21 GENNAIO
II SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - SABATO
SANT' AGNESE (m)
vergine e martire
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
1^ Antifona
Tu, solo, Signore, hai compiuto meraviglie:
eterna è la tua misericordia
SALMO 135, 1-9 (I) Inno Pasquale
Narrare le gesta del Signore significa lodarlo (Cassiano).
Lodate il Signore perché è buono: *
eterna è la sua misericordia.
Lodate il Dio degli dèi: *
eterna è la sua misericordia.
Lodate il Signore dei signori: *
eterna è la sua misericordia.
Egli solo ha compiuto meraviglie: *
eterna è la sua misericordia.
Ha creato i cieli con sapienza: *
eterna è la sua misericordia.
Ha stabilito la terra sulle acque: *
eterna è la sua misericordia.
Ha fatto i grandi luminari: *
eterna è la sua misericordia.
Il sole per regolare il giorno: *
eterna è la sua misericordia;
la luna e le stelle per regolare la notte: *
eterna è la sua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Tu, solo, Signore, hai compiuto meraviglie:
eterna è la tua misericordia
2^ Antifona
Hai liberato dalla schiavitù il tuo popolo
con mano potente e braccio disteso.
SALMO 135, 10-15 (II) Inno Pasquale
Narrare le gesta del Signore significa lodarlo (Cassiano).
Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti: *
eterna è la sua misericordia.
Da loro liberò Israele: *
eterna è la sua misericordia;
con mano potente e braccio teso: *
eterna è la sua misericordia.
Divise il mar Rosso in due parti: *
eterna è la sua misericordia.
In mezzo fece passare Israele: *
eterna è la sua misericordia.
Travolse il faraone e il suo esercito nel mar Rosso: *
eterna è la sua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Hai liberato dalla schiavitù il tuo popolo
con mano potente e braccio disteso.
3^ Antifona
Lodate il Dio del cielo;
egli ci ha liberati dai nostri nemici.
SALMO 135, 15-26 (III) Inno Pasquale
Narrare le gesta del Signore significa lodarlo (Cassiano).
Guidò il suo popolo nel deserto: *
eterna è la sua misericordia.
Percosse grandi sovrani: *
eterna è la sua misericordia;
uccise re potenti: *
eterna è la sua misericordia.
Seon, re degli Amorrei: *
eterna è la sua misericordia.
Og, re di Basan: *
eterna è la sua misericordia.
Diede in eredità il loro paese: *
eterna è la sua misericordia;
in eredità a Israele suo servo: *
eterna è la sua misericordia.
Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: *
eterna è la sua misericordia;
ci ha liberati dai nostri nemici: *
eterna è la sua misericordia.
Egli dà il cibo ad ogni vivente: *
eterna è la sua misericordia.
Lodate il Dio del cielo: *
eterna è la sua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Lodate il Dio del cielo;
egli ci ha liberati dai nostri nemici.
Versetto
V. Additami, Signore, le tue vie,
R. insegnami i tuoi sentieri.
Prima Lettura
Dal libro del Deuteronomio 16, 1-17
Le feste che il popolo d'Israele deve celebrare
In quei giorni Mosè parlò al popolo dicendo: «Osserva il mese di
Abib e celebra la pasqua in onore del Signore tuo Dio perché nel
mese di Abib il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire dall'Egitto,
durante la notte. Immolerai la Pasqua al Signore tuo Dio: un
sacrificio di bestiame grosso e minuto, nel luogo che il Signore
avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Non mangerai con essa
pane lievitato; per sette giorni mangerai con essa gli azzimi,
pane di afflizione perché sei uscito in fretta dal paese
d'Egitto; e così per tutto il tempo della tua vita tu ti
ricorderai il giorno in cui sei uscito dal paese d'Egitto. Non
si veda lievito presso di te, entro tutti i tuoi confini, per
sette giorni; della carne, che avrai immolata la sera del primo
giorno, non resti nulla fino al mattino. Non potrai immolare la
pasqua in una qualsiasi città che il Signore tuo Dio sta per
darti, ma immolerai la pasqua soltanto nel luogo che il Signore
tuo Dio avrà scelto per fissarvi il suo nome; la immolerai alla
sera, al tramonto del sole, nell'ora in cui sei uscito
dall'Egitto. Farai cuocere la vittima e la mangerai nel luogo
che il Signore tuo Dio avrà scelto; la mattina te ne potrai
tornare e andartene alle tue tende. Per sei giorni mangerai
azzimi e il settimo giorno vi sarà una solenne assemblea per il
Signore tuo Dio; non farai alcun lavoro.
Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella
messe comincerai a contare sette settimane; poi celebrerai la
festa delle settimane per il Signore tuo Dio, offrendo nella
misura della tua generosità e in ragione di ciò in cui il
Signore tuo Dio ti avrà benedetto. Gioirai davanti al Signore
tuo Dio tu, tuo figlio, tua figlia, il tuo schiavo e la tua
schiava, il levita che sarà nelle tue città e l'orfano e la
vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che il Signore tuo
Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ti ricorderai che
sei stato schiavo in Egitto e osserverai e metterai in pratica
queste leggi.
