Liturgia della VII Domenica di Pasqua - Anno A *

Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA

 

   

VII DOMENICA DI PASQUA
Anno A
Questa Liturgia è stata sostituita, in Italia, dalla solennità 
dell'Ascensione del Signore, trasferita alla domenica seguente.
 

LETTURE: At 1,12-14; Sal 26; 1 Pt 4,13-16; Gv 17,1-11a
 

Gesù risorto glorificato nei credenti

Il tema della gloria occupa un posto importantissimo nelle Scritture. La gloria di Iahvè illumina tutta la storia d'Israele e risplende sul volto del Risorto. Essa è l'irraggiamento della potenza di Dio, quale appare nei suoi prodigiosi interventi a favore del popolo; è la sua presenza nell'ammirazione, nell'adorazione e nel santo timore del suo popolo e di tutte le nazioni che lo riconoscono unico Dio.

La gloria di Dio
«Fino a che... il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli Angeli con lui (cf Mt 25,31) e, distrutta la morte, non Gli saranno sottomesse tutte le cose (cf 1 Cor 15,26-27), alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri, passati da questa vita, stanno purificandosi, e altri godono della gloria contemplando "chiaramente Dio uno e trino, qual è"; tutti però, sebbene in grado e modo diverso, comunichiamo nella stessa carità di Dio e del prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria» (LG 49).
Nelle lingue moderne il termine «gloria» evoca soprattutto la fama, uno splendore esterno qualche volta anche un po' artificiale; in ebraico la parola che significa gloria designa invece il peso di un essere nell'esistenza, il suo reale valore e quindi il suo irraggiamento personale.
La gloria di Dio è Dio stesso in tutta la sua grandezza, la gloria di Cristo è Cristo nella pienezza del suo essere; parallelamente, glorificare Dio e Cristo non vuol esprimere il levitare di enormi nubi di incenso o concerti di trombe d'oro, ma solo riconoscere la realtà di Dio e la realtà di Cristo e di conseguenza la stretta connessione che lega la vocazione divina dell'uomo e l’accettazione effettiva della sua condizione di creatura.
Tutto il creato è orientato alla gloria di Dio, ma l'uomo può soffocare questo inno di lode al Creatore che pure è scritta nella sua stessa carne, e può costruire «una torre» che raggiunga il cielo e sia segno della gloria dell'uomo. Il risultato è una ridicola caricatura.

La gloria di Cristo

Quando i cristiani dovettero affermare la divinità del Cristo, il tema della gloria, applicato alla persona di Gesù, parve estremamente fecondo: egli è «entrato nella gloria», è stato «assunto nella gloria». «Dio lo risuscitò da morte e lo glorificò», «ha glorificato il suo servo Gesù». Senza escludere l'uguaglianza fondamentale con il Padre, queste espressioni mostrano che il luogo privilegiato in cui Cristo è riconosciuto «Signore della gloria» è appunto l'ora della passione: quando l'uomo-Gesù, spingendo  al limite estremo la sua obbedienza al Padre, è chiamato a condividerne la gloria, la vita eterna. Nello stesso movimento la Chiesa, corpo di Cristo, è glorificata nel momento in cui soffre per essere fedele, nel momento della croce, e del martirio (seconda lettura).
Nessun trionfalismo, ma piuttosto la coscienza di una missione da compiere, intimamente unita a Cristo: quella di annunciare l'amore di Dio, nonostante l'odio  del mondo; quella di costruire l'unità degli uomini, perché abbiano la Vita.
Il fine primario del piano divino di salvezza è la comunione alla gloria divina, cioè alla vita stessa di Dio. Gesù stesso nella sua missione umana non aveva altro fine che la gloria del Padre che è la sua stessa gloria. Dare gloria a Dio non significa svilire l'uomo. Gloria di Cristo è il compimento della sua opera: compimento che ora è affidato ai credenti. Tutto quello che è dell'uomo interessa Dio, e «gloria di Dio è l'uomo vivente».

