Vi
precederanno nel Regno di Dio
Le
tre parabole che vengono lette nei vangeli di questa e delle due
domeniche successive, riguardano un unico tema: il rifiuto del popolo
ebraico che non ha voluto ascoltare Gesù, e la sua sostituzione con i
pagani.
Nessuno
è emarginato per
Dio
La
parabola dei due figli giustifica l’orientamento che prende Cristo
verso i «disprezzati », questa nuova categoria di poveri.
Gesù
rivolge la parabola ai grandi sacerdoti e agli anziani del popolo, così
come ne rivolge altre dello stesso tono ai farisei (Lc
18,9). Con queste parabole egli ribadisce la sua predilezione per i
peccatori, per i disprezzati da coloro che si ritengono giusti. Egli
giunge perfino a dire che questi «poveri» sono più vicini alla
salvezza dei benpensanti che si ritengono giusti e amati da Dio perché
compiono scrupolosamente tutti i dettami della Legge. E non si ferma
soltanto alle parole: entra in casa di Zaccheo, si lascia lavare i piedi
da una prostituta, sottrae l’adultera al linciaggio dei «puri».
Questi «poveri» sono vicini alla salvezza perché la loro vita
permette a Dio di manifestare la sua misericordia. La parabola si
rivolge, dunque, a coloro che si chiudono alla Buona Novella, a coloro
che non vogliono riconoscere l’identità di Dio in nome della propria
giustizia e si sentono paghi della propria sufficienza.
La
legge dello sporcarsi le mani
La
fedeltà a Dio e la giustizia non si giudicano dal dire «sì», o
dalla vigna che si possiede (immagine della appartenenza razziale al
popolo eletto!), ma dai fatti.
Bisogna
avere il coraggio di sporcarsi le mani e rischiare la faccia nella
ricerca di nuovi valori più vicini alla libertà, all’amore, alla
felicità dell’uomo. E sulle scelte operative che si giudica
l’appartenenza. «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà
nel regno dei cieli» (Mt 7,21).
Le parole, le ideologie possono ingannare, possono essere un’illusione
o un paravento. La verità dell’uomo si scopre nelle sue opere. Esse
sono inequivocabili. Solo qui l’uomo mostra ciò che è.
Comprendiamo
allora quel detto di Gesù che provoca scandalo alle orecchie dei
benpensanti: «In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi
passano avanti nel regno di Dio». Ufficialmente, secondo le categorie
religiose e i criteri morali esteriori dell’epoca, essi hanno detto «no», ma di fatto ciò che conta è la loro profonda disponibilità: la
volontà di compiere, non a parole ma a fatti, le opere di penitenza.
Dio
non ha deciso, in un dato momento della storia, di rigettare Israele e
di adottare le nazioni pagane. E stato il comportamento nei riguardi del
Messia che ha fatto loro perdere il ruolo che esercitavano nell’ordine
della mediazione. Il modo con cui vivevano il loro «sì» alla Legge
li ha portati a dire di «no» al Vangelo.
Al
di là delle pratiche
E
ancora diffusa una concezione esteriore e quantitativa della religiosità
dei gruppi e delle persone (quasi che essa si possa misurare soltanto in
base all’appartenenza sociologica o alla presenza di certe pratiche
religiose facilmente verificabili: messa, sacramenti, preghiere,
devozioni, elemosine...).
A
provocare questo equivoco contribuiscono anche certe ricerche
socioreligiose che codificano convenzionalmente una scala di religiosità
e di appartenenza ecclesiale che, se da un certo punto di vista obbliga
ad aprire gli occhi su penose situazioni, dall’altra è ben lontana
dall’esaurire il complesso fenomeno della religiosità sia di gruppo
che individuale.
Al
di là della pratica e della appartenenza esteriore e giuridica, esiste
una presenza e un chiaro influsso cristiano ed evangelico in strati di
popolazione apparentemente marginali ed estranei.
