PAOLO VESCOVO
SERVO DEI SERVI DI DIO
UNITAMENTE AI PADRI DEL SACRO CONCILIO
A PERPETUA MEMORIA
DICHIARAZIONE SULL’EDUCAZIONE CRISTIANA
GRAVISSIMUM
EDUCATIONIS
PROEMIO
L'estrema importanza dell'educazione nella vita dell'uomo e la sua
incidenza sempre più grande nel progresso sociale contemporaneo sono
oggetto di attenta considerazione da parte del sacro Concilio ecumenico
(1). In effetti l'educazione dei giovani, come anche una certa
formazione permanente degli adulti, sono rese insieme più facili e più
urgenti dalle circostanze attuali. Gli uomini, avendo una più matura
coscienza della loro dignità e della loro responsabilità, desiderano
partecipare sempre più attivamente alla vita sociale, specie in campo
economico e politico (2) d'altra parte gli sviluppi meravigliosi della
tecnica e della ricerca scientifica, i nuovi mezzi di comunicazione
sociale danno loro la possibilità, anche perché spesso hanno più tempo
libero a disposizione, di accostarsi più facilmente al patrimonio
culturale e spirituale dell'umanità e di arricchirsi intrecciando tra i
gruppi e tra i popoli più strette relazioni.
Per questo dappertutto sorgono iniziative atte a promuovere sempre
più l'attività educativa; si definiscono e si pubblicano con documenti
solenni i diritti fondamentali in ordine alla educazione degli uomini,
ed in particolare quelli dei fanciulli e dei genitori (3); crescendo
rapidamente il numero degli alunni, si moltiplicano e si perfezionano le
scuole, come pure si fondano altre istituzioni educative; attraverso
nuove esperienze si perfezionano i metodi educativi e didattici, e si
fanno sforzi davvero grandiosi per educare ed istruire tutti gli uomini,
anche se è vero che moltissimi sono ancora i fanciulli e i giovani che
mancano dell'istruzione di base e tanti altri non hanno quell'educazione
completa che sviluppa insieme la verità e la carità.
Da parte sua la santa madre Chiesa, nell'adempimento del mandato
ricevuto dal suo divin Fondatore, che è quello di annunziare il mistero
della salvezza a tutti gli uomini e di edificare tutto in Cristo, ha il
dovere di occuparsi dell'intera vita dell'uomo, anche di quella terrena,
in quanto connessa con la vocazione soprannaturale (4); essa perciò ha
un suo compito specifico in ordine al progresso ed allo sviluppo della
educazione. Per questo il sacro Sinodo dichiara alcuni principi
fondamentali intorno all'educazione cristiana, soprattutto nelle scuole.
Toccherà poi ad una speciale commissione post-conciliare svilupparli
ulteriormente, ed alle conferenze episcopali applicarli alle diverse
situazioni locali.
Il diritto di ogni uomo all'educazione
1. Tutti gli uomini di qualunque razza, condizione ed età, in forza
della loro dignità di persona hanno il diritto inalienabile ad una
educazione (5), che risponda alla loro vocazione propria (6) e sia
conforme al loro temperamento, alla differenza di sesso, alla cultura e
alle tradizioni del loro paese, ed insieme aperta ad una fraterna
convivenza con gli altri popoli, al fine di garantire la vera unità e la
vera pace sulla terra. La vera educazione deve promuovere la formazione
della persona umana sia in vista del suo fine ultimo, sia per il bene
dei vari gruppi di cui l'uomo è membro ed in cui, divenuto adulto, avrà
mansioni da svolgere.
Pertanto, i fanciulli ed i giovani, tenuto conto del progresso della
psicologia e della didattica, debbono essere aiutati a sviluppare
armonicamente le loro capacità fisiche, morali e intellettuali, ad
acquistare gradualmente un più maturo senso di responsabilità, nello
sforzo sostenuto per ben condurre la loro vita personale e la conquista
della vera libertà, superando con coraggio e perseveranza tutti gli
ostacoli. Debbono anche ricevere, man mano che cresce la loro età, una
positiva e prudente educazione sessuale. Debbono inoltre essere avviati
alla vita sociale, in modo che, forniti dei mezzi ad essa necessari ed
adeguati, possano attivamente inserirsi nei gruppi che costituiscono la
comunità umana, siano disponibili al dialogo con gli altri e
contribuiscano di buon grado all'incremento del bene comune.
Analogamente il sacro Sinodo dichiara che fanciulli e giovani hanno
diritto di essere aiutati sia a valutare con retta coscienza e ad
accettare con adesione personale i valori morali, sia alla conoscenza
approfondita ed all'amore di Dio. Perciò chiede e raccomanda a quanti
governano i popoli o presiedono all'educazione di fare in modo che mai
la gioventù venga privata di questo sacro diritto. Esorta poi i figli
della Chiesa a lavorare generosamente in tutti i settori
dell'educazione, al fine specialmente di una più rapida estensione dei
grandi benefici dell'educazione e dell'istruzione a tutti, nel mondo
intero (7).
