www.maranatha.it


 
ULTIMUM EVANGELIUM

 


Il Signore sia con voi.

R. E con il tuo spirito.

 

Inizio del santo Vangelo secondo Giovanni.

R. Gloria a Te, o Signore.

 

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Tutte le cose furono fatte per mezzo di Lui, e senza di Lui non fu fatto niente di ciò che esiste. In Lui era la vita, e la vita era la Luce degli uomini; e la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta.

Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Questi venne come testimone, per dare testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Non era egli la luce, ma doveva dar testimonianza alla luce.

La luce vera, che illumina ogni uomo, stava per venire nel mondo. Egli era nel mondo e il mondo per mezzo di Lui fu fatto, e il mondo non Lo riconobbe. È venuto nella sua casa e i suoi non Lo hanno accolto. A quanti però Lo hanno ricevuto, diede il potere di diventare figli di Dio; a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere della carne, né da volere d’uomo, ma da Dio sono nati. (si genuflette) E IL VERBO S’È FATTO CARNE e ha dimorato fra noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria che come Unigenito ha dal Padre, pieno di grazia e di verità.

R. Rendiamone grazie a Dio.

 

Il Vangelo di S. Giovanni si aggiunge alla fine per precetto di S. Pio V (prima infatti, di consuetudine, era recitato liberamente)[1], perché siano impressi nella mente i profondi misteri della SS. Trinità e dell’Incarnazione che esso contiene; perché contiene una somma di tutti i beni che abbiamo ricevuto per il Sacrificio di Cristo ed in Cristo possediamo, il Quale è fonte di vita, luce del mondo, pieno di grazia e di verità. Il Sacerdote è ammonito di quanto grande sia l’Ospite che ha or ora ricevuto, il Verbo fatto carne; di quanto sia la sua benignità, che si è degnato di venire non solo “nel mondo” ma anche nella sua anima.


 

[1]  Nonostante l’obbligo, secondo le antiche rubriche abolite da Giovanni XXIII, in caso di occorrenza liturgica (coincidenza in uno stesso giorno di due ricorrenze liturgiche diverse) era possibile che al posto del prologo di S. Giovanni fosse letto il Vangelo della Messa commemorata nelle orazioni, ovviamente con un nuovo trasporto del Messale al lato corrispondente. La riforma del 1962 ha lasciato quest’uso solo per la Domenica delle Palme nelle Messe in cui non si è svolta la processione, ove si legge il Vangelo della processione omessa.