PROPRIO IN LATINO DELLA S. MESSA

tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum

e traduzione italiana delle letture secondo

la traduzione proposta dalle CEI
 

 

27 LUGLIO

 

Commemorazione di
SAN PANTALEONE
MEDICO E MARTIRE
 

 

San Pantaleone (morto a Nicomedia di Bitinia, 27 luglio 305), secondo la passio era un cristiano, medico personale del Cesare Galerio, ed avrebbe subito il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano: patrono dei medici (insieme ai santi Cosma e Damiano) e delle ostetriche, è venerato come santo da numerose Chiese cristiane ed è tra i quattordici santi ausiliatori (viene invocato contro le infermità di consunzione). Secondo la tradizione agiografica, era figlio del pagano Eustorgio, uomo molto ricco di Nicomedia, e di Eubula, che lo educò al cristianesimo: successivamente, si era allontanato dalla religione ed aveva studiato medicina, arrivando a diventare medico di Galerio.

 

Ritornò al cristianesimo grazie al prete Ermolao e, alla morte di suo padre, entrò in possesso di una grande fortuna: spinti dall'invidia, alcuni colleghi lo denunciarono all’imperatore durante la persecuzione di Diocleziano.

 

L'imperatore avrebbe voluto risparmiarlo, e cercò di persuaderlo ad abiurare. Pantaleone, però, confessò apertamente la sua fede e, per mostrare di essere nel giusto, risanò un paralitico: ciò nonostante, egli fu dapprima condannato al rogo, ma le fiamme si spensero, poi ad essere immerso nel piombo fuso, ma il piombo si raffreddò miracolosamente; a questo punto Pantaleone fu gettato in mare con una pietra legata al collo, ma il masso prese a galleggiare; venne condannato ad feras, ma le belve che avrebbero dovuto sbranarlo si misero a fargli le feste; fu poi legato ad una ruota, ma le corde si spezzarono e la ruota andò in frantumi. Si tentò anche di decapitarlo, ma la spada si piegò e gli aguzzini si convertirono. Pantaleone pregò Dio di perdonarli, motivo per il quale egli ricevette pure il nome di Panteleemon (in lingua greca, colui che di tutti ha compassione).

 

Infine, quando egli diede il suo consenso, gli fu tagliata la testa.

 

Benché le notizie sulla sua vita siano palesemente favolose e ricavate da scritti molto tardi, la storicità di Pantaleone sembra essere dimostrata dalla diffusione e dall'antichità della sua venerazione, già attestata, tra gli altri, da Teodoreto di Ciro (Graecarum affectionum curatio, Sermo VIII, "De martyribus"), Procopio di Cesarea (De aedificiis Justiniani I, IX; V, IX), e dal Martirologio Geronimiano (Acta SS., Nov., II, 1, 97).

 

Pantaleone è oggetto di venerazione in Oriente, dove viene chiamato il grande martire ed è invocato come taumaturgo. Fiale contenenti una certa quantità del suo sangue (raccolto, secondo la tradizione, da Adamantio, testimone del martirio) sono conservate a Costantinopoli ed a Ravello: altre reliquie del santo si trovano nella basilica di Saint-Denis a Parigi; la sua testa è venerata a Lione. Alcune reliquie sono conservate anche nella chiesa di San Pantalon (così è chiamato dai Veneziani san Pantaleone) a Venezia.

 

L'ampolla conservata in Ravello presenta il fenomeno dell'annuale liquefazione del sangue nel mese di luglio; lo stesso fenomeno si verifica anche nell'ampolla custodita a Montauro.

 

Il Martirologio Romano fissa per la memoria di san Pantaleone la data del 27 luglio.

  

MESSALE

 

INTRÓITUS       

Ps. 63, 11. Lætábitur justus in Dómino, et sperábit in eo: et laudabúntur omnes recti corde. Ps.ibid.,2. Exáudi, Deus, oratiónem meam, cum déprecor: a timóre inimíci éripe ánimam meam. Glória Patri.

 

Il giusto riporrà nel Signori la sua gioia e la sua fiducia; i retti di cuore se ne glorieranno. Sai. Ascolta o Dio, la mia implorazione preserva dal timore del ne mico la mia vita. V' Glori al Padre e al Figliuolo. 

 

ORÁTIO       

Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, intercedénte beáto Pantaleonis Mártyre tuo, et a cunctis adversitátibus liberémur in córpore, et a pravis cogitatiónibus mundémur in mente. Per Dóminum nostrum.  

 

Concedici, Te ne preghiamo Dio onnipotente, per l'intercessione del beato Pantaleone, Martire tuo, di essere liberati nel corpo da ogni male e di avere l'anima monda da ogni per siero colpevole. Per nostro Signore.  

