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CATECHISMO DELLA
CHIESA CATTOLICA

Compendio

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357-433
La vocazione dell'uomo:
La vita nello Spirito

 
357. Come la vita morale cristiana è legata alla fede e ai Sacramenti?

1691-1698

Ciò che il Simbolo della fede professa, i Sacramenti lo comunicano. Infatti, con essi i fedeli ricevono la grazia di Cristo e i doni dello Spirito Santo, che li rendono capaci di vivere la nuova vita di figli di Dio nel Cristo accolto con la fede.

 


«Riconosci, o cristiano, la tua dignità» (san Leone Magno).
 

 

CAPITOLO PRIMO

LA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA

 

L'UOMO IMMAGINE DI DIO
 

358. Qual è la radice della dignità umana?

1699-1715

La dignità della persona umana si radica nella creazione ad immagine e somiglianza di Dio. Dotata di un'anima spirituale e immortale, d'intelligenza e di libera volontà la persona umana è ordinata a Dio e chiamata, con la sua anima e il suo corpo, alla beatitudine eterna.

 

LA NOSTRA VOCAZIONE ALLA BEATITUDINE

 

359. Come raggiunge l'uomo la beatitudine?

1716

L'uomo raggiunge la beatitudine in virtù della grazia di Cristo, che lo rende partecipe della vita divina. Cristo nel Vangelo indica ai suoi la strada che porta alla felicità senza fine: le Beatitudini. La grazia di Cristo opera anche in ogni uomo che, seguendo la retta coscienza, cerca e ama il vero e il bene, ed evita il male.

 

360. Perché le Beatitudini sono importanti per noi?

1716-1717; 1725-1726

Le Beatitudini sono al centro della predicazione di Gesù, riprendono e portano a perfezione le promesse di Dio, fatte a partire da Abramo. Dipingono il volto stesso di Gesù, caratterizzano l'autentica vita cristiana e svelano all'uomo il fine ultimo del suo agire: la beatitudine eterna.

 

361. In che rapporto sono le Beatitudini col desiderio di felicità dell'uomo?

1718-17l9

Esse rispondono all'innato desiderio di felicità che Dio ha posto nel cuore dell'uomo per attirarlo a sé e che solo lui può saziare.

 

362. Che cos'è la beatitudine eterna?

1720-1724; 1727-1729

È la visione di Dio nella vita eterna, in cui noi saremo pienamente «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4), della gloria di Cristo e del godimento della vita trinitaria. La beatitudine oltrepassa le capacità umane: è un dono soprannaturale e gratuito di Dio, come la grazia che ad essa conduce. La beatitudine promessa ci pone di fronte a scelte morali decisive riguardo ai beni terreni, stimolandoci ad amare Dio al di sopra di tutto.

 

LA LIBERTÀ DELL'UOMO

 

363. Che cos'è la libertà?

1730-1733; 1743-1744

È il potere donato da Dio all'uomo di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stesso azioni deliberate. La libertà caratterizza gli atti propriamente umani. Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. La libertà raggiunge la propria perfezione quando è ordinata a Dio, sommo Bene e nostra Beatitudine. La libertà implica anche la possibilità di scegliere tra il bene e il male. La scelta del male è un abuso della libertà, che conduce alla schiavitù del peccato.

 

364. Quale relazione esiste tra libertà e responsabilità?

1734-1737; 1745-1746

La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti nella misura in cui sono volontari, anche se l'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite e talvolta annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza subita, dal timore, dagli affetti smodati, dalle abitudini.

 

365. Perché ogni uomo ha diritto all'esercizio della libertà?

1738; 1747

Il diritto all'esercizio della libertà è proprio d'ogni uomo, in quanto è inseparabile dalla sua dignità di persona umana. Pertanto tale diritto va sempre rispettato, particolarmente in campo morale e religioso, e deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e del giusto ordine pubblico.

 

366. Come si colloca la libertà umana nell'ordine della salvezza?

1739-1742; 1748

La nostra libertà è indebolita a causa del primo peccato. L'indebolimento è reso più acuto dai peccati successivi. Ma Cristo «ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5, 1). Con la sua grazia lo Spirito Santo ci conduce alla libertà spirituale, per farci suoi liberi collaboratori nella Chiesa e nel mondo.