L'educazione cristiana
2. Tutti i cristiani, in quanto rigenerati nell'acqua e nello Spirito
Santo, son divenuti una nuova creatura (8), quindi sono di nome e di
fatto figli di Dio, e hanno diritto a un'educazione cristiana. Essa non
mira solo ad assicurare quella maturità propria dell'umana persona, di
cui si è ora parlato, ma tende soprattutto a far si che i battezzati,
iniziati gradualmente alla conoscenza del mistero della salvezza,
prendano sempre maggiore coscienza del dono della fede, che hanno
ricevuto; imparino ad adorare Dio Padre in spirito e verità (cfr. Gv
4,23) specialmente attraverso l'azione liturgica; si preparino a vivere
la propria vita secondo l'uomo nuovo, nella giustizia e santità della
verità (cfr. Ef 4,22-24), e cosi raggiungano l'uomo perfetto, la statura
della pienezza di Cristo (cfr. Ef 4,13), e diano il loro apporto
all'aumento del suo corpo mistico. Essi inoltre, consapevoli della loro
vocazione, debbono addestrarsi sia a testimoniare la speranza che è in
loro (cfr. 1 Pt 3,15), sia a promuovere la elevazione in senso cristiano
del mondo, per cui i valori naturali, inquadrati nella considerazione
completa dell'uomo redento da Cristo, contribuiscano al bene di tutta la
società (9). Pertanto questo santo Sinodo ricorda ai pastori di anime il
dovere gravissimo di provvedere a che tutti i fedeli ricevano questa
educazione cristiana, specialmente i giovani, che sono la speranza della
Chiesa (10).
I genitori, primi educatori
3. I genitori, poiché han trasmesso la vita ai figli, hanno l'obbligo
gravissimo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi
e i principali educatori di essa (11). Questa loro funzione educativa è
tanto importante che, se manca, può difficilmente essere supplita. Tocca
infatti ai genitori creare in seno alla famiglia quell'atmosfera
vivificata dall'amore e dalla pietà verso Dio e verso gli uomini, che
favorisce l'educazione completa dei figli in senso personale e sociale.
La famiglia è dunque la prima scuola di virtù sociali, di cui appunto
han bisogno tutte le società. Soprattutto nella famiglia cristiana,
arricchita della grazia e delle esigenze del matrimonio sacramento, i
figli fin dalla più tenera età devono imparare a percepire il senso di
Dio e a venerarlo, e ad amare il prossimo, conformemente alla fede che
han ricevuto nel battesimo; li anche fanno la prima esperienza di una
sana società umana e della Chiesa; sempre attraverso la famiglia,
infine, vengono pian piano introdotti nella comunità degli uomini e nel
popolo di Dio. Perciò i genitori si rendano esattamente conto della
grande importanza che la famiglia autenticamente cristiana ha per la
vita e lo sviluppo dello stesso popolo di Dio (12).
Il compito educativo, come spetta primariamente alla famiglia, cosi
richiede l'aiuto di tutta la società. Perciò, oltre i diritti dei
genitori e di quelli a cui essi affidano una parte del loro compito
educativo, ci sono determinati diritti e doveri che spettano alla
società civile, poiché questa deve disporre quanto è necessario al bene
comune temporale. Rientra appunto nelle sue funzioni favorire in diversi
modi l'educazione della gioventù: cioè difendere i doveri e i diritti
dei genitori e degli altri che svolgono attività educativa e dar loro il
suo aiuto; in base al principio della sussidiarietà, laddove manchi
l'iniziativa dei genitori e delle altre società, svolgere l'opera
educativa, rispettando tuttavia i desideri dei genitori, fon dare
inoltre, nella misura in cui lo richieda il bene comune, scuole e
istituzioni educative proprie (13).
Infine, ad un titolo tutto speciale, il dovere di educare spetta alla
Chiesa: non solo perché essa va riconosciuta anche come società umana
capace di impartire l'educazione, ma soprattutto perché essa ha il
compito di annunciare a tutti gli uomini la via della salvezza e di
comunicare ai credenti la vita di Cristo, aiutandoli con sollecitudine
incessante a raggiungere la pienezza di questa vita (14). A questi suoi
figli, dunque, la Chiesa come madre deve dare un'educazione tale, che
tutta la loro vita sia penetrata dello spirito di Cristo; ma nel
contempo essa offre la sua opera a tutti i popoli per promuovere la
perfezione integrale della persona umana, come anche per il bene della
società terrena e per la edificazione di un mondo più umano (15).
Vari mezzi al servizio dell'educazione cristiana
4. Nell'assolvere il suo compito educativo la Chiesa utilizza tutti i
mezzi idonei, ma si preoccupa soprattutto di quelli che sono i mezzi
suoi propri. Primo tra questi è l'istruzione catechetica (16), che dà
luce e forza alla fede, nutre la vita secondo lo spirito di Cristo,
porta a partecipare in maniera consapevole e attiva al mistero liturgico
(17), ed è stimolo all'azione apostolica. La Chiesa valorizza anche e
tende a penetrare del suo spirito e ad elevare gli altri mezzi che
appartengono al patrimonio comune degli uomini e che sono
particolarmente adatti al perfezionamento morale ed alla formazione
umana, quali gli strumenti di comunicazione sociale (18), le molteplici
società a carattere culturale e sportivo, le associazioni giovanili e in
primo luogo le scuole.
La scuola
5. Tra tutti gli strumenti educativi un'importanza particolare
riveste la scuola (19), che in forza della sua missione, mentre con cura
costante matura le facoltà intellettuali, sviluppa la capacità di
giudizio, mette a contatto del patrimonio culturale acquistato dalle
passate generazioni, promuove il senso dei valori, prepara alla vita
professionale, genera anche un rapporto di amicizia tra alunni di
carattere e condizione sociale diversa, disponendo e favorendo la
comprensione reciproca. Essa inoltre costituisce come un centro, alla
cui attività ed al cui progresso devono insieme partecipare le famiglie,
gli insegnanti, i vari tipi di associazioni a finalità culturali,
civiche e religiose, la società civile e tutta la comunità umana.
