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La Preghiera del Signore


P
reghiamo.

 

Esortàti dagli insegnamenti del Salvatore e istruiti dalla parola di Dio, osiamo dire:

 

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,

R. Ma liberaci dal male.

 

1. La preghiera del Signore quasi congiunge la parte precedente, nella quale la ragione primaria del Sacrificio è Sanctificetur nomen tuum etc., con la parte susseguente nella quale s’intende principalmente la santificazione dell’uomo tramite la SS. Eucaristia, Panem nostrum quotidianum etc. La preghiera del Signore, “sommario di tutto il Vangelo”[1], secondo S. Girolamo è recitata nella Liturgia per istituzione dello stesso Signore: “Così insegnò ai suoi discepoli, perché quotidianamente nel Sacrificio del suo Corpo osino dire: Pater noster, qui es in coelis, etc.”. In tutte le Liturgie le è premessa un’introduzione: præceptis salutaribus etc. o qualcosa di simile.

 

2. Alla fine il Sacerdote risponde in segreto Amen, del quale il Catechismo Romano: “La Chiesa nel Sacrificio della Messa, quando si recita la preghiera domenicale, non attribuì l’incarico di dire Amen ai ministri inferiori ai quali tocca di dire sed libera nos a malo, ma la riservò allo stesso Sacerdote, il quale, come interprete tra Dio e gli uomini, risponde al popolo che Dio è placato”.


 

[1] Tertulliano.