SEZIONE  SECONDA

LA PREGHIERA DEL SIGNORE
PADRE NOSTRO

 
 

 



 

Padre Nostro

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.

Pater Noster

Pater noster, qui es in cælis:
sanctificétur Nomen Tuum:
advéniat Regnum Tuum:
fiat volúntas Tua,
sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum
cotidiánum da nobis hódie,
et dimítte nobis débita nostra,
sicut et nos
dimíttimus debitóribus nostris.
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed líbera nos a Malo.


«
Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare"» (Lc 11,1). Gesù rispose insegnando il Padre nostro.

I discepoli, che pure  erano esperti nella preghiera  ebraica  del tempo, furono fortemente colpiti dalla singolarità della preghiera del loro maestro. Gesù, infatti, era in continua preghiera (cf. Lc 5,16). I momenti più importanti della sua vita sono accompagnati dalla preghiera: Gesù prega al battesimo nel Giordano (Lc 3,21); prima di chiamare gli apostoli (Le 6,12); prima della trasfigurazione (Lc 9,28). Prega per la fede di Pietro (Lc 22,31-32) e per l'invio dello Spirito Santo (Gv 14,15-17a; 15,26). Prega prima della risurrezione di Lazzaro (Gv  11,41) e al suo ingresso trionfale in Gerusalemme (Gv 12,27). Prega il Padre nell'ultima Cena per la propria glorificazione (Gv 17,1-5); per i discepoli (Gv 17,6-19) e per tutti i credenti (Gv 17,20-26). Prega prima della sua passione (Lc 22,39.46) e, al momento della morte, prega per i suoi nemici (Lc 23,34).

La preghiera di Gesù è rivolta al Padre in un dialogo di obbedienza, che vivifica la  sua missione: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera». (Gv 4,34). Questa intima comunione col Padre è sorgente di gioia e di lode: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra [...]. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare» (Mt 11,25.27).

La preghiera  al Padre era il respiro della sua esistenza terrena. Pur venendo ad abitare in mezzo a noi, Gesù non si allontanò mai dalla casa del Padre e cioè dalla comunione con lui nella preghiera.  D'altra parte, però, questa intimità filiale divenne vicinanza  salvifica e misericordiosa presso i fratelli, fino al supremo sacrificio della croce.

La preghiera di Gesù continua ancora oggi (cf.  Eb 7,25). Nella liturgia eucaristica, Cristo sommo sacerdote offre al Padre il suo  sacrificio redentore. Lo offre in comunione con il suo corpo che è la Chiesa. Ogni nostra preghiera si eleva al Padre «per Cristo nostro Signore». È questa preghiera di Cristo che sostiene tutte le nostre preghiere, quelle del cuore e quelle della bocca. Quando la Chiesa prega è il Figlio che abbraccia le ginocchia del Padre. La preghiera dei figli sale al Padre attraverso la voce del Primogenito. Le braccia alzate nell'invocazione, nella lode, nella supplica sono milioni; ma la voce è unica, quella del Figlio.

Il quadro raffigura Gesù orante nel  Getsemani. Egli accoglie il calice amaro della passione in obbedienza suprema al Padre per la salvezza dell'umanità.


E
L GRECO, L'orazione di Gesù nell'orto, Museo dell'arte, Toledo (Ohio)

 


 

578. Qual è l'origine della preghiera del Padre Nostro?

2759-2760; 2773

Gesù ci ha insegnato questa preghiera cristiana insostituibile, il Padre nostro, un giorno in cui un discepolo, vedendolo pregare, gli chiese: «Insegnaci a pregare» (Lc 11,1). La tradizione liturgica della Chiesa ha sempre usato il testo di san Matteo (6,9-13).

 

« LA SINTESI DI TUTTO IL VANGELO »

 

579. Qual è il posto del Padre Nostro nelle Scritture?

2761-2764; 2774

Il Padre Nostro è la «sintesi di tutto il Vangelo» (Tertulliano), «la preghiera perfettissima» (san Tommaso d'Aquino). Situato al centro del Discorso della Montagna (Mt 5-7), riprende sotto forma di preghiera il contenuto essenziale del Vangelo.

 

580. Perché viene chiamato «la preghiera del Signore»?

2765-2766; 2775

Il Padre Nostro è chiamato «Orazione domenicale», cioè «la preghiera del Signore», perché ci è stato insegnato dallo stesso Signore Gesù.