È dunque meravigliosa e davvero importante la vocazione di quanti,
collaborando con i genitori nello svolgimento del loro compito e facendo
le veci della comunità umana, si assumono il compito di educare nelle
scuole. Una tale vocazione esige speciali doti di mente e di cuore, una
preparazione molto accurata, una capacità pronta e costante di
rinnovamento e di adattamento.
Diritti e doveri dei genitori
6. I genitori, avendo il dovere ed il diritto primario e
irrinunciabile di educare i figli, debbono godere di una reale libertà
nella scelta della scuola. Perciò i pubblici poteri, a cui incombe la
tutela e la difesa della libertà dei cittadini, nel rispetto della
giustizia distributiva, debbono preoccuparsi che le sovvenzioni
pubbliche siano erogate in maniera che i genitori possano scegliere le
scuole per i propri figli in piena libertà, secondo la loro coscienza
(20).
D'altra parte, tocca allo Stato provvedere perché tutti i cittadini
possano accedere e partecipare in modo conveniente alla cultura e si
preparino adeguatamente all'esercizio dei doveri e dei diritti civili.
Sempre lo Stato dunque deve tutelare il diritto dei fanciulli ad una
conveniente educazione scolastica, vigilare sulla capacità degli
insegnanti e sulla serietà degli studi, provvedere alla salute degli
alunni ed in genere promuovere tutto l'ordinamento scolastico tenendo
presente il principio della sussidiarietà ed escludendo quindi ogni
forma di monopolio scolastico. Tale monopolio infatti contraddice ai
diritti naturali della persona umana, allo sviluppo e alla divulgazione
della cultura, alla pacifica convivenza dei cittadini ed anche al
pluralismo, che è oggi la regola in moltissime società (21).
Il sacro Sinodo esorta dunque i fedeli a collaborare generosamente
sia nella ricerca dei metodi educativi idonei e dell'ordine degli studi,
sia nella formazione dei maestri che sappiano bene educare i giovani e,
soprattutto attraverso le associazioni tra genitori, ad aiutare
positivamente e costantemente il compito della scuola e in particolare
quell'educazione morale, che essa deve fornire (22).
La scuola non cattolica
7. La Chiesa inoltre, consapevole del dovere gravissimo di curare
diligentemente l'educazione morale e religiosa di tutti i suoi figli,
deve rendersi presente con un affetto speciale e con il suo aiuto ai
moltissimi suoi figli che vengono educati nelle scuole non cattoliche.
Essa assicura questa presenza sia attraverso la testimonianza della vita
data dai loro maestri e superiori, sia attraverso l'azione apostolica
dei condiscepoli (23), sia soprattutto attraverso il ministero dei
sacerdoti e dei laici che insegnano loro la dottrina della salvezza, con
metodo adeguato all'età ed alle altre circostanze, ed offrono loro
l'aiuto spirituale per mezzo di iniziative opportune secondo le
condizioni di tempo e di luogo.
Essa rammenta poi il grave dovere che incombe ai genitori di tutto
predisporre o anche di esigere, perché i loro figli possano usufruire di
quegli aiuti ed in armonia con la formazione profana progrediscano in
quella cristiana. Perciò la Chiesa loda quelle autorità e società civili
che, tenendo conto del pluralismo esistente nella società moderna e
garantendo la giusta libertà religiosa, aiutano le famiglie perché
l'educazione dei loro figli possa aver luogo in tutte le scuole secondo
i principi morali e religiosi propri di quelle stesse famiglie (24).
La scuola cattolica
8. La presenza della Chiesa in campo scolastico si rivela in maniera
particolare nella scuola cattolica Al pari delle altre scuole, questa
persegue le finalità culturali proprie della scuola e la formazione
umana dei giovani. Ma suo elemento caratteristico è di dar vita ad un
ambiente comunitario scolastico permeato dello spirito evangelico di
libertà e carità, di aiutare gli adolescenti perché nello sviluppo della
propria personalità crescano insieme secondo quella nuova creatura che
essi sono diventati mediante il battesimo, e di coordinare infine
l'insieme della cultura umana con il messaggio della salvezza, sicché la
conoscenza del mondo, della vita, dell'uomo, che gli alunni via via
acquistano, sia illuminata dalla fede (25). Solo così la scuola
cattolica, mentre - come è suo dovere - si apre alle esigenze
determinate dall'attuale progresso, educa i suoi alunni a promuovere
efficacemente il bene della città terrena ed insieme li prepara al
servizio per la diffusione del regno di Dio, sicché attraverso la
pratica di una vita esemplare ed apostolica diventino come il fermento
di salvezza della comunità umana.
Perciò la scuola cattolica, essendo in grado di contribuire
moltissimo allo svolgimento della missione del popolo di Dio e di
servire al dialogo tra la Chiesa e la comunità degli uomini con loro
reciproco vantaggio, conserva la sua somma importanza anche nelle
circostanze presenti. Pertanto questo santo Sinodo ribadisce il diritto
della Chiesa a fondare liberamente e a dirigere le scuole di qualsiasi
ordine e grado, diritto già dichiarato in tanti documenti del magistero
(26) esso ricorda che l'esercizio di un tale diritto contribuisce
moltissimo anche alla tutela della libertà di coscienza e dei diritti
dei genitori, come pure allo stesso progresso culturale.
Da parte loro gli insegnanti ricordino che dipende essenzialmente da
loro che la scuola cattolica sia in grado di realizzare i suoi scopi e
le sue iniziative (27). Essi dunque devono prepararsi scrupolosamente,
per essere forniti della scienza sia profana che religiosa, attestata
dai relativi titoli di studio, e ampiamente esperti nell'arte
pedagogica, aggiornata con le scoperte del progresso contemporaneo.
