Liturgia di San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

4 OTTOBRE
SAN FRANCESCO D'ASSISI

patrono d'Italia (1182-1226) solennità

 

MISSALE  ROMANUM VETUS  ORDO

   
MESSALE
SECONDO IL RITO ROMANO
E IL CALENDARIO SERAFICO

 

LETTURE: Sir 50, 1,3-7; Sal 15; Gal 6,14-18; Mt 11,25-30

  

Convertitosi a Cristo da una giovinezza gaudente e spensierata, Francesco prende alla lettera le parole dei Vangelo e fa della sua vita una imitazione di Gesù povero e tutto proteso a compiere la volontà del Padre. In una conformazione e trasformazione tale che « da Cristo prese l’ultimo sigillo », come dice Dante (Paradiso, 11, v.107): « portare le stigmate della Passione nel suo corpo » (cf Gal 6,17). Francesco si allontana dall’antica e tradizionale concezione della vita monastica. Egli crea una « fraternità »; i grandi ordini francescani che da lui hanno origine — Minori, Conventuali, Cappuccini — trovano in Francesco più che una regola, uno stile di vita. La forma di santità vissuta da Francesco si è diffusa nel mondo attraverso il Terz’Ordine e unisce tutti coloro che pongono lo spirito al di sopra della lettera e l’amore prima della giustizia. La sua azione missionaria, la predicazione evangelica di pace e bene sono andate al cuore dei popoli e delle classi sociali spesso in lotta fra loro. Pochi uomini hanno avuto tanto influsso nella società del loro tempo e oltre, come Francesco. La sua visione ottimistica della creazione, espressa nel Cantico di frate sole, il suo amore per « madonna Povertà », il suo spirito evangelico intrinsecamente e dinamicamente innovatore e riformatore in piena adesione alla Chiesa, sono messaggi vivi per il mondo attuale. Con santa Caterina da Siena è patrono principale d’Italia.
 

Dobbiamo essere semplici, umili e puri

Dalla «Lettera a tutti i fedeli» di san Francesco d'Assisi
(Opuscoli, ed. Quaracchi 1949, 87-94)

Il Padre altissimo fece annunziare dal suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria che il Verbo del Padre, così degno, così santo e così glorioso, sarebbe disceso dal cielo, e dal suo seno avrebbe ricevuto la vera carne della nostra umanità e fragilità. Egli, essendo oltremodo ricco, volle tuttavia scegliere, per sé e per la sua santissima Madre, la povertà.
All'approssimarsi della sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Poi pregò il Padre dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39).

Pose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre. E la volontà del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso, dato per noi e nato per noi, offrisse se stesso nel proprio sangue come sacrificio e vittima sull'altare della croce. Non si offrì per se stesso, non ne aveva infatti bisogno lui, che aveva creato tutte le cose. Si offrì per i nostri peccati, lasciandoci l'esempio perché seguissimo le sue orme (cfr. 1 Pt 2, 21). E il Padre vuole che tutti ci salviamo per mezzo di lui e lo riceviamo con puro cuore e casto corpo.
O come sono beati e benedetti coloro che amano il Signore e ubbidiscono al suo Vangelo! E' detto infatti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutta la tua anima, e il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10, 27). Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 23). Dunque tutti quelli che l'adorano devono adorarlo in spirito e verità. Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perché dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18, 1), e diciamogli: «Padre nostro, che sei nei cieli» (Mt 6, 9).
Facciamo inoltre «frutti degni di conversione» (Mt 3, 8) e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.
Gli uomini perdono tutto quello che lasciano in questo mondo. Portano con sé solo la mercede della carità e delle elemosine che hanno fatto. E' il Signore che dà loro il premio e la ricompensa.
Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore. E su tutti coloro che avranno fatte tali cose e perseverato fino alla fine, riposerà lo Spirito del Signore. Egli porrà in essi la sua dimora ed abitazione. Saranno figli del Padre celeste perché ne compiono le opere. Saranno considerati come fossero per il Signore o sposa o fratello o madre.
 

 MESSALE

Antifona d'Ingresso
Rallegriamoci tutti nel Signore
nella solennità del Serafico Padre san Francesco;
con noi gioiscono gli Angeli
e lodano in coro il Figlio di Dio.

 
Vir Dei Francíscus relíquit domum suam, dimísit hereditátem suam, inops et pauper factus est; Dóminus autem assúmpsit eum.

 
Colletta
O Dio, che nel Serafico Padre san Francesco, povero e umile, hai offerto alla tua Chiesa una viva immagine dei Cristo, concedi a noi di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo e di unirci a te in carità e letizia.  
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 
Deus, qui beáto Francísco paupertáte et humilitáte Christo configurári tribuísti, concéde, ut, per illíus sémitas gradiéntes, Fílium tuum sequi et tibi coniúngi læta valeámus caritáte. Per Dóminum.

 
LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura
Sir 50, 1.3-7
Francesco come sole sfolgorante rifulse nel tempio di Dio.

Dal libro del Siracide
Ecco chi nella sua vita riparò il tempio, e nei suoi giorni fortificò il santuario. Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque, un serbatoio ampio come il mare. Premuroso di impedire la caduta del suo popolo, fortificò la città contro un assedio.

Come era stupendo quando si aggirava fra il popolo, quando usciva dal santuario dietro il velo.
Come un astro mattutino fra le nubi, come la luna nei giorni in cui è piena, come il sole sfolgorante così egli rifulse nel tempio di Dio.


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 15
Tu sei, Signore, mia parte di eredità.


Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.


