio Nome, e io li benedirò.
Dal libro dei Numeri
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli
dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 66
Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
Seconda
Lettura
Gal
4,4-7
Dio
mandò il suo Figlio, nato da donna.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio,
nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano
sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori
lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei
più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.
Canto
al Vangelo
Cf
Eb 1,1-2
Alleluia,
alleluia.
Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti;
ultimamente, in questi giorni,
ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia.
Vangelo
Lc
2,16-21
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli
fu messo nome Gesù.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo,
[i
pastori]
andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino,
adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del
bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo
cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello
che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione,
gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che
fosse concepito nel grembo.
Sulle
Offerte
O Dio, che nella tua provvidenza dai inizio e compimento a tutto il bene che è nel mondo,
fa' che in questa celebrazione della divina Maternità di Maria gustiamo le primizie del tuo amore misericordioso per goderne felicemente i frutti. Per Cristo nostro Signore.
Deus, qui bona cuncta ínchoas benígnus et pérficis, da nobis, de
sollemnitáte sanctæ Dei Genetrícis lætántibus, sicut de inítiis tuæ
grátiæ gloriámur ita de perfectióne gaudére. Per Christum.
Prefazio della Beata Vergine Maria I
La maternità della beata Vergine Maria
E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo
nella Maternità della beata sempre Vergine Maria.
Per opera dello Spirito Santo,
ha concepito il tuo unico Figlio;
e sempre intatta nella sua gloria verginale,
ha irradiato sul mondo la luce eterna,
Gesù Cristo nostro Signore.
Per mezzo di lui si allietano gli Angeli
e nell’eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode:
Santo, Santo, Santo il
Signore....
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Et te in
sollemnitáte beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et
prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit,
et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Iesum
Christum Dóminum nostrum. Per quem maiestátem tuam laudant Angeli,
adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes, ac
beáta Séraphim, sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras
voces ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Antifona
alla Comunione
Eb
13,8
Gesù Cristo è sempre lo stesso
ieri, oggi e nei secoli eterni.
Iesus Christus heri et hódie, ipse et in sæcula.
Oppure: Lc
2,19
Maria
serbava tutte queste cose
meditandole
nel suo cuore.
Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.
Dopo
la Comunione
Con la forza del sacramento che abbiamo ricevuto guidaci, Signore, alla vita eterna, perché possiamo gustare la gioia senza fine con la sempre Vergine Maria, che veneriamo madre del Cristo e di tutta la Chiesa. Per Cristo nostro Signore.
Súmpsimus, Dómine, læti sacraménta cæléstia: præsta, quæsumus, æææut ad
vitam nobis profíciant sempitérnam, qui beátam semper Vírginem Maríam Fílii
tui Genetrícem et Ecclésiæ Matrem profitéri gloriámur. Per Christum.
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