TEMPO DI AVVENTO - 22 DICEMBRE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Vicino è il Signore:
venite, adoriamo.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Adoriamo il mistero
del Cristo redentore,
nato da Maria Vergine;
nel suo grembo purissimo
egli si è fatto uomo
per divino consiglio.
Maria, piena di grazia,
intatta, sempre vergine,
è il tempio dell’Altissimo.
Come sole che sorge,
come sposo dal talamo,
Dio viene a salvarci.
O luce, che risplende
nella notte del mondo,
vinci le nostre tenebre.
O Gesù, re di gloria,
mediatore per gli uomini,
da’ il perdono e la pace.
A te sia lode, o Cristo,
al Padre ed allo Spirito
ora e sempre nei secoli. Amen.
1^ Antifona
La tua destra, Signore,
e la luce del tuo volto
hanno salvato i nostri padri.
SALMO 43, 2-9 (I) Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù
di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, †
i nostri padri ci hanno raccontato
l'opera che hai compiuto ai loro giorni, *
nei tempi antichi.
Tu, per piantarli, con la tua mano
hai sradicato le genti, *
per far loro posto, hai distrutto i popoli.
Poiché non con la spada conquistarono la terra, *
né fu il loro braccio a salvarli;
ma il tuo braccio e la tua destra
e la luce del tuo volto, *
perché tu li amavi.
Sei tu il mio re, Dio mio, *
che decidi vittorie per Giacobbe.
Per te abbiamo respinto i nostri avversari, *
nel tuo nome abbiamo annientato
i nostri aggressori.
Infatti nel mio arco non ho confidato *
e non la mia spada mi ha salvato,
ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, *
hai confuso i nostri nemici.
In Dio ci gloriamo ogni giorno, *
celebrando senza fine il tuo nome.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
La tua destra, Signore,
e la luce del tuo volto
hanno salvato i nostri padri.
2^ Antifona
Il Signore non vi nasconde il suo volto,
se voi tornate a lui.
SALMO 43, 10-17 (II) Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù
di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, *
e più non esci con le nostre schiere.
Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari *
e i nostri nemici ci hanno spogliati.
Ci hai consegnato come pecore da macello, *
ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.
Hai venduto il tuo popolo per niente, *
sul loro prezzo non hai guadagnato.
Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, *
scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.
Ci hai resi la favola dei popoli, *
su di noi le nazioni scuotono il capo.
L'infamia mi sta sempre davanti *
e la vergogna copre il mio volto
per la voce di chi insulta e bestemmia, *
davanti al nemico che brama vendetta.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Il Signore non vi nasconde il suo volto,
se voi tornate a lui.
3^ Antifona
Dèstati, Signore,
non respingerci per sempre.
SALMO 43, 18-27 (III) Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù
di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
Tutto questo ci è accaduto †
e non ti avevamo dimenticato, *
non avevamo tradito la tua alleanza.
Non si era volto indietro il nostro cuore, *
i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;
ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli *
e ci hai avvolti di ombre tenebrose.
Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio *
e teso le mani verso un dio straniero,
forse che Dio non lo avrebbe scoperto, *
lui che conosce i segreti del cuore?
Per te ogni giorno siamo messi a morte, *
stimati come pecore da macello.
Svégliati, perché dormi, Signore? *
Dèstati, non ci respingere per sempre.
Perché nascondi il tuo volto, *
dimentichi la nostra miseria e oppressione?
Poiché siamo prostrati nella polvere, *
il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto; *
salvaci per la tua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Dèstati, Signore,
non respingerci per sempre.
Versetto
V. Ascoltate, popoli, la parola del Signore,
R. annunziatela sino ai confini della terra.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia 49, 14 - 50, 1
La restaurazione di Sion
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio del suo seno?
Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse,
io invece non ti dimenticherò mai.
Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani,
le tue mura sono sempre davanti a me.
I tuoi costruttori accorrono,
i tuoi distruttori e i tuoi devastatori
si allontanano da te.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si radunano, vengono a te.
«Com'è vero ch'io vivo — oracolo del Signore —
ti vestirai di tutti loro come di ornamento,
te ne ornerai come una sposa».
Poiché le tue rovine e le tue devastazioni
e il tuo paese desolato
saranno ora troppo angusti per i tuoi abitanti,
benché siano lontani i tuoi divoratori.
Di nuovo ti diranno agli orecchi
i figli di cui fosti privata:
«Questo spazio è per me troppo angusto;
scostati, che mi possa adagiare».
Tu penserai:
«Chi mi ha generato costoro?
Io ero priva di figli e sterile;
questi chi li ha allevati?
Ecco, ero rimasta sola
e costoro dove erano?».
Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io farò cenno con la mano ai popoli,
per le nazioni isserò il mio vessillo.
Riporteranno i tuoi figli in braccio,
le tue figlie saran portate sulle spalle.
I re saranno i tuoi tutori,
le loro principesse tue nutrici.
