Rifletti sulla povertà, umiltà e carità di Cristo
Dalla «Lettera alla beata Agnese di Praga» di santa Chiara, vergine
(Ed. I. Omaechevarria, Escritos de Santa Clara, Madrid 1970, pp. 339-341)
Felice certamente chi può esser partecipe del sacro convito, in modo da aderire con tutti i sentimenti del cuore a Cristo, la cui bellezza ammirano senza sosta tutte le beate schiere dei cieli, la cui tenerezza commuove i cuori, la cui contemplazione reca conforto, la cui bontà sazia, la cui soavità ricrea, il cui ricordo illumina dolcemente, al cui profumo i morti riacquistano la vita e la cui beata visione renderà felici tutti i cittadini della celeste Gerusalemme.
Poiché questa visione è splendore di gloria eterna, «riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia» (Sap 7, 26), guarda ogni giorno in questo specchio, o regina, sposa di Gesù Cristo. Contempla continuamente in esso il tuo volto, per adornarti così tutta interiormente ed esternamente, rivestirti e circondarti di abiti multicolori e ricamati, abbellirti di fiori e delle vesti di tutte le virtù, come si addice alla figlia e sposa castissima del sommo Re. In questo specchio rifulge la beata povertà, la santa umiltà e
l'ineffabile carità. Contempla lo specchio in ogni parte e vedrai tutto questo.
Osserva anzitutto l'inizio di questo specchio e vedrai la povertà di chi è posto in una mangiatoia ed avvolto in poveri panni. O meravigliosa umiltà, o stupenda povertà! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra è adagiato in un presepio!
Al centro dello specchio noterai l'umiltà, la beata povertà e le innumerevoli fatiche e sofferenze che egli sostenne per la redenzione del genere umano.
Alla fine dello stesso specchio noterai l'umiltà, la beata povertà e le innumerevoli fatiche e sofferenze che egli sostenne per la redenzione del genere umano. Alla fine dello stesso specchio potrai contemplare
l'ineffabile carità per cui volle patire sull'albero della croce ed in esso morire con un genere di morte di tutti il più umiliante. Perciò lo stesso specchio, posto sul legno della croce, ammoniva i passanti a considerare queste cose, dicendo: «Voi tutti che passate per la via, considerare e osservate se
c'è un dolore simile al mio dolore!» (Lam 1, 12). Rispondiamo dunque a lui, che grida e si lamenta, con
un'unica voce ed un solo animo: «Ben se ne ricorda e si accascia dentro di me la mia anima» (Lam 3, 20).
Così facendo ti accenderai di un amore sempre più forte, o regina del Re celeste.
Contempla inoltre le sue ineffabili delizie, le ricchezze e gli eterni onori, sospira con ardente desiderio ed amore del cuore, ed esclama: «Attirami dietro a te, corriamo al profumo dei tuoi aromi» (Ct 1, 3 volg.), o Sposo celeste. Correrò, né verrò meno fino a che non mi abbia introdotto nella tua dimora, fino a che la tua sinistra non stia sotto il mio capo e la tua destra mi cinga teneramente con amore (cfr. Ct 2, 4. 6).
Nella contemplazione di queste cose, ricordati di me, tua madre, sapendo che io ho scritto in modo indelebile il tuo ricordo sulle tavolette del mio cuore, ritenendoti fra tutte la più cara.
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MESSALE
SECONDO
IL RITO ROMANO
E IL CALENDARIO SERAFICO
Antifona
d'Ingresso
Oggi è sorta una stella:
oggi santa Chiara, poverella di Cristo,
è volata alla gloria dei cielo.
Regnum mundi et omnem ornátum sæculi contémpsi propter amórem Dómini mei
Iesu Christi, quem vidi, quem amávi, in quem crédidi, quem diléxi.
Colletta
Dio
misericordioso,
che
hai ispirato a santa Chiara
un
ardente amore per la povertà evangelica,
per
sua intercessione concedi anche a noi
di
seguire Cristo povero e umile,
per
godere della tua visione
nella
perfetta letizia del tuo regno.
Per
il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e
vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Deus, qui beátam Claram ad paupertátis amórem misericórditer adduxísti,
eius nobis intercessióne concéde, ut, in paupertáte spíritus Christum
sequéntes, ad tui contemplatiónem in cælésti regno perveníre mereámur.
