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Le Parole Consacratorie per il Vino

 


Allo stesso modo, dopo aver cenato, Egli prese questo glorioso calice nelle sue mani sante e venerabili, Ti rese ancora grazie, lo benedisse e lo diede ai suoi discepoli, dicendo: Prendete e bevetene tutti,

 

PERCHÉ QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE, IL SANGUE DELLA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, IL MISTERO DELLA FEDE, CHE SARÀ VERSATO PER VOI E PER MOLTI IN REMISSIONE DEI PECCATI.

 

Tutte le volte che farete ciò, lo farete in mia memoria.

 

1. Poi per le stesse parole di Cristo: Hic est enim Calix Sanguinis mei etc. avviene la transustanziazione del vino nel Preziosissimo Sangue di Cristo.

 

2. Queste parole [æterni testamenti, mysterium fidei, hæc quotiescumque] non sono prese dalla Sacra Scrittura, ma sono state trasmesse dallo stesso Apostolo (S. Pietro) per istituire la Liturgia. “È da dire, tutte quelle parole sono state proferite da Cristo. Questa è la sentenza comune, ed a me certa”[1]. “Sebbene queste parole non appartengano all’essenza della forma, appartengono però alla sua integrità”[2].

 

3. L’elevazione dell’Ostia e del Calice una volta si faceva soltanto alla fine del Canone, alle parole omnis honor et gloria (adesso “elevazione minore”); ma all’inizio del XII sec. è stata introdotta l’elevazione (maggiore) dell’Ostia dopo la Consacrazione, e non molto dopo l’elevazione del Calice, come testimonio della Fede Cattolica, in occasione dell’eresia di Berengario[3]. Significa misticamente soprattutto l’esaltazione di Cristo in Croce e l’effusione del suo Sangue (Giov 12,32).


 

[1] Suarez, In III. disp. 60,3.

[2] Corn. a Lap. [ Cioè, tra le parole della Consacrazione del Calice ve ne sono alcune (quelle citate sopra dall’Autore tra parentesi quadre) che non si trovano riferite né nei Vangeli né nel racconto di S. Paolo in 1Cor – testimonianze bibliche dell’istituzione della Messa – ma che comunque è di tradizione apostolica orale e dunque fa parte integrante della stessa Consacrazione, seppur non indispensabile in senso stretto alla stessa].

[3]  Eresia che negava la Presenza Reale.