Liturgia della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe - Anno A *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

DOMENICA FRA L'OTTAVA DI NATALE
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ
MARIA E GIUSEPPE

LETTURE: Sir 3, 3-7.14-17a; Col 3, 12-21; Sal 127; Mt 2, 13-15. 19-23
 

 Famiglia piccola Chiesa

La Chiesa e il mondo contemporaneo s’interrogano, oggi più che mai, circa il disegno di Dio sulla famiglia. Mentre da una parte emergono alcuni grandi valori che manifestano la presenza di Dio, come la crescita della libertà e della responsabilità nella paternità e nell’educazione, la legittima aspirazione della donna all’eguaglianza di diritti e di doveri con l’uomo, l’apertura al dialogo verso tutta la grande famiglia umana, la stima delle relazioni autenticamente personali..., dall’altra si constatano crescenti difficoltà, come la degradazione della sessualità, la visione materialistica ed edonistica della vita, l’atteggiamento permissivo dei genitori, l’indebolirsi dei vincoli familiari e della comunicazione tra generazioni.

Il progetto di Dio
Le caratteristiche della famiglia descritta nei brani dell’AT erano: la pace, l’abbondanza di beni materiali, la concordia e la discendenza numerosa: segni della benedizione del Signore; la legge fondamentale era l’obbedienza temperata dall’amore; questa obbedienza non era solo segno e garanzia di benedizione e prosperità per i figli, ma anche un modo per onorare Dio nei genitori (Prima lettura). A questo tipo di famiglia, il cristianesimo ha portato un costante superamento di se stessa in vista del Regno: san Paolo domanda agli sposi e ai figli cristiani di vivere la loro vita familiare come se vivessero già nella famiglia del Padre celeste nella obbedienza di fede come Abramo mentre s. Giovanni ci ricorda la figliolanza divina che il Padre ci ha donato (seconda lettura).
Il Vangelo, presentandoci l’esperienza di Cristo che entra nel tessuto di una famiglia umana concreta, traccia un quadro realistico delle alterne vicende alle quali va soggetta la vita di una famiglia. Nella famiglia non tutto è idillio, pace, serenità: essa passa attraverso la sofferenza e le difficoltà dell’esilio e della persecuzione: attraverso le crisi per il lavoro, la separazione, l’emigrazione, la lontananza dei genitori. Nella santa Famiglia, come in ogni famiglia, vi sono gioie e sofferenze, dalla nascita all’infanzia, all’età adulta; in essa maturano avvenimenti lieti e tristi per ciascuno dei suoi membri. Il momento in cui la strada dei figli si divide da quella dei genitori è uno dei più importanti e decisivi della storia della famiglia. Dopo il ritrovamento nel tempio, Maria e Giuseppe tacciono, non sollevano obiezioni sulla scelta di Gesù: intuiscono che è una scelta che sembra escluderli dalla vita del loro unico figlio, una scelta costellata di lacrime, ma l’accettano, perché quella è ha volontà di Dio.

La missione della Chiesa
La Chiesa partecipa alle gioie e alle consolazioni, come pure alle sofferenze e difficoltà della vita familiare di oggi: conforta ed incoraggia le famiglie che consapevolmente si impegnano a vivere secondo il Vangelo, rendendo testimonianza ai frutti dello Spirito; stima ed accoglie gli elementi di ogni cultura, per garantire la loro consonanza con il disegno di Dio sul matrimonio e ha famiglia; si impegna a sollevare le condizioni di quei nuclei familiari che vivono nella miseria, mentre nel mondo circostante abbondano le ricchezze; proclama con forza contro ha violenza della società i diritti alla libertà religiosa, alla procreazione responsabile e alla educazione, collaborando attivamente alla soluzione dei gravi problemi sociali, economici e demografici che pesano sulla famiglia; annuncia con coraggio la fondamentale vocazione dell’uomo a partecipare alla vita e all’amore di Dio Padre. La famiglia è la prima cellula della società e della Chiesa. Dio l’ha creata a sua immagine (Gn 1,26) e ha affidato all’uomo il compito di crescere, di moltiplicarsi, di riempire la terra e di sottometterla (Gn 1,28). Questo disegno si avvera quando l’uomo e ha donna si uniscono intimamente nell’amore per il servizio della vita, partecipando così al potere creatore di Dio e all’amore redentivo di Cristo.


Per una famiglia aperta
Questo disegno di Dio chiama ogni giorno gli sposi a vivere ha «novità» dell’amore, attraverso ha conversione del cuore e la santità della vita, segnata dalla sofferenza della croce e dalla speranza della risurrezione. La risposta al progetto di Dio impegna la famiglia a svolgere i compiti che le sono propri nel mondo di oggi: l’educazione alla libertà, ad un forte senso morale, alla fede e agli autentici valori umani e cristiani. Ad essa è affidato anzitutto il compito della evangelizzazione e della catechesi; e nell’ambito della più ampia comunità sociale essa testimonia i valori evangelici, promuove la giustizia sociale, aiuta i poveri e gli oppressi.
La famiglia cristiana potrà attuare questo se sarà perseverante nella preghiera comune e nella liturgia che sono fonti di grazia.
 