Stretti tra loro e con gli alunni dal vincolo della carità e ricchi di
spirito apostolico, essi devono dare testimonianza sia con la vita sia
con la dottrina all'unico Maestro che è Cristo. Collaborino anzitutto
con i genitori; insieme con essi tengano debito conto, in tutto il ciclo
educativo, della differenza di sesso e del fine particolare che all'uno
e all'altro sesso la divina Provvidenza ha stabilito nella famiglia e
nella società; si sforzino di stimolare l'azione personale dei loro
alunni e continuino, una volta che questi abbiano terminato i loro
studi, ad assisterli con il loro consiglio e con la loro amicizia, anche
fondando associazioni di ex alunni, in cui aleggi il vero spirito
ecclesiale. E ci tiene il sacro Sinodo a dichiarare che il ministero di
questi maestri è autentico apostolato, sommamente conveniente e
necessario anche nei nostri tempi, ed è insieme reale servizio reso alla
società. Ai genitori cattolici ricorda poi l'obbligo di affidare,
secondo le concrete circostanze di tempo e di luogo, i loro figli alle
scuole cattoliche, di aiutarle secondo le loro possibilità e di
collaborare con esse per il bene dei loro figli (28).
Differenti forme di scuola cattolica
9. A questo ideale di scuola cattolica devono sforzarsi di
conformarsi tutte le scuole che, a qualunque titolo, dipendono dalla
Chiesa, anche se la scuola cattolica in base alle situazioni locali può
assumere varie forme (29). S'intende che la Chiesa ha sommamente a cuore
anche quelle scuole cattoliche le quali, specie nei territori di
missione, son pure frequentate da alunni non cattolici.
Del resto, nella costituzione e nell'ordinamento delle scuole
cattoliche bisogna guardare alle necessità dell'evoluzione del nostro
tempo. A tale fine, fermo restando l'impegno di promuovere le scuole di
grado elementare e secondario, in quanto costituiscono il fondamento
dell'educazione, si deve fare gran conto di quelle che sono
particolarmente richieste dalle condizioni attuali. Tali sono quelle che
vanno sotto il nome di scuole professionali (30) e tecniche, gli
istituti destinati all'alfabetizzazione degli adulti, allo sviluppo dei
servizi sociali ed a coloro che per difetti naturali abbisognano di
assistenza particolare, ed anche le scuole di formazione per maestri sia
per l'insegnamento religioso che per le altre forme di educazione.
Il sacro Sinodo esorta vivamente i pastori della Chiesa e i fedeli
tutti a non risparmiare sacrificio alcuno nell'aiutare le scuole
cattoliche, ad assolvere sempre meglio il loro compito ed a venire
incontro soprattutto alle necessità di coloro che non hanno mezzi
economici o sono privi dell'aiuto e dell'affetto della famiglia o sono
estranei al dono della fede.
Le scuole superiori
10. Analogamente la Chiesa ha grande cura delle scuole di grado
superiore specialmente delle università e delle facoltà. Anzi, in tutte
quelle che da essa dipendono, mira organicamente a che le varie
discipline siano coltivate secondo i propri principi e il proprio
metodo, con la libertà propria della ricerca scientifica, in maniera che
se ne abbia una sempre più profonda comprensione e, indagando
accuratamente le nuove questioni e ricerche suscitate dai progressi
dell'epoca moderna, si colga più chiaramente come fede e ragione si
incontrano nell'unica verità, seguendo le orme dei dottori della Chiesa,
specialmente di S. Tommaso d'Aquino (31). In tal modo si realizzerà come
una presenza pubblica, costante ed universale del pensiero cristiano in
tutto lo sforzo dedicato a promuovere la cultura superiore; inoltre
questi istituti devono formare in tal guisa tutti i loro studenti, che
essi diventino uomini veramente insigni per sapere, pronti a svolgere
compiti impegnativi nella società e a testimoniare la loro fede di
fronte al mondo (32).
Nelle università cattoliche in cui manchi la facoltà teologica dovrà
esserci un istituto o cattedra di teologia, in cui si tengano lezioni
adatte anche per gli studenti laici. E poiché le scienze progrediscono
essenzialmente grazie alle ricerche specializzate di maggiore importanza
scientifica, nelle università e facoltà cattoliche dovranno essere
soprattutto curati quegli istituti il cui scopo primo è quello di
promuovere la ricerca scientifica.
Il sacro Sinodo raccomanda vivamente di sviluppare le università e le
facoltà cattoliche, distribuendole convenientemente nelle diverse parti
del mondo; ma esse, più che per il numero, dovranno distinguersi per
l'impegno culturale. Ad esse abbiano facile accesso gli alunni che
offrono buone speranze di riuscita, anche se di modeste condizioni
economiche, specialmente quelli che provengono dalle giovani nazioni.
Essendo l'avvenire della società e della stessa Chiesa intimamente
connesso con lo sviluppo intellettuale dei giovani che compiono studi
superiori (33) i pastori della Chiesa non devono preoccuparsi soltanto
della vita spirituale degli alunni delle università cattoliche, ma,
solleciti della formazione spirituale di tutti i loro figli, attraverso
opportune intese tra vescovi, devono provvedere affinché anche presso le
università non cattoliche esistano convitti e centri universitari
cattolici, dove sacerdoti, religiosi e laici, accuratamente scelti e
preparati, possano offrire in permanenza alla gioventù universitaria
un'assistenza spirituale e intellettuale. Quanto poi ai giovani più
capaci delle università cattoliche o delle altre università, che si
dimostrino adatti all'insegnamento ed alla ricerca, essi devono essere
oggetto di cura particolare ed avviati alla carriera universitaria.
