Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture 

30 SETTEMBRE
XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - SABATO
SAN GIROLAMO (m)
Sacerdote e Dottore della Chiesa
UFFICIO DELLE LETTURE


INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
 
Antifona
Venite, adoriamo Cristo Signore,
fonte di ogni sapienza.
 
SALMO 94  Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia
(Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra
(Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce
(Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere
(Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo »
(Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen
(Ant.).
 

Inno

Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuto nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.

In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.

O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona
Chi si fa piccolo come un bambino
sarà il più grande nel regno dei cieli.

SALMO 130  
Confidare in Dio come il bimbo nella madre 
Imparate da me che sono mite ed umile di cuore (Mt 11,29)

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore *
e non si leva con superbia il mio sguardo; 
non vado in cerca di cose grandi, *
superiori alle mie forze. 

Io sono tranquillo e sereno †
come bimbo svezzato in braccio a sua madre, *
come un bimbo svezzato è l'anima mia. 

Speri Israele nel Signore, *
ora e sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona
Chi si fa piccolo come un bambino
sarà il più grande nel regno dei cieli.

2^ Antifona
In sincerità e gioia, mio Dio,
offro a te tutti i tuoi doni.

SALMO 131, 1-10   (I)  Le promesse divine fatte a Davide
Il Signore gli darà il trono di Davide suo padre (Lc 1, 32).

Ricordati, Signore, di Davide, *
di tutte le sue prove, 
quando giurò al Signore, *
al Potente di Giacobbe fece voto: 

«Non entrerò sotto il tetto della mia casa, *
non mi stenderò sul mio giaciglio, 
non concederò sonno ai miei occhi *
né riposo alle mie palpebre, 

finché non trovi una sede per il Signore, *
una dimora per il Potente di Giacobbe». 

Ecco, abbiamo saputo che era in Efrata, *
l'abbiamo trovata nei campi di Iàar. 
Entriamo nella sua dimora, *
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. 

Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo, *
tu e l'arca della tua potenza. 
I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia, *
i tuoi fedeli cantino di gioia. 

Per amore di Davide tuo servo *
non respingere il volto del tuo consacrato.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

2^ Antifona
In sincerità e gioia, mio Dio,
offro a te tutti i tuoi doni.

3^ Antifona
Dio ha dato al Cristo il trono di Davide,
il suo regno sarà senza fine.

SALMO 131, 11-18  (II) Elezione di Davide e di Sion
Ora appunto ad Abramo e alla sua discendenza furono fatte le promesse ... cioè a Cristo (Gal 3, 16).
 

Il Signore ha giurato a Davide †
e non ritratterà la sua parola: *
«Il frutto delle tue viscere 
io metterò sul tuo trono! 

Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza †
e i precetti che insegnerò ad essi, *
anche i loro figli per sempre 
sederanno sul tuo trono». 

Il Signore ha scelto Sion, *
l'ha voluta per sua dimora: 
«Questo è il mio riposo per sempre; *
qui abiterò, perché l'ho desiderato. 

Benedirò tutti i suoi raccolti, *
sazierò di pane i suoi poveri. 
Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, *
esulteranno di gioia i suoi fedeli. 

Là farò germogliare la potenza di Davide, *
preparerò una lampada al mio consacrato. 
Coprirò di vergogna i suoi nemici, *
ma su di lui splenderà la corona».

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

3^ Antifona
Dio ha dato al Cristo il trono di Davide,
il suo regno sarà senza fine.

Versetto
V. Venite, ammirate le opere del Signore:
R. ha fatto cose stupende sulla terra.

Prima Lettura
Dal libro del profeta Ezechiele 47, 1-12

Visione dell'acqua che esce dal tempio
Un giorno l'angelo mi condusse all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro. Quell'uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un fiume che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non potersi passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell'uomo?».
Poi mi fece ritornare sulla sponda del fiume; voltandomi, vidi che sulla sponda dei fiume vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall'altra. Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono nell'Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono, risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Sulle sue rive vi saranno pescatori: da Engàddi a En-Eglaim vi sarà una distesa di reti. I pesci, secondo le loro specie, saranno abbondanti come i pesci del Mar Mediterraneo. Però le sue paludi e le sue lagune non saranno risanate: saranno abbandonate al sale. Lungo il fiume, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».

