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per i fedeli viventi

 

Ricòrdati, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve N. e N. e di tutti i presenti, dei quali Tu conosci la fede e la devozione. Per loro ti offriamo e anch’essi ti offrono questo sacrificio di lode per sé e per tutti i loro cari: al fine di ottenere la redenzione delle loro anime, la sicurezza e la salute in cui sperano; ed essi rivolgono le loro preghiere a Te, Dio eterno, vivente e vero.

 

1. Memento [«ricordati»], cioè “Dio faccia come se ricordasse, rammentandosi della sua misericordia e sovvenendo in ogni tribolazione e necessità e distribuendo i doni delle grazie”[1], come dice il Salmista: “Ricordati di noi, o Signore, conforme alla benevolenza per il tuo popolo, visitaci con la tua salvezza!”[2].

 

2. Una volta era chiamato Oratio super Diptycha [«Orazione sopra i Dittici»], che erano due tavole unite, che si chiudevano a somiglianza di un libro (diptycha = piegati due volte). Nella prima tavola erano iscritti i nomi dei vivi, che per dignità erano illustri od ottimamente meritevoli per la Chiesa, e [considerati] esimi da coloro che offrivano le loro oblazioni al Sacrificio.

 

Nell’altra tavola erano iscritti i nomi dei defunti che si partirono da questa vita in comunione con la Chiesa. Secondo altri[3] i dittici erano travicelli divisi in tre parti, così congiunti da potersi piegare insieme, nel primo dei quali erano riportati i nomi dei Santi e specialmente della B. Vergine, degli Apostoli e Martiri, nel secondo i nomi dei fedeli viventi; il terzo travicello aveva i nomi dei defunti come sopra. I nomi poi erano letti principalmente dal Diacono o Suddiacono, nella Messa privata dal Celebrante. Il nome dello scomunicato veniva cancellato[4].

 

3. Questo Memento si fa a nome della Chiesa, non solo privato; tuttavia il Sacerdote può aggiungere privatamente e pregare anche per gli scomunicati vitandi[5]. “È lecito al Sacerdote celebrare tutta la Messa come persona pubblica e in nome della Chiesa, ed anche il Memento, inoltre può inserire una supplica privata”[6].

 

4. Pro quibus tibi offerimus vel (= et) qui tibi offerunt [«per i quali ti offriamo (o essi stessi ti offrono)»], s’intende spiritualmente e per mediazione.


 

[1] Dion. Carth.

[2] Sal 105.

[3] Come Benedetto XIV.

[4] Un esempio notorio dell’importanza dei dittici è il seguente. Come si è detto sopra, nel 1014 venne inserita nella Messa la recita del Credo con la specificazione del Filioque. Subito il nome del Papa fu cancellato dai dittici di Costantinopoli, e non più commemorato nelle Liturgie orientali, perché ritenuto come “eretico” da coloro che rifiutavano il dogma circa la processione dello Spirito Santo.

[5]  Cfr. Codex Juris Canonici del 1917, Can. 2262 §2 Gli scomunicati si dividono, secondo il Diritto tradizionale, in due categorie: “vitandi” («da evitare») e “tolerati” («tollerati»).  Il primo caso riguardava la pena più dura, che imponeva a tutti i fedeli di rompere con essi persino i rapporti nelle cose profane, concedendo solo che si pregasse privatamente per il loro ravvedimento. Cfr. CJC1917 Cann. 2257-2267.

[6] Pasqualigo De sacrif. N. L. Tract. I. q. 145.