Le facoltà di teologia
11. Molto si attende la Chiesa dall'attività delle facoltà di scienze
sacre (34). È ad esse infatti che affida il compito importantissimo di
preparare i propri alunni non solo al ministero sacerdotale, ma
soprattutto all'insegnamento nelle cattedre di studi ecclesiastici
superiori o al lavoro scientifico personale o allo svolgimento delle
forme più alte di apostolato intellettuale. È pure compito di queste
facoltà approfondire i vari settori delle scienze sacre, in modo che si
abbia una intelligenza sempre più piena della rivelazione divina, sia
meglio esplorato il patrimonio della sapienza cristiana trasmesso dalle
generazioni passate, sia favorito il dialogo con i fratelli separati e
con i non cristiani, e si risponda ai problemi emergenti dal progresso
delle scienze (35).
Per queste ragioni le facoltà ecclesiastiche, dopo aver sottoposto a
opportuna revisione le loro costituzioni, promuovano vigorosamente lo
sviluppo delle scienze sacre e delle altre ad esse connesse, e,
adottando anche metodi e sussidi più moderni, addestrino i propri
studenti alle ricerche più profonde.
La coordinazione delle scuole cattoliche
12. Essendo anche in campo scolastico sommamente necessaria quella
cooperazione, che per la sua urgenza va sempre più affermandosi a
livello diocesano, nazionale e internazionale, bisogna fare ogni sforzo
per coordinare convenientemente tra loro le scuole cattoliche e per
favorire tra esse e le altre scuole quella collaborazione richiesta dal
bene della comunità umana universale (36).
Da questo maggiore coordinamento e da questo lavoro fatto insieme si
raccoglieranno i migliori frutti specialmente nell'ambito degli istituti
accademici. Perciò in ogni università le diverse facoltà, nella misura
che lo consente la loro materia, devono aiutarsi vicendevolmente. Così
pure le stesse università devono agire in piena intesa e in stretta
unione tra loro, promuovendo insieme dei convegni internazionali,
tenendosi reciprocamente informate circa le loro ricerche scientifiche,
comunicandosi le nuove scoperte, scambiandosi i docenti per determinati
periodi e sviluppando quelle iniziative che incrementano la loro
collaborazione.
CONCLUSIONE
Il sacro Sinodo esorta vivamente anche i giovani perché, convinti
della eccellenza del compito educativo, siano generosamente pronti ad
intraprenderlo, specie in quelle regioni dove lo scarso numero di
maestri mette in pericolo l'educazione della gioventù.
Parimenti il Sinodo, nell'esprimere la sua gratitudine ai sacerdoti,
religiosi, religiose e laici che in spirito di dedizione evangelica
svolgono la nobile opera educativa e didattica di qualsiasi tipo e
grado, li esorta a perseverare con generosità nel compito intrapreso,
sforzandosi di distinguersi nella formazione degli alunni allo spirito
di Cristo, nell'arte pedagogica e nello studio scientifico, in modo che
promuovano non solo il rinnovamento della Chiesa all'interno, ma anche
ne mantengano e ne accentuino la benefica presenza nel mondo moderno,
specie in quello intellettuale.
28 ottobre 1965
Tutte e singole le cose
stabilite in questo Decreto sono piaciute ai Padri del Sacro Concilio. E
Noi, in virtù della potestà Apostolica conferitaci da Cristo, unitamente
ai Venerabili Padri, nello Spirito Santo le approviamo, le decretiamo e
le stabiliamo; e quanto stato così sinodalmente deciso comandiamo che
sia promulgato a gloria di Dio.
Roma, presso San Pietro
28 ottobre 1965.
Io PAOLO Vescovo della Chiesa Cattolica
Seguono
le firme dei Padri.
Firme dei Padri
Io PAOLO Vescovo della Chiesa Cattolica
† Ego ANTONIUS titulo S. Laurentii in Panisperna Presbyter Cardinalis
GAGGIANO, Archiepiscopus Bonaërensis.
Ego PETRUS titulo S. Laurentii in Lucina Presbyter Cardinalis
CIRIACI.
† Ego IOSEPHUS titulo S. Mariae de Victoria Presbyter Cardinalis
SIRI, Archiepiscopus Ianuensis.
† Ego IACOBUS titulo S. Mariae in Transpontina Presbyter Cardinalis
LERCARO, Archiepiscopus Bononiensis.
† Ego STEPHANUS titulo S. Mariae Trans Tiberim Presbyter Cardinalis
WYSZYNSKI, Archiepiscopus Gnesnensis et Varsaviensis, Primas Poloniae.
† Ego BENIAMINUS titulo S. Vitalis Presbyter Cardinalis DE ARRIBA Y
CASTRO, Archiepiscopus Tarraconensis.
† Ego FERDINANDUS titulo S. Augustini Presbyter Cardinalis QUIROGA Y
PALACIOS, Archiepiscopus Compostellanus.
† Ego PAULUS AEMILIUS titulo S. Mariae Angelorum in Thermis Presbyter
Cardinalis LEGER, Archiepiscopus Marianopolitanus.
† Ego VALERIANUS titulo S. Mariae in Via Lata Presbyter Cardinalis
GRACIAS, Archiepiscopus Bombayensis.
† Ego IOANNES titulo S. Marci Presbyter Cardinalis URBANI, Patriarcha
Venetiarum.