L'esempio di Nazaret

Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa  (Discorso tenuto a Nazaret, 5 gennaio 1964)
La casa di Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare. 
Qui impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo. Qui scopriamo il bisogno di osservare il quadro del suo soggiorno in mezzo a noi: cioè i luoghi, i tempi, i costumi, il linguaggio, i sacri riti, tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo. 
Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazaret! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine! Ma noi non siamo che di passaggio e ci è necessario deporre il desiderio di continuare a conoscere, in questa casa, la mai compiuta formazione all'intelligenza del Vangelo. Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla casa di Nazaret. 
In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazaret, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l'interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto. 
Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi cos'è la famiglia, cos'è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com'è dolce ed insostituibile l'educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell'ordine sociale. Infine impariamo la lezione del lavoro. Oh! dimora di Nazaret, casa del Figlio del falegname! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti; ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore.
 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  Lc 2,16
I pastori si avviarono in fretta
e trovarono Maria e Giuseppe,
e il Bambino deposto nella mangiatoia.

 
Venérunt pastóres festinántes, et invenérunt Maríam et Ioseph et Infántem pósitum in præsépio.

 
Colletta

O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, f
a' che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
 
Deus, qui præclára nobis sanctæ Famíliæ dignátus es exémpla præbére, concéde propítius, ut, domésticis virtútibus caritatísque vínculis illam sectántes, in lætítia domus tuæ præmiis fruámur ætérnis. Per Dóminum.

 
Oppure:

O Dio, nostro creatore e Padre, tu hai voluto che il tuo Figlio, generato prima dell'aurora del mondo, divenisse membro dell'umana famiglia;
ravviva in noi la venerazione per il dono e il mistero della vita, perché i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo santo nome.

LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura
  Sir 3, 3-7.14-17a
Chi teme il Signore onora i genitori.
 

Dal libro di Siracide
Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.


Salmo Responsoriale  Dal Salmo 127
Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
 

Seconda Lettura  Col 3, 12-21
Vita familiare cristiana, secondo il comandamento dell'amore.
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.
 

Canto al Vangelo   Col 3,15.16
Alleluia, alleluia.

La pace di Cristo regni nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

Alleluia.

  


Vangelo 
Mt 2, 13-15. 19-23

Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.
 

Dal vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».


Sulle Offerte
Accogli, o Signore, questo sacrificio di salvezza, e per intercessione della Vergine Madre e di san Giuseppe, f
a' che le nostre famiglie vivano nella tua amicizia e nella tua pace. Per Cristo nostro Signore.
 
Hóstiam tibi placatiónis offérimus, Dómine, supplíciter deprecántes, ut, Deíparæ Vírginis beatíque Ioseph interveniénte suffrágio, famílias nostras in tua grátia fírmiter et pace constítuas. Per Christum.

 

Prefazio di Natale I
Cristo Luce
 

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

Nel mistero dei Verbo incarnato 
è apparsa agli occhi della nostra mente 
la luce nuova del tuo fulgore, 
perché conoscendo Dio visibilmente, 
per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle cose invisibili.

E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante l’inno della tua gloria:
 
Santo, Santo, Santo …
 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostræ óculis lux tuæ claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amórem rapiámur. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

 
Oppure:


Prefazio di Natale II
Nell’incarnazione Cristo reintegra l’universo

 

E’ veramente cosa buona e giusta, 
nostro dovere e fonte di salvezza, 
lodarti e ringraziarti sempre per i tuoi benefici, 
Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.

Nel mistero adorabile del Natale, 
egli, Verbo invisibile, 
apparve visibilmente nella nostra carne, 
per assumere in sé tutto il creato 
e sollevarlo dalla sua caduta.

Generato prima dei secoli, 
cominciò ad esistere nel tempo, 
per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre, 
e ricondurre a te l’umanità dispersa.

Per questo dono della tua benevolenza, 
uniti a tutti gli angeli, cantiamo esultanti la tua lode:

Santo, Santo, Santo …

Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Qui, in huius venerándi festivitáte mystérii, invisíbilis in suis, visíbilis in nostris appáruit, et ante témpora génitus esse copit in témpore; ut, in se érigens cuncta deiécta, in íntegrum restitúeret univérsa, et hóminem pérditum ad cæléstia regna revocáret.
Unde et nos, cum ómnibus Angelis te laudámus, iucúnda celebratióne clamántes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.

 
Oppure:
 

Prefazio di Natale III 
Il misterioso scambio che ci ha redenti

E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.

In lui oggi risplende in piena luce 
il misterioso scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo, 
l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne 
e noi, uniti a te in comunione mirabile, 
condividiamo la tua vita immortale.

Per questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli angeli, 
proclamiamo esultanti la tua lode:

Santo, Santo, Santo …

 
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum. Per quem hódie commércium nostræ reparatiónis effúlsit, quia, dum nostra fragílitas a tuo Verbo suscípitur, humána mortálitas non solum in perpétuum transit honórem, sed nos quoque, mirándo consórtio, reddit ætérnos. Et ídeo, choris angélicis sociáti, te laudámus in gáudio confiténtes:
 
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
 

Quando si recita il Canone Romano si recitano i “Communicantes” propri.

 

Antifona alla Comunione
  Bar 3,38
Il nostro Dio è apparso sulla terra,
e ha dimorato in mezzo a noi.


Deus noster in terris visus est, et cum homínibus conversátus est.

 
Oppure: 
Cf Mt 2,22-23
Giuseppe ritornò in Galilea e andò ad abitare a Nazaret, 
perché si adempisse la profezia: sarà chiamato Nazareno.

Dopo la Comunione
Padre misericordioso, che ci hai nutriti alla tua mensa, donaci di seguire gli esempi della santa Famiglia, perché dopo le prove di questa vita siamo associati alla sua gloria in cielo. Per Cristo nostro Signore.


Quos cæléstibus réficis sacraméntis, fac, clementíssime Pater, sanctæ Famíliæ exémpla iúgiter imitári, ut, post ærúmnas sæculi, eius consórtium consequámur ætérnum. Per Christum.

 

   

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