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Liturgia della II Domenica del Tempo Ordinario - Anno B * |
Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
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LETTURE:
1 Sam 3,3b-10.19;
Sal 39; 1 Cor 6,13c-15a.17-20;
Gv 1,35-42 |
Seguire Gesù |
Le
scene di chiamata (Es 3; Is
6; Ger 1...) sono tra le pagine più vive della Bibbia. Ci rivelano
Dio nella sua maestà e nel suo mistero, e l’uomo in tutta la sua
verità: nella sua paura e generosità, nei suoi atteggiamenti di
resistenza e accettazione... Il
piano di Dio Ogni
uomo, per il fatto stesso di essere al mondo, è in stato di «vocazione».
Attraverso le vie misteriose degli eventi umani più ordinari e
oscuri, Dio lo chiama all’esistenza per un suo particolare progetto di
amore. La vocazione infatti, come l’esistenza, è sempre una chiamata
personale. Dio non costruisce gli uomini in serie; non usa lo stampo:
parla a ciascuno personalmente. Scoprire
la propria vocazione significa scoprire il progetto di vita che Dio ha
su ciascuno di noi, perché l’iniziativa è sempre di Dio. «Parla,
perché il tuo servo ti ascolta» (prima lettura). «Ecco, io vengo,
Signore, per fare la tua volontà» (salmo responsoriale). Approfondire
l’iniziativa preveniente di Dio porta con sé tutto un processo di
interiorizzazione e di scoperta progressiva delle esigenze spirituali
e morali della propria vocazione (seconda lettura). Il
binomio di «chiamata» e di «sequela Christi» rappresenta,
d’altronde, una delle categorie fondamentali della vita cristiana, la
cui struttura è chiaramente dialogica, fatta cioè di domanda e di
risposta, di appelli che passano attraverso le vicende della vita e di
risposte che si esprimono non solo in professioni di fede o in
preghiera, ma in scelte di vita e in continua disponibilità del cuore.
La categoria del dialogo esprime anche un’altra caratteristica
fondamentale della vita cristiana: la dinamicità.
Il cristiano non è colui che ha in tasca la soluzione di tutti i
problemi, che possiede come una specie, di assicurazione sulla vita di
fronte agli interrogativi del presente e del futuro. Egli si sente, al
contrario, come un uomo in
ricerca, le cui certezze sono continuamente messe in questione dagli
avvenimenti. E tuttavia il suo legame con Cristo fa di lui un
ricercatore originale, perché il suo cammino in qualche modo è già
stato tracciato e percorso, e la mèta è raggiungibile. Camminare
insieme Anche
se l’appello di Cristo si fa sentire come invito personale e si
chiarisce nel cuore di una intimità sempre nuova e irripetibile, esso
apre sempre la strada a una esperienza comunitaria. L’incontro
personale con Gesù suscita l’incontro personale e comunitario con
tutti coloro che hanno fatto l’esperienza di questo incontro, e dà
l’avvio alla costituzione di una comunità nella quale il vivere
insieme e il « seguire » insieme Gesù diventa una caratteristica
essenziale. Accanto alla vocazione personale c’è, quindi, la
vocazione a far parte di un popolo che si chiama Chiesa: ekklesía,
che vuoi dire appunto, la «convocata», la «eletta», la «chiamata». «
Vieni e seguimi » Questo
invito risuona oggi come venti secoli fa. Ma quali resistenze non
solleva nell’uomo moderno? La parola «seguire» non richiama
immediatamente un atteggiamento mediocre, di conformismo, di mancanza di
fantasia, di creatività, di personalità? Si segue la moda, il partito
vincente, l’opinione di chi grida più forte o parla per ultimo... Chi
«segue» rinuncia a vedere con i propri occhi, vende il cervello
all’ammasso, considera un lusso avere opinioni. Ci chiama forse a
queste cose l’invito di Gesù? A rinunciare alla libertà creatrice,
ad ogni iniziativa personale, per camminare dietro a lui come servitori
muti e docili, anche se guardano in alto e cantano con entusiasmo? Guardiamo a quello che ha fatto lui. Egli ha seguito fedelmente la volontà del Padre suo, tanto che sul punto di morte ha gridato: «Tutto è compiuto!». Ma questa volontà faceva di lui un uomo libero. Egli ha proclamato al mondo una parola nuova, creatrice, quella appunto che aveva ascoltato dal Padre suo. Se egli chiama dei discepoli a seguirlo è soltanto per dire loro: «Come il Padre ha mandato me così io mando voi». Il seguire Gesù e l’essere mandato è uno stesso movimento. Proprio perché gli apostoli hanno seguito Gesù, sono stati inviati in tutto il mondo. Legati a lui, liberi da qualunque legame con le tradizioni e con qualunque potenza di questo mondo, essi hanno creato delle comunità nuove, fatte di uomini liberi e fratelli. Seguire vuoi dire, dunque, andare avanti, creare. Non da soli, ma insieme con lui, e rimanendo in comunione con tutti coloro che lo seguono e sono legati a lui da questo legame unico e molteplice che è stato creato dalla sua chiamata. Chi si siede o si adagia nelle proprie abitudini, chi si integra in un sistema perfetto, dove tutto è previsto e predeterminato..., questi non segue più, perché non ascolta più la voce di Gesù che lo precede nel cammino e lo invita a lasciare le false sicurezze per una ricerca sempre rinnovata. Il Signore ci chiama ogni giorno e la nostra risposta deve essere sempre nuova.
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La perfetta armonia frutto della concordia Dalla «Lettera agli Efesini» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (Capp. 2, 2 - 5, 2; Funk 1, 175-177) |
MESSALE Antifona
d'Ingresso Sal
65/66,4 Omnis terra adóret te, Deus, et psallat tibi; psalmum dicat nómini tuo, Altíssime.
Omnípotens sempitérne Deus, qui cæléstia simul et terréna moderáris, supplicatiónes pópuli tui cleménter exáudi, et pacem tuam nostris concéde tempóribus. Per Dóminum.
Oppure: O Dio, che riveli i segni della tua presenza nella Chiesa, nella liturgia e nei fratelli, fa' che non lasciamo cadere a vuoto nessuna tua parola, per riconoscere il tuo progetto di salvezza e divenire apostoli e profeti del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 1 Sam 3, 3b-10. 19 Parla,
Signore, perché il tuo servo ti ascolta.
In quei giorni, Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava
l'arca di Dio.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 39
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
Seconda
Lettura I
vostri corpi sono membra di Cristo.
Fratelli, il corpo non è per l'impurità, ma per il Signore, e il
Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà
anche noi con la sua potenza.
Canto al Vangelo Gv 1,41.17b Alleluia, alleluia.
«Abbiamo trovato il Messia»: Alleluia.
Videro dove dimorava e rimasero con lui.
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo
sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi
due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Sulle
Offerte Parásti in conspéctu meo mensam, et calix meus inébrians quam præclárus est!
quam Deus habet in nobis.
Oppure: Gv 1,36-37 Giovanni Battista vide Gesù e disse:
Dopo la Comunione Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore, perché nutrito con l'unico pane di vita formiamo un cuor solo e un'anima sola. Per Cristo nostro Signore.
Spíritum nobis, Dómine, tuæ caritátis infúnde, ut, quos uno cælésti pane satiásti, una fácias pietáte concórdes. Per Christum.
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