Ego PAULUS titulo S. Mariae in Vallicella Presbyter Cardinalis
GIOBBE, S. R. E. Datarius.
† Ego IOSEPHUS titulo S. Honuphrii in Ianiculo Presbyter Cardinalis
GARIBI Y RIVERA, Archiepiscopus Guadalajarensis.
† Ego ANTONIUS MARIA titulo S Chrysogoni Presbyter Cardinalis
BARBIERI, Archiepiscopus Montisvidei.
Ego CAROLUS titulo S. Agnetis extra moenia Presbyter Cardinalis
CONFALONIERI.
† Ego PAULUS titulo Ss. Quirici et Iulittae Presbyter Cardinalis
RICHAUD, Archiepiscopus Burdigalensis.
† Ego IOSEPHUS M. titulo Ss. Viti, Modesti et Crescentiae Presbyter
Cardinalis BUENO Y MONREAL, Archiepiscopus Hispalensis.
† Ego FRANCISCUS titulo S. Eusebii Presbyter Cardinalis KÖNIG,
Archiepiscopus Vindobonensis.
† Ego IOSEPHUS titulo S. Athanasii Presbyter Cardinalis SLIPYI,
Archiepiscopus Maior Ucrainorum.
† Ego LAURENTIUS titulo S. Leonis I Presbyter Cardinalis JAEGER,
Archiepiscopus Paderbornensis.
† Ego IOSEPHUS titulo S. Crucis in via Flaminia Presbyter Cardinalis
BERAN, Archiepiscopus Pragensis.
† Ego MAURITIUS titulo D.nae N.ae de SS. Sacramento et Martyrum
Canadensium Presbyter Cardinalis ROY, Archiepiscopus Quebecensis, Primas
Canadiae.
† Ego IOSEPHUS titulo S. Teresiae Presbyter Cardinalis MARTIN,
Archiepiscopus Rothomagensis.
† Ego AUDOËNUS titulo S. Praxedis Presbyter Cardinalis MCCANN,
Archiepiscopus Civitatis Capitis.
† Ego LEO STEPHANUS titulo S. Balbinae Presbyter Cardinalis DUVAL,
Archiepiscopus Algeriensis.
† Ego ERMENEGILDUS titulo Reginae Apostolorum Presbyter Cardinalis
FLORIT, Archiepiscopus Florentinus.
† Ego FRANCISCUS titulo Ss. Petri et Pauli in Via Ostiensi Presbyter
Cardinalis ŠEPER, Archiepiscopus Zagrabiensis.
† Ego IOANNES titulo S. Silvestri in Capite Presbyter Cardinalis
HEENAN, Archiepiscopus Vestmonasteriensis, Primas Angliae.
† Ego IOANNES titulo Ssmae Trinitatis in Monte Pincio Presbyter
Cardinalis VILLOT, Archiepiscopus Lugdunensis et Viennensis, Primas
Galliae.
† Ego PAULUS titulo S. Camilli de Lellis ad Hortos Sallustianos
Presbyter Cardinalis ZOUNGRANA, Archiepiscopus Uagaduguensis.
† Ego LAURENTIUS I. titulo S. Clementis Presbyter Cardinalis SHEHAN,
Archiepiscopus Baltimorensis.
† Ego HENRICUS titulo S. Agathae in Urbe Presbyter Cardinalis DANTE.
Ego CAESAR titulo D.nae N.ae a Sacro Corde in Circo Agonali Presbyter
Cardinalis ZERBA.
† Ego AGNELLUS titulo Praecelsae Dei Matris Presbyter Cardinalis
ROSSI, Archiepiscopus S. Pauli in Brasilia.
† Ego IOANNES titulo S. Martini in Montibus Presbyter Cardinalis
COLOMBO, Archiepiscopus Mediolanensis.
† Ego GUILLELMUS titulo S. Patricii ad Villam Ludovisi Presbyter
Cardinalis CONWAY, Archiepiscopus Armachanus, totius Hiberniae Primas.
† Ego MICHAEL DARIUS MIRANDA, Archiepiscopus Mexicanus, Primas
Mexici.
† Ego FRANCISCUS MARIA DA SILVA, Archiepiscopus Bracharensis, Primas
Hispaniarum.
† Ego PAULUS GOUYON, Archiepiscopus Rhedonensis, Primas Britanniae.
† Ego HUMBERTUS MALCHIODI, Archiepiscopus Episcopus Placentinus.
Sequuntur ceterae subsignationes.
Ita est.
† Ego PERICLES FELICI
Archiepiscopus tit. Samosatensis
Ss. Concilii Secretarius Generalis
† Ego IOSEPHUS ROSSI
Episcopus tit. Palmyrenus
Ss. Concilii Notarius
† Ego FRANCISCUS HANNIBAL FERRETTI
Ss. Concilii Notarius
NOTE
(1) Tra i molti documenti che illustrano l’importanza dell’educazione
cf. soprattutto:
BENEDETTO XV, Lett. Apost.
Communes Litteras, 10 apr. 1919: AAS 11 (1919), p. 172.
PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, 31 dic. 1929: AAS 22 (1930), pp. 49-86
[in parte Dz 3685-98].
PIO XII, Discorso ai Giovani dell’A.C.I, 20 apr. 1946:
Discorsi e Radiomessaggi, VIII, pp. 53-57.
- Discorso ai Padri di famiglia di Francia, 18 sett. 1951:
Discorsi e Radiomessaggi, XIII, pp. 241-245.
