Gesù
risorto si manifesta nell'assemblea domenicale
Da questa domenica — e per tutto il
tempo pasquale — la liturgia della Parola orienta la nostra
riflessione verso un’unica realtà: la Chiesa, comunità dei credenti,
nata dalla Pasqua di Cristo (cf SC 5). In modo molto concreto, le
singole domeniche mettono in rilievo aspetti diversi della vita dei
cristiani, come testimonianza del Signore risorto.
La primitiva comunità apostolica di
Gerusalemme non ha finito di esistere: deve rispecchiarsi nelle nostre
comunità, nelle nostre assemblee domenicali. Ciascuna di esse è
continuamente ricreata e si costruisce grazie alla presenza del Risorto
e in forza dei suoi doni pasquali (lo Spirito, i sacramenti, la pace, la
gioia); ciascuna è chiamata ad essere nel mondo segno e annuncio
permanente della Pasqua del Signore, del suo invito alla pace e alla
riconciliazione.
L’assemblea domenicale
Il vangelo di Giovanni racconta due
apparizioni dei Signore risorto: una la sera stessa del giorno di
Pasqua, «il primo dopo il sabato» (= il primo della settimana);
l’altra «otto giorni dopo».
Il ritmo settimanale delle apparizioni
di Gesù, il suo presentarsi con i segni gloriosi della passione in
mezzo ai discepoli riuniti, creano un contesto fortemente liturgico. Il
giorno delle apparizioni del Signore fu ben presto indicato dai
cristiani con un nome nuovo: «giorno del Signore»; e fin dagli inizi
della Chiesa venne considerato come il «segno» settimanale della
Pasqua che veniva celebrata dai fedeli riuniti in assemblea.
«Secondo la tradizione apostolica,…
in questo giorno i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la
parola di Dio e partecipare all’Eucaristia, e così far memoria della
passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere
grazie a Dio che li "ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della
risurrezione di Gesù Cristo dai morti" (1
Pt 1,3) [seconda lettura]. Per questo la domenica è la festa
primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli» (SC 106).
L’assemblea dei «credenti»
La pagina di Giovanni va ascoltata e
meditata secondo la logica propria del quarto Vangelo: il suo autore ha
raccolto e tramandato le parole e i fatti di Cristo per provare che egli
era veramente il Messia-Figlio di Dio, e per suscitare la fede che
salva. La Parola che risuona oggi nell’assemblea è dunque un richiamo
a vivere quella fede pasquale su cui si fonda la comunità cristiana.
L’episodio di Tommaso e la « beatitudine » di coloro che
crederanno pur non avendo visto, insegnano che è giunto il momento di
instaurare una nuova economia di fede; la presenza di Cristo in mezzo
ai suoi sarà riconosciuta solo attraverso l’esperienza di segni
sacramentali: la Parola (l’«insegnamento degli apostoli»)
ascoltata con fedeltà; la comunione fraterna vissuta in modo concreto e
realistico; il gesto di spezzare il pane nell’Eucaristia; la
partecipazione alla preghiera comune (cf prima lettura).
L’esperienza della prima comunità apostolica si rinnova oggi per la
nostra assemblea: la fede riconosce la presenza del Signore risorto nel
segno stesso dell’assemblea, nel segno della Parola proclamata e
ascoltata, nella condivisione del pane e dei vino.
Una comunità strumento di pace e di
riconciliazione
Dalla fede pasquale scaturisce anche la
missione dei discepoli di Gesù: «Come il Padre ha mandato me,
anch’io mando voi». E un invio guidato e animato dallo Spirito; un invio fatto per
radunare
tutti in un solo popolo, per annunciare la pace, la gioia... Il potere
di rimettere i peccati non è da intendere in senso restrittivo, come
riferito soltanto al sacramento della penitenza. E' piuttosto una
chiamata a collaborare con lo Spirito, sempre e dovunque, per diffondere
la salvezza, la riconciliazione già operata da Cristo con la sua
vittoria sul male e sul peccato.
La Chiesa è fedele alla sua
missione nella misura in cui appare al mondo come strumento di
riconciliazione. Così deve essere anche per la nostra assemblea
eucaristica, segno attuale e concreto della Chiesa di tutti i tempi e di
tutti i luoghi. Siamo un’assemblea di riconciliati con Dio in Cristo;
di fratelli riconciliati fra loro per la presenza del Risorto e del suo
Spirito di pace: non possiamo contraddire la realtà alla quale il
Signore ci chiama lasciando che nella nostra comunità perdurino motivi
di divisione e di tensione, che qualcuno si senta solo, isolato,
emarginato. Chiunque deve potersi «ritrovare» nella nostra
assemblea, sentirsi «a casa propria», essere riconosciuto e
accolto come persona e come fratello in Cristo, con disponibilità,
capacità di
ascolto, di comprensione, di perdono.
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Nuova
creatura in Cristo
Dai
«Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
(Disc. 8 nell'ottava di Pasqua 1, 4; Pl 46, 838. 841)
Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo,
nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, pio
germoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostra
fatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nel
Signore.
Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell'apostolo: «Rivestitevi del
Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13,
14), perché vi
rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per
mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo,
vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più Giudeo, né Greco; non c'è
più schiavo, né libero; non c'è più uomo, né donna, poiché tutti
voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).
In questo sta proprio la forza del sacramento. E' infatti il sacramento
della nuova vita, che comincia in questo tempo con la remissione di
tutti i peccati, e avrà il suo compimento nella risurrezione dei morti.
Infatti siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte per mezzo del
battesimo, perché, come Cristo è risuscitato dai morti, così anche
voi possiate camminare in una vita nuova (cfr. Rm 6, 4).
Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando in
questo corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostra
via sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo
Gesù, che per voi si è degnato di farsi uomo. Per coloro che lo temono
ha riservato tesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti
sperano in lui, allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno
ricevuto ora nella speranza.
Oggi ricorre l'ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la
sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi
patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la
nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al
suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo
settimanale, è l'ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il
primo della settimana. Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla
mortalità all'immortalità, ha contrassegnato il suo giorno con il
distintivo della risurrezione.
Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma
nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo.
«Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si
trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non
a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra è ormai
nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra
vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3,
1-4).
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MESSALE
Antifona d'Ingresso 1 Pt 2,2
Come bambini appena nati,
bramate il puro latte spirituale,
che vi faccia crescere verso la salvezza. Alleluia.
Quasi modo
géniti infántes,
rationábile,
sine dolo lac concupíscite,
ut in eo
crescátis in salútem, allelúia.
Oppure: 4 Esd 2,36-37
Entrate nella gioia e nella gloria,
e rendete grazie a Dio, che vi ha chiamato
al regno dei cieli. Alleluia.
Accípite
iucunditátem glóriæ vestræ,
grátias
agéntes Deo,
qui vos ad
cæléstia regna vocávit, allelúia.
Colletta
Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la
fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché
tutti comprendiamo l'inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha
purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha
redenti. Per il nostro Signore...
Deus
misericórdiæ sempitérnæ, qui in ipso paschális festi recúrsu fidem sacrátæ
tibi plebis accéndis, auge grátiam quam dedísti, ut digna omnes
intellegéntia comprehéndant, quo lavácro ablúti, quo spíritu regeneráti, quo
sánguine sunt redémpti. Per Dóminum.
Oppure:
Signore Dio nostro, che nella tua grande misericordia ci hai rigenerati
a una speranza viva mediante la risurrezione del tuo Figlio, accresci in
noi, sulla testimonianza degli Apostoli, la fede pasquale, perché
aderendo a lui pur senza averlo visto riceviamo il frutto della vita
nuova. Per il nostro Signore...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 2,42-47
[Quelli
che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento
degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.
Dagli Atti degli Apostoli
Un
senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli
apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le
loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di
ciascuno.
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle
case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e
godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano
salvati.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 117
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
Dica Israele che egli è buono:
eterna è la sua misericordia.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
Seconda Lettura 1 Pt 1, 3-9
Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù
Cristo dai morti.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua
grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù
Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe,
non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che
dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della
salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di
tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova,
molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con
fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si
manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo,
credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre
raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
SEQUENZA (Facoltativa)
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.
Víctmæ
pascháli láudes: ímmolent
Christiáni.
Agnus
redémit oves: Christus
ínnocens
Patri reconciliávit
peccatóres.
Mors et
vita duéllo conflixére miràndo:
dux vitæ
mórtuus, regnat vívus.
Dic nobis,
María, quid vidísti in via?
Sepúlcrum
Christi vivéntis: et glóriam
vidi
resurgéntis.
Angélicos
testes, sudárium, et vestes.
Surréxit
Christus spes mea: præcédit
vos in
Galilǽam.
Scímus
Christum surrexísse a mórtuis
vere: tu
nobis, victor Rex, miserére.
Canto al Vangelo Gv
20,29
Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.
Vangelo Gv 20, 19-31
Otto giorni dopo venne Gesù.
Dal vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le
porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei,
venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo,
mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il
Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me,
anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo
Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati;
a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne
Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma
egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non
metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo
fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro
anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse:
«Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le
mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere
incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che
non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non
sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché
crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo,
abbiate la vita nel suo nome.
Sulle Offerte
Accogli con bontà, Signore, l'offerta del tuo popolo [e dei nuovi
battezzati]: tu che ci hai chiamati alla fede e rigenerati nel Battesimo,
guidaci alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore.
Súscipe, quæsumus, Dómine, plebis tuæ (et tuórum
renatórum) oblatiónes, ut, confessióne tui nóminis et baptísmate
renováti, sempitérnam beatitúdinem consequántur. Per Christum
Prefazio Pasquale I
Cristo agnello pasquale
E' veramente cosa buona e
giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e soprattutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
E' lui il vero Agnello che ha tolto i peccati dal mondo,
è lui che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi la vita.
Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:
Santo, Santo, Santo ...
Vere dignum
et iustum est,
æquum et
salutáre: Te quidem,
Dómine,
omni témpore confitéri,
sed in hac
potíssimum die gloriósius prædicáre,
cum Pascha
nostrum immolátus est Christus.
Ipse enim
verus est Agnus qui ábstulit peccáta mundi.
Qui mortem
nostram moriéndo destrúxit, et vitam resurgéndo reparávit.
Quaprópter,
profúsis paschálibus gáudiis,
totus in
orbe terrárum mundus exsúltat.
Sed et
supérnæ virtútes atque angélicæ potestátes
hymnum
glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:
Sanctus,
Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...
Antifona alla Comunione Cf Gv 20,27
«Accosta la tua mano, tocca le cicatrici dei chiodi
e non essere incredulo, ma credente». Alleluia.
Mitte manum tuam, et
cognósce loca clavórum,
et noli esse incrédulus, sed fidélis, allelúia.
Dopo la Comunione
Dio onnipotente, la forza del sacramento pasquale che abbiamo ricevuto
continui a operare nelle nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
Concéde,
quæsumus, omnípotens Deus,
ut paschális
percéptio sacraménti
contínua in
nostris méntibus persevéret. Per Christum.
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