Celebrerai la festa delle capanne per sette giorni, quando
raccoglierai il prodotto della tua aia e del tuo torchio;
gioirai in questa tua festa, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo
schiavo e la tua schiava il levita, il forestiero, l'orfano e la
vedova che saranno entro le tue città. Celebrerai la festa per
sette giorni per il Signore tuo Dio, nel luogo che avrà scelto
il Signore, perché il Signore tuo Dio ti benedirà in tutto il
tuo raccolto e in tutto il lavoro delle tue mani e tu sarai
contento. Tre volte all'anno ogni tuo maschio si presenterà
davanti al Signore tuo Dio, nel luogo che Egli avrà scelto:
nella festa degli azzimi, nella festa delle settimane e nella
festa delle capanne; nessuno si presenterà davanti al Signore a
mani vuote. Ma il dono di ciascuno sarà in misura della
benedizione che il Signore tuo Dio ti avrà data».
Responsorio Cfr. Dt 16, 14. 15; Na 2, 1
R. Nel giorno della festa, farai un pranzo solenne, tu, tuo
figlio e tua figlia, il levita e il forestiero, l'orfano e la
vedova. * Il Signore ti benedirà e tu sarai contento.
V. Ecco sui monti i passi di un messaggero, un araldo di pace!
Celebra le tue feste, o mio popolo.
R. Il Signore ti benedirà e tu sarai contento.
Seconda Lettura
Dal Trattato «Sulle vergini» di sant'Ambrogio, vescovo
(Lib. 1, cap. 2. 5. 7-9; PL 16, 189-191)
Non ancora capace di soffrire e già matura per la vittoria
E' il giorno natalizio per il cielo di una vergine: seguiamone
l'integrità. E' il giorno natalizio di una martire: offriamo
come lei il nostro sacrificio. E' il giorno natalizio di
sant'Agnese!
Si dice che subì il martirio a dodici anni. Quanto è detestabile
questa barbarie, che non ha saputo risparmiare neppure un'età
così tenera! Ma certo assai più grande fu la forza della fede,
che ha trovato testimonianza in una vita ancora all'inizio. Un
corpo così minuscolo poteva forse offrire spazio ai colpi della
spada? Eppure colei che sembrava inaccessibile al ferro, ebbe
tanta forza da vincere il ferro. Le fanciulle, sue coetanee,
tremano anche allo sguardo severo dei genitori ed escono in
pianti e urla per piccole punture, come se avessero ricevuto
chissà quali ferite. Agnese invece rimane impavida fra le mani
dei carnefici, tinte del suo sangue. Se ne sta salda sotto il
peso delle catene e offre poi tutta la sua persona alla spada
del carnefice, ignara di che cosa sia il morire, ma pur già
pronta alla morte. Trascinata a viva forza all'altare degli dei
e posta fra i carboni accesi, tende le mani a Cristo, e sugli
stessi altari sacrileghi innalza il trofeo del Signore
vittorioso. Mette il collo e le mani in ceppi di ferro, anche se
nessuna catena poteva serrare membra così sottili.
Nuovo genere di martirio! Non era ancora capace di subire
tormenti, eppure era già matura per la vittoria. Fu difficile la
lotta, ma facile la corona. La tenera età diede una perfetta
lezione di fortezza. Una sposa novella non andrebbe si rapida
alle nozze come questa vergine andò al luogo del supplizio:
gioiosa, agile, con il capo adorno non di corone, ma del Cristo,
non di fiori, ma di nobili virtù.
Tutti piangono, lei no. I più si meravigliano che, prodiga di
una vita non ancora gustata, la doni come se l'avesse
interamente goduta. Stupirono tutti che già fosse testimone
della divinità colei che per l'età non poteva ancora essere
arbitra di sé. Infine fece sì che si credesse alla sua
testimonianza in favore di Dio, lei, cui ancora non si sarebbe
creduto se avesse testimoniato in favore di uomini. Invero ciò
che va oltre la natura è dall'Autore della natura.
A quali terribili minacce non ricorse il magistrato, per
spaventarla, a quali dolci lusinghe per convincerla, e di quanti
aspiranti alla sua mano non le parlò per farla recedere dal suo
proposito! Ma essa: «E' un'offesa allo Sposo attendere un
amante. Mi avrà chi mi ha scelta per primo. Carnefice, perché
indugi? Perisca questo corpo: esso può essere amato e
desiderato, ma io non lo voglio». Stette ferma, pregò, chinò la
testa.
Avresti potuto vedere il carnefice trepidare, come se il
condannato fosse lui, tremare la destra del boia, impallidire il
volto di chi temeva il pericolo altrui, mentre la fanciulla non
temeva il proprio. Avete dunque in una sola vittima un doppio
martirio, di castità e di fede. Rimase vergine e conseguì la
palma del martirio.
Responsorio
R. Celebriamo sant'Agnese, ricordiamo la sua passione: * nella
sua giovinezza, sconfisse la morte e guadagnò la vita.
V. Il suo unico amore fu colui che dà la vita;
R. nella sua giovinezza, sconfisse la morte e guadagnò la vita.
Orazione
Dio onnipotente ed eterno, che scegli le creature miti e deboli
per confondere la potenza del mondo, concedi a noi, che
celebriamo la nascita al cielo di sant'Agnese vergine e martire,
di imitare la sua eroica costanza nella fede. Per il nostro
Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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