L’amore
di Dio è tutto
Dalle
«Massime» di san
Giuseppe
da Copertino (Cfr.
G. Parisciani O.F.M. Conv., S. Giuseppe da Copertino alla luce dei nuovi
documenti. Osimo 1963, passim).
Tre
sono le cose proprie di un religioso: amare Dio con tutto il cuore,
lodarlo con la bocca, e dare sempre buono esempio con le opere.
Nessuna persona spirituale o religiosa può essere perfetta senza
l’amore di Dio. Chi ha la carità, è ricco e non lo sa; chi non ha
la carità, ha una grande infelicità.
La
grazia di Dio è come il sole, che splendendo su gli alberi e le loro
foglie, li adorna ma non li contamina, li lascia nel loro essere,
senza minimamente alterarli. Così la grazia di Dio, illuminando
l’uomo, lo adorna di virtù, lo fa splendente di carità, lo rende
bello e vago agli occhi di Dio; non altera la sua natura, ma la
perfeziona. Dio vuole, dell’uomo, la volontà, poiché questi non
possiede altro di proprio, pur avendola ricevuta quale prezioso dono
dal suo Creatore. Difatti quando si esercita in opere di virtù, la
grazia di operare e tutti gli altri: doni ch’egli possiede, vengono
da Dio: l’uomo, di suo, non ha che la volontà; perciò Dio si
compiace sommamente, quando egli, rinunciando alla propria volontà,
si mette completamente nelle sue mani divine.
Come
un albero, dopo essere stato oggetto delle cure più assidue, in fine,
carico di frutti, ne dà a chi ne vuole, così l’uomo che comincia a
camminare nella via di Dio, deve sforzarsi con ogni diligenza di
crescere e progredire nel servizio del Signore, spandendo rami di virtù
e producendo fiori profumati di santità e frutti di opere sante, per
modo che tutti gli uomini, dietro il suo esempio, apprendano anch’essi
a camminare nella via di Dio.
Il
patire per amore di Dio è un favore singolarissino, che il
Signore concede a coloro che ama.
E’
maggior grazia il patire in questa vita che non il godere, poiché il
Signore vuole essere ripagato con la stessa moneta che egli ha sborsato
per noi: Gesù ha tanto sofferto per noi, e vuole che anche noi
soffriamo con lui. O sei oro, o sei ferro: se sei oro, la sofferenza ti
purifica se sei ferro la sofferenza ti toglie la ruggine.
I servi di
Dio devono fare come gli uccelli, i quali scendono a terra per prendere
un pò di cibo e poi subito si risollevano in aria. Similmente i
servi di Dio possono fermarsi sulla terra quanto comporta la
necessità del vivere umano, ma poi subito, con la mente, devono
sollevarsi al cielo per lodare e benedire il Signore. Gli uccelli, se
scorgono del fango sul terreno, non si calano sopra, oppure lo fanno con
molta cautela per non imbrattarsi. Così dobbiamo fare noi: mai
abbassarci alle cose che macchiano l’anima, ma sollevarci in alto e
con le nostre opere lodare il Signore,
sommo Bene.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Sir
1, 14-15
L'amore
di Dio è gloriosa sapienza,
e
quelli, a cui essa si manifesta,
amano
mirarla e conoscere le sue grandezze.
Cf. Ps 131,9 Sacerdótes tui, Dómine, índuant iustítiam, et sancti tui
exsúltent
Colletta
O Dio, che con mirabile sapienza
hai voluto attrarre ogni cosa all’unigenito tuo Figlio,
fa’ che, elevandoci dalle terrene cupidigie,
per i meriti e l’esempio di san Giuseppe da
Copertino,
possiamo conformarci pienamente allo stesso tuo Figlio:
che è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus, ut, intercedénte beáto Joseph ,
et tua in nobis dona multíplices, et témpora nostra in pace dispónas.
Per Dóminum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
Cor
12, 31; 13, 1-10. 13
Se
non avessi la carità, non sono nulla.
Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, aspirate ai carismi più
grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.
Se anche parlassi le lingue degli uomini e
degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o
un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi
tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede
così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono
nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e
dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi
giova.
La carità è paziente, è benigna la carità;
non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non
manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adìra, non tiene
conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della
verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno ; il dono delle lingue cesserà e la
scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la
nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è
imperfetto scomparirà.
Queste dunque le tre cose che
rimangono : la fede, la speranza e la carità ; ma di tutte più grande
è la carità!
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 24
Guidami nella tua verità, o
Signore.
A te, Signore, elevo l'anima mia,
Dio mio, in te confido: non sia confuso!
Chiunque spera in te non resti deluso.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
in te ho sempre sperato.
Buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori;
guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie.
Tutti i sentieri del Signore
sono verità e grazia
per chi osserva il suo patto e i suoi precetti.
Canto
al Vangelo
Sir
11, 13
Alleluia,
alleluia.
Il
Signore guarda l'umile con benevolenza,
e
lo solleva dalla sua bassezza.
Alleluia.
Vangelo
Mt 11,
25-30
Hai
tenute nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù
disse:
«Ti benedico, o
Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste
cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o
Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato
dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno
conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia
rivelare.
Venite a me, voi tutti, che
siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo
sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e
troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e
il mio carico leggero».
Sulle
Offerte
Accetta, Signore, l’offerta dei nostro servizio sacerdotale
nel ricordo di san Giuseppe da Copertino
e concedi che, liberi dagli affanni e dagli egoismi dei mondo,
diventiamo ricchi di te, unico bene.
Per Cristo nostro Signore.
Præténde múnera, quæsumus, Dómine, altáribus tuis pro beáti tui Joseph
commemoratióne propósita, ut, sicut per hæc beáta mystéria illo glóriam
contulísti, ita nobis indulgéntiam largiáris. Per Christum.
Antifona
alla Comunione Sal
68, 30-31.33
La tua salvezza, o Dio, mi ponga al
sicuro.
Loderò il nome di Dio con il canto.
Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi
cerca Dio.
Mt 24,46-47
Beátus servus, quem, cum vénerit Dóminus, invénerit vigilántem; amen
dico vobis, super ómnia bona sua constítuet eum.
Dopo
la Comunione
Ci hai saziato, Signore, alla mensa degli Angeli:
come, per la virtù di questo Pane,
concedesti a san Giuseppe da Copertino
di superare tutte le prove della vita,
così donaci di progredire di virtù in virtù
fino al raggiungimento dei tuo possesso beatifico.
Per Cristo nostro Signore.
Mensa cæléstis, omnípotens Deus, in ómnibus festivitátem beáti Joseph
celebrántibus supérnas vires firmet et áugeat, ut et fídei donum íntegrum
custodiámus, et per osténsum salútis trámitem ambulémus. Per Christum.
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