Liturgia San Vincenzo Pallotti

 

   

22 GENNAIO

SAN VINCENZO PALLOTTI

Sacerdote e Fondatore
Roma, 21 aprile 1795 - Roma, 22 gennaio 1850

(Memoria facoltativa)
 

Sacerdote romano, fondatore dell'Unione dell'Apostolato Cattolico.
Va bene, è un buon prete. Ottima preparazione, confessore al Seminario Romano e al Collegio Urbano di Propaganda Fide, attivo in molte opere di carità. Ma perché fondare una “società per l’apostolato cattolico”, come se per questo non ci fossero già le strutture della Chiesa? E, per di più con laici, uomini e donne? Vincenzo Pallotti, romano, nato nel 1795 e prete dal 1818, va incontro a diffidenze e ostacoli nel mondo ecclesiastico perché come pochi altri (don Nicola Mazza a Verona, per esempio) capisce ciò che il tempo esige dai cattolici.
Dopo il tornado della Rivoluzione francese e di Napoleone, vescovi, preti, religiosi, studiosi, si spendono generosamente in difesa della fede. E lui vede e apprezza. Ma dice che non basta, non basta più: il problema vero non è proteggere il recinto dei credenti. No, ora bisogna conquistare altri credenti ancora, dappertutto, abbattendo i recinti. E aggiunge: questo è compito di tutti, perché ogni singolo cristiano ha il dovere di custodire la fede e di diffonderla dove non c’è ancora o non c’è più. Questo è un programma di attacco. Vincenzo rispetta il mandato apostolico peculiare del Papa, dei vescovi, del clero; ma parla poi di “apostolato cattolico” come dovere e competenza di ogni credente, perché "a ciascuno ha comandato Iddio di procurare la salute eterna del suo prossimo". Su questa base sorge nel 1835 l’Opera dell’Apostolato Cattolico, associazione di laici che avrà come “parte interna e motrice” una comunità di sacerdoti, seguita dalla congregazione delle suore dell’Apostolato Cattolico (chiamati comunemente Pallottini e Pallottine). Scopo: far conoscere Cristo con la parola, l’insegnamento, le opere di carità spirituale e materiale.

Gregorio XVI approva l’Opera e a Roma tutti hanno grande stima per don Vincenzo. Ma la sua società d’apostolato, dopo un buon inizio, passa da un ostacolo all’altro, e vede sempre rinviata l’approvazione delle sue regole (fino al 1904). Vincenzo muore con la fama di sant’uomo che ha fatto uno sbaglio. Quello sbaglio che però andrà avanti, trovando i Pallottini sempre vivi e operosi alla fine del XX secolo. Quello sbaglio che ha portato aria nuova nella Chiesa, ma che rallenterà la causa della sua canonizzazione, sempre con malintesi e miopie intorno all’iniziativa. Ci vorrà papa Pio XI a spazzare riserve e diffidenza, proclamando Vincenzo "operaio vero delle missioni", "provvido e prezioso antesignano e collaboratore dell’Azione Cattolica". Giovanni XXIII lo proclamerà santo nel 1963. Due anni dopo, il decreto Apostolicam actuositatem del Vaticano II dirà solennemente: "I laici derivano il dovere e il diritto all’apostolato dalla loro stessa unione con Cristo Capo". Le parole di Vincenzo Pallotti risuoneranno così, dopo 130 anni, nella Chiesa universale con la voce di Paolo VI e dei vescovi di tutto il mondo.
 

MESSALE

 

Antifona d’ingresso Is 40,9
Sali su un alto monte,
tu che rechi liete notizie in Sion;
alza la voce con forza
tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.

Cf. Is 59,21 Is 56,7 Dicit Dóminus: Sermónes mei, quos dedi in os tuum, non defícient de ore tuo, et múnera tua accépta erunt super altáre meum.

Colletta
O Dio, che suscitasti nella tua Chiesa
il santo sacerdote Vincenzo
per difendere la fede e ravvivare la carità,
concedi
che, imitando i suoi esempi,
abbiamo nel cuore e testimoniamo con le opere
la chiarezza della verità e l’amore fraterno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Omnípotens et miséricors Deus, qui beáti Vincentii prædicatióne patres nostros illumináre dignátus es, concéde nobis, quæsumus, ut, qui christiáno gloriámur nómine, fidem quam profitémur iúgiter opéribus ostendámus. Per Dóminum.
 

LITURGIA DELLA PAROLA
del giorno corrente
 

 

Prima Lettura    Eb 7,25-8,6
Cristo ha offerto come sacrificio se stesso, una volta per tutte.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, Cristo può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore.
Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti all’umana debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla legge, costituisce il Figlio reso perfetto in eterno. 
Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera Tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito.
Ogni sommo sacerdote, infatti, viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anch’egli abbia qualcosa da offrire.
Se Gesù fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la legge. Questi però attendono a un servizio che è una copia e un’ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu detto da Dio a Mosè, quando stava per costruire la Tenda: “Guarda, disse, di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte”. Ora invece egli ha conseguito un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, essendo questa fondata su migliori promesse.

 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 39

Ecco io vengo, Signore, per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci, 
gli orecchi mi hai aperto. 
Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. 
Allora ho detto: «Ecco, io vengo. 

Sul rotolo del libro di me è scritto
di compiere il tuo volere. 
Mio Dio, questo io desidero, 
la tua legge è nel profondo del mio cuore». 

Ho annunziato la tua giustizia 
nella grande assemblea; 
vedi, non tengo chiuse le labbra, 
Signore, tu lo sai. 

Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano, 
dicano sempre: «Il Signore è grande» 
quelli che bramano la tua salvezza. 

  

Canto al Vangelo   2 Tm 1,10

Alleluia, alleluia.

Il Salvatore nostro Gesù Cristo ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del vangelo.
Alleluia.

 

Vangelo   Mc 3, 7-12
Gli spiriti immondi gridavano: Tu sei il Figlio di Dio. Ma egli li sgridava perché non lo manifestassero.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidóne una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. 
Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. 

Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.

 
Sulle Offerte
Ti supplichiamo, o Signore,
di riguardare, propizio, i doni offerti,
perché questi santi misteri,
che resero san Vincenzo
insigne ministro della tua misericordia,
infiammino anche noi di carità verso i fratelli.
Per Cristo nostro Signore.

Annue, quæsumus, omnípotens Deus, ut hæc sacrifícia pópuli tui, quæ tibi in commemoratióne beáti Vincentii offérimus, donis cæléstibus propitiátus immísceas. Per Christum.

Comunione Fil 1,20-21
Cristo sia glorificato nel mio corpo,
sia che io viva, sia che io muoia:
per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno.

Mc 10,45 Fílius hóminis venit, ut daret ánimam suam redemptiónem pro multis.

Dopo la comunione
O Signore, nutriti dai sacri misteri,
concedi a noi di imitare gli esempi di san Vincenzo,
che ti onorò con profonda pietà,
e con immensa carità servi il tuo popolo.
Per Cristo nostro Signore.

Súmpsimus, Dómine, pignus redemptiónis ætérnæ, beáti Vincentii festivitáte lætántes, quod sit nobis, quæsumus, vitæ præséntis auxílium páriter et futúræ. Per Christum.

Oppure:
Nutriti, o Signore, del sacramento della salvezza,
imploriamo la tua pietà,
perché, imitando la carità di san Vincenzo,
siamo fatti partecipi della sua gloria.
Per Cristo nostro Signore.

   
 

 

Sommario Liturgia


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