Il celebrante presenta le oblata
Accetta, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, questa offerta senza macchia che io, tuo indegno servo, presento a Te, mio Dio vivente e vero, per i miei innumerevoli peccati, offese e negligenze; per tutti coloro che mi stanno qui intorno e per tutti i fedeli cristiani vivi e defunti. Questa offerta dia a me e ad essi la salvezza nella vita eterna. Amen.
1. Le cinque Orazioni Suscipe Sancte Pater, Offerimus, In spiritu humilitatis, Veni Sanctificator, Suscipe sancta Trinitas esprimono i motivi dell’oblazione e contengono più espressioni che, anticipando, dicono ciò in cui, per la susseguente transustanziazione, pane e vino stiano per convertirsi, es. immaculata hostia [«Vittima immacolata»] cioè la Vittima del Corpo di Cristo, calix salutaris o salutis [«calice salvifico o di salvezza»] cioè il Sangue di Cristo effuso per la salvezza del mondo, sacrificium etc.
2. Si vede che anche il Corpo Mistico di Cristo (o i fedeli) è rappresentato dal pane e dal vino. “Come infatti il pane è fabbricato da molti chicchi di grano e il vino da molti acini d’uva, così dai molti fedeli è radunato l’unico Corpo Mistico di Cristo”[1].
3. Il numero plurale, Offerimus, è usato perché “nella Messa solenne la recita anche il Diacono, che infonde il vino nel calice e una volta amministrava il Divin Sangue al popolo; ma le formule istituite per la Messa solenne non mutano nella Messa privata”[2]. |