Dio
è di tutti
Nella
concezione dell’Antico Testamento l’umanità si divideva in due
blocchi: da una parte Israele, popolo
di Dio, al quale appartenevano l’elezione, l’alleanza, le promesse
divine; dall’altra le nazioni. La
distinzione non era soltanto razziale o politica, ma prima di tutto religiosa: le nazioni erano infatti, ad un tempo, coloro che «non
conoscono Iahvè» (= pagani) e coloro che non partecipano alla vita del
suo popolo (= stranieri). La dialettica tra Israele e le nazioni ritma
tutto lo svolgimento della storia della salvezza, ed ha un movimento
pendolare che oscilla costantemente fra particolarismo esclusivistico e
universalismo.
Dio
vuole salvare tutti...
Ma
Israele, scelto e separato
di mezzo alle nazioni, si inserisce
nel progetto universale di Dio che mira a salvare tutta l’umanità.
Tale
visione di una salvezza a respiro universale è abbondantemente presente
nell’Antico Testamento, specialmente in Isaia. Il Primo-Isaia aveva già
previsto il raduno di tutte le nazioni in una Gerusalemme spirituale,
innalzata e svincolata da ogni localizzazione. La sua pietra di
fondazione non sarà più Sion, ma la persona stessa del Messia. Solo la
fede concederà la cittadinanza di questa città (Is
4,26; 26,1.6; 28,5-6.16-17).
La
prima lettura allarga queste prospettive, e il tempio, centro e cuore
del giudaismo, diventerà «casa di preghiera per tutti i popoli». Dio
non riunirà soltanto i dispersi di Israele, ma moltissimi altri uomini
con loro.
… in
Cristo Gesù
Gesù
inaugura gli ultimi tempi (Mc 1,15).
Ci si aspetterebbe che egli spalancasse subito le porte ad un
universalismo senza limiti, ed invece le sue parole e i suoi
atteggiamenti sono contrastanti: non
esce dai confini della Palestina per predicare e per compiere miracoli:
«Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele»; «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini» (vangelo). Agli apostoli che invia in missione raccomanda: «Non
andate fra i pagani» (Mt 10,5).
Accanto
a questi atteggiamenti quasi «particolaristici» di Gesù c’è
anche tutta un’altra serie di testi che esprimono la sua ammirazione
per gli stranieri che credono in lui: il centurione di Cafarnao (Mt
8,10), il lebbroso samaritano (Lc
17) e la Cananea di cui parla il vangelo di oggi; sono come le
primizie di una numerosa moltitudine di stranieri dei quali predice
l’accesso alla fede e alle promesse, dopo che si sarà scontrato con
la incredulità del popolo eletto.
Salvezza
senza privilegi
La
Chiesa dei primi tempi ha trovato molta difficoltà ad interpretare
fedelmente il progetto universalistico di Gesù e più di una volta si
sono verificati nel suo seno tentativi «particolaristici» ed «esclusivisti», come la pretesa di alcuni di voler imporre
indiscriminatamente ai neoconvertiti la legge e le tradizioni ebraiche.
La Chiesa allora si è liberata dalle tentazioni particolaristiche, ma
la ricerca del particolarismo e del «privilegio» è una tentazione
permanente e ricorrente nella storia della Chiesa, specialmente nella
sua attività missionaria.
Più
di una volta, lo slancio universalistico si è attutito e spento, nella
pretesa di volere sovrapporre o sostituire con la fede cristiana anche
la cultura, le tradizioni, la storia originale e piena di ricchezza di
popoli e di nazioni di grande e antica civiltà, confondendo cattolicità
con Romanità ed Occidente, e pensando che l’unità esigesse per forza
l’uniformità e l’uguaglianza nel governo, nelle strutture, nella
liturgia, nella riflessione teologica...
Per
manifestare la cattolicità della
Chiesa non basta affermare che essa è aperta a tutti i popoli. Non è
sufficiente neppure dire che essa può adattarsi a tutte le culture, in
quanto non è legata a nessuna cultura in particolare. Bisogna che essa
esprima, manifesti con i fatti e con i gesti, che tutti gli uomini e
tutti i popoli si sentono a casa loro nella Chiesa.
