Liturgia della II Domenica di Pasqua - Anno A *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

II DOMENICA DI PASQUA
"della Divina Misericordia"
(Domenica dell'Ottava di Pasqua)

LETTURE: At 2,42-47; Sal 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31
 

Gesù risorto si manifesta nell'assemblea domenicale

Da questa domenica — e per tutto il tempo pasquale — la litur­gia della Parola orienta la nostra riflessione verso un’unica realtà: la Chiesa, comunità dei credenti, nata dalla Pasqua di Cristo (cf SC 5). In modo molto concreto, le singole domeniche mettono in rilievo aspetti diversi della vita dei cristiani, come testimonianza del Signore risorto.
La primitiva comunità apostolica di Gerusalemme non ha finito di esistere: deve rispecchiarsi nelle nostre comunità, nelle nostre assemblee domenicali. Ciascuna di esse è continuamente ricreata e si costruisce grazie alla presenza del Risorto e in forza dei suoi doni pasquali (lo Spirito, i sacramenti, la pace, la gioia); ciascuna è chiamata ad essere nel mondo segno e annuncio permanente della Pasqua del Signore, del suo invito alla pace e alla riconciliazione.

L’assemblea domenicale
Il vangelo di Giovanni racconta due apparizioni dei Signore risorto: una la sera stessa del giorno di Pasqua, «il primo dopo il sabato» (= il primo della settimana); l’altra «otto giorni dopo».
Il ritmo settimanale delle apparizioni di Gesù, il suo presentarsi con i segni gloriosi della passione in mezzo ai discepoli riuniti, creano un contesto fortemente liturgico. Il giorno delle apparizioni del Signore fu ben presto indicato dai cristiani con un nome nuovo: «giorno del Signore»; e fin dagli inizi della Chiesa venne considerato come il «segno» settimanale della Pasqua che veniva celebrata dai fedeli riuniti in assemblea.
«Secondo la tradizione apostolica,… in questo giorno i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare all’Eucaristia, e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio che li "ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti" (1 Pt 1,3) [seconda lettura]. Per questo la domenica è la festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli» (SC 106).

L’assemblea dei «credenti»
La pagina di Giovanni va ascoltata e meditata secondo la logica propria del quarto Vangelo: il suo autore ha raccolto e tramandato le parole e i fatti di Cristo per provare che egli era veramente il Messia-Figlio di Dio, e per suscitare la fede che salva. La Parola che risuona oggi nell’assemblea è dunque un richiamo a vivere quella fede pasquale su cui si fonda la comunità cristiana. L’episodio di Tommaso e la « beatitudine » di coloro che crederanno pur non avendo visto, insegnano che è giunto il momento di instaurare una nuova economia di fede; la presenza di Cristo in mezzo ai suoi sarà riconosciuta solo attraverso l’esperienza di segni sacramentali: la Parola (l’«insegnamento degli apostoli») ascoltata con fedeltà; la comunione fraterna vissuta in modo concreto e realistico; il gesto di spezzare il pane nell’Eucaristia; la partecipazione alla preghiera comune (cf prima lettura). L’esperienza della prima comunità apostolica si rinnova oggi per la nostra assemblea: la fede riconosce la presenza del Signore risorto nel segno stesso dell’assemblea, nel segno della Parola proclamata e ascoltata, nella condivisione del pane e dei vino.

Una comunità strumento di pace e di riconciliazione
Dalla fede pasquale scaturisce anche la missione dei discepoli di Gesù: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». E un invio guidato e animato dallo Spirito; un invio fatto per radunare tutti in un solo popolo, per annunciare la pace, la gioia... Il potere di rimettere i peccati non è da intendere in senso restrittivo, come riferito soltanto al sacramento della penitenza. E' piuttosto una chiamata a collaborare con lo Spirito, sempre e dovunque, per diffondere la salvezza, la riconciliazione già operata da Cristo con la sua vittoria sul male e sul peccato.
La Chiesa è fedele alla sua missione nella misura in cui appare al mondo come strumento di riconciliazione. Così deve essere anche per la nostra assemblea eucaristica, segno attuale e concreto della Chiesa di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Siamo un’assemblea di riconciliati con Dio in Cristo; di fratelli riconciliati fra loro per la presenza del Risorto e del suo Spirito di pace: non possiamo contraddire la realtà alla quale il Signore ci chiama lasciando che nella nostra comunità perdurino motivi di divisione e di tensione, che qualcuno si senta solo, isolato, emarginato. Chiunque deve potersi «ritrovare» nella nostra assemblea, sentirsi «a casa propria», essere riconosciuto e accolto come persona e come fratello in Cristo, con disponibilità, capacità di ascolto, di comprensione, di perdono.
 

