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Il Celebrante si lava le dita

 

Lavo le mie mani nell’innocenza e mi muovo attorno al tuo altare, o Signore,

Facendo risuonare l’azione di grazie e narrando ogni tuo prodigio.

O Signore, amo la bellezza della tua casa ed il luogo di soggiorno della tua gloria.

Non perdere con gli empi, o Dio, l’anima mia, né con gli uomini sanguinari la mia vita.

Essi hanno l’infamia nelle loro mani, la loro destra è piena di doni.

Io invece ho una condotta integra; salvami, ed abbi pietà di me!

Il mio piede segue la via retta; io Ti lodo nelle adunanze, o Signore.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

 

La lozione delle mani, cioè dell’estremità delle dita, significa la mondezza anche da una lievissima colpa. “L’abluzione delle mani basta a significare una perfetta purificazione; infatti la mano è l’organo degli organi [organum = strumento], tutte le opere sono attribuite alle mani”[1].

 

Ma se fu fatta l’incensazione, il Sacerdote lava integralmente le mani; allora infatti prevale la ragione della perfetta pulizia, affinché le mani che stanno per toccare il Corpo di Cristo siano pulite del tutto dalla polvere e dal fumo prodotti nella turificazione.

 

3. Dicendo per ultimo Orate fratres prima che consumi l’opera divina, il Sacerdote si volge al popolo, che esorta alla preghiera tanto con la voce quanto col gesto; in questo modo (a) quasi dice addio agli astanti quando sta per entrare nell’intimo Santuario, perché operi con Cristo i Divinissimi Misteri. Una volta infatti prima del Prefazio, disteso un velo, il Sacerdote nel santuario era nascosto dagli occhi dei fedeli; (b) dove si accede più propriamente al mistero della Consacrazione, là è richiesta maggiormente preghiera e attenzione; (c) le parole del Sacerdote e la risposta dei fedeli (“fratelli” si trova molto spesso nel Nuovo Testamento) rappresentano in maniera bellissima la fraternità cristiana. – Una volta si diceva soltanto Orate, o Orate pro me peccatore. Si dicono a voce media, non alta, a causa del canto nella Messa solenne.


 

[1] S. Tommaso.