L’universalismo
del vangelo sembra molto lontano dal «marcare» i nostri rapporti con
gli altri. Le barriere della razza, del colore della pelle, della
ricchezza, della cultura, della religione... sono presenti nel mondo
cristiano in maniera troppo massiccia e «scandalosa», per poter dire
che la parola del vangelo è stata veramente accolta da noi... Ad
esempio, esiste tuttora una certa intolleranza, un certo spirito di
contraddizione che talvolta distingue i cristiani impegnati su diversi
fronti, un certo modo di concepire e presentare la presenza della Chiesa
nel mondo, nel definire la sua missione, la sua «politica», la sua
fedeltà al Vangelo...
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Sal
84,10-11
O Dio, nostra difesa,
contempla il volto del tuo Cristo.
Per me un giorno nel tuo tempio,
è più che mille altrove.
Protéctor noster,
áspice, Deus,
et réspice in fáciem
Christi tui,
quia mélior est dies una in átriis tuis super míllia.
Colletta
O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano, infondi in noi la dolcezza del tuo amore, perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio. Per il nostro Signore...
Deus, qui diligéntibus te bona invisibília præparásti, infúnde córdibus
nostris tui amóris afféctum, ut, te in ómnibus et super ómnia diligéntes,
promissiónes tuas, quæ omne desidérium súperant, consequámur. Per Dóminum...
Oppure:
O Padre, che nell'accondiscendenza del tuo Figlio mite e umile di cuore hai compiuto il disegno universale di salvezza, rivestici dei suoi sentimenti, perché rendiamo continua testimonianza con le parole e con le opere al tuo amore eterno e fedele. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
Is 56, 1.6-7
Condurrò
gli stranieri sul mio monte santo.
Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore:
«Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché la mia salvezza sta per venire,
la mia giustizia sta per rivelarsi.
Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo
e per amare il nome del Signore,
e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato
e restano fermi nella mia alleanza,
li condurrò sul mio monte santo
e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera.
I loro olocausti e i loro sacrifici
saranno graditi sul mio altare,
perché la mia casa si chiamerà
casa di preghiera per tutti i popoli».
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 66
Popoli tutti, lodate il Signore.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
Seconda
Lettura Rm 11, 13-15.29-32
I doni e la
chiamata di Dio sono irrevocabili per Israele.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai
Romani
Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io
faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di
quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere
rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro
riammissione se non una vita dai morti?
Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto
misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono
diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché
anch’essi ottengano misericordia.
Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere
misericordioso verso tutti!
Canto
al Vangelo
Cf
Mt 4,23
Alleluia,
alleluia.
Gesù predicava la buona novella del Regno
e curava ogni sorta di infermità nel popolo.
Alleluia.
Vangelo
Mt 15, 21-28
Donna,
grande è la tua fede!
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di
Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise
a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto
tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono:
«Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono
stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore,
aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e
gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i
cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro
padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te
come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Sulle
Offerte
Accogli i nostri doni, Signore, in questo misterioso incontro fra la nostra povertà e la tua grandezza: noi ti offriamo le cose che ci hai dato, e tu donaci in cambio te stesso. Per Cristo nostro Signore.
Súscipe, Dómine, múnera nostra, quibus exercéntur commércia gloriósa,
ut, offeréntes quæ dedísti, teípsum mereámur accípere. Per Christum.
Antifona
alla Comunione Sal
129,7
Presso il Signore è la misericordia,
e grande presso di lui la tua redenzione.
Apud Dóminum
misericórdia,
et
copiósa apud eum redémptio.
Oppure:
Mt
15,28
«Donna grande è la tua fede!
Ti sia fatto come desideri», disse Gesù.
Jn 6,51-52
Ego sum
panis vivus, qui de cælo descéndi,
dicit Dóminus: si quis manducáverit ex hoc pane, vivet in ætérnum.
Dopo
la Comunione
O Dio, che in questo sacramento ci hai fatti partecipi della vita di Cristo, trasformaci a immagine del tuo Figlio, perché diventiamo coeredi della sua gloria nel cielo. Per Cristo nostro Signore.
Per hæc
sacraménta, Dómine, Christi partícipes effécti, cleméntiam tuam humíliter
implorámus, ut, eius imáginis confórmes in terris, et eius consórtes in
cælis fíeri mereámur. Qui vivit et regnat in sæcula sæculórum..
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