 

581. Quale posto occupa il Padre Nostro nella preghiera della Chiesa?

2767-2772; 2776

Preghiera della Chiesa per eccellenza, il Padre Nostro è «consegnato» nel Battesimo per manifestare la nuova nascita alla vita divina dei figli di Dio. L'Eucaristia ne rivela il senso pieno, poiché le sue domande, fondandosi sul mistero della salvezza già realizzato, saranno pienamente esaudite alla venuta del Signore. Il Padre Nostro è parte integrante della Liturgia delle Ore.

 

« PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI »

 

582. Perché possiamo «osare avvicinarci in piena confidenza» al Padre?

2777-2778; 2797

Perché Gesù, il nostro Redentore, ci introduce davanti al Volto del Padre, e il suo Spirito fa di noi dei figli. Possiamo così pregare il Padre Nostro con una fiducia semplice e filiale, una gioiosa sicurezza e un'umile audacia, con la certezza di essere amati ed esauditi.

 

583. Com'è possibile invocare Dio come «Padre»?

2779-2785; 2789; 2798-2800

Possiamo invocare il «Padre» perché il Figlio di Dio fatto uomo ce lo ha rivelato e il suo Spirito ce lo fa conoscere. L'invocazione del Padre ci fa entrare nel suo mistero con uno stupore sempre nuovo, e suscita in noi il desiderio di un comportamento filiale. Con la preghiera del Signore siamo quindi consapevoli di essere figli del Padre nel Figlio.

 

584. Perché diciamo Padre «Nostro »?

2786-2790; 2801

«Nostro» esprime una relazione totalmente nuova con Dio. Quando preghiamo il Padre, lo adoriamo e lo glorifichiamo con il Figlio e lo Spirito. Siamo in Cristo il «suo» Popolo, e lui è il «nostro» Dio, da ora e per l'eternità. Diciamo, infatti, Padre «nostro», perché la Chiesa di Cristo è la comunione di una moltitudine di fratelli che hanno «un cuore solo e un'anima sola» (At 4,32).

 

585. Con quale spirito di comunione e di missione preghiamo Dio Padre «nostro»?

2791-2793; 2801

Poiché pregare il Padre «nostro» è un bene comune dei battezzati, questi sentono l'urgente appello di partecipare alla preghiera di Gesù per l'unità dei suoi discepoli. Pregare il «Padre Nostro» è pregare con tutti gli uomini e per l'umanità intera, affinché tutti conoscano l'unico e vero Dio e siano riuniti in unità.

 

586. Che cosa significa l'espressione «che sei nei cieli»?

2794-2796; 2802

Questa espressione biblica non indica un luogo, ma un modo di essere: Dio è al di là e al di sopra di tutto. Essa designa la maestà, la santità di Dio, e anche la sua presenza nel cuore dei giusti. Il cielo, o la Casa del Padre, costituisce la vera patria verso cui tendiamo nella speranza, mentre siamo ancora sulla terra. Noi viviamo già in essa «nascosti con Cristo in Dio» (Col 3,3).

 

LE SETTE DOMANDE

 

587. Come è composta la preghiera del Signore?

2803-2806; 2857

Essa contiene sette domande a Dio Padre. Le prime tre, più teologali, ci portano verso di lui, per la sua gloria: è proprio dell'amore pensare innanzitutto a colui che si ama. Esse suggeriscono che cosa dobbiamo in particolare domandargli: la santificazione del suo Nome, l'avvento del suo Regno, la realizzazione della sua volontà. Le ultime quattro presentano al Padre di misericordia le nostre miserie e le nostre attese. Gli chiedono di nutrirci, di perdonarci, di sostenerci nelle tentazioni e di liberarci dal Maligno.

 

588. Che cosa significa: «Sia santificato il tuo nome»?

2807-2812; 2858

Santificare il Nome di Dio è innanzitutto una lode che riconosce Dio come Santo. Infatti, Dio ha rivelato il suo santo Nome a Mosè e ha voluto che il suo popolo gli fosse consacrato come una nazione santa in cui egli dimora.

 

589. Come è santificato il Nome di Dio in noi e nel mondo?

2828-2834; 2861

Santificare il Nome di Dio che ci chiama «alla santificazione» (1 Ts 4,7) è desiderare che la consacrazione battesimale vivifichi tutta la nostra vita. Inoltre, è domandare, con la nostra vita e con la nostra preghiera, che il Nome di Dio sia conosciuto e benedetto da ogni uomo.