 

367. Quali sono le fonti della moralità degli atti umani?

1749-1754; 1757-1758

La moralità degli atti umani dipende da tre fonti: dall'oggetto scelto, ossia un bene vero o apparente; dall'intenzione del soggetto che agisce, e cioè dal fine per cui egli compie l'azione; dalle circostanze dell'azione, ivi comprese le conseguenze.

 

368. Quando l'atto è moralmente buono?

1755-1756; 1759-1760

L'atto è moralmente buono quando suppone ad un tempo la bontà dell'oggetto, del fine e delle circostanze. L'oggetto scelto può da solo viziare tutta un'azione, anche se l'intenzione è buona. Non è lecito compiere il male perché ne derivi un bene. Un fine cattivo può corrompere l'azione, anche se il suo oggetto, in sé, è buono. Invece un fine buono non rende buono un comportamento che per il suo oggetto è cattivo, in quanto il fine non giustifica i mezzi. Le circostanze possono attenuare o aumentare la responsabilità di chi agisce, ma non possono modificare la qualità morale degli atti stessi, non rendono mai buona un'azione in sé cattiva.

 

369. Vi sono atti che sono sempre illeciti?

1756; 1761

Vi sono atti, la cui scelta è sempre illecita a motivo del loro oggetto (ad esempio la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio). La loro scelta comporta un disordine della volontà, cioè un male morale, che non può essere giustificato con il ricorso ai beni che eventualmente ne potrebbero derivare.

 

LA MORALITÀ DELLE PASSIONI
 

370. Che cosa sono le passioni?

1762-1766; 1771-1772

Le passioni sono gli affetti, le emozioni o i moti della sensibilità - componenti naturali della psicologia umana - che spingono ad agire o a non agire in vista di ciò che è percepito come buono o come cattivo. Le principali sono l'amore e l'odio, il desiderio e il timore, la gioia, la tristezza, la collera. Passione precipua è l'amore, provocato dall'attrattiva del bene. Non si ama che il bene, vero o apparente.

 

371. Le passioni sono moralmente buone o cattive?

1767-1770; 1773-1775

Le passioni, in quanto moti della sensibilità, non sono né buone né cattive in se stesse: sono buone quando contribuiscono ad un'azione buona; sono cattive in caso contrario. Esse possono essere assunte nelle virtù o pervertite nei vizi.

 

LA COSCIENZA MORALE

 

372. Che cos'è la coscienza morale?

1776-1780; 1795-1797

La coscienza morale, presente nell'intimo della persona, è un giudizio della ragione, che, al momento opportuno, ingiunge all'uomo di compiere il bene e di evitare il male. Grazie ad essa, la persona umana percepisce la qualità morale di un atto da compiere o già compiuto, permettendole di assumerne la responsabilità. Quando ascolta la coscienza morale, l'uomo prudente può sentire la voce di Dio che gli parla.

 

373. Che cosa implica la dignità della persona nei confronti della coscienza morale?

1780-1782; 1798

La dignità della persona umana implica la rettitudine della coscienza morale (che cioè sia in accordo con ciò che è giusto e buono secondo la ragione e la Legge divina). A motivo della stessa dignità personale, l'uomo non deve essere costretto ad agire contro coscienza e non si deve neppure impedirgli, entro i limiti del bene comune, di operare in conformità ad essa, soprattutto in campo religioso.

 

374. Come si forma la coscienza morale perché sia retta e veritiera?

1783-1788; 1799-1800

La coscienza morale retta e veritiera si forma con l'educazione, con l'assimilazione della Parola di Dio e dell'insegnamento della Chiesa. È sorretta dai doni dello Spirito Santo e aiutata dai consigli di persone sagge. Inoltre giovano molto alla formazione morale la preghiera e l'esame di coscienza.

 

375. Quali norme la coscienza deve sempre seguire?

1789

Ce ne sono tre più generali: 1) non è mai consentito fare il male perché ne derivi un bene; 2) la cosiddetta Regola d'oro: « Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Mt 7,12); 3) la carità passa sempre attraverso il rispetto del prossimo e della sua coscienza, anche se questo non significa accettare come un bene ciò che è oggettivamente un male.

 

376. La coscienza morale può emettere giudizi erronei?

1790-1794; 1801-1802

La persona deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza, ma può emettere anche giudizi erronei, per cause non sempre esenti da colpevolezza personale. Non è però imputabile alla persona il male compiuto per ignoranza involontaria, anche se esso resta oggettivamente un male. È quindi necessario adoperarsi per correggere la coscienza morale dai suoi errori.

