Il
Dio vicino
Le
letture presentano due scene di teofania: al profeta Elia Dio si
manifesta nella brezza all’imbocco della caverna dell’Oreb; agli
apostoli e a Pietro, in particolare, Dio si manifesta nella persona di
Gesù che domina il mare (prima lettura e vangelo).
Quale
sia il messaggio contenuto in queste due rivelazioni di Dio, ce lo
mostra il salmo responsoriale che
parla di salvezza ormai prossima espressa nella ricca terminologia di
misericordia, pace, grazia, fedeltà, giustizia...
Dio
è con noi: è vicino e assiste la sua Chiesa
Dio
viene incontro all’uomo specialmente nei momenti di necessità, quando
questi lo invoca con fede. Il Dio dei profeti e di Gesù è colui che
prende le difese dei poveri e dei deboli, e che delude le speranze di
coloro che vogliono disporre della sua potenza. Egli non è
nei fenomeni naturali grandiosi e violenti: vento, terremoto,
fuoco; ma nel soffio leggero della brezza, quasi a significare la
spiritualità e l’intimità delle manifestazioni di Dio all’uomo.
La
comunità cristiana vive un’esistenza travagliata dalle ostilità
delle forze avverse, che si manifestano nelle persecuzioni e nelle
difficoltà esterne ed interne. Con le sue sole forze essa non
giungerebbe al termine del suo cammino. Ma Gesù risorto è presente in mezzo ai suoi: anche se invisibile, egli li assiste.
La
Chiesa rivive, così, l’esperienza del pellegrinaggio dell’Esodo. La
fede sua, come quella di Pietro, è messa a dura prova,
ma la mano di Gesù che salva dal baratro non cessa mai di stendersi.
Gesù offre dunque alla sua Chiesa la vittoria sulle forze del male e la
sicurezza nelle prove, ma richiede come condizione essenziale una
fiducia senza tentennamenti.
Solo
la fede è vittoriosa, la
fede del cristiano che marcia incontro al Signore risorto, nel mezzo
della tempesta. Una fede che qualche volta, come quella di Pietro,
spinge ad andar lontano, a lasciare le tranquille sicurezze della
terraferma per andare al largo.
Dio è l’assolutamente-Altro
Affermare
che Cristo ha vinto l’impero del male è in realtà riconoscere le
dimensioni cosmiche della sua opera. Prima di lui la solidarietà nel
peccato copriva tutta la creazione: egli spezza questo legame. La
vittoria del cristiano, quindi, non è soltanto una vittoria su se
stesso: ha anche una risonanza cosmica.
Il cristiano vince realmente il mondo di cui domina gli elementi,
come Cristo e Pietro hanno dominato il mare. La missione del cristiano
consiste nello scuotere il dominio del male in tutti i campi in cui si
manifesta.
Ma
la parola di Dio (prima lettura) vuol sottolineare anche un altro
aspetto del mistero di Dio e della visione religiosa dell’universo.
L’esperienza di Elia lo porta a comprendere che Dio
non è nei fenomeni naturali: uragano, terremoto, fulmini, dove
volentieri lo ponevano i pagani e le religioni della natura; non è
neppure nel fuoco, dove lo immaginava la tradizione iahvista (Es
19,18).
Dio
non si lascia imprigionare da nessuno degli elementi che ha creato.
L’esperienza di Elia è particolarmente significativa della fede
vissuta nel mondo moderno. Nella misura in cui la scienza ha «profanizzato»
la natura e il mondo, ha reso un servizio all’idea di Dio, poiché Dio
non può essere imprigionato nelle categorie umane e neppure contenuto e
quindi raggiungibile nei fenomeni della natura: egli è l’assolutamente-Altro.
L’uomo
lo scopre attraverso i segni
Nel
mondo ateo e secolarizzato, Dio non parla tanto al credente attraverso
la natura e i fenomeni cosmici, resi opachi ed ottusi; egli riconosce
Dio in mille altri «segni del tempo» che rivelano la sua volontà,
il suo progetto sul mondo e sull’uomo.
Egli
non sente tanto Dio attraverso il linguaggio meraviglioso, ma ambiguo,
del creato, bensì attraverso il segno privilegiato di Dio nel mondo:
l’uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio, ne scopre la presenza
nel suo essere, nella sua storia, nelle sue aspirazioni profonde per
cui «l’uomo supera infinitamente l’uomo»(Pascal).
«Poiché
tutto è stato creato in Cristo, per mezzo di Cristo, in vista di
Cristo, ogni aspetto di verità, di bellezza, di bontà, di dinamismo,
che si trova nelle cose e in tutto l’universo, nelle istituzioni
umane, nelle scienze, nelle arti, in tutte le realtà terrene e in
particolare nell’uomo e nella storia: tutto questo è segno e via per
annunciare il mistero di Cristo» (RdC 118).
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Dio,
abisso di carità
Dal
«Dialogo della Divina Provvidenza» di santa Caterina da Siena, vergine
(Cap. 13, libero adattamento; cfr. ed. I. Taurisano, Firenze, 1928, I,
pp. 43-45)
Signore mio, volgi l'occhio della tua misericordia sopra il popolo tuo e
sopra il corpo mistico della santa Chiesa. Tu sarai glorificato assai più
perdonando e dando la luce dell'intelletto a molti, che non ricevendo l'omaggio
da una sola creatura miserabile, quale sono io, che tanto t'ho offeso e
sono stata causa e strumento di tanti mali.
