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OTTOBRE
SAN LUCA EVANGELISTA
Evangelista
- (Sec. I) - Festa
LETTURE:
2 Tm 4, 10-17;
Sal 144; Lc
10,1-9
Lo «scriba mansuetudinis Christi», come giustamente lo
chiama Dante, era nato ad Antiochia, ed esercitava la professione di
medico (Col 4,14). Dopo la conversione fu al servizio di Paolo (Filem
24; 2 Tim 4,11; Atti 16,1O-17; 20-21; 28) e gli fu
probabilmente accanto nei suoi ultimi giorni (2 Tim 4,11). La sua
origine greca e la sua provenienza dal paganesimo, la sua collaborazione
all’opera apostolica di Paolo, appaiono sotto molti aspetti in tutta
la sua azione evangelizzatrice e nei suoi scritti.
Il Vangelo di Luca ha per tema fondamentale l’ammissione di
tutti i popoli alla salvezza (Lc 3,6; 7,1-9; 13,28-30; ecc.) e la
partecipazione al Regno di tutte le categorie di persone che la Legge
antica escludeva dal culto: i poveri, i peccatori, i deboli, le donne, i
pagani (Lc 5,29-32; 7,36-50; 8,1-3; 10,21-22). E’ tutto un «lieto annuncio» che Gesù è il Salvatore, che è tutta bontà,
misericordia, dolcezza, gioia. La sua vita-ministero è presentata come
un «viaggio» di ascesa a Gerusalemme, al Calvario, alla gloria.
Gli Atti degli Apostoli sono per Luca una «storia-annuncio»
della Chiesa missionaria nel mondo, nell’influsso potente dello
Spirito Santo. Egli narra a cerchi concentrici il diffondersi del
messaggio e del mistero di Cristo ad opera degli Apostoli, dei
discepoli, dei diaconi, dei fedeli, presentando dapprima la Chiesa di
Gerusalemme, poi le prime missioni in Palestina e dintorni, poi le
grandi missioni apostoliche di Paolo. Negli Apostoli è sempre Cristo
che opera per mezzo del suo Spirito che compie nel mondo la «nuova
creazione».
Luca, autore degli Atti, rimase
affascinato dalla comunità apostolica che uscita appena dal Cenacolo
era già «un cuor solo e un’anima sola» (cf Atti 4,32).
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Il Signore segue i suoi predicatori
Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa
(Om. 17, 1-3; PL 76, 1139)
Il nostro Signore e Salvatore, fratelli carissimi, ci ammonisce ora con la parola, ora con i fatti. A dire il vero, anche le sue azioni hanno valore di comando, perché mentre silenziosamente compie qualcosa ci fa conoscere quello che dobbiamo fare. Ecco che egli manda a due a due i discepoli a predicare, perché sono due i precetti della carità:
l'amore di Dio, cioè, e l'amore del prossimo.
Il Signore manda i discepoli a due a due a predicare per indicarci tacitamente che non deve assolutamente assumersi il compito di predicare chi non ha la carità verso gli altri.
Giustamente poi è detto che «li inviò avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi» (Lc 10, 1). Il Signore infatti segue i suoi predicatori, perché la predicazione giunge prima, e solo allora il Signore viene ad abitare nella nostra anima, quando lo hanno preceduto le parole
dell'annunzio, attraverso le quali la verità è accolta nella mente. Per questo dice Isaia ai medesimi predicatori: «Preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio» (Is 40, 3). E il salmista dice loro: «Spianate la strada a chi sale sul tramonto» (Sal 67, 5 volg.). Il Signore salì «sul tramonto» che fu la sua morte.
Effettivamente il Signore salì «sul tramonto» in quanto la sua morte gli servì come alto piedistallo per manifestare maggiormente la sua gloria mediante la risurrezione. Salì «sul tramonto» perché risorgendo calpestò la morte che aveva affrontato.
Noi dunque spianiamo la strada a colui che sale «sul tramonto» quando predichiamo alle vostre menti la sua gloria; perché, venendo poi egli stesso, le illumini con la presenza del suo amore.
Ascoltiamo quello che dice nell'inviare i predicatori: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe» (Mt 9, 37-38). Per una grande messe gli operai sono pochi. Di questa scarsità non possiamo parlare senza profonda tristezza, poiché vi sono persone che ascolterebbero la buona parola, ma mancano i predicatori. Ecco, il mondo è pieno di sacerdoti, e tuttavia si trova assai di rado chi lavora nella messe del Signore. Ci siamo assunti
l'ufficio sacerdotale, ma non compiamo le opere che l'ufficio comporta.