 

EPISTOLA       

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Timotheum. 2. Tim. 2, 8-10; 3, 10-12.

 

Caríssime: Memor esto, Dóminum Jesum Christum resurrexísse a mórtuis ex sémine David, secúndum Evangélium meum, in quo labóro usque ad víncula, quasi male óperans: sed verbum Dei non est alligátum. Ideo ómnia sustíneo propter eléctos, ut et ipsi salútem consequántur, quæ est in Christo Jesu, cum glória coelésti. Tu autem assecútus es meam doctrínam, institutiónem, propósitum, fidem, longanimitátem, dilectiónem, patiéntiam, persecutiónes, passiónes: quália mihi facta sunt Antiochíæ, Icónii et Lystris: quales perseditiónes sustínui, et ex ómnibus erípuit me Dóminus. Et omnes, qui pie volunt vívere in Christo Jesu, persecutiónem patiéntur.  M. - Deo grátias.     

 

Carissimo: Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo, a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Tu invece mi hai seguito da vicino nell'insegnamento, nella condotta, nei propositi, nella fede, nella magnanimità, nell'amore del prossimo, nella pazienza,  nelle persecuzioni, nelle sofferenze, come quelle che incontrai ad Antiochia, a Icònio e a Listri. Tu sai bene quali persecuzioni ho sofferto. Eppure il Signore mi ha liberato da tutte. Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.   M. - Deo grátias.     

 

GRADUALE      

Ps. 36, 24. Justus cum cecíderit, non collidétur: quia Dóminus suppónit manum suam. Ibid., 26. Tota die miserétur, et cómmodat: et semen ejus in benedictióne erit.

 

Il giusto, se pur cade, non rimane a terra, perché il Signore lo sostiene con la sua mano. Egli ha sempre compassione e dà a prestito; la sua discendenza sarà perciò benedetta. 

 

ALLELÚIA      

Allelúja, allelúja. Joann. 8, 12. Qui séquitur me, non ámbulat in ténebris: sed habébit lumen vitæ ætérnæ. Allelúja.

 

Allelúja, allelúja. Chi mi segue non cammina nelle tenebre,  ma avrà  la  luce di vita eterna.  Allelúja.    

 

EVANGÉLIUM

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthǽum. Matth. 10, 26-32.

 

In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Nihil est opértum, quod non revelábitur; et occúltum, quod non sciétur. Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine: et quod in aure audítis, prædicáte super tecta. Et nolíte timére eos, qui occídunt corpus, ánimam autem non possunt occídere; sed pótius timéte eum, qui potest et ánimam et corpus pérdere in gehénnam. Nonne duo pásseres asse véneunt: et unus ex illis non cadet super terram sine Patre vestro? Vestri autem capílli cápitis omnes numerári sunt. Nolíte ergo timére: multis passéribus melióres estis vos. Omnis ergo, qui confitébitur me coram homínibus, confitébor et ego eum coram Patre meo, qui in coelis est.        M. - Laus tibi Christe. 

 

In quel tempo Gesù disse ai suoi Discepoli: Non li temete, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato.  Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. M. - Laus tibi Christe. 

 

ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM       

Ps. 20,4-5. Posuísti, Dómine, in cápite ejus corónam de lápide pretióso: vitam pétiit a te, et tribuísti ei, allelúja.

 

Ps. 20,4-5. Hai posto sul suo capo, o Signore, un diadema di pietre preziose; egli Ti chiedeva la vita e Tu glie l'hai accordata,   alleluia.

 

SECRÉTA       

Accépta sit in conspéctu tuo, Dómine, nostra devótio: et ejus nobis fiat supplicatióne salutáris, pro cujus sollemnitáte defértur. Per Dóminum nostrum.

 

Sia gradito al tuo cospetto, o Signore, il nostro sacrificio e giovi alla nostra salvezza per la preghiera di colui nella cui festa viene offerto. Per nostro Signore Gesù Cristo.

 

PREFAZIO COMUNE       

 

COMMÚNIO       

Joann. 12, 26. Qui mihi mínistrat, me sequátur: et ubi sum ego, illic et miníster meus erit.

 

Joann. 12, 26. Chi Mi vuol servire Mi segua, è dove sono Io, là sarà anche il mio servo.

 

POSTCOMMÚNIO      

Refécti participatióne múneris sacri, quǽsumus, Dómine, Deus noster: ut, cujus exséquimur cultum, intercedénte beáto Pantaleone Mártyre tuo, sentiámus efféctum. Per Dóminum.  

 

Ristorati dalla partecipazione al sacro dono, Ti preghiamo, o Signore Dio nostro, di farci sentire, per l'intercessione del beato Pantaleone, Martire tuo, tutto il frutto del sacrificio che celebriamo. Per nostro Signore Gesù Cristo.

 

 

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