Chiamati ed eletti alla gloria del Signore
Dalla «Narrazione del martirio dei santi martiri cartaginesi»
(Cap. 18. 20-21; dall'ed. van Beek, Nimega, 1936, pp. 42. 46-52)
Spuntò il giorno della vittoria dei martiri e dal carcere si recarono
all'anfiteatro, come se andassero in cielo, raggianti in volto, dignitosi, trepidanti più per la gioia che per la paura.
Perpetua per prima fu scagliata in alto dalla vacca e ricadde sul fianco. Così si alzò e avendo visto Felicità gettata a terra, le si accostò, le porse la mano e la rialzò. E ambedue stettero in piedi insieme. Vinta la durezza della folla, furono richiamate alla porta Sanavivaria.
Ivi Perpetua, accolta da un catecumeno di nome Rustico che le stava accanto, e come destata dal sonno (talmente era fuori dei sensi e rapita in estasi), cominciò a guardarsi attorno e disse tra loro stupore di tutti: «Quando saremo esposte là a quella vacca?». E avendo sentito che ciò era già avvenuto, non volle crederci prima di aver notato i segni di maltrattamento sul suo corpo e sul vestito. Quindi, fatto chiamare suo fratello e quel catecumeno, li esortò dicendo: «Siate saldi nella fede, amatevi tutti a vicenda e non prendete occasione di scandalo dalle nostre sofferenze».
A sua volta Sàturo presso un'altra porta stava esortando il soldato Pudente. Disse fra
l'altro: «Insomma proprio come avevo supposto e predetto, finora non ho sperimentato nessuna fiera. Ma ora credi di tutto cuore: ecco io vado laggiù e sarò finito da un solo morso di leopardo».
E subito, sul finire dello spettacolo, gettato in pasto al leopardo, con un solo morso fu bagnato di tanto sangue che il popolo diede testimonianza al suo secondo battesimo gridando:
«E' salvo il lavato è salvo il lavato!». davvero era salvo colui che si era lavato in tal modo!
Allora disse al soldato Pudente: «Addio, ricordati della fede e di me; queste cose non ti turbino, ma ti confermino». Nello stesso tempo si fece dare
l'anello del suo dito e immersolo nella sua ferita glielo restituì come eredità, lasciandogli il pegni e il ricordo del suo sangue. Venne quindi disteso, ormai esanime, insieme con gli altri al solito posto per il colpo di grazia.
E siccome il popolo reclamava che quelli fossero portati in vista del pubblico al centro
dell'anfiteatro, per poter fissare sulle loro membra i suoi occhi, complici
dell'assassinio, mentre la spada penetrava nel loro corpo, essi si alzarono spontaneamente e si recarono là dove il popolo voleva, dopo essersi prima baciati per terminare il martirio con questo solenne rito di pace.
Tutti gli altri ricevettero il colpo di spada immobili e in silenzio: tanto più Sàturo, che nella visione di Perpetua era salito per primo, per primo rese lo spirito. Egli infatti era in attesa di Perpetua. Essa poi per gustare un po` di dolore, trafitta nelle ossa, gettò un grido, e lei stessa guidò alla sua gola la mano incerta del gladiatore, ancora novellino. Forse una donna di tale grandezza, che era temuta dallo spirito immondo, non avrebbe potuto morire diversamente, se non
l'avesse voluto lei stessa.
O valorosi e beatissimi martiri! Voi siete davvero i chiamati e gli eletti alla gloria del Signore nostro Gesù Cristo!
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Sal
33,18
I giusti levano il loro grido, e il Signore li salva
da tutte le loro angustie.
Gaudent in cælis ánimæ Sanctórum, qui Christi vestígia sunt secúti; et
quia pro eius amóre sánguinem suum fudérunt, ídeo cum Christo exsúltant
sine fine.
Colletta
O Dio, che hai sostenuto le sante martiri Perpetua e Felicità con la
forza invincibile della tua carità e le hai rese intrepide di fronte ai
persecutori, concedi anche a noi, per loro intercessione, di perseverare
nella fede e di crescere nel tuo amore. Per il nostro Signore...