 

Nuova creatura in Cristo

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
(Disc. 8 nell'ottava di Pasqua 1, 4; Pl 46, 838. 841)

Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, pio germoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostra fatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nel Signore.
Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell'apostolo: «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13, 14), perché vi
rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più Giudeo, né Greco; non c'è più schiavo, né libero; non c'è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).
In questo sta proprio la forza del sacramento. E' infatti il sacramento della nuova vita, che comincia in questo tempo con la remissione di tutti i peccati, e avrà il suo compimento nella risurrezione dei morti. Infatti siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte per mezzo del battesimo, perché, come Cristo è risuscitato dai morti, così anche voi possiate camminare in una vita nuova (cfr. Rm 6, 4).
Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando in questo corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostra via sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo Gesù, che per voi si è degnato di farsi uomo. Per coloro che lo temono ha riservato tesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti sperano in lui, allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno ricevuto ora nella speranza.
Oggi ricorre l'ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, è l'ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana. Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla mortalità all'immortalità, ha contrassegnato il suo giorno con il distintivo della risurrezione.
Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo. «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 1-4).
 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  1 Pt 2,2
Come bambini appena nati,
bramate il puro latte spirituale,
che vi faccia crescere verso la salvezza. Alleluia.

 

Quasi modo géniti infántes,

rationábile, sine dolo lac concupíscite,

ut in eo crescátis in salútem, allelúia.

 
Oppure:
  4 Esd 2,36-37
Entrate nella gioia e nella gloria,
e rendete grazie a Dio, che vi ha chiamato
al regno dei cieli.  Alleluia.

 

Accípite iucunditátem glóriæ vestræ,

grátias agéntes Deo,

qui vos ad cæléstia regna vocávit, allelúia.

 
Colletta

Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l'inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti. Per il nostro Signore...

 

Deus misericórdiæ sempitérnæ, qui in ipso paschális festi recúrsu fidem sacrátæ tibi plebis accéndis, auge grátiam quam dedísti, ut digna omnes intellegéntia comprehéndant, quo lavácro ablúti, quo spíritu regeneráti, quo sánguine sunt redémpti. Per Dóminum.

 
Oppure:

Signore Dio nostro, che nella tua grande misericordia ci hai rigenerati a una speranza viva mediante la risurrezione del tuo Figlio, accresci in noi, sulla testimonianza degli Apostoli, la fede pasquale, perché aderendo a lui pur senza averlo visto riceviamo il frutto della vita nuova. Per il nostro Signore...


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura 
At 2,42-47
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.

Dagli Atti degli Apostoli

Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
 
    

Salmo Responsoriale 
Dal Salmo 117
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Oppure:  Alleluia, alleluia, alleluia.

Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia. 
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia. 
 
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
 

Seconda Lettura  
1 Pt 1, 3-9

Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
 

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

 

SEQUENZA 
 
(Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?
».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea
».

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.

 

Víctmæ pascháli láudes: ímmolent

Christiáni.

Agnus redémit oves: Christus

ínnocens Patri reconciliávit

peccatóres.

 

Mors et vita duéllo conflixére miràndo:

dux vitæ mórtuus, regnat vívus.

Dic nobis, María, quid vidísti in via?

Sepúlcrum Christi vivéntis: et glóriam

vidi resurgéntis.

 

Angélicos testes, sudárium, et vestes.

Surréxit Christus spes mea: præcédit

vos in Galilǽam.

Scímus Christum surrexísse a mórtuis

vere: tu nobis, victor Rex, miserére.

 
Canto al Vangelo
  Gv 20,29
Alleluia, alleluia.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

Alleluia.
   

   

Vangelo  Gv 20, 19-31
Otto giorni dopo venne Gesù.
 

Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
 

Sulle Offerte

Accogli con bontà, Signore, l'offerta del tuo popolo [e dei nuovi battezzati]: tu che ci hai chiamati alla fede e rigenerati nel Battesimo, guidaci alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.
 
Súscipe, quæsumus, Dómine, plebis tuæ (et tuórum renatórum) oblatiónes, ut, confessióne tui nóminis et baptísmate renováti, sempitérnam beatitúdinem consequántur. Per Christum
 
Prefazio Pasquale I

Cristo agnello pasquale

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e soprattutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.

E' lui il vero Agnello che ha tolto i peccati dal mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.

Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo ...

 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre: Te quidem,

Dómine, omni témpore confitéri,

sed in hac potíssimum die gloriósius prædicáre,

cum Pascha nostrum immolátus est Christus.

 

Ipse enim verus est Agnus qui ábstulit peccáta mundi.

Qui mortem nostram moriéndo destrúxit, et vitam resurgéndo reparávit.

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

 

Sed et supérnæ virtútes atque angélicæ potestátes

hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...


Antifona alla Comunione
  
Cf Gv 20,27
«Accosta la tua mano, tocca le cicatrici dei chiodi
e non essere incredulo, ma credente». Alleluia.

 

Mitte manum tuam, et cognósce loca clavórum,

et noli esse incrédulus, sed fidélis, allelúia.
 

Dopo la Comunione

Dio onnipotente, la forza del sacramento pasquale che abbiamo ricevuto continui a operare nelle nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
 

 

Concéde, quæsumus, omnípotens Deus,

ut paschális percéptio sacraménti

contínua in nostris méntibus persevéret. Per Christum.

 

 

Sommario Liturgia


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