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Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture |
1
MAGGIO
IV
SETTIMANA DI
PASQUA
-
LUNEDÌ
SAN GIUSEPPE LAVORATORE
(mf)
UFFICIO
DELLE LETTURE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Adoriamo Cristo, nostro Dio,
chiamato figlio del lavoratore, alleluia.
SALMO 94 Invito
a lodare Dio
(
Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Santa e dolce dimora,
dove Gesù fanciullo
nasconde la sua gloria!
Giuseppe addestra all'umile
arte del falegname
il Figlio dell'Altissimo.
Accanto a lui Maria
fa lieta la sua casa
di una limpida gioia.
La mano del Signore
li guida e li protegge
nei giorni della prova.
O famiglia di Nazareth,
esperta del soffrire,
dona al mondo la pace.
A te sia lode, o Cristo,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Buono è Dio con i giusti
e i puri di cuore, alleluia.
SALMO 72, 1-12 (I) Perché il
giusto soffre
Beato colui che non si scandalizza di me (Mt 11,6).
Quanto è buono Dio con i giusti, *
con gli uomini dal cuore puro!
Per poco non inciampavano i miei piedi, *
per un nulla vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti, *
vedendo la prosperità dei malvagi.
Non c'è sofferenza per essi, *
sano e pasciuto è il loro corpo.
Non conoscono l'affanno dei mortali *
e non sono colpiti come gli altri uomini.
Dell'orgoglio si fanno una collana *
e la violenza è il loro vestito.
Esce l'iniquità dal loro grasso, *
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
Scherniscono e parlano con malizia, *
minacciano dall'alto con prepotenza.
Levano la loro bocca fino al cielo *
e la loro lingua percorre la terra.
Perciò seggono in alto, *
non li raggiunge la piena delle acque.
Dicono: «Come può saperlo Dio? *
C'è forse conoscenza nell'Altissimo?».
Ecco, questi sono gli empi: *
sempre tranquilli, ammassano ricchezze.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Buono è Dio con i giusti
e i puri di cuore, alleluia.
2^ Antifona
I malvagi, che oggi ridono,
domani piangeranno.
SALMO 72, 13-20 (II) Perché il
giusto soffre
Beato colui che non si scandalizza di me (Mt 11,6).
Invano dunque ho conservato puro il mio cuore *
e ho lavato nell'innocenza le mie mani,
poiché sono colpito tutto il giorno, *
e la mia pena si rinnova ogni mattina.
Se avessi detto: «Parlerò come loro», *
avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
Riflettevo per comprendere: *
ma fu arduo agli occhi miei,
finché non entrai nel santuario di Dio *
e compresi qual è la loro fine.
Ecco, li poni in luoghi scivolosi, *
li fai precipitare in rovina.
Come sono distrutti in un istante, *
sono finiti, periscono di spavento!
Come un sogno al risveglio, Signore, *
quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
I malvagi, che oggi ridono,
domani piangeranno.
3^ Antifona
Chi si allontana da te perisce:
mio bene è stare vicino a Dio, alleluia.
SALMO 72,
21-28 (III) Supplica fiduciosa nell'afflizione
Padre nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23, 46).
Quando si agitava il mio cuore *
e nell'intimo mi tormentavo,
io ero stolto e non capivo, *
davanti a te stavo come una bestia.
Ma io sono con te sempre: *
tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai con il tuo consiglio *
e poi mi accoglierai nella tua gloria.
Chi altri avrò per me in cielo? *
Fuori di te nulla bramo sulla terra.
Vengono meno la mia carne e il mio cuore; †
ma la roccia del mio cuore è Dio, *
è Dio la mia sorte per sempre.
Ecco, perirà chi da te si allontana, *
tu distruggi chiunque ti è infedele.
Il mio bene è stare vicino a Dio: *
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio,
per narrare tutte le tue opere *
presso le porte della città di Sion.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Chi si allontana da te perisce:
mio bene è stare vicino a Dio, alleluia.
Versetto
V. Esultano il mio cuore e la mia
carne, alleluia,
R. nel Dio vivente, alleluia.
Prima Lettura
Dal libro dell'apocalisse di san
Giovanni, apostolo 13, 1-18
Le due bestie
Io, Giovanni vidi salire dal mare una
bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e
su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a
una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella
di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua
potestà grande. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua
piaga mortale fu guarita.
Allora la terra intera presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia e
gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e
adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia e chi può
combattere con essa?».
Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e
bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la
bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e
la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. Le fu permesso
di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni
stirpe, popolo, lingua e nazione. L'adorarono tutti gli abitanti della
terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel
libro della vita dell'Agnello immolato.