Con la faccia a terra essi si prostreranno davanti a te,
baceranno la polvere dei tuoi piedi;
allora tu saprai che io sono il Signore
e che non saranno delusi quanti sperano in me».
Si può forse strappare la preda al forte?
Oppure può un prigioniero sfuggire al tiranno?
Eppure dice il Signore:
«Anche il prigioniero sarà strappato al forte,
la preda sfuggirà al tiranno.
Io avverserò i tuoi avversari;
io salverò i tuoi figli.
Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori,
si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto.
Allora ogni uomo saprà
che io sono il Signore, tuo salvatore,
io il tuo redentore e il Forte di Giacobbe».
Dice il Signore:
«Dov'è il documento di ripudio
di vostra madre, con cui l'ho scacciata?
Oppure a quale dei miei creditori
io vi ho venduti?
Ecco, per le vostre iniquità siete stati venduti,
per le vostre scelleratezze
è stata scacciata vostra madre».
Responsorio Is 49, 15; cfr. Sal 26, 10
R. Può una donna dimenticare il suo bambino, non sentire pietà
per il figlio delle sue viscere? * Anche se vi fosse una donna
che si dimenticasse, io non ti dimenticherò mai, dice il
Signore.
V. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi
ha raccolto.
R. Anche se vi fosse una donna che si dimenticasse, io non ti
dimenticherò mai, dice il Signore.
Seconda Lettura
Dal «Commento su san Luca» di san Beda il Venerabile, sacerdote
(1, 46-55; CCL 120, 37-39)
Magnificat
«E Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio
spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1, 46). Dice: il
Signore mi ha innalzato con un dono così grande e così inaudito
che non è possibile esprimerlo con nessun linguaggio: a stento
lo può comprendere il cuore nel profondo. Levo quindi un inno di
ringraziamento con tutte le forze della mia anima e mi do, con
tutto quello che vivo e sento e comprendo, alla contemplazione
della grandezza senza fine di Dio, poiché il mio spirito si
allieta della eterna divinità di quel medesimo Gesù, cioè del
Salvatore, di cui il mio seno è reso fecondo con una concezione
temporale.
«Perché ha fatto in me cose grandi l'Onnipotente, e santo è il
suo nome» (cfr. Lc 1, 49). Si ripensi all'inizio del cantico
dove è detto: «L'anima mia magnifica il Signore». Davvero solo
quell'anima a cui il Signore si è degnato di fare grandi cose
può magnificarlo con lode degna ed esortare quanti sono
partecipi della medesima promessa e del medesimo disegno di
salvezza: Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il
suo nome (cfr. Sal 33, 4). Chi trascurerà di magnificare, per
quanto sta in lui, il Signore che ha conosciuto e di santificare
il nome, «sarà considerato il minimo nel regno dei cieli» (Mt 5,
19).
Il suo nome poi è detto santo perché con il fastigio della sua
singolare potenza trascende ogni creatura ed è di gran lunga al
di là di tutto quello che ha fatto.
«Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua
misericordia» (Lc 1, 54). Assai bene dice Israele servo del
Signore, cioè ubbidiente e umile, perché da lui fu accolto per
essere salvato, secondo quanto dice Osea: Israele è mio servo e
io l'ho amato (cfr. Os 11, 1). Colui infatti che disdegna di
umiliarsi non può certo essere salvato né dire con il profeta:
«Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore mi sostiene» (Sal 53, 6)
e: Chiunque diventerà piccolo come un bambino, sarà il più
grande nel regno dei cieli (cfr. Mt 18, 4).
«Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua
discendenza, per sempre» (Lc 1, 55). Si intende la discendenza
spirituale, non carnale, di Abramo; sono compresi, cioè, non
solo i generati secondo la carne, ma anche coloro che hanno
seguito le orme della sua fede, sia nella circoncisione sia
nell'incirconcisione. Anche lui credette quando non era
circonciso, e gli fu ascritto a giustizia. La venuta del
Salvatore fu promessa ad Abramo e alla sua discendenza, cioè ai
figli della promessa, ai quali è detto: «Se appartenete a
Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la
promessa» (Gal 3, 29).
E' da rilevare poi che le madri, quella del Signore e quella di
Giovanni, prevengono profetando la nascita dei figli: e questo è
bene perché come il peccato ebbe inizio da una donna, così da
donne comincino anche i benefici, e come il mondo ebbe la morte
per l'inganno di una donna, così da due donne, che a gara
profetizzano, gli sia restituita la vita.
Responsorio Lc 1, 48-50
R. Tutte le generazioni mi chiameranno beata: grandi cose ha
fatto in me l'Onnipotente: * Santo è il suo nome.
V. Di generazione in generazione la sua misericordia su quelli
che lo temono:
R. Santo è il suo nome.
Orazione
O Dio, che nella venuta del tuo Figlio hai risollevato
l'uomo dal dominio del peccato e della morte, concedi a noi, che
professiamo la fede nella sua incarnazione, di partecipare alla
sua vita immortale. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità
dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio. |