Per il Sacerdote che celebra
Anche a noi peccatori, tuoi servi, che riponiamo la nostra fiducia nella tua infinita misericordia, dégnati di concedere un posto nella comunità dei tuoi santi Apostoli e Martiri: con Giovanni, Il Battista Stefano, Primo Diacono Martire Mattia, Apostolo Barnaba, Compagno di San Paolo, Ignazio, Vescovo di Antiochia martirizzato nel 119 Alessandro, Papa martirizzato nel 119 Marcellino e Pietro, Presbitero ed Esorcista della Chiesa romana morti nel 304 Felicita e Perpetua, Mamme cristiane che subirono il martirio a Cartagine nel 203 Agata, Vergine catanese martirizzata verso il 300 Lucia, Vergine siracusana martirizzata verso il 300 Agnese, Vergine romana martirizzata verso il 300 Cecilia, Vergine e sposa romana martirizzata verso il 300 Anastasia, Vergine ligure martirizzata verso il 300 e con tutti i tuoi Santi. Per ammetterci alla loro compagnia non soppesare il valore dei nostri meriti, ma accordaci con larghezza il tuo perdono. Per Cristo nostro Signore.
1. Nobis quoque peccatoribus è la sesta ed ultima orazione del Canone, nella quale il Sacerdote, sull’esempio del Pubblicano, col segno e con la voce prega per la Chiesa Militante, perché Dio doni una qualche parte (“mia porzione è Iddio”)[1] e la compagnia con la Chiesa Trionfante.
In questa commemorazione dei Santi domandiamo il loro “consorzio” in cielo, mentre nella commemorazione prima della Consacrazione o Communicantes invochiamo il patrocinio dei Santi; per cui quel Communicantes è detto commemorazione per il suffragio, quest’altra per il consorzio.
Si nominano solo Martiri, otto Santi e sette Sante. |