Seconda Lettura
  Gal 6,14-18
Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
 

 
SEQUENZA

La sequenza è facoltativa, e si può dire anche nella forma breve, 
iniziando dalla strofa:
 
Per le piaghe ... 

 

Prodigi nuovi di santità, 
degni di lode, apparvero, 
stupendi e per noi propizi, 
affidati a Francesco.

Agli iscritti al nuovo gregge 
è data una nuova legge, 
si rinnovano i decreti del Re, 
ritrasmessi da Francesco.

Un nuovo ordine, una nuova vita, 
sconosciuti al mondo, sorgono; 
la regola emanata ripropone
il ritorno al Vangelo.

Conforme ai consigli del Cristo, 
è dettata la regola;
la norma data ricalca 
la vita degli Apostoli.

Corda rude, veste dura 
cinge e copre senza cura; 
il cibo si dà in parsimonia, 
son gettati i calzari.

Povertà soltanto cerca, 
niente vuole di terrestre; 
quaggiù Francesco tutto calpesta:
rifiuta il denaro.

Cerca luoghi solitari, 
ove sfogarsi in pianto; 
geme per il tempo prezioso 
sciupato nel secolo.

In un antro della Verna 
piange, prega, prostrato a terra, 
finché l’anima è irradiata 
di celeste arcana luce.

Là, protetto dalle rupi, 
è immerso nell’estasi;
il Serafico alla terra 
preferisce il cielo.

E' trattato con rigore, 
il corpo si trasfigura; 
nutrìto della parola di Dio, 
rifiuta ciò che è terreno.

Dall’alto, un Serafino alato 
gli appare: è il grande Re; 
sbigottisce il Padre, 
atterrito dalla visione.

Nelle membra di Francesco, 
tutto assorto in orazione,
imprime il Serafino 
i segni del Crocifisso.

E’ suggello al sacro corpo:
piagato mani e piedi, 
il lato destro è trafitto, 
si irrora di sangue.

Si parlano ; gli son rivelati 
i segreti celesti;
il Santo li comprende 
in sublime estasi.

Ecco chiodi misteriosi, 
fuori neri e dentro splendidi; 
punge il dolore, acute 
straziano le punte.

Non c’è opera di uomo 
sulle piagate membra; 
non i chiodi, non le piaghe 
impresse la natura


   
* * *

Per le piaghe che hai portato, 
con le quali hai trionfato 
sulla carne e sul nemico 
con inclita vittoria,

O Francesco, tu difendici 
fra le cose che ci avversano, 
per poter godere il premio 
nell’eterna gloria.

Padre santo e pietoso, 
il tuo popolo devoto 
con la schiera dei tuoi figli, 
ottenga il premio eterno.

Tutti quelli che ti seguono, 
siano un giorno uniti in cielo ai beati comprensori 
nella luce della gloria.

Amen.






 

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Francesco, povero e umile,
entra ricco nel cielo,
onorato con inni celesti.

Alleluia.
  

  
Vangelo 
Mt 11,25-30

Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».


Sulle Offerte

Accogli i nostri doni, o Signore, e prepara il tuo popolo a celebrare il mistero della croce, che segnò l'anima e il corpo del nostro Padre san Francesco. Per Cristo nostro Signore.

 
Múnera tibi, Dómine, offeréntes, quæsumus, ut ad mystérium crucis celebrándum conveniénter aptémur, cui beátus Francíscus tam ardénter adhæsit. Per Christum.

 

Prefazio

V. Il Signore sia con voi.    R. E con il tuo Spirito.
V. In alto i nostri cuori.    R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.    
R. E' cosa buona e giusta
.

E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Tu hai innalzato san Francesco, per le vie della più sublime povertà ed umiltà, alle vette della perfezione evangelica; lo hai infervorato di ardore serafico per glorificarti con ineffabile giubilo del suo spirito in tutte le opere delle tue mani; e insignito delle sacre stigmate, l’hai additato al mondo quale fedelissima immagine di Cristo crocifisso nostro Signore.

Per mezzo di lui si allietano gli Angeli e nell’eternità adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode:

Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome dei Signore. Osanna nell’alto dei cieli.

 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Qui in Sanctórum concílio celebráris, et eórum coronándo mérita tua dona corónas. Qui nobis eórum conversatióne largíris exémplum, et communióne consórtium, et intercessióne subsídium; ut, tantis téstibus confirmáti, ad propósitum certámen currámus invícti et immarcescíbilem cum eis corónam glóriæ consequámur, per Christum Dóminum nostrum. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cumque multíplici congregatióne Sanctórum, hymnum laudis tibi cánimus, sine fine dicéntes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione  Cfr 1 Pt 4, 13
Gioiosamente partecipò alle sofferenze di Cristo; e ora nella rivelazione della sua gloria esulta.

 
Mt 5,3 Beáti páuperes spíritu, quóniam ipsórum est regnum cælórum.

 
Dopo la Comunione

O Dio, che ci hai accolti alla tua mensa, fa’ che sentiamo in noi la fiamma viva del tuo amore e, imitando la carità e il fervore apostolico del nostro Padre san Francesco, ci consacriamo al servizio dei fratelli. 
Per Cristo nostro Signore.

 
Da nobis, quæsumus, Dómine, per hæc sancta quæ súmpsimus, ut, beáti Francísci caritátem zelúmque apostólicum imitántes, tuæ dilectiónis efféctus percipiámus et in salútem ómnium effundámus. Per Christum.

 

 


San Francesco e Santa Chiara
 

Laudato si' mi' Signore...
 

 

 

 

Sommario Liturgia


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