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Liturgia della V Domenica di Quaresima - Anno A * |
Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
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LETTURE:
Ez 37, 12-14;
Sal 129;
Rm
8,8-11;
Gv
11,1-45 |
Cristo: risurrezione per la nostra vita I temi delle precedenti domeniche
convergono in felice sintesi nell’odierna celebrazione: Gesù,
sorgente dell’acqua viva (III dom.) e della luce (IV
dom.), è colui che conferisce la vita a chi crede in lui. Le tre
letture sottolineano la medesima realtà: solo la forza dello Spirito fa
rifiorire la speranza, scioglie i legami della morte e restituisce la
vita in pienezza. L’uomo è radicalmente impotente di fronte alla
forza della morte. Sintomatico è il lamento degli esiliati a Babilonia:
«Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è finita» (Ez
37,11). Ma Dio rassicura il suo popolo: questi «conoscerà» il
Signore, farà cioè esperienza diretta della sua potenza vivificante
(cf prima lettura). |
Celebriamo la vicina festa del Signore con autenticità di fede Dalle «Lettere pasquali» di sant'Atanasio, vescovo (Lett. 14, 1-2; PG 26, 1419-1420)
Il Verbo, Cristo Signore, datosi a noi interamente ci fa dono della sua
visita. Egli promette di restarci ininterrottamente vicino. Per questo
dice: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). |
MESSALE Antifona d'Ingresso Sal 42,1-2 Fammi giustizia, o Dio,
e difendi la mia causa
Iúdica me, Deus, et discérne causam meam de gente non sancta; ab hómine iníquo et dolóso éripe me, quia tu es Deus meus et fortitúdo mea.
Colletta Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli è Dio...
Quaesumus, Dómine Deus noster, ut in illa caritáte, qua Fílius tuus díligens mundum morti se trádidit, inveniámur ipsi, te opitulánte, alácriter ambulántes. Per Dóminum.
Oppure: Eterno Padre, la tua gloria è l'uomo vivente; tu che hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l'amico Lazzaro, guarda oggi l'afflizione della Chiesa che piange e prega per i suoi figli morti a causa del peccato, e con la forza del tuo Spirito richiamali alla vita nuova. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Ez 37, 12-14
Farò
entrare in voi il mio spirito e rivivrete.
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio
uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra
d’Israele.
Dal profondo a te grido, o Signore;
Lo
Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.
Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono
piacere a Dio. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io
sono la resurrezione e la vita.
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di
Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo
il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello
Lazzaro era malato.
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Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu
ami è malato».
Sulle Offerte Esaudisci, Signore, le, nostre preghiere: tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede, trasformaci con la potenza di questo sacrificio. Per Cristo nostro Signore.
Exáudi nos, omnípotens Deus, et fámulos tuos, quos fídei christiánae eruditiónibus imbuísti, huius sacrifícii tríbuas operatióne mundári. Per Christum.
aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens aetérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
Ipse enim verus homo Lázarum flevit amícum, et Deus aetérnus e túmulo suscitávit, qui, humáni géneris miserátus, ad novam vitam sacris mystériis nos addúcit. Per quem maiestátem tuam adórat exércitus Angelórum, ante conspéctum tuum in aeternitáte laetántium.
Cum quibus et nostras voces ut admítti iúbeas, deprecámur, sócia exsultatióne dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth...
Omnis qui vivit et credit in me, non moriétur in aetérnum, dicit Dóminus.
Jn 8,10-11 Nemo te condemnávit, múlier? Nemo, Dómine. Nec ego te condemnábo: iam ámplius noli peccáre.
Jn 12,24-25 Amen, amen dico vobis: Nisi granum fruménti cadens in terram mórtuum fúerit, ipsum solum manet; si autem mórtuum fúerit, multum fructum affert.
Quaesumus, omnípotens Deus, ut inter eius membra semper numerémur, cuius Córpori communicámus et Sánguini. Qui vivit et regnat in saecula saeculórum. Oratio super populum Bénedic, Dómine, plebem tuam, quae munus tuae miseratiónis exspéctat, et concéde, ut, quod, te inspiránte, desíderat, te largiénte percípiat. Per Christum.
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