Messale * |
XXXIV
SETTIMANA DEL T.O. ANNO
DISPARI
-
LUNEDÌ
MESSALE
Antifona
d'Ingresso Sal
84,9
Il Signore parla di pace
al suo popolo, e ai suoi fedeli
e a quanti ritornano a lui con tutto il cuore.
Loquétur Dóminus pacem in plebem suam,
et super sanctos suos, et in eos qui convertúntur ad ipsum.
Colletta
Ridesta, Signore, la volontà dei tuoi fedeli perché, collaborando con
impegno alla tua opera di salvezza, ottengano in misura sempre più
abbondante i doni della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è
Dio ...
Excita, quæsumus, Dómine, tuórum fidélium voluntátes, ut, divíni óperis
fructum propénsius exsequéntes, pietátis tuæ remédia maióra percípiant.
Per Dóminum..
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura
Dn 1, 1-6. 8-20
Non si trovò chi fosse pari a
Danièle, Ananìa, Misaèle e Azarìa.
Dal libro del profeta Danièle
L’anno
terzo del regno di Ioiakìm, re di Giuda, Nabucodònosor, re di Babilonia,
marciò su Gerusalemme e la cinse d’assedio. Il Signore diede Ioiakìm, re
di Giuda, nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio
di Dio, ed egli li trasportò nel paese di Sinar, nel tempio del suo dio,
e li depositò nel tesoro del tempio del suo dio.
Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli
giovani israeliti di stirpe regale o di famiglia nobile, senza difetti,
di bell’aspetto, dotati di ogni sapienza, istruiti, intelligenti e tali
da poter stare nella reggia, e di insegnare loro la scrittura e la
lingua dei Caldèi. Il re assegnò loro una razione giornaliera delle sue
vivande e del vino che egli beveva; dovevano essere educati per tre
anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re. Fra
loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Ananìa, Misaèle e Azarìa.
Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re
e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non
obbligarlo a contaminarsi. Dio fece sì che Daniele incontrasse la
benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari. Però egli disse a
Daniele: «Io temo che il re, mio signore, che ha stabilito quello che
dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre di quelle degli
altri giovani della vostra età e così mi rendereste responsabile davanti
al re». Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari
aveva affidato Daniele, Ananìa, Misaèle e Azarìa: «Mettici alla prova
per dieci giorni, dandoci da mangiare verdure e da bere acqua, poi si
confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani
che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con i tuoi
servi come avrai constatato».
Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni, al termine dei quali
si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di
tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re. Da allora in
poi il sovrintendente fece togliere l’assegnazione delle vivande e del
vino che bevevano, e diede loro soltanto verdure.
Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni
scrittura e ogni sapienza, e rese Daniele interprete di visioni e di
sogni.
Terminato il tempo, stabilito dal re, entro il quale i giovani dovevano
essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor. Il
re parlò con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele,
Ananìa, Misaèle e Azarìa, i quali rimasero al servizio del re; su
qualunque argomento in fatto di sapienza e intelligenza il re li
interrogasse, li trovava dieci volte superiori a tutti i maghi e
indovini che c’erano in tutto il suo regno.
Salmo
Responsoriale
Dn 3,52-56
A te la lode e la gloria nei secoli.
Benedetto
sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
benedetto il tuo nome glorioso e santo.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
benedetto sei tu sul trono del tuo regno.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini,
benedetto sei tu nel firmamento del cielo.
Canto al Vangelo
Mt 24,42
Alleluia, alleluia.
Vegliate
e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.
Vangelo
Lc 21, 1-4
Vide una vedova povera che gettava due monetine.
Dal vangelo secondo Luca
In quel
tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro
offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In
verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti.
Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro
superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che
aveva per vivere».
Sulle
Offerte
Accogli, Signore, questi santi doni che ci hai comandato di offrire in tuo
onore, perché, obbedienti alla tua parola, diventiamo anche noi
un’offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore.
Súscipe, Dómine, sacra múnera, quæ tuo nómini iussísti dicánda, et, ut
per ea tuæ pietáti reddámur accépti, fac nos tuis semper obodíre
mandátis. Per Christum.
Antifona
alla Comunione
Sal
116,1.2
Popoli tutti, lodate il Signore,
perché grande è il suo amore per noi.
Laudáte Dóminum, omnes gentes,
quóniam confirmáta est super nos misericórdia eius.
Oppure:
Mt
28,20
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni
sino alla fine del mondo», dice il Signore.
Ecce ego vobíscum sum ómnibus diébus,
usque ad consummatiónem sæculi, dicit Dóminus.
Dopo la Comunione
O Dio, che in questi santi misteri ci hai dato la gioia di unirci alla tua
stessa vita, non permettere che ci separiamo mai da te, fonte di ogni
bene. Per Cristo nostro Signore.
Quæsumus, omnípotens Deus, ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, a te numquam separári permíttas. Per Christum..
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