Responsorio  
 Cfr. Ez 47, 1. 9; Gv 4, 14
R. Vidi l'acqua uscire dal lato destro del tempio; * e tutti coloro ai quali giungerà quest'acqua, vivranno.
V. L'acqua che io darò diventerà in essi sorgente che zampilla per la vita eterna;
R. e tutti coloro ai quali giungerà quest'acqua, vivranno.

 
Seconda Lettura

Dal «Prologo al commento del Profeta Isaia» di san Girolamo, sacerdote
(Nn. 1. 2; CCL 73, 1-3)

L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo

Adempio al mio dovere, ubbidendo al comando di Cristo: «Scrutate le Scritture» (Gv 5, 39), e: «Cercate e troverete» (Mt 7, 7), per non sentirmi dire come ai Giudei: «Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture, né la potenza di Dio» (Mt 22, 29). Se, infatti, al dire dell'apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, colui che non conosce le Scritture, non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo.
Perciò voglio imitare il padre di famiglia, che dal suo tesoro sa trarre cose nuove e vecchie, e così anche la Sposa, che nel Cantico dei Cantici dice: O mio diletto, ho serbato per te il nuovo e il vecchio (cfr. Ct 7, 14 volg.). Intendo perciò esporre il profeta Isaia in modo da presentarlo non solo come profeta, ma anche come evangelista e apostolo. Egli infatti ha detto anche di sé quello che dice degli altri evangelisti: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi, che annunzia la pace» (Is 52, 7). E Dio rivolge a lui, come a un apostolo, la domanda: Chi manderò, e chi andrà da questo popolo? Ed egli risponde: Eccomi, manda me (cfr. Is 6, 8).
Ma nessuno creda che io voglia esaurire in poche parole l'argomento di questo libro della Scrittura che contiene tutti i misteri del Signore. Effettivamente nel libro di Isaia troviamo che il Signore viene predetto come l'Emmanuele nato dalla Vergine, come autore di miracoli e di segni grandiosi, come morto e sepolto, risorto dagli inferi e salvatore di tutte le genti. Che dirò della sua dottrina sulla fisica, sull'etica e sulla logica? Tutto ciò che riguarda le Sacre Scritture, tutto ciò che la lingua può esprimere e l'intelligenza dei mortali può comprendere, si trova racchiuso in questo volume.
Della profondità di tali misteri dà testimonianza lo stesso autore quando scrive: «Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dà a uno che sappia leggere, dicendogli: Leggilo. Ma quegli risponde: Non posso, perché è sigillato. Oppure si dà il libro a chi non sa leggere, dicendogli: Leggi, ma quegli risponde: Non so leggere» (Is 29, 11-12).
(Si tratta dunque di misteri che, come tali, restano chiusi e incomprensibili ai profani, ma aperti e chiari ai profeti. Se perciò dai il libro di Isaia ai pagani, ignari dei libri ispirati, ti diranno: Non so leggerlo, perché non ho imparato a leggere i testi delle Scritture. I profeti però sapevano quello che dicevano e lo comprendevano). Leggiamo infatti in san Paolo: «Le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti» (1 Cor 14, 32), perché sia in loro facoltà di tacere o di parlare secondo l'occorrenza.
I profeti, dunque, comprendevano quello che dicevano, per questo tutte le loro parole sono piene di sapienza e di ragionevolezza. Alle loro orecchie non arrivavano soltanto le vibrazioni della voce, ma la stessa parola di Dio che parlava nel loro animo. Lo afferma qualcuno di loro con espressioni come queste: L'angelo parlava in me (cfr. Zc 1, 9), e: (lo Spirito) «grida nei nostri cuori: Abbà, Padre» (Gal 4, 6), e ancora: «Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore» (Sal 84, 9).

Responsorio     Cfr. 2 Tm 3, 16-17; Pro 28, 7
R. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è utile per insegnare e formare alla giustizia. * Così l'uomo di Dio sarà completo e ben preparato per ogni opera buona.
V. Chi osserva la legge è un figlio sapiente.
R. Così l'uomo di Dio sarà completo e ben preparato per ogni opera buona


Orazione

O Dio, che hai dato a san Girolamo sacerdote una conoscenza viva e penetrante della Sacra Scrittura, fa' che il tuo popolo si nutra sempre più largamente della tua parola, e trovi in essa una sorgente di vita. Per il nostro Signore.


R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.

  

 

Sommario Liturgia


  www.maranatha.it

SESTRI LEVANTE (Genoa) Italy