 

LE VIRTÙ

 

377. Che cos'è la virtù?

1803,1833

La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene. «Il fine di una vita virtuosa consiste nel divenire simile a Dio» (san Gregorio di Nissa). Vi sono virtù umane e virtù teologali.

 

378. Che cosa sono le virtù umane?

1804; 1810-1811; 1834,1839

Le virtù umane sono perfezioni abituali e stabili dell'intelligenza e della volontà, che regolano i nostri atti, ordinano le nostre passioni e indirizzano la nostra condotta in conformità alla ragione e alla fede. Acquisite e rafforzate per mezzo di atti moralmente buoni e ripetuti, sono purificate ed elevate dalla grazia divina.

 

379. Quali sono le virtù umane principali?

1805; 1834

Sono le virtù denominate cardinali, che raggruppano tutte le altre e che costituiscono i cardini della vita virtuosa. Esse sono: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.

 

380. Che cos'è la prudenza?

1806; 1835

La prudenza dispone la ragione a discernere, in ogni circostanza, il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per attuarlo. Essa guida le altre virtù, indicando loro regola e misura.

 

381. Che cos'è la giustizia?

1807; 1836

La giustizia consiste nella volontà costante e ferma di dare agli altri ciò che è loro dovuto. La giustizia verso Dio è chiamata «virtù della religione».

 

382. Che cos'è la fortezza?

1808; 1837

La fortezza assicura la fermezza nelle difficoltà e la costanza nella ricerca del bene, giungendo fino alla capacità dell'eventuale sacrificio della propria vita per una giusta causa.

 

383. Che cos'è la temperanza?

1809; 1838

La temperanza modera l'attrattiva dei piaceri, assicura il dominio della volontà sugli istinti e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati.

 

384. Che cosa sono le virtù teologali?

1812-1813; 1840-1841

Sono le virtù che hanno come origine, motivo e oggetto immediato Dio stesso. Infuse nell'uomo con la grazia santificante, esse rendono capaci di vivere in relazione con la Trinità e fondano e animano l'agire morale del cristiano, vivificando le virtù umane. Sono il pegno della presenza e dell'azione dello Spirito Santo nelle facoltà dell'essere umano.

 

385. Quali sono le virtù teologali?

1813

Le virtù teologali sono la fede, la speranza e la carità.

 

386. Che cos'è la fede?

1814-1816; 1842

La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo a Dio e a tutto ciò che egli ci ha rivelato e che la Chiesa ci propone di credere, perché Dio è la stessa Verità. Con la fede l'uomo si abbandona a Dio liberamente. Perciò colui che crede cerca di conoscere e fare la volontà di Dio, perché «la fede opera per mezzo della carità» (Gal 5,6).

 

387. Che cos'è la speranza?

1817-1821; 1843

La speranza è la virtù teologale per la quale noi desideriamo e aspettiamo da Dio la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci all'aiuto della grazia dello Spirito Santo per meritarla e perseverare sino alla fine della vita terrena.

 

388. Che cos'è la carità?

1822-1829; 1844

La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio al di sopra di tutto e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. Gesù fa di essa il comandamento nuovo, la pienezza della Legge. Essa è «il vincolo della perfezione» (Col 3,14) e il fondamento delle altre virtù, che anima, ispira e ordina: senza di essa «io non sono nulla» e «niente mi giova» (1 Cor 13,1-3).

 

389. Che cosa sono i doni dello Spirito Santo?

1830-1831; 1845

I doni dello Spirito Santo sono disposizioni permanenti che rendono l'uomo docile a seguire le ispirazioni divine. Essi sono sette: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio.

 

390. Che cosa sono i frutti dello Spirito Santo?

1832

I frutti dello Spirito Santo sono perfezioni plasmate in noi come primizie della gloria eterna. La tradizione della Chiesa ne enumera dodici: «Amore, gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà, modestia, continenza, castità» (Gal 5,22-23 volg.).

 

IL PECCATO
 

391. Che cosa comporta per noi l'accoglienza della misericordia di Dio?

1846-1848; 1870

Essa comporta che riconosciamo le nostre colpe, pentendoci dei nostri peccati. Dio stesso con la sua Parola e il suo Spirito svela i nostri peccati, ci dona la verità della coscienza e la speranza del perdono.