La
religione come è vissuta da molti cristiani presenta diversi livelli e
diverse modalità di esperienza. Può essere vissuta come una somma di
pratiche, di devozioni, di riti quasi fine a se stessi; come una visione
del mondo e delle cose; come un criterio di giudizio su persone, valori,
avvenimenti.
Può
manifestarsi come codice morale e norma dell’agire o come integrazione
fede-vita, cioè come sintesi sul piano del giudizio e dell’azione,
fra il messaggio del Vangelo e le esigenze e gli impegni della propria
vita personale e comunitaria.
Il
vero cristiano opera l’integrazione fede-vita. Il «sì» della sua
fede diventa cioè il «sì» della sua vita; la parola e la
confessione delle labbra diventano azione e gesto delle sue mani e del
suo fare. Così la discriminante tra il «sì» e il «no» non
passa attraverso le pratiche e l’osservanza delle leggi, ma attraverso
la vita.
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Foste
salvati gratuitamente
Dalla
«Lettera ai Filippesi» di san Policarpo, vescovo e martire
(Capp. 1, 1 - 2, 3; Funk 1, 267-269)
Policarpo e i presbiteri, che sono con lui, alla chiesa di Dio che
risiede come pellegrina in Filippi: la misericordia e la pace di Dio
onnipotente e di Gesù Cristo nostro salvatore siano in abbondanza su di
voi.
Prendo parte vivamente alla vostra gioia nel Signore nostro Gesù Cristo
perché avete praticato la parola della carità più autentica. Infatti
avete aiutato nel loro cammino i santi avvinti da catene, catene che
sono veri monili e gioielli per coloro che furono scelti da Dio e dal
Signore nostro. Gioisco perché la salda radice della vostra fede, che
vi fu annunziata fin dal principio, sussiste fino al presente e porta
frutti in Gesù Cristo nostro Signore. Egli per i nostri peccati accettò
di giungere fino alla morte, ma «Dio lo ha risuscitato sciogliendolo
dalle angosce della morte» (At 2, 24), e in lui, senza vederlo, credete
con una gioia indicibile e gloriosa( cfr. 1 Pt 1, 8), alla quale molti
vorrebbero partecipare; e sapete bene che siete stati salvati per
grazia, non per le vostre opere, ma per la volontà di Dio mediante Gesù
Cristo (cfr. Ef 2, 8-9).
«Perciò dopo aver preparato la vostra mente all'azione» (1 Pt 1, 13),
«servite Dio con timore» (Sal 2, 11) e nella verità, lasciando da
parte le chiacchiere inutili e gli errori grossolani e «credendo in
colui che ha risuscitato nostro Signore Gesù Cristo dai morti e gli ha
dato gloria» (1 Pt 1, 21), facendolo sedere alla propria destra. A lui
sono sottomesse tutte le cose nei cieli e sulla terra, a lui obbedisce
ogni vivente. Egli verrà a giudicare i vivi e i morti e Dio chiederà
conto del suo sangue a quanti rifiutano di credergli.
Colui che lo ha risuscitato dai morti, risusciterà anche noi, se
compiremo la sua volontà, se cammineremo secondo i suoi comandi e
ameremo ciò che egli amò, astenendoci da ogni specie di ingiustizia,
inganno, avarizia, calunnia, falsa testimonianza, «non rendendo mala
per male, né ingiuria per ingiuria» (1 Pt 3, 9), colpo per colpo,
maledizione per maledizione, memori dell'insegnamento del Signore che
disse: Non giudicate per non esser giudicati; perdonate e vi sarà
perdonato; siate misericordiosi per ricevere misericordia; con la misura
con cui misurate, sarà misurato a voi (cfr. Mt 7, 1); Lc 6, 36-38) e:
Beati i poveri e i perseguitati per causa della giustizia, perché di
essi è il regno dei cieli (cfr. Mt 5, 3. 10).
