Il pane ai poveri
Il mangiare è una funzione così
essenziale nella vita umana che quasi tutte le religioni ne fanno un
simbolo e l'accompagnano con un rito liturgico. Il cristianesimo propone
la salvezza sotto forma di un banchetto, che è simbolo ed anticipazione
del banchetto eterno
I poveri mangeranno a sazietà
I tempi predetti dai profeti come i tempi del Messia, sono
caratterizzati da questo fatto di immediata intuizione: «abbondanza per
i poveri». «I poveri mangeranno e saranno saziati», dice il salmista
(Sal 21,27). E Isaia, in una visione profetica, vede tutti i popoli
radunati per un grande banchetto: «Preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un
banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati»
(Is 25,6). In grado di apprezzare una visione di questo genere sono
soprattutto i poveri, quelli che non mangiano mai a sazietà. L'idea
dell'abbondanza e della sazietà viene sottolineata espressamente sia
nel vangelo («riempirono 12 canestri
con i pezzi... avanzati») sia nella la lettura che, anche
letterariamente e stilisticamente, è parallela al vangelo («così dice
il Signore: ne mangeranno e ne avanzerà anche»). Con l'avvento di Gesù
il tema messianico dell'abbondanza attinge il suo compimento.
Nel vangelo il miracolo della moltiplicazione dei pani si riveste di un
trasparente significato eucaristico, come realtà che si annunciano e si
completano a vicenda, e preludono alla comunione senza veli con il
Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il vocabolario adoperato sia da
Giovanni che dai Sinottici è tipicamente eucaristico. Troviamo infatti
gli stessi verbi che sono usati per l'istituzione della Eucaristia:
prese il pane, e dopo aver reso grazie, lo distribuì...
La lettura eucaristica manifesta la comprensione teologica da parte
della comunità primitiva, in un sovrapporsi di piani sviluppati più
ampiamente da Giovanni.
L'Eucaristia viene così vista nel suo
senso più genuino di abbondanza di vita e quindi capace di dare
la vita eterna nell'ambito del banchetto messianico.
Un «test» per la nostra carità
Il problema della fame nel mondo è certamente una delle questioni
più angosciose del nostro tempo. La sua soluzione è ancora ben
lontana. Lo squilibrio economico tra le nazioni sviluppate e le altre
continua a registrare paurosi aumenti. L'aiuto economico offerto dalle
nazioni ricche a quelle povere è ancora troppo debole e male orientato
per avviare il progresso economico e sociale dei paesi in via di
sviluppo.
Ci chiediamo se la Chiesa ancora oggi moltiplica i pani per coloro che
hanno fame, o più concretamente se nel problema della farne che assilla
il mondo d'oggi, la Chiesa ha qualcosa da fare oltre al suo ufficio di
ricordare, senza posa, ai suoi membri i loro obblighi individuali e
collettivi. Ma siamo ben convinti che la Chiesa siamo noi?
Gesù saziò concretamente degli uomini che avevano fame, e, se egli ha
rivelato il pane di vita eterna, lo ha fatto partendo da una realtà
terrestre. Il pane che egli dona non è soltanto il simbolo del pane
soprannaturale. Non è possibile rivelare il pane della vita eterna,
senza impegnarsi davvero nei doveri della solidarietà umana. L'amore
dei poveri, come quello dei nemici, è il test per eccellenza della
qualità della nostra carità. Riconoscere ai poveri il diritto di
ricevere il pane della vita è impegnarsi fino in fondo nelle esigenze
di amore; è, per il
cristiano, tradurre con una nuova «moltiplicazione dei pani» su
scala mondiale il beneficio che egli ha ricevuto da Cristo.
Una Chiesa povera, segno di abbondanza
Ora, proprio perché la Chiesa
si trova di fatto più sviluppata nelle nazioni ricche dell'Occidente,
per rendere credibile il suo messaggio deve presentarsi alle moltitudini
dei poveri che popolano il mondo, e che sono, di diritto, i primi
destinatari del vangelo,
come colei che rende partecipi i popoli della
sua abbondanza.
La Chiesa cambierà volto nella misura in cui i cristiani e i
responsabili delle istituzioni ecclesiali prenderanno coscienza delle
responsabilità che il terzo mondo pone alla loro fede e alla loro carità.
Allora il rapporto tra la Chiesa e la ricchezza materiale sarà
restaurato nella sua evangelica verità, e la Chiesa tornerà ad essere
nel mondo un «segno» per tutti coloro che hanno fame di pane e di vita
eterna.
È un paradosso, ma solo una
Chiesa povera sarà segno dell'abbondanza.
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Sovrabbondo
di gioia in ogni tribolazione
Dalle
«Omelie sulla seconda lettera ai Corinzi» di san Giovanni Crisostomo,
vescovo (Om. 14, 1-2; PG 61, 497-499)
Paolo riprende il discorso sulla carità, moderando l'asprezza del
rimprovero. Dopo avere infatti biasimato e rimproverato i Corinzi per il
fatto che, pur amati, non avevano corrisposto all'amore, anzi erano
stati ingrati e avevano dato ascolto a gente malvagia, mitiga il
rimprovero dicendo: «Fateci posto nei vostri cuori» (2 Cor 7, 2), cioè
amateci. Chiede un favore assai poco gravoso, anzi più utile a loro che
a lui. Non dice «amate», ma con squisita delicatezza: «Fateci posto
nei vostri cuori». Chi ci ha scacciati, sembra chiedere, dai vostri
cuori? Chi ci ha espulsi? Per quale motivo siamo stati banditi dal
vostro spirito? Dato che prima aveva affermato: «E' nei vostri cuori
invece che siete allo stretto» (2 Cor 6, 12), qui esprime lo stesso
sentimento dicendo: «Fateci posto nei vostri cuori». Così li attira
di nuovo a sé. Niente spinge tanto all'amore chi è amato quanto il
sapere che l'amante desidera ardentemente di essere corrisposto.
