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Il Celebrante invita i fedeli
a pregare con lui

 

V. Pregate, fratelli, affinché il mio e vostro sacrificio sia gradito dinanzi a Dio, Padre onnipotente.

 

R. Il Signore accolga dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, e anche a vantaggio nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

 

Dicendo per ultimo Orate fratres prima che consumi l’opera divina, il Sacerdote si volge al popolo, che esorta alla preghiera tanto con la voce quanto col gesto; in questo modo:

 

(a) quasi dice addio agli astanti quando sta per entrare nell’intimo Santuario, perché operi con Cristo i Divinissimi Misteri. Una volta infatti prima del Prefazio, disteso un velo, il Sacerdote nel santuario era nascosto dagli occhi dei fedeli;

 

(b) dove si accede più propriamente al mistero della Consacrazione, là è richiesta maggiormente preghiera e attenzione;

 

(c) le parole del Sacerdote e la risposta dei fedeli (“fratelli” si trova molto spesso nel Nuovo Testamento) rappresentano in maniera bellissima la fraternità cristiana. – Una volta si diceva soltanto Orate, o Orate pro me peccatore. Si dicono a voce media, non alta, a causa del canto nella Messa solenne.