Gesù
risorto si manifesta nell' Eucaristia
Il gesto dello «spezzare il
pane» era così ricco e denso di significato per le prime generazioni
cristiane che l’Eucaristia fu chiamata per molto tempo «frazione del
pane». E’ il gesto che Gesù compie oggi per noi, invitandoci ad una
riflessione sull’Eucaristia.
Banchetto della nuova alleanza
In tutte le religioni naturali, il pasto sacro è sempre
considerato un rito per comunicare con il divino. Per gli Ebrei, il
segno dell’alleanza con Dio era costituito dalla cena
pasquale. Il pasto che commemorava l’esodo dall’Egitto aveva,
come elemento essenziale, l’immolazione e la consumazione
dell’agnello, il cui sangue era diventato segno di salvezza e di
liberazione. Una liberazione non tanto dalla schiavitù, quanto
soprattutto dal male e dal peccato: «da tutti i nuovi "Egitti" che
possono sorgere in fondo al nostro cuore». Per questo chiunque
partecipava alla cena pasquale sapeva e credeva che l’intervento di
liberazione e di salvezza da parte di Dio si rinnovava per lui (cf Es 12,24-27).
Il Signore Gesù si è
servito di elementi propri di un rito già familiare ai suoi discepoli,
di un segno apparentemente banale: un pasto comune; e cenando con loro
ha istituito il banchetto della nuova ed eterna alleanza. La grande
novità è questa: non c'è più una vittima sostitutiva; il vero
agnello è Gesù stesso che si dà in cibo ai suoi (cf Gv
6,51.55.58). Con gesti estremamente semplici benedice il pane, lo
spezza, lo distribuisce: «Prendete e mangiate, questo è il mio
corpo...»; poi offre il calice dicendo: «Questo calice è la nuova
alleanza che Dio stabilisce per mezzo del mio sangue...» (cf 1
Cor 11,23-25). Quei gesti, nella loro essenzialità e intensità di
significato, erano rimasti così impressi nella memoria e nel cuore dei
presenti che i discepoli di Emmaus, incapaci di riconoscere il
pellegrino affiancatosi a loro durante il cammino, hanno come una
illuminazione nel momento in cui egli spezza il pane: i loro occhi si
aprono e riconoscono Gesù, il Signore, il Risorto (cf vangelo). Per
entrare nel mistero della celebrazione eucaristica, anche il cristiano
deve partire dal segno dei pasto comune: lo «spezzare il pane» nella
comunità dei fratelli diventa il luogo privilegiato della presenza del
Signore risorto.
L’Eucaristia, banchetto dell’alleanza nuova, preannuncia il
convito dell’alleanza eterna quando Cristo berrà con i suoi il «vino nuovo» del Regno giunto a compimento (cf Lc
22,18).
Pasqua totale
Le prime due letture orientano la riflessione sulla traccia della
duplice testimonianza di Pietro: davanti ai giudei egli prende la parola
per ricordare che proprio loro hanno ucciso Gesù di Nazaret...; ma Dio
lo ha risuscitato (cf prima lettura); ai primi cristiani l’apostolo
ricorda la loro condizione: liberati dal sangue dell’Agnello, devono
vivere nella fede e nella speranza la «vita nuova» che hanno
ricevuto per i meriti dei Salvatore (cf seconda lettura).
Siamo posti chiaramente di fronte alla dialettica
morte-risurrezione, sangue dell’Agnello-dono della vita nuova: è
questa la realtà vera, la pienezza del mistero pasquale celebrato
nell’Eucaristia.
La «pasqua» del cristiano — come quella di Cristo — è
inseparabilmente mistero di morte-vita, passione-risurrezione.
Attraverso l’Eucaristia il mistero pasquale diventa il ritmo della
esistenza cristiana, segnata concretamente da alterne vicende di
sofferenza e di morte, di gioia e di vita. Ma la vittoria è già dalla
parte della vita.
Condividere l’Eucaristia,
condividere il pane
L’Eucaristia, ci dice il Concilio, è «vertice e fonte di
tutta la vita cristiana». La comunità cristiana non è un gruppo
riunito attorno a un interesse umanitario, a un ideale filantropico, a
un codice morale. E’ riunito attorno a una persona: Cristo risorto,
forza unificatrice e forza propulsiva della comunità.
Come i discepoli di Emmaus,
scoraggiati e delusi, in preda allo scetticismo e alla sfiducia, il
mondo d’oggi riconosce Cristo quando i cristiani veramente sanno «spezzare il pane». L’Eucaristia ha una portata profondamente
sociale. Condividere il pane eucaristico è un richiamo preciso a
condividere l’altro pane, in un impegno di giustizia, di solidarietà,
di difesa di coloro a cui il pane viene rubato dalle ingiustizie degli
uomini e dei sistemi sociali sbagliati. La divisione del pane
eucaristico ci costringe, per coerenza, a una più equa distribuzione
dei beni, lottando contro ogni sperequazione economica, perché non
manchi a nessuno il «pane quotidiano». E questo a livello di
classi, di nazioni, di continenti. Se non sapremo spezzare il nostro
pane, la nostra credibilità cristiana sarà compromessa e il mondo del
sottosviluppo cercherà altre vie per ottenere giustizia, sotto l’urto
della «collera dei poveri».
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La
celebrazione dell'Eucaristia
Dalla
«Prima Apologia e favore dei cristiani» di san Giustino, martire
(Cap. 66-67; PG 6, 427-431)
A nessun altro è lecito partecipare all'Eucaristia, se non a colui che
crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da
quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione,
e poi viva così come Cristo ha insegnato.
Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto
uomo per l'intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e
sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul
quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui,
quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue,
è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo.
Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli, ci hanno
tramandato che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie,
egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo». E
allo stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il
mio sangue» e lo diede solamente a loro.
Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre
assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel
bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo
benediciamo il creatore dell'universo per mezzo del suo Figlio Gesù e
dello Spirito Santo.
E
nel giorno, detto del Sole, si fa' l'adunanza. Tutti coloro che abitano
in città o in campagna convengono nello stesso luogo, e si leggono le
memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo
permette.
Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di
ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle.
Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di
pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede
formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e
il popolo acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si
distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese
grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei
diaconi.
Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, danno a loro
piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso
colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che
per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro
che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola,
si prende cura di tutti i bisognosi.
Ci raduniamo tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo è il
primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il
mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti
nel medesimo giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente
quello di Saturno e l'indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno
del Sole, essendo apparso ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò
quelle cose che vi abbiamo trasmesso perché le prendiate in seria
considerazione.
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MESSALE
Antifona d'Ingresso Sal 65,1-2
Acclamate al Signore da tutta la terra,
cantate un inno al suo nome,
rendetegli gloria, elevate la lode. Alleluia.
Iubiláte Deo, omnis
terra,
psalmum dícite nómini
eius,
date glóriam laudi eius, allelúia.
Colletta
Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello
spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così
pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Per il
nostro Signore...
Semper
exsúltet pópulus tuus, Deus, renováta ánimæ iuventúte, ut, qui nunc lætátur
in adoptiónis se glóriam restitútum, resurrectiónis diem spe certæ
gratulatiónis exspéctet. Per Dóminum.
Oppure:
O Dio, che in questo giorno memoriale della Pasqua raccogli la tua
Chiesa pellegrina nel mondo, donaci il tuo Spirito, perché nella
celebrazione del mistero eucaristico riconosciamo il Cristo crocifisso e
risorto che apre il nostro cuore all'intelligenza delle Scritture, e si
rivela a noi nell'atto di spezzare il pane. Egli è Dio...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima
Lettura At 2, 14a. 22-33
Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere.
Dagli Atti degli Apostoli
[
Nel giorno di Pentecoste,
]
Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo
accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che
Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a
voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di
pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso.
Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non
era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo
riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia
destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò
la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non
abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo
subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai
di gioia con la tua presenza”.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che
egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché
era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere
sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne
parlò: “questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la
corruzione”.
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato
dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo
promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 15
Mostraci, Signore, il sentiero della vita.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Seconda Lettura 1 Pt 1, 17-21
Foste
liberati con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza
macchia.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica
ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo
in cui vivete quaggiù come stranieri.
Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste
liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue
prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.
Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi
tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo
ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e
la vostra speranza siano rivolte a Dio.
Canto al Vangelo Cf Lc 24,32
Alleluia, alleluia.
Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;
arde il nostro cuore mentre ci parli.
Alleluia.
Vangelo Lc 24, 13-35
Lo riconobbero nello spezzare il pane.
Dal vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno
[il
primo della settimana]
due dei
[discepoli]
erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici
chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che
era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona
si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a
riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra
voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di
nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai
ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli
risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente
in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei
sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare
a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che
avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da
quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci
hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo
trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una
visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri
sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma
lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno
detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze
per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i
profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se
dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché
si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con
loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo
spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo
riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un
l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava
con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono
riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano:
«Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano
ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello
spezzare il pane.
Sulle Offerte
Accogli, Signore, i doni della tua Chiesa in festa, e poiché le hai
dato il motivo di tanta gioia, donale anche il frutto di una perenne
letizia. Per Cristo nostro Signore.
Súscipe múnera, Dómine, quæsumus, exsultántis Ecclésiæ, et, cui causam tanti
gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Christum.
Prefazio Pasquale III
Cristo sempre vive e intercede
per noi.
E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore.
e
soprattutto esaltarti in questo giorno
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
Egli continua a offrirsi per noi
e intercede come nostro avvocato:
sacrificato sulla croce più non muore,
e con i segni della passione vive immortale.
Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra,
e con l'assemblea degli angeli e dei santi
canta l'inno della tua gloria:
Santo, Santo, Santo ...
Vere dignum et iustum
est,
æquum et salutáre:
Te quidem, Dómine,
omni témpore
confitéri,
sed in
hoc potíssimum gloriósius prædicáre,
cum Pascha
nostrum immolátus est Christus.
Qui se pro
nobis offérre non désinit,
nosque apud
te perénni advocatióne deféndit;
qui
immolátus iam non móritur, sed semper vivit occísus.
Quaprópter,
profúsis paschálibus gáudiis,
totus in
orbe terrárum mundus exsúltat.
Sed et
supérnæ virtútes atque angélicæ
potestátes
hymnum glóriæ tuæ cóncinunt,
sine fine
dicéntes:
Sanctus,
Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Antifona alla Comunione Lc 24,35
I discepoli riconobbero Gesù, il Signore
nello spezzare il pane. Alleluia.
Cognovérunt discípuli
Dóminum
Iesum in fractióne panis,
allelúia.
Dopo la
Comunione
Guarda con bontà, Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i
sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della
risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
Pópulum tuum,
quæsumus, Dómine, intuére benígnus, et, quem ætérnis dignátus es renováre
mystériis, ad incorruptíbilem glorificándæ carnis resurrectiónem perveníre
concéde. Per Christum.
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