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Kyrie


In più Messe è scritto Stazione es. a S. Maria Maggiore, a S. Croce di Gerusalemme (cioè una Chiesa della città di Roma nella quale è la vera Croce) etc. Certo questo deriva da un antico uso romano. Infatti il Clero col popolo, in certi giorni, si raccoglieva in una chiesa per fare una processione (qui era proferita un’orazione sul popolo riunito, che era chiamata Orazione Colletta, perché era fatta sopra la raccolta, cioè la convocazione o adunanza del popolo[1]).

 

Allora, cantando le Litanie ed altre preghiere, il Pontefice e tutti gli altri procedevano da una chiesa ad un'altra “per fare la Stazione”, per il Sacrificio della Messa con l’Omelia[2]. S. Gregorio ordinò le Stazioni per le chiese dell’Urbe, “aumentò le Litanie, le stazioni e gli uffici ecclesiastici”[3]. “La Stazione prende nome dall’esempio militare, e infatti noi siamo milizia di Dio”[4].

 

Il Kyrie eleison (Kurie elehson da eleew = aver pietà, quindi ponendo i al posto di h eleeson si dice eleison[5], come Paraclito per ParaklhtoV), cioè Domine miserere: «Signore, abbi pietà», una volta era ripetuto dai cantori secondo la volontà del Celebrante, ma dall’XI sec. è stato stabilito che si ripeta “tre volte per la Persona del Padre, tre volte per la Persona del Figlio dicendo Christe eleison, e tre volte per la Persona dello Spirito Santo dicendo Kyrie eleison, contro la triplice miseria dell’ignoranza, della colpa e della pena, o per significare che le Persone tutte sono reciproche”[6]. Con ciascuna Persona della SS. Trinità sono insieme invocate le altre due, coesistenti in essa per circumsessione[7].

 


 

[1] N.d.T.: “Collectus”, da cui il nome dell’Orazione Colletta, è il participio del verbo “colligere”, raccogliere/radunare, in un gioco di parole che nella nostra lingua non può rendersi.

[2] Cfr. Mabillon. Hoc Comp. No. 313.

[3] Breviarirm Romanum.

[4] Tertulliano.

[5] N.d.T.: Fenomeno di trasformazione della lingua greca, chiamato itacismo o iotacismo, per cui h ed alcuni incontri di vocale (es. ei, oi) ottenevano il suono della i etc. Il greco medioevale e moderno, compreso quello ecclesiastico per i riti orientali, si legge con questa ed altre variazioni fonetiche pur scrivendosi allo stesso modo di quello antico; fu Erasmo da Rotterdam, in linea con le tendenze umanistiche del suo tempo, a pretendere di rintracciare la “purezza del greco classico” come tuttora viene insegnato nelle scuole.

[6] S. Tommaso.

[7] N.d.T.: È la teologia della circumsessione o perikoresis, comunione intratrinitaria (cioè delle tre Persone divine tra loro), secondo la quale tutte le Persone divine sono intimamente collegate e compresenti in ciascuna.