 

392. Che cos'è il peccato?

1849-1851; 1871-1872

Il peccato è «una parola, un atto o un desiderio contrari alla Legge eterna» (sant'Agostino). È un'offesa a Dio, nella disobbedienza al suo amore. Esso ferisce la natura dell'uomo e attenta alla solidarietà umana. Cristo nella sua Passione svela pienamente la gravità del peccato e lo vince con la sua misericordia.

 

393. Esiste una varietà dei peccati?

1852-1853; 1873

La varietà dei peccati è grande. Essi possono essere distinti secondo il loro oggetto o secondo le virtù o i comandamenti ai quali si oppongono. Possono riguardare direttamente Dio, il prossimo o noi stessi. E possibile inoltre distinguerli in peccati di pensiero, di parola, di azione e di omissione.

 

394. Come si distingue il peccato, quanto alla gravità?

1854

Si distingue in peccato mortale e veniale

 

395. Quando si commette il peccato mortale?

1855-1861; 1874

Si commette il peccato mortale quando ci sono nel contempo materia grave, piena consapevolezza e deliberato consenso. Questo peccato distrugge in noi la carità, ci priva della grazia santificante, ci conduce alla morte eterna dell'inferno se non ci si pente. Viene perdonato in via ordinaria mediante i Sacramenti del Battesimo e della Penitenza o Riconciliazione.

 

396. Quando si commette il peccato veniale?

1862-1864; 1875

Il peccato veniale, che si differenzia essenzialmente dal peccato mortale, si commette quando si ha materia leggera, oppure anche grave, ma senza piena consapevolezza o totale consenso. Esso non rompe l'alleanza con Dio, ma indebolisce la carità; manifesta un affetto disordinato per i beni creati; ostacola i progressi dell'anima nell'esercizio delle virtù e nella pratica del bene morale; merita pene purificatorie temporali.

 

397. Come prolifera in noi il peccato?

1865,1876

Il peccato trascina al peccato, e la sua ripetizione genera il vizio.

 

398. Che cosa sono i vizi?

1866-1867

I vizi, essendo il contrario delle virtù, sono abitudini perverse che ottenebrano la coscienza e inclinano al male. I vizi possono essere collegati ai sette peccati cosiddetti capitali, che sono: superbia, avarizia, invidia, ira, lussuria, golosità, pigrizia o accidia.

 

399. Esiste una nostra responsabilità nei peccati commessi da altri?

1868

Esiste questa responsabilità, quando vi cooperiamo colpevol-mente.

 

400. Che cosa sono le strutture di peccato?

1869

Sono situazioni sociali o istituzioni contrarie alla legge divina, espressione ed effetto di peccati personali.

 

CAPITOLO SECONDO

LA COMUNITÀ UMANA

 

LA PERSONA E LA SOCIETÀ

 

401. In che cosa consiste la dimensione sociale dell'uomo?

1877-1880; 1890-1891

Insieme alla chiamata personale alla beatitudine, l'uomo ha la dimensione sociale come componente essenziale della sua natura e della sua vocazione. Infatti: tutti gli uomini sono chiamati al medesimo fine, Dio stesso; esiste una certa somiglianza tra la comunione delle Persone divine e la fraternità che gli uomini devono instaurare tra loro nella verità e nella carità; l'amore del prossimo è inseparabile dall'amore per Dio.

 

402. Qual è il rapporto tra la persona e la società?

1881-1882; 1892-1893

Principio, soggetto e fine di tutte le istituzioni sociali è e deve essere la persona. Alcune società, quali la famiglia e la comunità civica, sono ad essa necessarie. Sono utili anche altre associazioni, tanto all'interno delle comunità politiche quanto sul piano internazionale, nel rispetto del principio di sussidiarietà.

 

403. Che cosa indica il principio di sussidiarietà?

1883-1885; 1894

Tale principio indica che una società di ordine superiore non deve assumere il compito spettante a una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità.

 

404. Che cos'altro richiede un'autentica convivenza umana?

1886.1889; 1895-1896

Richiede di rispettare la giustizia e la giusta gerarchia dei valori, come pure di subordinare le dimensioni materiali e istintive a quelle interiori e spirituali. In particolare, là dove il peccato perverte il clima sociale, occorre far appello alla conversione dei cuori e alla grazia di Dio, per ottenere cambiamenti sociali che siano realmente al servizio di ogni persona e di tutta la persona. La carità, che esige e rende capaci della pratica della giustizia, è il più grande comandamento sociale.