Chi ha orecchi, ascolti:
Colui che deve andare in prigionia,
andrà in prigionia;
colui che deve essere ucciso di spada
di spada sia ucciso. (Ger 15, 2).
In questo sta la costanza e la fede dei santi.
Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili
a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. Essa esercita
tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra
e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era
guarita. Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo
sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le era
permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti
della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata
ferita dalla spada ma si era riavuta. Le fu anche concesso di animare la
statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far
mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia.
Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi
ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno
potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della
bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha
intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome
d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.
Responsorio Ap 3, 5; Mt 10, 22
R. Il vincitore sarà vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo
nome dal libro della vita; * lo riconoscerò davanti al Padre mio e
davanti ai suoi angeli, alleluia.
V. Chi persevera sino alla fine sarà salvato;
R. lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli,
alleluia.
Seconda Lettura
Dal libro «Su lo Spirito Santo» di san Basilio Magno, vescovo
(Cap. 15, 35-36; PG 32, 130-131)
Lo Spirito dà la vita
Il Signore, che governa la nostra vita, ha istituito per noi il patto
del battesimo, espressione sia della morte che della vita. L'acqua dà
l'immagine della morte, lo Spirito invece ci dà la garanzia della vita.
Da ciò risulta evidente ciò che cercavano, cioè per quale motivo l'acqua
sia unita allo Spirito. Infatti nel battesimo sono due i fini che ci si
propone di raggiungere, l'uno che venga eliminato il corpo del peccato,
perché non abbia più a produrre frutti di morte, l'altro che si viva
dello Spirito e si ottenga così il frutto nella santificazione.
L'acqua ci offre l'immagine della morte accogliendo il corpo come in un
sepolcro. Lo Spirito, invece, immette una forza che vivifica, facendo
passare le nostre anime dalla morte alla vita piena. Questo è il
rinascere dall'acqua e dallo Spirito.
Mediante la tre immersioni e le altrettante invocazioni si compie il
grande mistero del battesimo: da una parte, viene espressa l'immagine
della morte e dall'altra l'anima di coloro che sono battezzati resta
illuminata per mezzo dell'insegnamento della scienza divina. Però se
nell'acqua vi è una grazia, questa non deriva di certo dalla natura
dell'acqua in quanto tale, ma dalla presenza e dall'azione dello
Spirito. Infatti il battesimo non è un'abluzione materiale, ma un titolo
di salvezza presentato a Dio da una buona coscienza.
Perciò il Signore, nel prepararci a quella vita che viene dalla
risurrezione, ci propone tutto un modo di vivere secondo il Vangelo.
Vuole che non ci adiriamo, che siamo pazienti nelle avversità e puri
dall'attaccamento ai piaceri, che i nostri costumi siano liberi
dall'amore del denaro. In tal modo ciò che nella vita futura si possiede
per condizione connaturale alla nuova esistenza, lo anticipiamo già qui
con le disposizioni della nostra anima.
Già qui per mezzo dello Spirito Santo veniamo riammessi in paradiso,
possiamo salire nel regno dei cieli, ritorniamo allo stato di adozione
di figli, ci viene dato il coraggio di chiamare Dio nostro Padre, di
compartecipare alle grazie di Cristo, di venire chiamati figli della
luce, di essere partecipi della gloria eterna e, in breve, di vivere
nella pienezza della benedizione. Tutto questo già ora come poi nel
tempo futuro. Contemplando come in uno specchio la grazia di quelle
ricchezze messe da parte per noi nelle promesse della fede, viviamo
nell'attesa di poterle godere.
Infatti se tale è il pegno, quale sarà il tesoro da possedere? E se le
primizie sono già così abbondanti, quale sarà la misura completa quando
tutto avrà raggiunto il traguardo finale?
Responsorio
R. Come la colomba, foriera di pace, uscì dall'arca e volò sulle acque
del diluvio, così dal cielo, sede della Chiesa raffigurata nell'arca, il
Donatore della pace divina, * lo Spirito Santo scende sulle acque per
liberare dall'antico peccato coloro che vengono battezzati, alleluia.
V. Meraviglioso sacramento dell'acqua! Qui gli uomini rinascono liberi
per la vita eterna:
R. lo Spirito Santo scende sulle acque per liberare dall'antico peccato
coloro che vengono battezzati, alleluia.
Orazione
O Dio, che
nella tua provvidenza hai chiamato l'uomo a cooperare con il lavoro al
disegno della creazione, fa' che per l'intercessione e l'esempio di san
Giuseppe siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi, e riceviamo la
ricompensa che ci prometti. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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