V. Ti adoriamo, Cristo, e ti
benediciamo.
R.
Perché
con la tua santa croce hai redento il mondo.
|
PAROLA
DI DIO |
Dal libro del profeta Isaia.
53, 4-8
…Egli si è caricato delle
nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su
di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di
mezzo.
|
LA
FEDE
DELLA CHIESA |
"Tenendo conto della
complessità storica del processo di Gesù espressa
nei racconti evangelici, e quale possa essere il
peccato personale dei protagonisti del processo
(Giuda, il Sinedrio, Pilato), che Dio solo conosce,
non si può attribuirne la responsabilità
all'insieme degli Ebrei di Gerusalemme, malgrado le
grida di una folla manipolata e i rimproveri
collettivi contenuti negli appelli alla conversione
dopo la Pentecoste. Gesù stesso perdonando sulla
croce e Pietro sul suo esempio, hanno riconosciuto
l' “ignoranza” (At
3,17) degli Ebrei di Gerusalemme ed anche dei loro
capi. Ancor meno si può, a partire dal grido del
popolo: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra
i nostri figli” (Mt
27,25) che è una formula di ratificazione,
estendere la responsabilità agli altri Ebrei nel
tempo e nello spazio. Molto bene la Chiesa ha
dichiarato nel Concilio Vaticano II: “Quanto è
stato commesso durante la Passione non può essere
imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei
allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo. . .
Gli Ebrei non devono essere presentati né come
rigettati da Dio, né come maledetti, come se ciò
scaturisse dalla Sacra Scrittura” [NA 4]. Tutti i
peccatori furono gli autori della Passione di
Cristo"
Catechismo della Chiesa Cattolica 597
|
MEDITAZIONE |
Gesù cade sotto la Croce. Cade
per terra. Non ricorre alle sue forze sovrumane, non ricorre alla potenza
degli angeli. "Credi forse che io non possa pregare il Padre mio, che
mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?" (Mt 26, 53). Non chiede questo. Avendo accettato il calice dalle mani
del Padre (Mc 14, 36 ecc.), vuole
berlo fino in fondo. Vuole proprio questo. E perciò non pensa ad alcuna
forza sovrumana, benché esse siano a sua disposizione. Possono provare
dolorosa meraviglia coloro che l'avevano visto quando comandava alle umane
infermità , alle mutilazioni, alle malattie,
alla morte stessa. Ed ora? Nega Lui tutto questo? Eppure "noi
speravamo" , diranno qualche giorno dopo i discepoli di Emmaus
"Se tu sei il Figlio di Dio..." (Mt
27, 40), lo provocheranno i membri del Sinedrio: "Ha salvato gli altri,
e non può salvare se stesso" (Mc
15, 31; Mt 27, 42), griderà la
folla. E Lui accetta queste frasi provocatorie, che sembrano annullare tutto
il senso della sua missione, dei discorsi pronunciati, dei miracoli fatti.
Accetta tutte queste parole, ha deciso di non opporsi. Vuole essere
oltraggiato. Vuole vacillare. Vuole cadere sotto la Croce. Vuole. È fedele
fino alla fine, fino nei minimi particolari a questa affermazione: "Non si faccia quello che io voglio, ma quello che vuoi Tu" (cf. Mc
14, 36 ecc.). Dio trarrà la salvezza dell'umanità dalle cadute di Cristo
sotto la Croce.
Giovanni Paolo II
|
PREGHIAMO
|
Guarda, Dio onnipotente
l'umanità sfinita per la sua debolezza mortale e fa che riprenda vita per
la passione del tuo unico Figlio.
Egli vive e regna per i
secoli eterni.
Amen.
|
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
|
O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
mater Unigeniti!
|
|
|