 

LA PARTECIPAZIONE ALLA VITA SOCIALE

 

405. Su che cosa si fonda l'autorità nella società?

1897-1902; 1918-1920

Ogni comunità umana ha bisogno di un'autorità legittima, che assicuri l'ordine e contribuisca all'attuazione del bene comune. Tale autorità trova il proprio fondamento nella natura umana, perché corrisponde all'ordine stabilito da Dio.

 

406. Quando l'autorità è esercitata in modo legittimo?

1903-1904; 1921-1922

L'autorità è esercitata in modo legittimo quando agisce per il bene comune e per conseguirlo usa mezzi moralmente leciti. Perciò i regimi politici devono essere determinati dalla libera decisione dei cittadini e devono rispettare il principio dello «Stato di diritto», nel quale è sovrana la legge, e non la volontà arbitraria degli uomini. Le leggi ingiuste e le misure contrarie all'ordine morale non sono obbliganti per le coscienze.

 

407. Che cos'è il bene comune?

1905-1906; 1924

Per bene comune si intende l'insieme di quelle condizioni di vita sociale che permettono ai gruppi e ai singoli di realizzare la propria perfezione.

 

408. Che cosa comporta il bene comune?

1907-1909; 1925

Il bene comune comporta: il rispetto e la promozione dei diritti fondamentali della persona; lo sviluppo dei beni spirituali e temporali delle persone e della società; la pace e la sicurezza di tutti.

 

409. Dove si realizza in maniera più rilevante il bene comune?

1910-1912; 1927

La realizzazione più completa del bene comune si trova in quelle comunità politiche, che difendono e promuovono il bene dei cittadini e dei ceti intermedi, senza dimenticare il bene universale della famiglia umana.

 

410. Come l'uomo partecipa alla realizzazione del bene comune?

1913-1917; 1926

Ogni uomo, secondo il posto e il ruolo che ricopre, partecipa a promuovere il bene comune, rispettando le leggi giuste e facendosi carico dei settori di cui ha la responsabilità personale, quali la cura della propria famiglia e l'impegno nel proprio lavoro. I cittadini inoltre, per quanto è possibile, devono prendere parte attiva alla vita pubblica.

 

LA GIUSTIZIA SOCIALE

 

411. Come la società assicura la giustizia sociale?

1928-1933; 1943-1944

La società assicura la giustizia sociale quando rispetta la dignità e i diritti della persona, fine proprio della società stessa. Inoltre la società persegue la giustizia sociale, che è connessa con il bene comune e l'esercizio dell'autorità, quando realizza le condizioni che consentono alle associazioni e agli individui di conseguire ciò a cui hanno diritto.

 

412. Su che cosa si fonda l'uguaglianza tra gli uomini?

1934-1935; 1945

Tutti gli uomini godono di eguale dignità e diritti fondamentali, in quanto, creati a immagine dell'unico Dio e dotati di una medesima anima razionale, hanno la stessa natura e origine, e sono chiamati, in Cristo unico salvatore, alla medesima beatitudine divina.

 

413. Come valutare le disuguaglianze tra gli uomini?

1936-1938; 1946-1947

Ci sono delle disuguaglianze inique, economiche e sociali, che colpiscono milioni di esseri umani; esse sono in aperto contrasto con il Vangelo, contrarie alla giustizia, alla dignità delle persone, alla pace. Ma ci sono anche differenze tra gli uomini, causate da vari fattori, che rientrano nel piano di Dio. Infatti, Egli vuole che ciascuno riceva dagli altri ciò di cui ha bisogno, e che coloro che hanno «talenti» particolari li condividano con gli altri. Tali differenze incoraggiano e spesso obbligano le persone alla magnanimità, alla benevolenza e alla condivisione, e spingono le culture a mutui arricchimenti.

 

414. Come si esprime la solidarietà umana?

1939-1942; 1948

La solidarietà, che scaturisce dalla fraternità umana e cristiana, si esprime anzitutto nella giusta ripartizione dei beni, nella equa remunerazione del lavoro e nell'impegno per un ordine sociale più giusto. La virtù della solidarietà attua anche la condivisione dei beni spirituali della fede, ancor più importanti di quelli materiali.

