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DIMISSIO ET
BENEDICTIONE

 

Il Signore sia con voi.

R. E con il tuo spirito.

Andate, la Messa è finita.

R. Rendiamone grazie a Dio.

 

Gradisci, o Trinità santa, l’omaggio del tuo servo: questo sacrificio che, malgrado la mia indegnità, ho presentato allo sguardo della tua Maestà, sia a Te gradito e, grazie alla tua misericordia, attiri il tuo favore su di me e su tutti coloro per i quali l’ho offerto. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio  e Spirito Santo.

R. Amen.

 

1. Allora il Sacerdote saluta il popolo col Dominus vobiscum; certo molto convenientemente, infatti “colui che rimane in me ed io in lui porta abbondanti frutti”[1].

 

2. Poi si fa il congedo del popolo con la formula Ite Missa est, cioè “Potete andare, infatti avviene la missa o dimissione”. I Cristiani non si allontanavano dal luogo del Sacrificio se non ricevuta prima licenza di andare. “Sei entrato in chiesa, non andare se non sei congedato”[2]. Nelle Costituzioni Apostoliche si ha la formula Ite in pace.

 

3. Nelle Messe dove seguono subito dopo altre azioni liturgiche come le Processioni o l’esposizione del Santissimo Sacramento si dice Benedicamus Domino [«Benediciamo il Signore»]. “Nelle Messe dei defunti al posto della conclusione si dice: Requiescant in pace, perché la fine di questa Messa risponda al principio, nel quale si chiedeva per loro il riposo eterno[3].

 

4. Con la formula Deo gratias [«rendiamo grazie a Dio»] (“verso di chiusura” che conclude anche tutte le Ore canoniche), sino all’XI sec. la Messa finiva.

 

5. Poi fu aggiunta l’orazione Placeat, che ricapitola brevemente le petizioni alla SS. Trinità.

 

6. Poi è data la Benedizione. Il Sacerdote bacia l’Altare, perché tragga la Benedizione quasi dal cuore di Cristo, elevati gli occhi e le mani al cielo perché da lì prenda la Benedizione, e la effonde sui fedeli in nome della SS. Trinità e con un segno di Croce. Con questo rito imita Cristo, che, ascendendo al cielo, “alzate le mani, li benedisse”[4], e alla fine del mondo benedirà gli eletti: “Venite, benedetti del Padre mio”. Il bacio dell’altare si collega anche con l’orazione Placeat e la conferma. Per questo, anche nelle Messe dei defunti il Sacerdote bacia l’Altare, benché in esse la Benedizione sia omessa. In queste Messe si omette perché indichi che la benedizione o frutto della Messa è applicato principalmente ai defunti.


 

[1] Giov 15,5.

[2] S. Giovanni Crisostomo.

[3] Gabriel. Biel.

[4] Luc 24.