In Lui è la nostra gloria
Il cielo e la terra cantano gloria a Dio, ma giustamente cantano gloria le opere dell'intelligenza  dell'uomo, i suoi bulldozer  ed i suoi razzi interplanetari, le sue gigantesche  dighe e i suoi microprocessori... La gloria di Dio è un dono: è Dio che si avvicina all’uomo e gli chiede di entrare in comunione con Lui.
La Chiesa, comunità della salvezza, ha come fine e speranza il Regno glorioso di Dio, dove nello Spirito Santo esiste la perfetta comunione alla gloria di Dio. Tutto questo avviene nella mediazione del Signore Gesù risorto e nella presenza dello Spirito attraverso la conversione, la fede ed i sacramenti.
La Chiesa è soprattutto consapevole che la gloria di Dio ha il culmine e la fonte nella Liturgia: quando un gruppo di cristiani si riunisce per l'Eucaristia, canta la lode della gloria di Dio: «Gloria a Dio...». «La rinnovazione... della alleanza di Dio con gli uomini nell'Eucaristia introduce e accende i fedeli nella pressante carità di Cristo. Particolarmente dall'Eucaristia, deriva... quella santificazione degli uomini e glorificazione di Dio in Cristo verso la quale convergono, come a loro fine, tutte le altre attività della Chiesa» (SC 10).

  

La gloria che hai dato a me l'ho data ad essi

Dalle «Omelie sul Cantico dei cantici» di san Gregorio di Nissa, vescovo 
(Om. 15; PG 44, 1115-1118)

Se davvero l'amore riesce ad eliminare la paura e questa si trasforma in amore, allora si scoprirà che ciò che salva è proprio l'unità. La salvezza sta infatti nel sentirsi tutti fusi nell'amore all'unico e vero bene mediante quella perfezione che si trova nella colomba di cui parla il Cantico dei cantici: «Una sola è la mia colomba, la mia perfetta. L'unica di sua madre, la preferita della sua genitrice» (Ct 6,9).
Tutto ciò lo mostra più chiaramente il Signore nel vangelo.
Gesù benedice i suoi discepoli, conferisce loro ogni potere e concede loro i suoi beni. Fra questi sono da includere anche le sante espressioni che egli rivolge al Padre. Ma fra tutte le parole che dice e le grazie che concede una ce n'è che è la maggiore di tutte e tutte le riassume. Ed è quella con cui Cristo ammonisce i suoi a trovarsi sempre uniti nelle soluzioni delle questioni e nelle valutazioni circa il bene da fare; a sentirsi un cuor solo e un'anima sola e a stimare questa unione l'unico e solo bene; a stringersi nell'unità dello Spirito con il vincolo della pace; a far un solo corpo e un solo spirito; a corrispondere a un'unica vocazione, animati da una medesima speranza.
Ma più che questi accenni sarebbe meglio riferire testualmente le parole del vangelo: «Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me è io in te, siano anch'essi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17, 21).
Il vincolo di questa unità è un'autentica gloria. Nessuno infatti può negare che lo Spirito Santo sia chiamato «gloria». Dice infatti il Signore: «La gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro» (Gv 17, 22). Egli possedette tale gloria sempre ancora prima che esistesse questo mondo. Nel tempo poi la ricevette quando assunse la natura umana. Da quando questa natura fu glorificata dallo Spirito Santo, tutto ciò che si connette con questa gloria, diviene partecipazione dello Spirito Santo.
Per questo dice: «La gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una cosa sola, come noi siamo una cosa sola: io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità» (Gv 20, 22-23). Perciò colui  che dalla fanciullezza è, cresciuto raggiungendo la piena maturità del Cristo, viene a trovarsi in quello stato tutto speciale, che solo l'intelligenza, illuminata dalla fede, può percepire. Allora diviene capace della gloria dello Spirito Santo attraverso una vita lontana dai vizi e improntata alla santità. Costui dunque è quella perfetta colomba, alla quale guarda lo Sposo, quando dice: «Una sola la mia colomba, la mia perfetta».

 

MESSALE

Antifona d'Ingresso  Sal 26,7-9
Ascolta, Signore, la mia voce: a te io grido.
Di te dice il mio cuore: «Cercate il suo volto»;
Il tuo volto io cerco, o Signore.

Non nascondermi il tuo volto
. Alleluia.

 

Exáudi, Dómine, vocem meam,

qua clamávi ad te. Tibi dixit cor meum,

 quæsívi vultum tuum, vultum tuum requíram;

ne avértas fáciem tuam a me, allelúia.
 

Colletta

Ascolta, o Padre, la preghiera dei tuoi figli, che professano la fede nel Cristo Salvatore, asceso alla tua destra nella gloria, e fa' che, secondo la promessa, sentiamo la sua presenza in mezzo a noi, sino alla fine dei tempi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

 

Supplicatiónibus nostris, Dómine, adésto propítius, ut, sicut humáni géneris Salvatórem tecum in tua crédimus maiestáte, ita eum usque ad consummatiónem sæculi manére nobíscum, sicut ipse promísit, sentiámus. Qui tecum.