 

CAPITOLO TERZO

LA SALVEZZA DI DIO: LA LEGGE E LA GRAZIA

 

LA LEGGE MORALE

 

415. Che cos'è la legge morale?

1954-1959; 1978-1979

La legge morale è opera della Sapienza divina. Prescrive all'uomo le vie, le norme di condotta che conducono alla beatitudine promessa e vietano le strade che allontanano da Dio.

 

416. In che cosa consiste la legge morale naturale?

1960

La legge naturale, iscritta dal Creatore nel cuore di ogni uomo, consiste in una partecipazione alla sapienza e alla bontà di Dio ed esprime il senso morale originario, che permette all'uomo di discernere, per mezzo della ragione, il bene e il male. Essa è universale e immutabile e pone la base dei doveri e dei diritti fondamentali della persona, nonché della comunità umana e della stessa legge civile.

 

417. È percepita da tutti tale legge?

1961-1962; 1980-1981

A causa del peccato, la legge naturale non sempre e non da tutti viene percepita con uguale chiarezza e immediatezza.

 


Per questo Dio « ha scritto sulle tavole della Legge quanto gli uomini non riuscivano a leggere nei loro cuori» (sant'Agostino).
 

 

418. Qual è il rapporto tra la legge naturale e la Legge antica?

1963-1964; 1982

La Legge antica è il primo stadio della Legge rivelata. Essa esprime molte verità che sono naturalmente accessibili alla ragione e che si trovano così affermate e autenticate nelle Alleanze della salvezza. Le sue prescrizioni morali, che sono riassunte nei Dieci Comandamenti del Decalogo, pongono i fondamenti della vocazione dell'uomo, vietano ciò che è contrario all'amore di Dio e del prossimo, e prescrivono ciò che gli è essenziale.

 

419. Come si colloca la Legge antica nel piano della salvezza?

1963-1964; 1982

La Legge antica permette di conoscere molte verità accessibili alla ragione, indica ciò che si deve o non si deve fare, e soprattutto, come fa un saggio pedagogo, prepara e dispone alla conversione e all'accoglienza del Vangelo. Tuttavia, pur essendo santa, spirituale e buona, la Legge antica è ancora imperfetta, poiché non dona da se stessa la forza e la grazia dello Spirito per osservarla.

 

420. Che cos'è la nuova Legge o Legge evangelica?

1965-1972; 1983-1985

La nuova Legge o Legge evangelica, proclamata e realizzata da Cristo, è la pienezza e il compimento della Legge divina, naturale e rivelata. Essa è riassunta nel comandamento di amare Dio e il prossimo, e di amarci come Cristo ci ha amato; è anche una realtà interiore all'uomo: la grazia dello Spirito Santo che rende possibile un tale amore. È «la legge della libertà» (Gc 1,25), perché porta ad agire spontaneamente sotto l'impulso della carità.

 


«La nuova legge è principalmente la stessa grazia dello Spirito Santo, che è data ai credenti in Cristo» (san Tommaso d' Aquino).
 

  

421. Dove si trova la Legge nuova?

1971-1974; 1986

La Legge nuova si trova in tutta la vita e la predicazione di Cristo e nella catechesi morale degli Apostoli: il Discorso della Montagna ne è la principale espressione.

 

GRAZIA E GIUSTIFICAZIONE

 

422. Che cos'è la giustificazione?

1987-1995; 2017-2020

La giustificazione è l'opera più eccellente dell'amore di Dio. È l'azione misericordiosa e gratuita di Dio, che cancella i nostri peccati e ci rende giusti e santi in tutto il nostro essere. Ciò avviene per mezzo della grazia dello Spirito Santo, che ci è stata meritata dalla passione di Cristo e ci è donata nel Battesimo. La giustificazione dà inizio alla libera risposta dell'uomo, cioè alla fede in Cristo e alla collaborazione con la grazia dello Spirito Santo.

 

423. Che cos'è la grazia che giustifica?

1996-1998, 2005; 2021

La grazia è il dono gratuito che Dio ci dà per renderci partecipi della sua vita trinitaria e capaci di agire per amor suo, È chiamata grazia abituale, o santificante o deificante, perché ci santifica e ci divinizza. È soprannaturale, perché dipende interamente dall'iniziativa gratuita di Dio e supera le capacità dell'intelligenza e delle forze dell'uomo. Sfugge quindi alla nostra esperienza.

