www.maranatha.it


 
CANON ROMANUS

 

Padre infinitamente buono, noi umilmente Ti preghiamo e Ti domandiamo, per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore, di accettare e di benedire questi doni, queste offerte, questi sacrifici santi e senza macchia.

 

Anzitutto Te li offriamo per la tua santa Chiesa cattolica: dégnati di donarle la pace, di proteggerla, di adunarla nell’unità e di governarla in ogni parte del mondo, in unione con il tuo servo e nostro Papa N., il nostro Vescovo N. e tutti coloro che, fedeli alla vera dottrina, hanno la custodia della fede cattolica e apostolica.

 

1. Il Canone, o “Azione”, o “Mistero della Santissima azione” inizia dal Te igitur, e secondo l’opinione più veritiera[1] termina al Pater noster cioè al precedente Per omnia saecula etc. “La Chiesa Cattolica ha stabilito da molti secoli il sacro Canone, talmente puro da ogni errore, da non contenere niente che non profumi di grande santità e pietà”[2].

 

2. Il Canone nella Chiesa occidentale è recitato a bassa voce, “perché le sacre parole non siano svilite”[3]. E tale profondo silenzio, interrotto solo da tre parole[4], si addice culto della Divinità, come dice il Profeta: “Che ogni creatura ammutolisca al cospetto del Signore”[5]. “Se qualcuno dirà che il rito della Chiesa Romana, secondo il quale parte del Canone e le parole della Consacrazione si proferiscono a bassa voce, è da condannarsi, sia anatema”[6].

 

3. La prima orazione del Canone comprende tre parti: Te igitur, poi Memento per i vivi, e Communicantes, concludendo secondo il costume solito Per eundem Christum. La seconda orazione: Hanc igitur; la terza: Quam oblationem sino alla fine della Consacrazione.

 

4. Nella prima orazione il Sacerdote supplica:

 

(a) nella prima parte, Te igitur, perché il Padre accetti per il Figlio le oblate consacrande, per la Chiesa Militante, per le persone pubbliche della Chiesa;

 

(b) per coloro i quali sono particolarmente congiunti al Sacerdote (Memento per i vivi);

 

(c) nella terza parte queste preghiere per la Chiesa Militante (in genere ed in specie) sono rese più efficaci dalla partecipazione con la Chiesa Trionfante.

 

Così Cristo Sommo Sacerdote, nell’istituzione del Sacrificio Eucaristico, quando stava per offrire il Sacrificio della Croce, pregò con questa grande orazione per i discepoli e tutta la Chiesa Militante, perché il Padre conservasse tutti nell’unità, verità e grazia, perché pervenissero alla gloria celeste nella Chiesa Trionfante. “Elevati gli occhi al cielo disse: «Padre, l’ora è venuta, glorifica il tuo Figliuolo, affinché il tuo Figliuolo glorifichi te… affinché tu dia la vita eterna a tutti coloro… Io prego per loro… Santificali nella verità… E prego non solamente per essi, ma anche per quelli che, mediante la loro parola, crederanno in me, affinché tutti siano uno… e veggano la mia gloria»” (Giov 17).

 

5. Per prima cosa dunque il Sacerdote prega che Dio accetti e benedica questi doni a frutto e utilità di tutta la Chiesa; affinché così si ottenga il doppio fine del sacrificio, la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Sono dona, cioè donati da Dio a noi; munera offerti da noi a Dio[7]: sacrificia sancta [«sacrifici santi»] per anticipazione o in maniera iniziale, perché sono preparati per il Sacrificio.

 

Poi prega per la Chiesa, per il Pontefice etc., per i “fidei cultoribus” cioè per coloro che a parola o per scritto difendono la Chiesa, e ad essa tentano di condurre gli infedeli e gli eretici[8].


 

[1] Benedetto XIV.

[2] Concilio Tridentino Sessione 22.

[3] Innocenzo III.

[4]  Il «Nobis quoque peccatoribus» detto a voce media.

[5] Zacc 2,13.

[6] Concilio Tridentino Sessione 22.

[7]  In realtà entrambi i termini si convertono in italiano con «doni, regali, offerte etc.». Il Messalino adoperato fa la scelta più ovvia e sensata: «doni» il primo termine, «offerte» il secondo.

[8] Rosmée.