 

590. Che cosa domanda la Chiesa pregando: «Venga il tuo Regno»?

2813.2815

La Chiesa invoca la venuta finale del Regno di Dio attraverso il ritorno di Cristo nella gloria. Ma la Chiesa prega anche perché il Regno di Dio cresca fin da oggi mediante la santificazione degli uomini nello Spirito e, grazie al loro impegno, con il servizio della giustizia e della pace, secondo le Beatitudini. Questa domanda è il grido dello Spirito e della Sposa: «Vieni, Signore Gesù!» (Ap 22,20).

 

591. Perché domandare: «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra»?

2816-.2821; 2859

La volontà del Padre è che «tutti gli uomini siano salvati» (1 Tm 2,3). Per questo Gesù è venuto: per compiere perfettamente la Volontà salvifica del Padre. Noi preghiamo Dio Padre di unire la nostra volontà a quella del Figlio suo, sull'esempio di Maria Santissima e dei Santi. Domandiamo che il suo disegno benevolo si realizzi pienamente sulla terra come già nel cielo. È mediante la preghiera che possiamo «discernere la volontà di Dio» (Rm 12,2) e ottenere la «costanza per compierla» (Eb 10,36).

 

592. Qual è il senso della domanda: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano»?

2822-2827; 2860

Chiedendo a Dio, con l'abbandono fiducioso dei figli, il nutrimento quotidiano necessario a tutti per la propria sussistenza, riconosciamo quanto Dio nostro Padre sia buono al di là di ogni bontà. Domandiamo anche la grazia di saper agire perché la giustizia e la condivisione permettano all'abbondanza degli uni di sopperire ai bisogni degli altri.

 

593. Qual è il senso specificamente cristiano di questa domanda?

2835-2837; 2861

Poiché «l'uomo non vive soltanto di pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4), questa domanda riguarda ugualmente la fame della Parola di Dio e quella del Corpo di Cristo ricevuto nell'Eucaristia, come pure la fame dello Spirito Santo. Noi lo domandiamo con una confidenza assoluta, per oggi, l'oggi di Dio, e questo ci viene dato soprattutto nell'Eucaristia, che anticipa il banchetto del Regno che verrà.

 

594. Perché diciamo: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori»?

2838-2839; 2862

Chiedendo a Dio Padre di perdonarci, ci riconosciamo peccatori dinanzi a lui. Ma confessiamo al tempo stesso la sua misericordia, perché, nel Figlio suo e attraverso i sacramenti, «riceviamo la redenzione, la remissione dei peccati» (Col 1,14). La nostra domanda, tuttavia, verrà esaudita solo a condizione che noi, prima, abbiamo a nostra volta perdonato.

 

595. Com'è possibile il perdono?

2840-2845; 2862

La misericordia penetra nel nostro cuore solo se noi pure sappiamo perdonare, perfino ai nostri nemici. Ora, anche se per l'uomo sembra impossibile soddisfare a questa esigenza, il cuore che si offre allo Spirito Santo può, come Cristo, amare fino all'estremo della carità, tramutare la ferita in compassione, trasformare l'offesa in intercessione. Il perdono partecipa della misericordia divina, ed è un vertice della preghiera cristiana.

 

596. Che cosa significa: «Non ci indurre in tentazione»?

2846-2849; 2863

Noi domandiamo a Dio Padre di non lasciarci soli e in balia della tentazione. Domandiamo allo Spirito di saper discernere, da una parte, fra la prova che fa crescere nel bene e la tentazione che conduce al peccato e alla morte, e, dall'altra, fra essere tentati e consentire alla tentazione. Questa domanda ci unisce a Gesù che ha vinto la tentazione con la sua preghiera. Essa sollecita la grazia della vigilanza e della perseveranza finale.

 

597. Perché concludiamo domandando: «Ma liberaci dal Male»?

2850-2854; 2864

Il Male indica la persona di Satana, che si oppone a Dio e che è «il seduttore di tutta la terra» (Ap 12,9). La vittoria sul diavolo è già conseguita da Cristo. Ma noi preghiamo affinché la famiglia umana sia liberata da Satana e dalle sue opere. Domandiamo anche il dono prezioso della pace e la grazia dell'attesa perseverante della venuta di Cristo, che ci libererà definitivamente dal Maligno.

 

598. Cosa significa l'Amen finale?

2855-2856; 2865
 


«Al termine della preghiera, tu dici: Amen, sottoscrivendo con l'Amen, che significa "Così sia", tutto ciò che è contenuto nella preghiera, insegnata da Dio» (san Cirillo di Gerusalemme).
 

 

 

 


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