 

424. Quali altri tipi di grazia ci sono?

1999-2000; 2003-2004; 2023-2024

Oltre alla grazia abituale, ci sono: le grazie attuali (doni circostanziati); le grazie sacramentali (doni propri di ciascun sacramento); le grazie speciali o carismi (aventi come fine il bene comune della Chiesa), tra cui le grazie di stato, che accompagnano l'esercizio dei ministeri ecclesiali e delle responsabilità della vita.

 

425. Qual è il rapporto tra la grazia e la libertà dell'uomo?

2001-2002

La grazia previene, prepara e suscita la libera risposta dell'uomo. Essa risponde alle profonde aspirazioni della libertà umana, la invita a cooperare e la conduce alla sua perfezione

 

426. Che cos'è il merito?

2006-2009; 2025-2027

Il merito è ciò che dà diritto alla ricompensa per un'azione buona. Nei confronti di Dio, l'uomo, di per sé, non può meritare nulla, avendo tutto da lui gratuitamente ricevuto. Tuttavia, Dio gli dona la possibilità di acquistare meriti per l'unione alla carità di Cristo, sorgente dei nostri meriti davanti a Dio. I meriti delle opere buone devono perciò essere attribuiti anzitutto alla grazia di Dio e poi alla libera volontà dell'uomo,

 

427. Quali beni possiamo meritare?

2006-2009; 2025-2027

Sotto la mozione dello Spirito Santo possiamo meritare, per noi stessi e per gli altri, le grazie utili per santificarci e per giungere alla vita eterna, come pure i beni temporali a noi convenienti secondo il disegno di Dio. Nessuno può meritare la grazia prima, quella che sta all'origine della conversione e della giustificazione.

 

428. Siamo tutti chiamati alla santità cristiana?

2012-2016; 2028-2029

Tutti i fedeli sono chiamati alla santità cristiana. Essa è pienezza della vita cristiana e perfezione della carità, e si attua nell'unione intima con Cristo, e, in lui, con la Santissima Trinità. Il cammino di santificazione del cristiano, dopo essere passato attraverso la Croce, avrà il suo compimento nella Risurrezione finale dei giusti, nella quale Dio sarà tutto in tutte le cose.

 

LA CHIESA, MADRE E MAESTRA

 

429. In qual modo la Chiesa nutre la vita morale del cristiano?

2030-2031; 2047

La Chiesa è la comunità dove il cristiano accoglie la Parola di Dio e gli insegnamenti della «Legge di Cristo» (Gal 6,2); riceve la grazia dei sacramenti; si unisce all'offerta eucaristica di Cristo, in modo che la sua vita morale sia un culto spirituale; apprende l'esempio di santità della Vergine Maria e dei Santi.

 

430. Perché il Magistero della Chiesa interviene nel campo morale?

2032-2040; 2049-2051

Perché è compito del Magistero della Chiesa predicare la fede da credere e da praticare nella vita. Tale compito si estende anche alle prescrizioni specifiche della legge naturale, perché la loro osservanza è necessaria per la salvezza.

 

431. Quali finalità hanno i precetti della Chiesa?

2041; 2048

I cinque precetti della Chiesa hanno come fine di garantire ai fedeli il minimo indispensabile dello spirito di preghiera, della vita sacramentale, dell'impegno morale e della crescita dell'amore di Dio e del prossimo.

 

432. Quali sono i precetti della Chiesa?

2042-2043

Essi sono: 1) partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate e rimanere liberi da lavori e da attività che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni; 2) confessare i propri peccati, ricevendo il Sacramento della Riconciliazione almeno una volta all'anno; 3) accostarsi al Sacramento dell'Eucaristia almeno a Pasqua; 4) astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa; 5) sovvenire alle necessità materiali della Chiesa, ciascuno secondo le proprie possibilità.
 

433. Perché la vita morale dei cristiani è indispensabile per l'annunzio del Vangelo?

2044-2046

Perché con la loro vita conforme al Signore Gesù i cristiani attirano gli uomini alla fede nel vero Dio, edificano la Chiesa, informano il mondo con lo spirito del Vangelo e affrettano la venuta del Regno di Dio.

  

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