 
Oppure:
Padre misericordioso, che nella potenza del tuo spirito hai glorificato il tuo Figlio consegnato alla morte per noi, guarda la tua Chiesa, raccolta come i discepoli con Maria nel Cenacolo: fa' che nella gioia dello stesso Spirito gustiamo la beatitudine di coloro che partecipano alle sofferenze del Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te ....


LITURGIA DELLA PAROLA


Prima Lettura 
At 1,12-14
Erano perseveranti e concordi nella preghiera.

Dagli Atti degli Apostoli

 

[Dopo che Gesù fu assunto in cielo, gli apostoli] ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato.

Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo.

Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.



Salmo Responsoriale
  
Dal Salmo 26
Contemplerò la bontà del Signore nella terra dei viventi.
Oppure:  Alleluia, alleluia, alleluia.
 

Il Signore è mia luce e mia salvezza:

di chi avrò timore?

Il Signore è difesa della mia vita:

di chi avrò paura?
 

Una cosa ho chiesto al Signore,

questa sola io cerco:

abitare nella casa del Signore

tutti i giorni della mia vita,

per contemplare la bellezza del Signore

e ammirare il suo santuario.
 

Ascolta, Signore, la mia voce.

Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!

Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».

 
Seconda Lettura
  1 Pt 4,13-16
Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.

Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi.

Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio.

 
Canto al Vangelo
  Cf Gv 14,18
Alleluia, alleluia.

Non vi lascerò orfani, dice il Signore,
verrò da voi e il vostro cuore si rallegrerà.

Alleluia.


  

Vangelo  Gv 17,1-11a
Padre, glorifica il Figlio tuo.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Pa­dre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.

  
Sulle Offerte
Accogli Signore, le nostre offerte e preghiere, e fà che questo santo sacrificio, espressione perfetta della nostra fede, ci apra il passaggio alla gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore.

 

Súscipe, Dómine, fidélium preces cum oblatiónibus hostiárum, ut, per hæc piæ devotiónis offícia, ad cæléstem glóriam transeámus. Per Christum.

 
Prefazio dell'Ascensione del Signore I
Il mistero dell’Ascensione

È veramente cosa buona e giusta,
che tutte le creature in cielo e sulla terra
si uniscano nella tua lode, Dio onnipotente ed eterno:

Il Signore Gesù, re della gloria,
vincitore del peccato e della morte,
oggi è salito al cielo 
tra il coro festoso degli angeli.
 
Mediatore tra Dio e gli uomini,
giudice del mondo e Signore dell’universo,
non si è separato dalla nostra condizione umana,
ma ci ha preceduti nella dimora eterna,
per darci la serena fiducia 
che dove è lui, capo e primogenito,
saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria.
 
Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della tua gloria: 
 
Santo, Santo, Santo ...

 

Vere dignum et iustum est,

æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere:

Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus:

 

Quia Dóminus Iesus, Rex glóriæ,

peccáti triumphátor et mortis, mirántibus Angelis,

ascéndit (hódie) summa cælórum,

Mediátor Dei et hóminum,

Iudex mundi Dominúsque virtútum;

non ut a nostra humilitáte discéderet,

sed ut illuc confiderémus,

sua membra, nos súbsequi quo ipse,

caput nostrum principiúmque, præcéssit.

 

Quaprópter, profúsis paschálibus gáudiis,

totus in orbe terrárum mundus exsúltat.

Sed et supérnæ virtútes atque

angélicæ potestátes hymnum

glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes:

 

Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.


Antifona alla Comunione  Gv 17,3
«
Questa è la vita eterna: conoscere te, 
unico vero Dio, e colui che hai mandato, 
Gesù Cristo
». Alleluia.

 

Jn 17,22 Rogo, Pater,

ut sint unum, sicut et nos unum sumus, allelúia.


Dopo la Comunione
Ascoltaci, Dio nostro Salvatore, e per questa partecipazione ai tuoi santi misteri donaci la serena fiducia che tutto il corpo della Chiesa si unirà a Cristo suo capo nella gloria. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. 

 

Exáudi nos, Deus, salutáris noster, ut per hæc sacrosánta mystéria in totíus Ecclésiæ confidámus córpore faciéndum, quod eius præcéssit in cápite. Per Christum.

 

 

Sommario Liturgia


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