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Dn
3,31.29.30.43.42
Signore, tutto ciò che hai fatto ricadere su di noi
l'hai fatto con retto giudizio;
abbiamo peccato contro di te,
non abbiamo dato ascolto ai tuoi precetti;
ma ora glorifica il tuo nome e opera con noi
secondo la grandezza della tua misericordia.
Omnia, quæ fecísti nobis,
Dómine, in vero
iudício fecísti,
quia peccávimus tibi,
et mandátis tuis non obodívimus;
sed da glóriam nómini
tuo,
et
fac nobíscum secúndum multitúdinem misericórdiæ tuæ.
Colletta
O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore.
Deus, qui omnipoténtiam tuam parcéndo máxime et miserándo maniféstas,
multíplica super nos grátiam tuam, ut, ad tua promíssa curréntes, cæléstium
bonórum fácias esse consórtes. Per Dominum.
Oppure:
O Padre, sempre pronto ad accogliere pubblicani e peccatori appena si dispongono a pentirsi di cuore, tu prometti vita e salvezza a ogni uomo che desiste dall'ingiustizia: il tuo Spirito ci renda docili alla tua parola e ci doni gli stessi sentimenti che sono in Cristo Gesù. Egli è Dio...
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
Ez 18, 25-28
Se il
malvagio si converte dalla sua malvagità, egli fa vivere se stesso.
Dal libro del profeta
Ezechiele
Così dice il Signore:
«Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa
d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra?
Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di
questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.
E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie
ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è
allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 24
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
I peccati della mia giovinezza
e le mie ribellioni, non li ricordare:
ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Seconda
Lettura Fil 2, 1-11
(Forma breve Fil 2, 1-5)
Abbiate
in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai
Filippesi
[
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto,
frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono
sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un
medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta
umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi
l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù
]:
egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.
Canto
al Vangelo
Gv
10,27
Alleluia,
alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce,
dice il Signore,
io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
Vangelo
Mt 21, 28-32
Pentitosi,
andò.
I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
Dal vangelo secondo
Matteo
In quel tempo,
Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne
pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figlio, oggi
va' a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Non ne ho voglia. Ma poi si
pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli
rispose: Sì, signore. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà
del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute
vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla
via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le
prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto
queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Sulle
Offerte
Accogli, Padre misericordioso, i nostri doni, e da quest'offerta della tua Chiesa
fa' scaturire per noi la sorgente di ogni benedizione. Per Cristo nostro Signore.
Concéde
nobis, miséricors Deus, ut hæc nostra oblátio tibi sit accépta, et per eam
nobis fons omnis benedictiónis aperiátur. Per Christum..
Antifona
alla Comunione
Sal
118,49-50
Ricorda, Signore,
la promessa fatta al tuo servo:
in essa mi hai dato speranza
nella mia miseria essa mi conforta.
Meménto
verbi tui servo tuo, Dómine,
in quo mihi
spem dedísti;
hæc me
consoláta est in humilitáte mea.
Oppure:
1
Gv 3,16
Da
questo abbiamo conosciuto l'amore di Dio:
egli ha dato la sua vita per noi,
e anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.
In hoc
cognóvimus caritátem Dei:
quóniam ille
ánimam suam pro nobis pósuit;
et
nos debémus pro frátribus ánimas pónere.
Oppure:
Cf
Mt 21,32
«E' venuto Giovanni Battista
e i peccatori gli hanno creduto».
Dopo
la Comunione
Questo sacramento di vita eterna ci rinnovi, o Padre, nell'anima e nel corpo, perché, comunicando a questo memoriale della passione del tuo Figlio, diventiamo eredi con lui nella gloria. Per Cristo nostro Signore.
Sit nobis, Dómine, reparátio mentis et córporis cæléste mystérium, ut simus
eius in glória coherédes, cui, mortem ipsíus annuntiándo, compátimur. Qui
vivit et regnat in sæcula sæculórum..
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