GIOVANNI XXIII, Messaggio per il trentesimo anniversario
dell’emanazione dell’Encicl. Divini Illius Magistri, 30 dic. 1959:
AAS 52 (1960), pp. 57-59.
PAOLO VI,
Discorso ai membri della F.I.D.A.E. (Federazione Istituti Dipendenti
dall’Autorità Ecclesiastica), 30 dic. 1963: Encicliche e
Discorsi di S. S. Paolo VI, I, Roma 1964, pp. 601-603.
Inoltre si consultino gli Acta et Documenta Concilii Oecumenici
Vaticani II apparando, serie I, Antipreparatoria, vol. III, pp.
363-364, 370-371, 373-374.
(2) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl.
Mater et Magistra, 15 maggio 1961: AAS 53 (1961), pp. 413,
415-417, 424 [in parte Dz 3943 e 3948].
- Encicl.
Pacem in terris, 11 apr. 1963: AAS 55 (1963), p. 278s [in parte
Dz 3986].
(3) Cf. la Dichiarazione Universale dei diritti umani (Déclaration
des droits de l’homme), ratificata il 10 dic. 1948 dall’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite; e cf. la Dichiarazione dei diritti del
bambino, 20 nov. 1959; Protocollo aggiunto alla convenzione di
salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, Parigi,
20 marzo 1952; circa questa Dichiarazione Universale dei diritti umani
cf. GIOVANNI XXIII, Encicl.
Pacem in terris, 11 apr. 1963: AAS 55 (1963), p. 295s.
(4) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl.
Mater et Magistra, 15 maggio 1961: AAS 53 (1961), p. 402. CONC.
VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa
Lumen Gentium, n.
17:
AAS 57 (1965), p. 21 [pag. 153ss].
(5) Cf. PIO XII, Messaggio radiofonico
Con sempre nuova freschezza, trasmesso il 24 dic. 1942: AAS 35
(1943), pp. 12, 19. GIOVANNI XXIII, Encicl.
Pacem in terris,
11 apr. 1963: AAS 55 (1963), pp. 259s [Dz
3960]. Cf. anche la Dichiarazione dei diritti dell’uomo citata alla nota
3.
(6) Cf. PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, 31 dic. 1929: AAS 22 (1930), p. 50s.
(7) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl.
Mater et Magistra, 15 maggio 1961: AAS 53 (1961), p. 441s.
(8) Cf. PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, l.c. [nota 6], p. 83.
(9) Cf. CONC. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa
Lumen Gentium, n. 36: AAS 57 (1965), p. 41s [pag. 203ss].
(10) Cf. CONC. VAT. II, Decreto sulla missione pastorale dei Vescovi
nella Chiesa
Christus Dominus, nn. 12-14[pag. 359ss].
(11) Cf. PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, l.c. [nota 7], p. 59s; Encicl.
Mit brennender Sorge, 14 marzo 1937: AAS 29 (1937), p. 164s. PIO
XII, Discorso al primo Congresso nazionale dell’Associazione Italiana
Maestri cattolici (A.I.M.C.), 8 sett. 1946: Discorsi e
Radiomessaggi, VIII, p. 218.
(12) Cf. CONC. VAT. II, Cost. dogm. sulla Chiesa
Lumen Gentium, nn. 11 e 35: AAS 57 (1965), pp. 16 e 40s. [pag.
139ss e 201ss].
(13) Cf. PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, l.c. [nota 7] p. 63s. [Dz 3692-94]. PIO
XII, Messaggio radiofonico trasmesso il 1° giugno 1941: AAS 33 (1941),
p. 200; Discorso al primo Congresso nazionale dell’Associazione
Italiana Maestri cattolici, 8 sett. 1946: Discorsi e Radiomessaggi,
VIII, p. 218. Circa il principio di sussidiarietà cf. GIOVANNI XXIII,
Encicl.
Pacem in terris, 11 apr. 1963: AAS 55 (1963), p. 294 [Dz
3994-95].
(14) Cf. PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, l.c. [nota 7] pp. 53s [Dz 3685-86], 56s
[in parte Dz 3688]. Encicl.
Non abbiamo bisogno, 29 giugno 1931, AAS 23 (1931), p. 311s. PIO
XII, Lett. della Segreteria di Stato alla XXVIII Settimana Soc. Ital.,
20 sett. 1955: L’Osservatore Romano, 29 sett. 1955.
(15) La Chiesa loda quelle autorità civili, locali, nazionali e
internazionali che, coscienti delle più urgenti necessità del nostro
tempo, applicano le loro forze perché tutti i popoli possano essere
partecipi di una educazione completa e di una cultura umana. Cf. PAOLO
VI,
Discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite, 4 ott. 1965: AAS 57
(1965), pp. 877-885].
(16) Cf. PIO XI, Motu proprio Orbem catholicum, 29 giugno
1923: AAS 15 (1923), pp. 327-329; Decr. Provido sane, 12 genn.
1935: AAS 27 (1935), pp. 145-152. CONC. VAT. II, Decr. sulla missione
pastorale dei Vescovi nella Chiesa
Christus Dominus, nn. 13 e 14[pag. 361ss].
(17) Cf. CONC. VAT. II, Costit. sulla Sacra Liturgia
Sacrosanctum Concilium, n. 14: AAS 56 (1964), p. 104 [pag.
28ss].
(18) Cf. CONC. VAT. II, Decreto sugli strumenti di comunicazione
sociale
Inter mirifica, nn. 13 e 14: AAS 56 (1964), p. 149s [pag.
105ss].