«Vi ho già detto poco fa, continua, che siete nel nostro cuore per
morire insieme e insieme vivere» (2 Cor 7, 3). Espressione massima dell'amore di Paolo: benché disprezzato, desidera vivere e morire con
loro. Siete nel nostro cuore non superficialmente, in modo qualsiasi, ma
come vi ho detto. Può capitare che uno ami, ma fugga al momento del
pericolo: non è così per me.
«Sono pieno di consolazione» (2 Cor 7, 4). Di quale consolazione? Di
quella che mi viene da voi: ritornati sulla buona strada mi avete
consolato con le vostre opere. E' proprio di chi ama prima lamentarsi
del fatto che non è amato, poi temere di recare afflizione per
eccessiva insistenza nella lamentela. Per questo motivo aggiunge: «Sono
pieno di consolazione, pervaso di gioia».
In altre parole: sono stato colpito da grande dispiacere a causa vostra,
ma mi avete abbondantemente compensato e recato gran sollievo; non avete
solo rimosso la causa del dispiacere, ma mi avete colmato di più
abbondante gioia.
Paolo manifesta la sua grandezza d'animo non fermandosi a dire
semplicemente «sovrabbondo di gioia», ma aggiungendo anche «in ogni
mia tribolazione». E' così grande il piacere che mi avete arrecato che
neppure la più grande tribolazione può oscurarlo, anzi è tale da
farmi dimenticare con l'esuberanza della sua ricchezza, tutti gli
affanni che mi erano piombati addosso e ha impedito che io ne rimanessi
schiacciato.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Sal
67,6-7.36
Dio sta nella sua santa dimora;
ai derelitti fa abitare una casa,
e dà forza e vigore al suo popolo.
Deus in loco sancto
suo;
Deus qui inhabitáre
facit unánimes in domo,
ipse dabit virtútem et fortitúdinem plebi suæ.
Colletta
O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore...
Protéctor in te sperántium, Deus, sine quo nihil est válidum, nihil sanctum,
multíplica super nos misericórdiam tuam, ut, te rectóre, te duce, sic bonis
transeúntibus nunc utámur, ut iam possímus inhærére mansúris. Per Dóminum...
Oppure:
O Padre, che nella Pasqua domenicale ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito. Per il nostro Signore...
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura 2 Re 4, 42-44
Ne mangeranno e ne
faranno avanzare.
Dal secondo libro dei Re
In quei giorni, da Baal
Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani
d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse:
«Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo
da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne
faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la
parola del Signore.
Salmo
Responsoriale
Dal Salmo 144
Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni
vivente.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Seconda
Lettura Ef
4, 1-6
Un
solo corpo, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, io, prigioniero a
motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata
che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a
vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per
mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale
siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una
sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di
sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
Canto
al Vangelo Lc
7,16b
Alleluia,
alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e
Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.
Vangelo Gv 6, 1-15
Distribuì a quelli che erano seduti
quanto ne volevano.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva
del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla,
perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si
pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei
Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e
disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da
mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello
che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non
sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:
«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è
questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in
quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che
erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi
avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici
canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano
mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è
davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che
venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da
solo.
Sulle
Offerte
Accetta, Signore, queste offerte che la tua generosità ha messo nelle nostre mani, perché, il tuo Spirito, operante nei santi misteri, santifichi la nostra vita presente e ci guidi alla felicità
senza fine. Per Cristo nostro Signore.
Súscipe, quæsumus, Dómine, múnera, quæ tibi de tua largitáte deférimus,
ut hæc sacrosáncta mystéria, grátiæ tuæ operánte virtúte, et præséntis
vitæ nos conversatióne sanctíficent, et ad gáudia sempitérna perdúcant.
Per Christum.
Antifona
alla Comunione
Sal
102.2
Anima mia, benedici il Signore:
non dimenticare tanti suoi benefici.
Bénedic,
ánima mea, Dómino,
et noli oblivísci omnes retributiónes eius.
Oppure: Mt
5,7-8
Beati
i misericordiosi:
essi troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore:
essi vedranno Dio.
Beáti
misericórdes,
quóniam ipsi
misericórdiam consequéntur.
Beáti mundo corde, quóniam ipsi Deum vidébunt.
Oppure: Cf Mc 6,41
Gesù spezzò i cinque pani
e li distribuì a tutti finché ne vollero.
Dopo
la Comunione
O Dio nostro Padre, che ci hai dato la grazia di partecipare al mistero eucaristico, memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio,
fa' che questo dono del suo ineffabile amore giovi sempre per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.
Súmpsimus, Dómine, divínum sacraméntum, passiónis Fílii tui memoriále
perpétuum; tríbue, quæsumus, ut ad nostram salútem hoc munus profíciat, quod
ineffábili nobis caritáte ipse donávit. Qui vivit..
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