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(LA SEQUENZA)

 

La Sequenza o Giubilazione, narrando sublimemente gli elogi del mistero o del Santo, è un inno di più libera composizione, nel quale non è perfettamente osservato il metro dei versi, per cui è nominato anche Prosa. Ha sostituito il neuma[1] nell’ultimo Alleluja, al quale l’ultima sillaba si continua senza le parole o senza “a”, esprimendo una sovrabbondanza di affetti del cuore. “È come una certa sequela e appendice del cantico dell’Alleluja, che dopo esso prosegue senza parole”[2]; oppure forse dopo l’ultimo “a” nell’antifonario era scritto et sequentia [lett. «e ciò che segue/e le cose seguenti»]. – Delle moltissime sequenze, ne sono state ritenute da S. Pio V per il Messale Romano cinque di meravigliosa bellezza e sublimità.

 


 

[1] Pneuma o Neuma = aspirazione [s’intende aspirazione vocale; i neumi sono quelli che oggi chiamiamo note].

[2] Bona.