(19) Cf. PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, l.c. [nota 6], p. 76; PIO XII,
Discorso all’Associazione dei Maestri Cattolici della Baviera, 31
dic. 1956: Discorsi e Radiomessaggi XVIII, p. 746.
(20) Cf. SIN. PROV. DI CINCINNATI III del 1861: Collectio Lacensis,
III, col. 1240, cd; PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, l.c. [nota 6], pp. 60, 63s [in parte Dz
3693-95].
(21) Cf. PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, l.c. [nota 6], p. 63; Encicl.
Non abbiamo bisogno, 29 giugno 1931: AAS 23 (1931), p. 305. PIO
XII, Lett. della Segreteria di Stato alla XXVIII Settimana Soc. Ital.,
20 sett. 1955: L’Osservatore Romano, 29 sett. 1955. PAOLO VI,
Discorso all’Associazione Cristiana Lavoratori Italiani (A.C.L.I.),
6 ott. 1963: Encicliche e Discorsi di Paolo VI, I, Roma 1964, p. 230.
(22) Cf. GIOVANNI XXIII, Messaggio per il trentesimo anniversario
dell’emanazione dell’Enc. Divini Illius Magistri, 30 dic. 1959: AAS
52 (1960), p. 57.
(23) La Chiesa dà grande valore all’azione apostolica che i maestri e
i condiscepoli cattolici possono svolgere anche in queste scuole.
(24) Cf. PIO XII, Discorso all’Associazione Maestri Cattolici di
Baviera, 31 dic. 1956: Discorsi e Radiomessaggi XVIII, p. 745s.
(25) Cf. SIN. PROV. DI WESTMINSTER I del 1852: Collectio Lacensis
III, col. 1334, ab. PIO XI, Encicl. DDivini
Illius Magistri, l.c. [nota 6], p. 77s. PIO XII, Discorso
all’Associazione Maestri cattolici di Baviera, 31 dic. 1956:
Discorsi e Radiomessaggi, XVIII, p. 746. PAOLO VI,
Discorso ai membri della F.I.D.A.E. (Federazione Istituti Dipendenti
dall’Autorità Ecclesiastica), 30 dic. 1963: Encicliche e
Discorsi di Paolo VI, I, Roma 1964, p. 602s.
(26) Cf. anzitutto i documenti citati alla nota 1; questo diritto della
Chiesa è inoltre proclamato da molti Sinodi provinciali e in
recentissime Dichiarazioni di parecchie Conferenze Episcopali.
(27) Cf. PIO XI, Encicl.
Divini Illius Magistri, l.c. [nota 6], p. 80s. PIO XII,
Discorso all’Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi (U.C.I.I.M.),
5 genn. 1954: Discorsi e Radiomessaggi, XV, pp. 551-556. GIOVANNI XXIII,
Discorso al VI Congresso dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici
(A.I.M.C.), 5 sett. 1959: Discorsi, Messaggi, Colloqui, I, Roma
1960, pp. 427-431.
(28) Cf. PIO XII, Discorso all’Unione Cattolica Italiana
Insegnanti Medi (U.C.I.I.M.), 5 genn. 1954: l.c., p. 555.
(29) Cf. PAOLO VI, Discorso all’Ufficio Internazionale
dell’Educazione Cattolica (O.I.E.C.), 25 febbr. 1964: Encicliche e
Discorsi di Paolo VI, II, Roma 1964, p. 232.
(30) Cf. PAOLO VI,
Discorso all’Associazione Cristiana Lavoratori Italiani (A.C.L.I.),
6 ott. 1963: Encicliche e Discorsi di Paolo VI, I, Roma 1964, p. 229.
(31) Cf. PAOLO VI, Discorso davanti al VI Congresso Tomistico
Internazionale, 10 sett. 1965: AAS 57 (1965), pp. 788-792.
(32) Cf. PIO XII, Discorso agli insegnanti e agli alunni degli
Istituti Superiori Cattolici di Francia, 21 sett. 1950: Discorsi e
Radiomessaggi, XII, pp. 219-221; Lett. al XXII Congresso “Pax Romana”,
12 ag. 1952: Discorsi e Radiomessaggi, XIV, pp. 567-569. GIOVANNI XXIII,
Discorso alla Federazione delle Università Cattoliche, 1° apr.
1959: Discorsi, Messaggi, Colloqui, I, Roma 1960, pp. 226-229. PAOLO VI,
Discorso al Senato Accademico dell’Università Cattolica di Milano,
5 apr. 1964: Encicliche e Discorsi di Paolo VI, II, Roma 1964, pp.
438-443.
(33) Cf. PIO XII, Discorso al Senato Accademico e agli alunni
dell’Università di Roma, 15 giugno 1952: Discorsi e Radiomessaggi,
XIV, p. 208: “La direzione della società di domani è principalmente
riposta nella mente e nel cuore degli universitari di oggi”.
(34) Cf. PIO XI, Cost. Apost. Deus Scientiarum Dominus, 24
maggio 1931: AAS 23 (1931), pp. 245-247.
(35) Cf. PIO XII Encicl.
Humani Generis, 12 ag. 1950: AAS 42 (1950), pp. 568s. [in parte
Dz 3886-87; Collantes 7.203-04 e 2.076], 578. PAOLO VI, Encicl.
Ecclesiam suam, Parte III, 6 ag. 1964: AAS 56 (1964), pp.
637-659. CONC. VAT. II, Decreto sull’Ecumenismo
Unitatis Redintegratio: AAS 57 (1965), pp. 90-107 [pag. 000-000].
(36) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl.
Pacem in terris, 11 apr. 1963: AAS 55 (1963), p. 284 [Dz 3989] e
passim. |