Deus, cuius urgénte caritáte beátæ mártyres Perpétua et Felícitas
torméntum mortis, contémpto persecutóre, vicérunt, da nobis, quæsumus,
eárum précibus, ut in tua semper dilectióne crescámus. Per Dóminum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
Sir 51, 1-12
Mi
hai liberato, Signore, secondo la tua grande misericordia.
Dal libro del
Siràcide
Ti glorificherò, Signore mio re,
ti loderò, Dio mio salvatore; glorificherò il tuo nome,
perché fosti mio protettore e mio aiuto
e hai liberato il mio corpo dalla perdizione,
dal laccio di una lingua calunniatrice,
dalle labbra che proferiscono menzogne;
di fronte a quanti mi circondavano
sei stato il mio aiuto e mi hai liberato,
secondo la tua grande misericordia e per il tuo nome,
dai morsi di chi stava per divorarmi,
dalla mano di quanti insidiavano alla mia vita,
dalle molte tribolazioni di cui soffrivo,
dal soffocamento di una fiamma avvolgente,
e dal fuoco che non avevo acceso,
dal profondo seno degli
ìnferi,
dalla lingua impura e dalla parola falsa.
Una calunnia di lingua ingiusta era giunta al re.
La mia anima era vicina alla morte,
la mia vita era alle porte degli ìnferi.
Mi assalivano dovunque e nessuno mi aiutava;
mi rivolsi per soccorso agli uomini, ma invano.
Allora mi ricordai delle tue misericordie, Signore,
e delle tue opere che sono da sempre,
perché tu liberi quanti sperano in te,
li salvi dalla mano dei nemici.
Ed innalzai dalla terra la mia supplica;
pregai per la liberazione dalla morte.
Esclamai: «Signore, mio padre tu sei
autore
della mia salvezza,
non mi abbandonare nei giorni dell'angoscia,
nel tempo dello sconforto e della desolazione.
Io loderò sempre il tuo nome;
canterò inni a te con riconoscenza» .
La mia supplica fu esaudita; tu mi salvasti infatti dalla rovina
e mi strappasti da una cattiva situazione.
Per questo ti ringrazierò e ti loderò,
benedirò il nome del Signore.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 123
Il Signore ci ha liberati dalla morte.
Se il Signore non fosse stato con noi,
quando uomini ci assalirono,
ci avrebbero inghiottiti vivi,
nel furore della loro ira.
Le acque ci avrebbero travolti;
un torrente ci avrebbe sommersi,
ci avrebbero travolti acque impetuose.
Noi siamo stati liberati come un uccello
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore
che ha fatto cielo e terra.
Canto
al Vangelo
Cf
Mt 5,12
Lode e onore a te Signore Gesù.
Rallegratevi ed esultate,
voi che oggi siete nel dolore,
perché già vostro è il regno dei cieli.
Lode e onore a te Signore Gesù.
Vangelo
Mt 10, 28-33
Non
abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Sulle
Offerte
Accetta, Signore, la nostra offerta nel ricordo delle sante martiri
Perpetua e Felicita: tu che hai dato loro una meravigliosa luce di fede,
dona a noi il perdono e la pace. Per Cristo ...
Hodiérnum, Dómine, sacrifícium lætánter offérimus, quo, beatárum Perpétuæ et
Felicitátis cæléstem victóriam recenséntes, et tua magnália prædicámus, et
nos acquisísse gaudémus suffrágia gloriósa. Per Christum.
Antifona alla Comunione
2
Cor 4.11
Siamo esposti alla morte a causa di Cristo Signore,
perché la sua vita si manifesti nella nostra carne mortale.
In mortem trádimur propter Iesum, ut et vita Iesu manifestétur in carne
nostra mortáli.
Dopo la Comunione
Signore, che ci hai accolti alla tua mensa nel giorno dedicato alle sante
Perpetua e Felicita, donaci la multiforme ricchezza della tua grazia,
perché dal loro glorioso martirio impariamo ad essere forti nell'ora
della prova e ad esultare nella speranza della vittoria. Per Cristo ...
Suméntes, Dómine, gáudia sempitérna de participatióne sacraménti, et de
memória beatárum Perpétuæ et Felicitátis supplíciter deprecámur, ut, quæ
sédula servitúte, donánte te, gérimus, dignis sénsibus tuo múnere capiámus.
Per Christum.
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