Per Dóminum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura Os
2, 14-15. 19-20
Ti
farò mia sposa per sempre.
Dal
libro del profeta Osea
Così
dice il Signore:
«
Ecco,
la attirerò a me,
la
condurrò nel deserto
e
parlerò al suo cuore.
Là
canterà
come
nei giorni della sua giovinezza,
come
quando uscì dal paese d’Egitto.
Ti
farò mia sposa per sempre,
ti
farò mia sposa
nella
giustizia e nel diritto,
nella
benevolenza e nell’amore,
ti
fidanzerò con me nella fedeltà
e
tu conoscerai il Signore ».
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 44
Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore!
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio,
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
al re piacerà la tua bellezza.
Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui.
La figlia del re è tutta splendore,
gemme e tessuto d’oro è il suo vestito.
E presentata al re in preziosi ricami.
Con lei le vergini compagne a te sono condotte;
guidate in gioia ed esultanza
entrano insieme nel palazzo dei re.
Seconda
Lettura 2
Cor 4, 6-10. 16-18
La
vita di Gesù si manifesta nei nostri corpi.
Dalla
seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli,
Dio rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della
gloria divina che rifulge sui volto di Cristo.
Però
noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa
potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati
da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;
perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre
e dovunque nei nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di
Gesù si manifesti nei nostro corpo.
Per
questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va
disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il
momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità
smisurata ed eterna di gloria.
Canto
al Vangelo Gv
6,51
Alleluia,
alleluia.
Vieni, Sposa di Cristo, ricevi la corona
che il Signore ti ha preparata per la vita eterna.
Alleluia.
Vangelo
Gv
15, 4-10
Chi
osserva i comandamenti del Signore, rimane nel suo amore.
Dal
vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi
discepoli: « Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far
frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così anche voi se non
rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in
lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non
rimane in me, viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo
raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete
quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio:
che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi.
Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel
mio amore, come io ho osservato i comandamenti dei Padre mio e rimango nel
suo amore ».
Sulle
Offerte
Accetta,
Signore, l’umile servizio che ti offriamo
riuniti
nel ricordo di santa Chiara vergine,
e
per il santo sacrificio del Cristo tuo Figlio
trasformaci
in ardenti apostoli del tuo amore.
Per
Cristo nostro Signore.
Devotiónis nostræ múnera, Dómine, in beátæ Claræ commemoratióne tibi
sacránda deférimus, qui temporáli consolatióne signíficas, ut promíssa
non desperémus ætérna. Per Christum.
Prefazio
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
V. In alto i nostri cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore, nostro
Dio.
R. E’ cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Tu hai ispirato a santa Chiara
di seguire fedelmente,
sull’esempio di san Francesco,
le orme del tuo Figlio,
sposandola a lui misticamente
con vincolo di perenne fedeltà e amore:
e avendola innalzata,
per la via della più eroica povertà,
alle altezze della seràfica perfezione,
l’hai costituita Madre e Maestra
di una moltitudine di vergini.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli Angeli e ai Santi,
con voce unanime
cantiamo l’inno della tua lode:
Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell’alto dei cieli.
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: In Sanctis
enim, qui Christo se dedicavérunt propter regnum cælórum, tuam decet
providéntiam celebráre mirábilem, qua humánam substántiam et ad primæ
oríginis révocas sanctitátem, et perdúcis ad experiénda dona, quæ in
novo sæculo sunt habénda.
Et ídeo, cum Sanctis et Angelis univérsis, te collaudámus, sine fine
dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Antifona
alla Comunione Gv
14, 21. 23
«Chi mi ama sarà amato dal Padre mio,
e
noi verremo a lui
e
presso di lui prenderemo dimora».
Ps 44,2
Eructávit cor meum verbum bonum, dico ego ópera mea Regi.
Dopo
la Comunione
O
Dio, che ci hai saziato con il pane della vita,
fa'
che, sull’esempio di santa Chiara,
portiamo
nel nostro corpo mortale
la
passione di Cristo Gesù
per
aderire a te, unico e sommo bene.
Per
Cristo nostro Signore.
Salutáribus, Dómine, fóntibus recreáti, te súpplices exorámus, ut, beátæ
Claræ intercessióne, Christo in dies intímius adhæréntes, in eius regno
grátiæ mereámur esse consórtes. Per Christum..
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