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Orationes sub  Infimum Gradum  Altaris

 

Nel nome del Padre  e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

Antifona. Salirò l’altare di Dio, del Dio, gioia della mia giovinezza.

 

Fammi giustizia, o Dio; difendi la mia causa contro uomini senza pietà; dall’uomo perfido e perverso liberami!

Tu sei il Dio del mio rifugio: perché respingermi? Dovrò dunque andarmene in pianto, sopraffatto dal nemico?

Manda la tua luce e la tua verità! esse mi guidino e mi conducano al tuo monte santo, verso il luogo del tuo soggiorno.

E salirò l’altare di Dio, del Dio, gioia della mia giovinezza.

Ti canterò sull’arpa, Signore, mio Dio. Perché, anima mia, vieni meno? perché in me gemi?

Spera in Dio: io Lo loderò ancora, Lui mia salvezza e mio Dio.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

 

Ant. Salirò l’altare di Dio, del Dio, gioia della mia giovinezza.

 

V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

R. In Lui che fece il cielo e la terra.

 

Confesso a Dio onnipotente, alla beata Maria sempre Vergine, a san Michele Arcangelo, a san Giovanni Battista, ai santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a voi, fratelli, che ho molto peccato con pensieri, parole e azioni: (si batte il petto tre volte dicendo) per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. Per questo supplico la beata Maria sempre Vergine, san Michele Arcangelo, san Giovanni Battista, i santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.

Dio onnipotente abbia misericordia di te, perdoni i tuoi peccati e ti conduca alla vita eterna.

Amen.

 

Confesso a Dio onnipotente, alla beata Maria sempre Vergine, a san Michele Arcangelo, a san Giovanni Battista, ai santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te, padre, che ho molto peccato con pensieri, parole e azioni: (ci si batte il petto tre volte dicendo) per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. Per questo supplico la beata Maria sempre Vergine, san Michele Arcangelo, san Giovanni Battista, i santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi e te, padre, di pregare per me il Signore Dio nostro.

 

Dio onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna.

R. Amen.

 

Il Signore Onnipotente e Misericordioso ci conceda il perdono, l’assoluzione e la remissione dei nostri peccati.

R. Amen.

 

V. O Dio, volgiti verso di noi e donaci la vita.

R. E il tuo popolo gioirà in Te.

 

V. Mostraci, o Signore, la tua miseri-cordia.

R. E donaci la tua salvezza.

 

V. Esaudisci, o Signore, la mia preghiera.

R. E il mio grido giunga fino a Te.

 

V. Il Signore sia con voi

R. E con il tuo spirito.

 

Preghiamo.

Togli da noi, o Signore, le nostre iniquità, affinché possiamo entrare con mente pura nel Santo dei Santi. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Noi Ti preghiamo, o Signore: per i meriti dei tuoi Santi, le cui reliquie sono racchiuse in questo altare, e di tutti i Santi, perdona tutti i miei peccati. Amen.

 

1. È chiamata “confessione generale” dalla parte principale, cioè dal Confiteor coi versetti seguenti. In tutte le Liturgie è contenuta una qualche confessione generale, così come i Sacerdoti e i Profeti del Vecchio Testamento la premettevano alle suppliche e ai sacrifici, es. abbiamo peccato, abbiamo commesso iniquità. Ma una volta nella Liturgia Romana non c’era una certa formula prescritta; e si diceva anche in sagrestia. L’odierno Confiteor ha origine nel XIII sec. Conviene ragionevolmente che il Sacerdote, il quale sta per offrire il “tremendo Sacrificio” (Conc. Trid.), conoscendosi indegno, implori l’aiuto e la misericordia di Dio Onnipotente con l’umile preghiera e la confessione dei peccati dinanzi all’infimo gradino.

 

2. Come introduzione a questa confessione generale nonché, generalmente, al Sacrificio della Messa, è premesso il Salmo 42 Judica, con l’antifona Introibo ad Altare Dei. Con questo salmo, e insieme con desiderio e fiducia, si implora la grazia (Emitte lucem tuam… in tabernacula tua). È recitato dall’XI sec.

 

3. Ascendendo i gradini il Sacerdote chiede ancora perdono per i suoi peccati, affinché all’Altare, ad Sancta Sanctorum puris mereamur mentibus introire[1]. (Nel Vecchio Testamento soltanto il Sommo Sacerdote, e solo una volta l’anno, entrava nel Sancta Sanctorum ove c’era il propiziatorio). Lo stesso chiede stando inchinato all’Altare per intercessione dei Santi le cui reliquie sono in esso.


 

[1] Traduzione: «affinché meritiamo di entrare con menti pure nel Santo dei Santi». Il “Sancta Sanctorum” era nel Vecchio Testamento il luogo inaccessibile della presenza di Dio nel tempio, figura dell’Altare della Croce come dell’Altare ove Cristo s’immola nella Messa.