Liturgia di Santa Marta *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

29 LUGLIO

SANTA MARTA
(Sec. I)
Memoria

 

MISSALE  ROMANUM VETUS  ORDO

  

LETTURE: 1 Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27

  

Marta è «la sorella di Lazzaro e di Maria». La loro casa a Betania era un’oasi preferita da Gesù per ritirarvisi dalle fatiche apostoliche, e Marta si dava sempre d’attorno per far onore all’ospite desiderato. Questo suo atteggiamento dinamico spicca in tre episodi, in particolare contrasto con l’atteggiamento quieto e contemplativo di Maria. Innanzitutto un giorno in cui, tutta affaccendata si lamenta che Maria stia ad ascoltare Gesù, egli la richiama amorevolmente al primato dei valori spirituali (Lc 10,38. 42). Poi, nella malattia di Lazzaro, quando Gesù, chiamato dalle due sorelle, giunge che Lazzaro è già morto, Marta gli corre sollecita incontro e fa la sua forte professione di fede. Quel dialogo tra Gesù e Marta è uno dei più antichi temi battesimali in preparazione alla Pasqua, e la Chiesa l’ha pure usato per secoli nella liturgia funebre, per ravvivare nei fedeli la speranza cristiana. Il pianto di Maria fa singhiozzare Gesù (Gv 11,1-44).
Finalmente, la «Cena di Betania», in cui Marta serve a tavola e Maria unge i piedi a Gesù, è una prefigurazione dell’ultima Cena e di ogni nostra Messa (Mc 14,3-9; Mt 26,6-13; Gv 12,1-8). Ora che Maria di Magdala è chiaramente non identificata con Maria di Betania, si resta sorpresi che le due sorelle, unite sempre nel Vangelo, non lo siano anche nel culto, come si è fatto per altri santi fra loro congiunti. Marta è modello di donna laboriosa e patrona dei locandieri, Maria è un modello delle anime contemplative.
 

Felici coloro che hanno meritato 
di ricevere il Signore nella propria casa

Dai «Discorsi» di sant0Agostino, vescovo  (Disc. 103, 1-2. 6; PL 38, 613. 615)
Le parole di nostro Signore Gesù Cristo ci vogliono ricordare che esiste un unico traguardo al quale tendiamo, quando ci affatichiamo nelle svariate occupazioni di questo mondo. Vi tendiamo mentre siamo pellegrini e non ancora stabili; in cammino e non ancora nella patria; nel desiderio e non ancora nell'appagamento. Ma dobbiamo tendervi senza svogliatezza e senza intermissione, per poter giungere finalmente un giorno alla meta. Marta e Maria erano due sorelle, non solo sul piano della natura, ma anche in quello della religione; tutte e due onoravano Dio, tutte e due servivano il Signore presente nella carne in perfetta armonia di sentimenti. Marta lo accolse come si sogliono accogliere i pellegrini, e tuttavia accolse il Signore come serva, il Salvatore come inferma, il Creatore come creatura; lo accolse per nutrirlo nel suo corpo mentre lei doveva nutrirsi con lo Spirito. Il Signore infatti volle prendere la forma dello schiavo ed essere nutrito in questa forma dai servi, per degnazione non per condizione. Infatti anche questa fu una degnazione, cioè offrirsi per essere nutrito: aveva un corpo in cui sentiva fame e sete.
Così dunque il Signore fu accolto come ospite, egli che «venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1, 11-12). Ha adottato dei servi e li ha resi fratelli, ha riscattato dei prigionieri e li ha costituiti coeredi. Tuttavia nessuno di voi osi esclamare: «Felici coloro che hanno meritato di ricevere Cristo in casa propria!». Non rammaricarti, non recriminare perché sei nato in un tempo in cui non puoi vedere il Signore nella carne. Egli non ti ha privato di questo onore, perché ha assicurato: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25, 40).
Del resto tu, Marta, sia detto con tua buona pace, tu, già benedetta per il tuo encomiabile servizio, come ricompensa domandi il riposo. Ora sei immersa in molteplici faccende, vuoi ristorare dei corpi mortali, sia pure di persone sante. Ma dimmi: Quando sarai giunta a quella patria, troverai il pellegrino da accogliere come ospite? Troverai l'affamato cui spezzare il pane? L'assetato al quale porgere da bere? L'ammalato da visitare? Il litigioso da ricondurre alla pace? Il morto da seppellire?
Lassù non vi sarà posto per tutto questo. E allora che cosa vi sarà? Ciò che ha scelto Maria: là saremo nutriti, non nutriremo. Perciò sarà completo e perfetto ciò che qui Maria ha scelto: da quella ricca mensa raccoglieva le briciole della parola del Signore. E volete proprio sapere quello che vi sarà lassù? Il Signore stesso afferma dei suoi servi: «In verità vi dico, li farà mettere a tavola e passerà a servirli» (Lc 12, 37).
 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  Lc 10,38

Gesù entrò in un villaggio
e una donna, di nome Marta,
lo accolse nella sua casa.
 

Intrávit Iesus in quoddam castéllum,

et múlier quædam Martha nómine excépit illum in domum suam.

 
Colletta
Dio onnipotente ed eterno, il cui tuo Figlio fu accolto come ospite a Betania nella casa di santa Marta, concedi anche a noi di esser pronti a servire Gesù nei fratelli, perché al termine della vita siamo accolti nella tua dimora. Per il nostro Signore...
 

Omnípotens sempitérne Deus, cuius Fílius in domo beátæ Marthæ dignátus est hospitári, da, quæsumus, ut, eiúsdem intercessióne, Christo in frátribus nostris fidéliter ministrántes, in æde cælésti a te récipi mereámur. Per Dóminum....

 
LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura 
1 Gv 4,7-16
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.
 

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito.
E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi.
Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui


Salmo Responsoriale  Salmo 33
Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
 

Canto al Vangelo  
Gv 8,12
Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita
.
Alleluia.

   

   
Vangelo 
Gv 11, 19-27

Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio.
 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».


Oppure: 

Vangelo 
Lc 10, 38-42

Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose.
 

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
 

 

   
Sulle Offerte
Salgano a te, Signore, le nostre lodi e ti sia accetto il nostro servizio sacerdotale, come ti fu gradita la premurosa ospitalità di santa Marta, che accolse nella sua casa il Cristo, tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

In beáta Martha te, Dómine, mirábilem prædicántes, maiestátem tuam supplíciter exorámus, ut, sicut eius tibi gratum éxstitit caritátis obséquium, sic nostræ servitútis accépta reddántur offícia. Per Christum.

Antifona alla Comunione
Gv 11,27
Marta disse a Gesù: «Tu sei il Cristo,
il Figlio del Dio vivente,
che sei venuto nel mondo».
 

Dixit Martha ad Iesum: Tu es Christus,

Fílius Dei vivi, qui in hunc mundum venísti.

 
Dopo la Comunione
La comunione al corpo e sangue del tuo unico Figlio ci liberi, o Padre, dagli affanni delle cose che passano, perché sull'esempio di santa Marta collaboriamo con entusiasmo all'opera del tuo amore, per godere in cielo la visione del tuo volto. Per Cristo nostro Signore.

 
Córporis et Sánguinis Unigéniti tui sacra percéptio, Dómine, ab ómnibus nos cadúcis rebus avértat, ut, exémplo beátæ Marthæ, valeámus tibi et sincéra in terris caritáte profícere, et tui perpétua in cælis visióne gaudére. Per Christum.

 

 

Sommario Liturgia


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