Perciò riflettete attentamente, fratelli carissimi, sulla parola del Signore: «Pregate il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe». Pregate voi per noi, perché siamo in grado di operare per voi come si conviene; perché la lingua non resti inattiva
dall'esortare, e il nostro silenzio non condanni, presso il giusto giudice, noi, che abbiamo assunto
l'ufficio di predicatori.
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso
Is
52,7
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annunzia la pace,
che reca la buona novella, che proclama la salvezza.
Quam pulchri super montes pedes annuntiántis et prædicántis pacem,
annuntiántis bonum, prædicántis salútem!
Colletta
Signore Dio nostro, che hai scelto san Luca per rivelare al mondo con la predicazione e con gli scritti il mistero della tua predilezione per i poveri,
fa' che i cristiani formino un cuor solo e un'anima sola, e tutti i popoli vedano la tua salvezza. Per il nostro Signore...
Dómine Deus, qui beátum Lucam elegísti, ut prædicatióne et scriptis
mystérium tuæ in páuperes dilectiónis reveláret, concéde, ut, qui tuo
iam nómine gloriántur, cor unum et ánima una esse persevérent, et omnes
gentes tuam mereántur vidére salútem. Per Dóminum.
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima
Lettura 2 Tm 4, 10-17
Solo
Luca è con me.
Dalla
seconda lettera di san Paolo apostolo Timòteo
Figlio mio, Dema
mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è
partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in
Dalmazia. Solo Luca è con me.
Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. Ho
inviato Tìchico a Èfeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a
Tròade in casa di Carpo, e i libri, soprattutto le pergamene.
Alessandro, il fabbro, mi ha procurato molti danni: il Signore gli
renderà secondo le sue opere. Anche tu guàrdati da lui, perché si è
accanito contro la nostra predicazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi
hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore
però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a
compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero.
Salmo
Responsoriale Dal
Salmo 144
I tuoi santi, Signore, dicano
la gloria del tuo regno.
Ti lodino,
Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Canto
al Vangelo
Gv 15,16
Alleluia,
alleluia.
Io ho scelto
voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.
Vangelo
Lc 10, 1-9
La messe
è abbondante, ma sono pochi gli operai.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo,
il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé
in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate
dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!
Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa,
né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi
sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti
ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di
quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non
passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi
sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino
a voi il regno di Dio”».
Sulle
Offerte
Concedi a noi i tuoi fedeli, Signore, di servire santamente al tuo altare, perché il sacrificio che ti offriamo nella festa di san Luca, ci ottenga la guarigione dello spirito e il dono della vita nuova. Per Cristo nostro Signore.
Donis cæléstibus, da nobis, quæsumus, Dómine, líbera tibi mente servíre,
ut múnera, quæ in festivitáte beáti Lucæ deférimus, et medélam nobis
operéntur et glóriam. Per Christum.
Prefazio
degli Apostoli II
La
Chiesa fondata sugli Apostoli e sulla loro testimonianza.
E'
veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Tu hai stabilito la tua Chiesa
sul fondamento degli Apostoli,
perché sia, attraverso i secoli,
segno visibile della tua santità,
e in nome tuo trasmetta agli uomini
la verità che sono via al cielo.
Per questo mistero di salvezza,
uniti a tutti gli angeli,
proclamiamo nel canto la tua gloria.
Santo, Santo, Santo ...
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque
grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per
Christum Dóminum nostrum. Quóniam Ecclésiam tuam in apostólicis
tribuísti consístere fundaméntis, ut signum sanctitátis tuæ in terris
manéret ipsa perpétuum, et cæléstia præbéret cunctis homínibus
documénta. Quaprópter nunc et usque in sæculum cum omni milítia
Angelórum devóta tibi mente concínimus, clamántes atque dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Antifona
alla Comunione Cf
Lc 10,1-9
Il Signore mandò i suoi discepoli
ad annunziare in ogni luogo:
«E' vicino a voi il regno di Dio».
Misit Dóminus discípulos, qui nuntiárent civitátibus: Appropinquávit in
vos regnum Dei.
Dopo
la Comunione
La partecipazione al tuo sacramento, Signore, ci comunichi il tuo spirito di santità, e ci rafforzi nell'adesione al Vangelo, che san Luca ha trasmesso alla tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore.
Præsta, quæsumus, omnípotens Deus, ut, quod de sancto altári tuo
accépimus, nos sanctíficet, et in fide Evangélii, quod beátus Lucas
prædicávit, fortes effíciat. Per Christum.
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