Che avrebbe di me se vedessi me viva, e morto il tuo popolo? Che avrebbe
se, per i miei peccati e quelli delle altre creature, dovessi vedere
nelle tenebre la Chiesa, tua Sposa diletta, che è nata per essere luce?
Ti chiedo, dunque, misericordia per il tuo popolo in nome della carità
increata che mosse te medesimo a creare l'uomo a tua immagine e
somiglianza.
Quale fu la ragione che tu ponessi l'uomo in tanta dignità? Certo l'amore
inestimabile col quale hai guardato in te medesimo la tua creatura e ti
sei innamorato di lei. Ma poi per il peccato commesso perdette quella
sublimità alla quale l'avevi elevata.
Tu, mosso da quel medesimo fuoco col quale ci hai creati, hai voluto
offrire al genere umano il mezzo per riconciliarsi con te. Per questo ci
hai dato il Verbo, tuo unico Figlio. Egli fu il mediatore tra te e noi.
Egli fu nostra giustizia, che punì sopra di sé le nostre ingiustizie.
Ubbidì al comando che tu, Eterno Padre, gli desti quando lo rivestisti
della nostra umanità. O abisso di carità! Qual cuore non si sentirà
gonfio di commozione al vedere tanta altezza discesa a tanta bassezza,
cioè alla condizione della nostra umanità?
Noi siamo immagine tua, e tu immagine nostra per l'unione che hai
stabilito fra te e l'uomo, velando la divinità eterna con la povera
nube dell'umanità corrotta di Adamo. Quale il motivo? Certo l'amore.
Per questo amore ineffabile ti prego e ti sollecito a usare misericordia
alle tue creature.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Sal
74,20.19,22.23
Sii fedele, Signore, alla tua alleanza,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
Sorgi, Signore, difendi la tua causa,
non dimenticare le suppliche di coloro che ti invocano.
Réspice, Dómine, in
testaméntum tuum,
et ánimas
páuperum tuórum ne derelínquas in finem.
Exsúrge,
Dómine, et iúdica causam tuam,
et ne obliviscáris voces quæréntium te.
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre,
fa' crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell'eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore...
Omnípotens
sempitérne Deus, quem, docénte Spíritu Sancto, patérno nómine invocáre
præsúmimus, pérfice in córdibus nostris spíritum adoptiónis filiórum, ut
promíssam hereditátem íngredi mereámur. Per Dóminum.
Oppure:
Onnipotente Signore, che domini tutto il creato, rafforza la nostra fede e
fa' che ti riconosciamo presente in ogni avvenimento della vita e della storia, per affrontare serenamente ogni prova e camminare con Cristo verso la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
1 Re 19,9a.11-13a
Fermati
sul monte alla presenza del Signore.
Dal primo libro dei Re
In
quei giorni, Elia,
[essendo
giunto al monte di Dio, l’Oreb],
entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la
parola del Signore in questi termini: «Esci e fèrmati sul monte alla
presenza del Signore».
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da
spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non
era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel
terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco.
Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì
il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 84
Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Ascolterò
che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.
Seconda
Lettura Rm 9, 1-5
Vorrei essere io stesso anàtema, separato da Cristo, a vantaggio dei miei
fratelli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà
testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una
sofferenza continua.
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei
miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.
Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la
legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da
loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio
benedetto nei secoli. Amen.
Canto
al Vangelo Sal
129,5
Alleluia,
alleluia.
Io
spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
Alleluia.
Vangelo Mt 14, 22-33
Comandami di venire verso di te sulle acque.
Dal
vangelo secondo Matteo
[Dopo
che la folla ebbe mangiato],
subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo
sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la
folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se
ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle
onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò
verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i
discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla
paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non
abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire
verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla
barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo
che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò:
«Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse:
«Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca
si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Sulle
Offerte
Accogli con bontà, Signore, questi doni che tu stesso hai posto nelle mani della tua Chiesa, e con la tua potenza trasformali per noi in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Ecclésiæ tuæ, Dómine, múnera placátus assúme, quæ et miséricors
offerénda tribuísti, et in nostræ salútis poténter éfficis transíre
mystérium. Per Christum.
Antifona
alla Comunione Sal
147,12.14
Gerusalemme, loda il Signore,
egli ti sazia con fiore di frumento.
Lauda,
Ierúsalem,
Dóminum, qui ádipe fruménti sátiat te.
Oppure: Mt
14,33
I discepoli sulla barca
si prostrarono davanti a Gesù ed esclamarono:
«Tu sei veramente il Figlio di Dio!».
Jn 6,51
Panis, quem
ego dédero,
caro mea est pro sæculi vita, dicit Dóminus
Dopo
la Comunione
La partecipazione a questi sacramenti salvi il tuo popolo, Signore, e lo confermi nella luce della tua verità. Per Cristo nostro Signore.
Sacramentórum tuórum, Dómine, commúnio sumpta nos salvet, et in tuæ
veritátis luce confírmet. Per Christum.
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