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Liturgia dei Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno |
Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
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2
GENNAIO
SANTI
BASILIO MAGNO E
GREGORIO
NAZIANZENO
vescovi
e dottori della Chiesa
(329-379;
330-390)
Memoria
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LETTURE:
1
Cor 2,10b-16; Sal 36;
Mt
5,13-16; |
Nato
in una famiglia di santi, Basilio ebbe grandissime doti:
intelligenza, bontà, senso organizzativo, capacità realizzatrice,
energia, moderazione e straordinario equilibrio; fu uno degli uomini più
completi della Chiesa, detto «il grande» e «un
romano fra i greci». Monaco a 28
anni, riformò il monachesimo perché non si estraniasse dal mondo ma vi
esercitasse un vitale influsso cristiano; san Benedetto si richiama alla
sua paternità. Coltissimo caldeggiò la cultura anche profana dei
giovani, che prediligeva, e per i quali fu educatore saggio, forte, mite.
Autentica «guida spirituale»,
non voleva nessun eccesso, ma concretezza di opere di carità. A 40 anni
vescovo della sua città natale, Cesarea di Cappadocia (Kàyseri, in
Turchia), organizzò la Chiesa in autonomia dal potere civile e la difese
contro le invadenze imperiali. Vigoroso predicatore sferzò l’avidità
dei ricchi e le manchevolezze dei cristiani dimentichi dei loro doveri.
Riformò il culto liturgico e consigliò la comunione quotidiana. Fonda
una vera «città»
per i poveri, con ospedali, scuole, opifici, manifatture; e fonda in tutte
le chiese dipendenti da lui degli ospizi per ogni necessità. Le sue
omelie e i trattati di teologia ne fanno uno dei quattro grandi dottori
della Chiesa orientale. Morì a 49 anni, bruciato dal suo zelo. Gregorio nacque
anch’egli in una famiglia di santi e fu il grande amico di Basilio.
Intelligenza acuta, fervida immaginazione; aveva una irresistibile
tendenza alla solitudine e alla contemplazione, ma la bontà, lo zelo e
l’eloquenza prodigiosa lo chiamavano fra gli uomini. Prima monaco, fu
poi vescovo della sua Nazianzo (Nenizi, in Turchia) poi di Sasima e infine
di Costantinopoli. Spirito impressionabile e delicato, di fronte a forti
opposizioni si ritrasse in solitudine. Con Basilio fu il grande difensore
della fede apostolica, specialmente della divinità di Cristo e dello
Spirito Santo. Umanista, oratore, poeta, è soprattutto il «teologo» che ha lasciato opere tra le più profonde della Chiesa orientale, di
cui è uno dei quattro maggiori dottori. Presiedette il concilio di
Costantinopoli del 381. |
Dai
«Discorsi»
di san Gregorio Nazianzeno, vescovo. Eravamo
ad Atene, partiti dalla stessa patria, divisi, come il corso di un fiume,
in diverse regioni per brama d’imparare, e di nuovo insieme, come per on
accordo, ma in realtà per disposizione divina. Allora
non solo io mi sentivo preso da venerazione verso il mio grande Basilio
per la serietà dei suoi costumi e per la maturità e saggezza dei suoi
discorsi inducevo a fare altrettanto anche altri che ancora non lo
conoscevano. Molti
però già lo stimavano grandemente, avendolo ben conosciuto e ascoltato
in precedenza. Che cosa ne seguiva? Che quasi lui solo, fra tutti coloro
che per studio arrivavano ad Atene, era considerato fuori dell’ordine
comune, avendo raggiunto una stima che lo metteva ben al di sopra dei
semplici discepoli. Questo l’inizio della nostra amicizia; di qui
l’incentivo al nostro stretto rapporto; così ci sentimmo presi da mutuo
affetto. Quando,
con il passare del tempo, ci manifestammo vicendevolmente le nostre
intenzioni e capimmo che l’amore della sapienza era ciò che ambedue
cercavamo, allora diventammo tutti e due l’uno per l’altro: compagni,
commensali, fratelli. Aspiravamo a un medesimo bene e coltivavamo ogni
giorno più fervidamente e intimamente il nostro comune ideale. Ci
guidava la stessa ansia di sapere, cosa fra tutte eccitatrice d’invidia;
eppure fra noi nessuna invidia, si apprezzava invece l’emulazione.
Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse
all’altro di esserlo. Sembrava
che avessimo un’unica anima in due corpi. Se non si deve assolutamente
prestar fede a coloro che affermano che tutto è
in tutti, a noi si deve credere senza esitazione, perché realmente
l’uno era nell’altro e con l’altro. L’occupazione
e la brama unica per ambedue era la virtù, e vivere tesi alle future
speranze e comportarci come se fossimo esuli da questo mondo, prima ancora
d’essere usciti dalla
presente vita. Tale era il nostro sogno. Ecco perché indirizzavamo la
nostra vita e la nostra condotta sulla via dei comandamenti divini e ci
animavamo a vicenda all’amore della virtù. E non ci si
addebiti a presunzione se dico che eravamo l’uno all’altro norma e
regola per distinguere il bene dal male. E mentre altri ricevono i loro
titoli dai genitori, o se li procurano essi stessi dalle attività e
imprese della loro vita, per noi invece era grande realtà e grande onore
essere e chiamarci cristiani. |
MESSALE
Antifona d'Ingresso Cf Sir 15,5
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima
Lettura 1 Cor 2,10b-16
Noi abbiamo il
pensiero di Cristo. Fratelli,
lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i
segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche
i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di
Dio. Ora,
noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per
conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo,
non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo
Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L'uomo
naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono
follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può
giudicare solo per mezzo dello Spirito. L'uomo
spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da
nessuno. «Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo
dirigere?». Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 36
Confida
nel Signore e fà il bene; esaudirà i desideri del tuo cuore. Manifesta
al Signore la tua via, La
bocca del giusto proclama la sapienza,
Canto al Vangelo Mt 5,16 Alleluia, alleluia. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. Alleluia.
Vangelo Voi
siete la luce del mondo. In quel tempo, Gesù
disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra; ma se il sale
perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro
serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
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